[31188] Iª q. 65 a. 4 co. Respondeo dicendum quod opinio fuit quorundam quod omnes formae corporales deriventur a substantiis spiritualibus quas Angelos dicimus. Et hoc quidem dupliciter aliqui posuerunt. Plato enim posuit formas quae sunt in materia corporali, derivari et formari a formis sine materia subsistentibus, per modum participationis cuiusdam. Ponebat enim hominem quendam immaterialiter subsistentem, et similiter equum, et sic de aliis, ex quibus constituuntur haec singularia sensibilia, secundum quod in materia corporali remanet quaedam impressio ab illis formis separatis, per modum assimilationis cuiusdam, quam participationem vocabat. Et secundum ordinem formarum ponebant Platonici ordinem substantiarum separatarum, puta quod una substantia separata est quae est equus, quae est causa omnium equorum; supra quam est quaedam vita separata, quam dicebant per se vitam et causam omnis vitae; et ulterius quandam quam nominabant ipsum esse, et causam omnis esse. Avicenna vero et quidam alii non posuerunt formas rerum corporalium in materia per se subsistere, sed solum in intellectu. A formis ergo in intellectu creaturarum spiritualium existentibus (quas quidem ipsi intelligentias, nos autem Angelos dicimus), dicebant procedere omnes formas quae sunt in materia corporali, sicut a formis quae sunt in mente artificis, procedunt formae artificiatorum. Et in idem videtur redire quod quidam moderni haeretici ponunt, dicentes quidem Deum creatorem omnium, sed materiam corporalem a Diabolo formatam et per varias species distinctam. Omnes autem hae opiniones ex una radice processisse videntur. Quaerebant enim causam formarum, ac si ipsae formae fierent secundum seipsas. Sed sicut probat Aristoteles in VII Metaphys., id quod proprie fit, est compositum, formae autem corruptibilium rerum habent ut aliquando sint, aliquando non sint, absque hoc quod ipsae generentur aut corrumpantur, sed compositis generatis aut corruptis, quia etiam formae non habent esse, sed composita habent esse per eas, sic enim alicui competit fieri, sicut et esse. Et ideo, cum simile fiat a suo simili, non est quaerenda causa formarum corporalium aliqua forma immaterialis; sed aliquod compositum, secundum quod hic ignis generatur ab hoc igne. Sic igitur formae corporales causantur, non quasi influxae ab aliqua immateriali forma, sed quasi materia reducta de potentia in actum ab aliquo agente composito. Sed quia agens compositum, quod est corpus, movetur a substantia spirituali creata, ut Augustinus dicit III de Trin.; sequitur ulterius quod etiam formae corporales a substantiis spiritualibus deriventur, non tanquam influentibus formas, sed tanquam moventibus ad formas. Ulterius autem reducuntur in Deum, sicut in primam causam, etiam species angelici intellectus, quae sunt quaedam seminales rationes corporalium formarum. In prima autem corporalis creaturae productione non consideratur aliqua transmutatio de potentia in actum. Et ideo formae corporales quas in prima productione corpora habuerunt, sunt immediate a Deo productae, cui soli ad nutum obedit materia, tanquam propriae causae. Unde ad hoc significandum, Moyses singulis operibus praemittit, dixit Deus fiat hoc vel illud; in quo significatur formatio rerum per verbum Dei facta, a quo, secundum Augustinum, est omnis forma et compago et concordia partium.
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[31188] Iª q. 65 a. 4 co.
RISPONDO: Pensarono alcuni che tutte le forme dei corpi derivino dalle sostanze spirituali, che noi chiamiamo angeli. Tale opinione si presenta sotto due aspetti. Platone suppose che le forme dei corpi siano derivate e costituite da quelle forme, che sussistono senza materia, mediante una partecipazione. Egli ammetteva, p. es., 1'esistenza di un uomo sussistente senza materia; ed affermava la stessa cosa del cavallo e di tutti gli altri esseri, che formano queste singole entità sensibili, in maniera che nella materia dei corpi resta come una impressione, prodotta da quelle forme separate, a modo di somiglianza, che egli chiamava partecipazione. Parallela alla serie delle forme i Platonici ponevano una serie di sostanze separate; p. es., esisterebbe una sostanza separata, il cavallo, cause di tutti i cavalli; sopra di essa una vita separata, che chiamavano vita per se stessa, la quale è causa di tutte le vite; e cosi procedendo, arrivavano a una, che chiamavano l'essere stesso, causa di tutti gli esseri.
Avicenna invece, con qualche altro, ammise che queste forme dei corpi non sussistono in se stesse, ma solo nelle intelligenze. Perciò costoro dicono che tutte le forme dei corpi derivano dalle forme che si trovano nella mente delle creature spirituali (che essi chiamano Intelligenze e noi angeli, come appunto dalla mente dell'artefice sorgono le forme dei suoi lavori. - In fondo sembra che con essi concordino certi moderni eretici, i quali dicono che, pur essendo Dio creatore di tutto, la materia dei corpi sarebbe stata formata e distinta in varie specie dal diavolo.
Queste opinioni scaturiscono da una radice unica. Costoro infatti vanno in cerca di una causa delle forme, quasi che le forme siano prodotte per se stesse. Aristotele invece prova che propriamente viene prodotto il composto [di materia e di forma], mentre le forme dei corpi corruttibili passano dall'essere al non essere senza che esse si generino o si corrompano, poiché è tutto il composto che si genera o si dissolve. Infatti tali forme non hanno l'essere; è il composto che lo ha per mezzo di esse; perché il venire all'esistenza compete a una cosa nello stesso modo come le compete l'essere. Ora, siccome effetti simili provengono da cause simili, non si ha da ricercare la causa delle forme materiali in una causa immateriale, ma in un composto; questo fuoco, p. es., è originato da quest'altro fuoco. Tale è dunque il processo produttivo delle forme materiali; esse non vengono infuse da una forma immateriale, ma la materia viene attuata da una causa agente composta [di materia e di forma].
Siccome poi la causa agente composta, cioè il corpo [celeste], è mossa dalla sostanza spirituale creata, come afferma S. Agostino, ne segue che anche le forme materiali dipendono dalle sostanze spirituali, non nel senso che queste vi infondano le forme, ma perché muovono attivamente verso di esse. Del resto anche le specie della mente angelica, che sono in qualche modo le ragioni seminali delle forme corporee, devono riportarsi a Dio, come a causa prima. Ma se ci riferiamo alla prima produzione dei corpi, non è il caso di cercarvi un passaggio dalla potenza all'atto. Le forme, che allora essi ebbero, furono prodotte immediatamente da Dio, che è il solo Essere, al quale la materia obbedisce sull' istante, come alla sua causa propria. Volendo Mosè indicare questa verità, premette a ogni atto creativo: "Dio disse: sia fatto questo o quello"; nelle quali parole è indicata la formazione delle cose effettuata dal Verbo di Dio, dal quale, secondo S. Agostino, proviene "ogni l'orma, connessione e concordanza di parti".
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[31189] Iª q. 65 a. 4 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod Boetius intelligit per formas quae sunt sine materia, rationes rerum quae sunt in mente divina, sicut etiam apostolus dicit, Heb. XI, fide credimus aptata esse saecula verbo Dei, ut ex invisibilibus visibilia fierent. Si tamen per formas quae sunt sine materia, intelligit Angelos, dicendum est quod ab eis veniunt formae quae sunt in materia, non per influxum, sed per motum.
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[31189] Iª q. 65 a. 4 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Parlando di forme senza materia, Boezio intende solo quelle idee delle cose, che esistono nella mente divina, come si esprime pure l'Apostolo: "Per fede noi pensiamo che il mondo è stato formato dalla parola di Dio, in maniera che dall'invisibile fosse fatto il visibile". - Se invece per forme senza materia, intende gli angeli, bisogna rispondere che da essi provengono le forme materiali non per via di infusione, ma mediante il moto [degli astri].
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