Parte prima > La derivazione delle creature da Dio > L'uomo > L'anima in se stessa > Se l’anima sia composta di materia e di forma
Prima pars
Quaestio 75
Articulus 5
[31478] Iª q. 75 a. 5 arg. 1 Ad quintum sic proceditur. Videtur quod anima sit composita ex materia et forma. Potentia enim contra actum dividitur. Sed omnia quaecumque sunt in actu, participant primum actum, qui Deus est; per cuius participationem omnia sunt et bona et entia et viventia, ut patet per doctrinam Dionysii in libro de Div. Nom. Ergo quaecumque sunt in potentia, participant primam potentiam. Sed prima potentia est materia prima. Cum ergo anima humana sit quodammodo in potentia, quod apparet ex hoc quod homo quandoque est intelligens in potentia; videtur quod anima humana participet materiam primam tanquam partem sui.
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Prima parte
Questione 75
Articolo 5
[31478] Iª q. 75 a. 5 arg. 1
SEMBRA che l’anima sia composta di materia e di forma. Infatti:
1. La potenza si contraddistingue dall’atto. Ora, tutti gli esseri che sono in atto partecipano del primo atto, che è Dio; poiché essi sono buoni, sono enti e viventi, per una sua partecipazione, come insegna Dionigi. Allo stesso modo tutti gli esseri in potenza partecipano della potenza prima. Ma la potenza prima è la materia prima. Perciò, essendo l’anima umana in qualche modo in potenza, come apparisce dal fatto che l’uomo talora è solo potenzialmente conoscente, è chiaro che l’anima umana, partecipa della materia prima, come di una sua parte.
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[31479] Iª q. 75 a. 5 arg. 2 Praeterea, in quocumque inveniuntur proprietates materiae, ibi invenitur materia. Sed in anima inveniuntur proprietates materiae, quae sunt subiici et transmutari, subiicitur enim scientiae et virtuti, et mutatur de ignorantia ad scientiam, et de vitio ad virtutem. Ergo in anima est materia.
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[31479] Iª q. 75 a. 5 arg. 2
2. Dovunque si trovino le proprietà della materia, ivi è la materia. Ora nell’anima si trovano le proprietà della materia, che sono il fare da soggetto [a una forma] e il subire trasmutazioni; infatti essa è il soggetto della scienza e della virtù, e può passare dall’ignoranza alla scienza, dal vizio alla virtù. Dunque nell’anima deve esserci la materia.
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[31480] Iª q. 75 a. 5 arg. 3 Praeterea, illa quae non habent materiam, non habent causam sui esse, ut dicitur in VIII Metaphys. Sed anima habet causam sui esse, quia creatur a Deo. Ergo anima habet materiam.
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[31480] Iª q. 75 a. 5 arg. 3
3. Le cose prive di materia non hanno una causa del proprio essere, come afferma Aristotele. Ma l’anima ha una causa del suo essere, essendo creata da Dio. Dunque in essa deve esserci la materia.
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[31481] Iª q. 75 a. 5 arg. 4 Praeterea, quod non habet materiam, sed est forma tantum, est actus purus et infinitus. Hoc autem solius Dei est. Ergo anima habet materiam.
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[31481] Iª q. 75 a. 5 arg. 4
4. Ciò che non ha materia, ma è sola forma, è atto puro e infinito. Ma ciò spetta soltanto a Dio. Perciò nell’anima non può mancare la materia.
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[31482] Iª q. 75 a. 5 s. c. Sed contra est quod Augustinus probat, in VII super Gen. ad Litt., quod anima non est facta nec ex materia corporali, nec ex materia spirituali.
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[31482] Iª q. 75 a. 5 s. c.
IN CONTRARIO: S. Agostino dimostra che l’anima non è fatta né di materia corporea, né di materia spirituale.
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[31483] Iª q. 75 a. 5 co. Respondeo dicendum quod anima non habet materiam. Et hoc potest considerari dupliciter. Primo quidem, ex ratione animae in communi. Est enim de ratione animae, quod sit forma alicuius corporis. Aut igitur est forma secundum se totam; aut secundum aliquam partem sui. Si secundum se totam, impossibile est quod pars eius sit materia, si dicatur materia aliquod ens in potentia tantum, quia forma, inquantum forma, est actus; id autem quod est in potentia tantum, non potest esse pars actus, cum potentia repugnet actui, utpote contra actum divisa. Si autem sit forma secundum aliquam partem sui, illam partem, dicemus esse animam, et illam materiam cuius primo est actus, dicemus esse primum animatum. Secundo, specialiter ex ratione humanae animae, inquantum est intellectiva. Manifestum est enim quod omne quod recipitur in aliquo, recipitur in eo per modum recipientis. Sic autem cognoscitur unumquodque, sicut forma eius est in cognoscente anima autem intellectiva cognoscit rem aliquam in sua natura absolute, puta lapidem inquantum est lapis absolute. Est igitur forma lapidis absolute, secundum propriam rationem formalem, in anima intellectiva. Anima igitur intellectiva est forma absoluta, non autem aliquid compositum ex materia et forma. Si enim anima intellectiva esset composita ex materia et forma, formae rerum reciperentur in ea ut individuales, et sic non cognosceret nisi singulare, sicut accidit in potentiis sensitivis, quae recipiunt formas rerum in organo corporali, materia enim est principium individuationis formarum. Relinquitur ergo quod anima intellectiva, et omnis intellectualis substantia cognoscens formas absolute, caret compositione formae et materiae.
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[31483] Iª q. 75 a. 5 co.
RISPONDO: L’anima non ha materia. E questo lo possiamo desumere da due considerazioni. La prima parte dal concetto generico e universale di anima. Infatti è proprio nella natura dell’anima essere forma di un corpo. Ora, essa sarà forma, o totalmente, o per una sua parte. Se totalmente, allora è impossibile che una sua parte sia materia, se per materia intendiamo un ente, che sia solo in potenza: infatti la forma, in quanto forma, è atto; e ciò che esiste solo in potenza, non può essere parte dell’atto, essendo la potenza incompatibile con l’atto, che è il suo contrario. Se invece l’anima è forma [di un corpo] per una sua parte, chiameremo anima quella parte; e chiameremo primo animato quella materia, di cui essa è l’atto primo.
La seconda considerazione parte dal carattere specifico dell’anima umana, cioè in quanto è intellettiva. Infatti è evidente che quanto viene ricevuto in un soggetto, è ricevuto in conformità alla natura del ricevente. Così ogni oggetto è conosciuto secondo il modo, col quale la sua forma si trova nel soggetto conoscente. Ora l’anima intellettiva conosce alcuni oggetti nella loro natura universale e assoluta, p. es., la pietra in quanto è pietra, nella sua assolutezza.
Vi è dunque nell’anima intellettiva la forma della pietra nella sua assolutezza, secondo la propria ragione formale. Perciò l’anima intellettiva è una forma assoluta, non già un composto di materia e di forma. Infatti se l’anima intellettiva fosse composta di materia e di forma, le forme delle cose sarebbero ricevute in essa nella loro individualità; e così essa conoscerebbe le cose soltanto nella loro singolarità, come avviene nelle potenze sensitive, che ricevono le forme delle cose in un organo corporeo: la materia infatti è il principio di individuazione delle forme. Rimane dunque che l’anima intellettiva e ogni sostanza intellettuale, che conosca le forme nella loro assolutezza, non è composta di materia e di forma.
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[31484] Iª q. 75 a. 5 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod primus actus est universale principium omnium actuum, quia est infinitum, virtualiter in se omnia praehabens, ut dicit Dionysius. Unde participatur a rebus, non sicut pars, sed secundum diffusionem processionis ipsius. Potentia autem, cum sit receptiva actus, oportet quod actui proportionetur. Actus vero recepti, qui procedunt a primo actu infinito et sunt quaedam participationes eius, sunt diversi. Unde non potest esse potentia una quae recipiat omnes actus, sicut est unus actus influens omnes actus participatos, alioquin potentia receptiva adaequaret potentiam activam primi actus. Est autem alia potentia receptiva in anima intellectiva, a potentia receptiva materiae primae, ut patet ex diversitate receptorum, nam materia prima recipit formas individuales, intellectus autem recipit formas absolutas. Unde talis potentia in anima intellectiva existens, non ostendit quod anima sit composita ex materia et forma.
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[31484] Iª q. 75 a. 5 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L’atto primo è il principio universale di tutti gli atti, perché essendo infinito "virtualmente contiene in sé tutte le cose", come dice Dionigi. È quindi partecipato dalle cose, non dividendo se stesso in parti, ma mediante l’esercizio della sua causalità. Invece la potenza deve essere proporzionata all’atto, essendo recettiva dell’atto. Ora gli atti ricevuti, che procedono dal primo atto infinito, e sono in certo modo partecipazioni di esso, sono diversi tra loro. Non può quindi esistere una potenza capace di ricevere tutti gli atti; come invece esiste un atto unico, il quale causa tutti gli atti partecipati; altrimenti quella potenza recettiva adeguerebbe la potenza attiva del primo atto. Ma nell’anima intellettiva vi è una potenza recettiva, che è ben diversa dalla potenza recettiva della materia prima, come si rileva dalla diversità delle cose ricevute; infatti la materia prima riceve le forme individuali, mentre l’intelletto riceve le forme assolute. Perciò l’esistenza di tale potenza, nell’anima intellettiva, non prova che l’anima sia composta di materia e di forma.
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[31485] Iª q. 75 a. 5 ad 2 Ad secundum dicendum quod subiici et transmutari convenit materiae secundum quod est in potentia. Sicut ergo est alia potentia intellectus, et alia potentia materiae primae, ita est alia ratio subiiciendi et transmutandi. Secundum hoc enim intellectus subiicitur scientiae, et transmutatur de ignorantia ad scientiam, secundum quod est in potentia ad species intelligibiles.
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[31485] Iª q. 75 a. 5 ad 2
2. Fare da soggetto e subire trasmutazioni appartiene alla materia, in quanto è in potenza. Come dunque è diversa la potenza dell’intelletto da quella della materia prima, così è diversa la natura di queste loro funzioni. L’intelletto infatti è il soggetto della scienza e si trasmuta dall’ignoranza alla cognizione, in quanto è in potenza alle specie [o immagini] intelligibili.
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[31486] Iª q. 75 a. 5 ad 3 Ad tertium dicendum quod forma est causa essendi materiae, et agens, unde agens, inquantum reducit materiam in actum formae transmutando, est ei causa essendi. Si quid autem est forma subsistens, non habet esse per aliquod formale principium, nec habet causam transmutantem de potentia in actum. Unde post verba praemissa, philosophus concludit quod in his quae sunt composita ex materia et forma, nulla est alia causa nisi movens ex potestate ad actum, quaecumque vero non habent materiam, omnia simpliciter sunt quod vere entia aliquid.
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[31486] Iª q. 75 a. 5 ad 3
3. La forma causa e determina l’essere della materia; difatti l’agente, in quanto riduce la materia all’atto della forma mediante il processo di trasmutazione, ne causa l’essere. Ma se una cosa è forma sussistente, non riceve l’essere da un principio formale, e neppure ha una causa, che lo muti dalla potenza all’atto. Perciò il Filosofo, dopo le parole riportate, conclude dicendo che, negli esseri composti di materia e di forma, "non si trova altra causa, fuori di quella, che muove dalla potenza all’atto; invece in quelli, che sono privi di materia, tutta la loro natura è un’entità semplice".
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[31487] Iª q. 75 a. 5 ad 4 Ad quartum dicendum quod omne participatum comparatur ad participans ut actus eius. Quaecumque autem forma creata per se subsistens ponatur, oportet quod participet esse, quia etiam ipsa vita, vel quidquid sic diceretur, participat ipsum esse, ut dicit Dionysius, V cap. de Div. Nom. Esse autem participatum finitur ad capacitatem participantis. Unde solus Deus, qui est ipsum suum esse, est actus purus et infinitus. In substantiis vero intellectualibus est compositio ex actu et potentia; non quidem ex materia et forma, sed ex forma et esse participato. Unde a quibusdam dicuntur componi ex quo est et quod est, ipsum enim esse est quo aliquid est.
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[31487] Iª q. 75 a. 5 ad 4
4. Di fronte a ogni ente partecipato la realtà di cui esso è partecipazione si presenta come atto. Ora, è necessario che tutte le forme create sussistenti per se stesse partecipino l’essere; poiché anche "la vita in se stessa", o qualunque altra entità assoluta "partecipa l’essere", come scrive Dionigi. Ma l’essere partecipato è limitato alla capacità del partecipante. Quindi Dio solo, che è lo stesso suo essere, è un atto puro e infinito. Invece nelle sostanze intellettuali si ha composizione di atto e di potenza: non già di materia e di forma, ma di forma e di essere partecipato. Perciò alcuni dicono che esse risultano composte di quo est [cioè di esistenza], e di quod est [ossia di essenza]: infatti l’essere è ciò per cui [quo] una cosa esiste.
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