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Se si possa ripetere durante la stessa infermità
Supplemento
Questione 33
Articolo 2
SEMBRA che non si possa ripetere durante la stessa infermità.
Infatti:
1. A una data infermità va applicata una sola medicina. Ma questo sacramento è una medicina spirituale. Quindi non si può ripetere durante la stessa infermità.
2. Se l'unzione si potesse ripetere durante la stessa malattia, si potrebbe ungere l'infermo di continuo. Il che è assurdo.
IN CONTRARIO: Talvolta la malattia dura molto a lungo dopo l'estrema unzione: cosicché si contraggono altre reliquie di peccato, per rimediare alle quali è stato principalmente istituito questo sacramento. Quindi esso si può ripetere.
RISPONDO: Questo sacramento riguarda non solo l'infermità, ma anche il suo grado: perché deve essere amministrato soltanto ai malati che, secondo l'umana estimazione, sono vicini alla morte.
Ora, ci sono infermità di breve durata. Se dunque durante una di queste viene amministrata l'estrema unzione quando il malato è già in pericolo di morte, costui non si riprende che mediante la guarigione completa, e quindi l'unzione non va ripetuta. Ma se, una volta guarito, vi ricadrà di nuovo, la sua sarà un'altra malattia, ed egli potrà ricevere nuovamente il sacramento. Altre malattie invece sono di lunga durata, p. es., la tisi, l'idropisia, ecc. Durante queste malattie non si deve amministrare l'unzione se non quando il paziente è ridotto in pericolo di morte. Se l'infermo supera questa crisi, ma poi, per la stessa infermità, vi ricade, può ricevere di nuovo l'estrema unzione: perché, anche se non si tratta, assolutamente parlando, di una nuova malattia, si tratta però di un nuovo grado di essa.
Sono così risolte anche le difficoltà.
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