I, 61

Parte prima > La derivazione delle creature da Dio > Gli angeli > La creazione degli angeli nel loro essere naturale


Prima pars
Quaestio 61
Prooemium

[30935] Iª q. 61 pr.
Post ea quae praemissa sunt de natura Angelorum, et cognitione et voluntate eorum, restat considerandum de eorum creatione, sive universaliter de eorum exordio. Et haec consideratio est tripartita. Nam primo considerabimus quomodo producti sunt in esse naturae; secundo, quomodo perfecti sunt in gratia vel gloria; tertio, quomodo aliqui ex eis facti sunt mali. Circa primum quaeruntur quatuor.
Primo, utrum Angelus habeat causam sui esse.
Secundo, utrum Angelus sit ab aeterno.
Tertio, utrum Angelus sit creatus ante corporalem creaturam.
Quarto, utrum Angeli fuerint creati in caelo Empyreo.

 
Prima parte
Questione 61
Proemio

[30935] Iª q. 61 pr.
Dopo quanto si è detto sulla natura, sulla volontà e sulla cognizione degli angeli, rimane ora da trattare della loro creazione, ovvero in genere della loro origine. La trattazione si suddivide in tre parti. Prima di tutto vedremo come gli angeli siano stati prodotti da Dio nel loro essere naturale; secondo, come siano stati perfezionati per mezzo della grazia e della gloria; terzo, come alcuni di essi siano diventati cattivi.
Intorno al primo argomento si pongono quattro quesiti:

1. Se gli angeli abbiano una causa del proprio essere;
2. Se gli angeli esistano da tutta l'eternità;
3. Se gli angeli siano stati creati prima dei corpi;
4. Se gli angeli siano stati creati nel cielo empireo.




Parte prima > La derivazione delle creature da Dio > Gli angeli > La creazione degli angeli nel loro essere naturale > Se gli angeli abbiano una causa del proprio essere


Prima pars
Quaestio 61
Articulus 1

[30936] Iª q. 61 a. 1 arg. 1
Ad primum sic proceditur. Videtur quod Angeli non habeant causam sui esse. De his enim quae sunt a Deo creata, agitur Genesis I. Sed nulla mentio fit ibi de Angelis. Ergo Angeli non sunt creati a Deo.

 
Prima parte
Questione 61
Articolo 1

[30936] Iª q. 61 a. 1 arg. 1
SEMBRA che gli angeli non abbiano una causa del proprio essere. Infatti:
1. Nella Genesi si parla delle cose create da Dio. Ma non si trova alcun accenno agli angeli. Dunque gli angeli non sono stati creati da Dio.

[30937] Iª q. 61 a. 1 arg. 2
Praeterea, philosophus dicit, in VIII Metaphys., quod si aliqua substantia sit forma sine materia, statim per seipsam est ens et unum, et non habet causam quae faciat eam ens et unum. Sed Angeli sunt formae immateriales, ut supra ostensum est. Ergo non habent causam sui esse.

 

[30937] Iª q. 61 a. 1 arg. 2
2. Il Filosofo insegna che se una sostanza è solo forma senza materia, "è subito di per se stessa ente ed una, e non ha una causa che la faccia essere ente ed una". Ora, gli angeli, come si è dimostrato, sono forme immateriali. Dunque non hanno una causa del loro essere.

[30938] Iª q. 61 a. 1 arg. 3
Praeterea, omne quod fit ab aliquo agente, per hoc quod fit, accipit formam ab eo. Sed Angeli, cum sint formae, non accipiunt formam ab aliquo agente. Ergo Angeli non habent causam agentem.

 

[30938] Iª q. 61 a. 1 arg. 3
3. Un essere è prodotto da una causa agente se da questa riceve la forma. Ora, gli angeli, essendo delle forme, non ricevono la forma da una causa agente. Dunque gli angeli non hanno una causa agente.

[30939] Iª q. 61 a. 1 s. c.
Sed contra est quod dicitur in Psalmo CXLVIII, laudate eum, omnes Angeli eius. Et postea subdit, quoniam ipse dixit, et facta sunt.

 

[30939] Iª q. 61 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: Si legge nei Salmi: "Lodatelo (il Signore), o voi tutti angeli suoi". E subito si aggiunge: "Perché egli parlò e queste cose furono fatte".

[30940] Iª q. 61 a. 1 co.
Respondeo dicendum quod necesse est dicere et Angelos, et omne id quod praeter Deum est, a Deo factum esse. Solus enim Deus est suum esse, in omnibus autem aliis differt essentia rei et esse eius, ut ex superioribus patet. Et ex hoc manifestum est quod solus Deus est ens per suam essentiam, omnia vero alia sunt entia per participationem. Omne autem quod est per participationem causatur ab eo quod est per essentiam, sicut omne ignitum causatur ab igne. Unde necesse est Angelos a Deo creatos esse.

 

[30940] Iª q. 61 a. 1 co.
RISPONDO: Si deve necessariamente affermare che gli angeli, come tutte le cose che non sono Dio, furono creati da Dio. Soltanto Dio infatti è la propria esistenza: in tutte le altre cose invece, come fu dimostrato, l'essenza è distinta dall'esistenza. È chiaro allora che Dio solo è ente (o esistente) per essenza, mentre tutte le altre cose sono enti per partecipazione. Ora, tutto ciò che esiste per partecipazione viene causato da ciò che è per essenza; come ogni cosa infocata dipende dal fuoco. È dunque necessario che gli angeli siano stati creati da Dio.

[30941] Iª q. 61 a. 1 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod Augustinus dicit, in XI de Civ. Dei, quod Angeli non sunt praetermissi in illa prima rerum creatione, sed significantur nomine caeli, aut etiam lucis. Ideo autem vel praetermissi sunt, vel nominibus rerum corporalium significati, quia Moyses rudi populo loquebatur, qui nondum capere poterat incorpoream naturam; et si eis fuisset expressum aliquas res esse super omnem naturam corpoream, fuisset eis occasio idololatriae, ad quam proni erant, et a qua Moyses eos praecipue revocare intendebat.

 

[30941] Iª q. 61 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. S. Agostino fa osservare che gli angeli non sono stati dimenticati in quella (descrizione della) prima origine delle cose, ma che sono stati indicati con i termini di cielo, ovvero di luce. - E sono stati omessi, oppure sono stati designati con i termini di cose corporee, perché Mosè si rivolgeva a un popolo rozzo, il quale non era in grado di concepire una creatura incorporea; quindi, se a quel popolo fosse stato detto che c'erano delle realtà al di sopra di ogni natura corporea, gli sarebbe stata offerta un'occasione di idolatria, a cui era tanto incline, e dalla quale Mosè intendeva anzitutto tenerlo lontano.

[30942] Iª q. 61 a. 1 ad 2
Ad secundum dicendum quod substantiae quae sunt formae subsistentes, non habent causam aliquam formalem sui esse et suae unitatis, nec causam agentem per transmutationem materiae de potentia in actum, sed habent causam producentem totam substantiam.

 

[30942] Iª q. 61 a. 1 ad 2
2. Le sostanze che sono forme sussistenti non hanno una causa formale del loro essere e della loro unità, e neppure hanno (bisogno di) una causa agente atta a trasformare la materia, facendola passare dalla potenza all'atto: devono avere però una causa che produca tutta la loro sostanza.

[30943] Iª q. 61 a. 1 ad 3
Et per hoc patet solutio ad tertium.

 

[30943] Iª q. 61 a. 1 ad 3
E con ciò abbiamo anche la soluzione della terza difficoltà.




Parte prima > La derivazione delle creature da Dio > Gli angeli > La creazione degli angeli nel loro essere naturale > Se gli angeli siano stati creati da Dio fin dall'eternità


Prima pars
Quaestio 61
Articulus 2

[30944] Iª q. 61 a. 2 arg. 1
Ad secundum sic proceditur. Videtur quod Angelus sit productus a Deo ab aeterno. Deus enim est causa Angeli per suum esse, non enim agit per aliquid additum suae essentiae. Sed esse eius est aeternum. Ergo ab aeterno Angelos produxit.

 
Prima parte
Questione 61
Articolo 2

[30944] Iª q. 61 a. 2 arg. 1
SEMBRA che gli angeli siano stati creati da Dio fin dall'eternità. Infatti:
1. Dio causa gli angeli mediante il proprio essere, poiché egli non agisce servendosi di cose estranee alla propria essenza. Ora, il suo essere è eterno. Dunque egli ha creato gli angeli da tutta l'eternità.

[30945] Iª q. 61 a. 2 arg. 2
Praeterea, omne quod quandoque est et quandoque non est, subiacet tempori. Sed Angelus est supra tempus, ut dicitur in libro de causis. Ergo Angelus non quandoque est, et quandoque non est, sed semper.

 

[30945] Iª q. 61 a. 2 arg. 2
2. Tutte le cose che non sempre, ma in un dato momento hanno l'esistenza, sono soggette al tempo. L'angelo invece è "al di sopra del tempo", come dice il libro De Causis. Dunque non è vero che l'angelo ha avuto l'esistenza in un dato momento, ma è sempre esistito.

[30946] Iª q. 61 a. 2 arg. 3
Praeterea, Augustinus probat incorruptibilitatem animae per hoc, quod per intellectum est capax veritatis. Sed sicut veritas est incorruptibilis, ita est aeterna. Ergo natura intellectualis et animae et Angeli, non solum est incorruptibilis, sed etiam aeterna.

 

[30946] Iª q. 61 a. 2 arg. 3
3. S. Agostino prova l'immortalità dell'anima dal fatto che essa con l'intelletto è in grado di conoscere la verità. Ora, la verità non è soltanto incorruttibile, ma è anche eterna. Dunque la natura intellettuale tanto dell'anima che dell'angelo è eterna.

[30947] Iª q. 61 a. 2 s. c.
Sed contra est quod dicitur Prov. VIII, ex persona sapientiae genitae, dominus possedit me ab initio viarum suarum, antequam quidquam faceret a principio. Sed Angeli sunt facti a Deo, ut ostensum est. Ergo Angeli aliquando non fuerunt.

 

[30947] Iª q. 61 a. 2 s. c.
IN CONTRARIO: Nella Scrittura è detto in persona della Sapienza increata: "Il Signore mi ebbe con sé dall'inizio delle sue imprese, innanzi che alcuna cosa facesse, da principio". Ma gli angeli sono stati creati da Dio, come si è dimostrato. Dunque ci fu un tempo in cui gli angeli non esistevano.

[30948] Iª q. 61 a. 2 co.
Respondeo dicendum quod solus Deus, pater et filius et spiritus sanctus, est ab aeterno. Hoc enim fides Catholica indubitanter tenet; et omne contrarium est sicut haereticum refutandum. Sic enim Deus creaturas produxit, quod eas ex nihilo fecit, idest postquam nihil fuerat.

 

[30948] Iª q. 61 a. 2 co.
RISPONDO: Soltanto Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, esiste da tutta l'eternità. Ciò infatti ritiene come verità indubitabile la fede cattolica; e ogni asserzione contraria si deve rigettare come eretica. Dio infatti nel creare le cose le ha prodotte dal nulla, cioè dopo che c'era stato il nulla.

[30949] Iª q. 61 a. 2 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod esse Dei est ipsum eius velle. Per hoc ergo quod Deus produxit Angelos et alias creaturas per suum esse, non excluditur quin eas produxerit per suam voluntatem. Voluntas autem Dei non de necessitate se habet ad productionem creaturarum, ut supra dictum est. Et ideo produxit et quae voluit, et quando voluit.

 

[30949] Iª q. 61 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'essere di Dio è lo stesso suo volere. Per il fatto dunque che Dio produsse gli angeli e le altre creature per mezzo del suo essere, non è escluso che le abbia prodotte per mezzo della sua volontà. Ora, la volontà di Dio, come si disse, non è necessitata a produrre le creature. Egli perciò produsse le cose che volle e quando volle.

[30950] Iª q. 61 a. 2 ad 2
Ad secundum dicendum quod Angelus est supra tempus quod est numerus motus caeli, quia est supra omnem motum corporalis naturae. Non tamen est supra tempus quod est numerus successionis esse eius post non esse, et etiam quod est numerus successionis quae est in operationibus eius. Unde Augustinus dicit, VIII super Gen. ad Litt., quod Deus movet creaturam spiritualem per tempus.

 

[30950] Iª q. 61 a. 2 ad 2
2. L'angelo è al di sopra del tempo che misura il moto dei cieli: poiché trascende qualsiasi moto degli esseri corporei. Non è tuttavia al di sopra del tempo che misura il succedere del suo essere al suo non essere, né di quello che misura il succedersi delle sue operazioni. Perciò S. Agostino afferma che "Dio muove le creature spirituali nel tempo".

[30951] Iª q. 61 a. 2 ad 3
Ad tertium dicendum quod Angeli et animae intellectivae, ex hoc ipso quod habent naturam per quam sunt capaces veritatis, sunt incorruptibiles. Sed hanc naturam non habuerunt ab aeterno; sed data fuit eis a Deo quando ipse voluit. Unde non sequitur quod Angeli sint ab aeterno.

 

[30951] Iª q. 61 a. 2 ad 3
3. Gli angeli e le anime intellettive, per il fatto stesso che possiedono una natura per cui sono capaci di conoscere la verità, sono incorruttibili. Questa natura però non l'ebbero dall'eternità, ma fu loro data da Dio nel tempo da lui voluto. Perciò non ne segue che gli angeli esistano da tutta l'eternità.




Parte prima > La derivazione delle creature da Dio > Gli angeli > La creazione degli angeli nel loro essere naturale > Se gli angeli siano stati creati prima del mondo corporeo


Prima pars
Quaestio 61
Articulus 3

[30952] Iª q. 61 a. 3 arg. 1
Ad tertium sic proceditur. Videtur quod Angeli fuerint creati ante mundum corporeum. Dicit enim Hieronymus, super epistolam ad Titum, sex millia nondum nostri temporis complentur annorum; et quanta tempora, quantasque saeculorum origines fuisse arbitrandum est, in quibus Angeli, throni, dominationes, ceterique ordines Deo servierunt? Damascenus etiam dicit, in II libro, quidam dicunt quod ante omnem creationem geniti sunt Angeli; ut theologus dicit Gregorius, primum quidem excogitavit angelicas virtutes et caelestes, et excogitatio opus eius fuit.

 
Prima parte
Questione 61
Articolo 3

[30952] Iª q. 61 a. 3 arg. 1
SEMBRA che gli angeli siano stati creati prima del mondo corporeo. Infatti:
1. S. Girolamo si domanda: "Il nostro tempo non ha ancora raggiunto i seimila anni, ma quanto tempo e quanti secoli dobbiamo credere che siano trascorsi dacché gli Angeli, i Troni, le Dominazioni e tutti gli altri ordini servono Dio?". - Anche il Damasceno riferisce: "Alcuni affermano che gli angeli furon creati prima di ogni altra creazione, come dice Gregorio il Teologo: "Prima di tutto Dio pensò le virtù angeliche e celesti, e il pensiero fu la sua opera"".

[30953] Iª q. 61 a. 3 arg. 2
Praeterea, angelica natura est media inter naturam divinam et naturam corpoream. Sed natura divina est ab aeterno, natura autem corporea ex tempore. Ergo natura angelica facta est ante creationem temporis, et post aeternitatem.

 

[30953] Iª q. 61 a. 3 arg. 2
2. La natura angelica sta tra la natura divina e quella corporea. Ma la natura divina esiste da tutta l'eternità, quella corporea invece solo a cominciare dal tempo. Dunque la natura angelica fu creata prima della creazione del tempo, e dopo l'eternità.

[30954] Iª q. 61 a. 3 arg. 3
Praeterea, plus distat natura angelica a natura corporali, quam una natura corporalis ab alia. Sed una natura corporalis fuit facta ante aliam, unde et sex dies productionis rerum in principio Genesis describuntur. Ergo multo magis natura angelica facta est ante omnem naturam corporalem.

 

[30954] Iª q. 61 a. 3 arg. 3
3. La natura angelica è più distante dalla natura corporea di quello che lo sia una natura corporea da un'altra. Ora, certe nature corporee furono create prima di altre: cosicché nel principio della Genesi si parla dei sei giorni in cui avvenne la creazione delle cose. Dunque a maggior ragione la natura angelica deve essere stata creata prima di ogni natura corporea.

[30955] Iª q. 61 a. 3 s. c.
Sed contra est quod dicitur Gen. I, in principio creavit Deus caelum et terram. Non autem hoc esset verum, si aliquid creasset antea. Ergo Angeli non sunt ante naturam corpoream creati.

 

[30955] Iª q. 61 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: La Genesi afferma: "In principio Dio creò il cielo e la terra". Ora, tale affermazione non sarebbe vera se Dio avesse già creato qualche cosa prima di allora. Dunque gli angeli non furono creati prima dei corpi.

[30956] Iª q. 61 a. 3 co.
Respondeo dicendum quod circa hoc invenitur duplex sanctorum doctorum sententia, illa tamen probabilior videtur, quod Angeli simul cum creatura corporea sunt creati. Angeli enim sunt quaedam pars universi, non enim constituunt per se unum universum, sed tam ipsi quam creatura corporea in constitutionem unius universi conveniunt. Quod apparet ex ordine unius creaturae ad aliam, ordo enim rerum ad invicem est bonum universi. Nulla autem pars perfecta est a suo toto separata. Non est igitur probabile ut Deus, cuius perfecta sunt opera, ut dicitur Deut. XXXII, creaturam angelicam seorsum ante alias creaturas creaverit. Quamvis contrarium non sit reputandum erroneum; praecipue propter sententiam Gregorii Nazianzeni, cuius tanta est in doctrina Christiana auctoritas, ut nullus unquam eius dictis calumniam inferre praesumpserit, sicut nec Athanasii documentis, ut Hieronymus dicit.

 

[30956] Iª q. 61 a. 3 co.
RISPONDO: Sull'argomento esistono due sentenze dei santi Dottori. Sembra tuttavia più attendibile quella che ritiene la creazione degli angeli simultanea a quella dei corpi. Gli angeli infatti sono una parte dell'universo: non costituiscono un universo a sé, ma insieme alle creature corporee costituiscono un solo universo. Questo appare con evidenza dall'ordine esistente tra le cose: infatti il bene dell'universo consiste nell'ordine vicendevole delle cose tra loro. Ora, nessuna parte risulta perfetta, separata dal suo tutto. Non è dunque probabile che Dio, "le cui opere sono perfette", abbia creato separatamente la natura angelica prima delle altre creature. - Tuttavia la spiegazione contraria non si deve considerare erronea; specialmente trattandosi della sentenza di S. Gregorio Nazianzeno, la cui autorità nella dottrina cristiana è tanto grande che, come attesta S. Girolamo, nessuno ha mai presunto incriminare quanto egli afferma, come nessuno ha osato mai incriminare gli insegnamenti di S. Atanasio.

[30957] Iª q. 61 a. 3 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod Hieronymus loquitur secundum sententiam doctorum Graecorum, qui omnes hoc concorditer sentiunt, quod Angeli sunt ante mundum corporeum creati.

 

[30957] Iª q. 61 a. 3 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. S. Girolamo riferisce la dottrina dei Padri greci, i quali ritengono tutti concordemente che gli angeli furono creati prima del mondo corporeo.

[30958] Iª q. 61 a. 3 ad 2
Ad secundum dicendum quod Deus non est aliqua pars universi, sed est supra totum universum, praehabens in se eminentiori modo totam universi perfectionem. Angelus autem est pars universi. Unde non est eadem ratio.

 

[30958] Iª q. 61 a. 3 ad 2
2. Dio non è una parte dell'universo, ma tutto lo trascende, avendo in sé in maniera eminente tutta la perfezione dell'universo. L'angelo invece fa parte dell'universo. Perciò l'argomento non regge.

[30959] Iª q. 61 a. 3 ad 3
Ad tertium dicendum quod creaturae corporeae omnes sunt unum in materia, sed Angeli non conveniunt in materia cum creatura corporea. Unde, creata materia corporalis creaturae, omnia quodammodo sunt creata, non autem, creatis Angelis, esset ipsum universum creatum. Si vero contrarium teneatur, quod dicitur Gen. I, in principio creavit Deus caelum et terram exponendum est, in principio, idest in filio, vel in principio temporis, non autem in principio, idest ante quod nihil, nisi dicatur, ante quod nihil in genere corporalium creaturarum.

 

[30959] Iª q. 61 a. 3 ad 3
3. Tutte le creature corporee hanno in comune un'unica materia: gli angeli invece non hanno questa comunanza di materia con le creature corporali. Perciò una volta creata la materia degli esseri corporei, in qualche modo tutte le cose furono (in quel momento) create. Invece una volta creati gli angeli, non ci sarebbe stata con questo la creazione dell'universo.
Se poi si ritiene la sentenza contraria, allora nelle parole della Genesi, "In principio Dio creò il cielo e la terra", l'espressione "in principio" si deve intendere nel Figlio, oppure all'inizio del tempo; ma "in principio" in tal caso non significherebbe più nel momento prima del quale non vi era nulla, bensì soltanto: nel momento prima del quale non esisteva nessuna creatura corporea.




Parte prima > La derivazione delle creature da Dio > Gli angeli > La creazione degli angeli nel loro essere naturale > Se gli angeli siano stati creati nel cielo empireo


Prima pars
Quaestio 61
Articulus 4

[30960] Iª q. 61 a. 4 arg. 1
Ad quartum sic proceditur. Videtur quod Angeli non sint creati in caelo Empyreo. Angeli enim sunt substantiae incorporeae. Sed substantia incorporea non dependet a corpore secundum suum esse, et per consequens neque secundum suum fieri. Ergo Angeli non sunt creati in loco corporeo.

 
Prima parte
Questione 61
Articolo 4

[30960] Iª q. 61 a. 4 arg. 1
SEMBRA che gli angeli non siano stati creati nel cielo empireo. Infatti:
1. Gli angeli sono creature immateriali. Ora, la sostanza immateriale nel suo essere non dipende dal corpo, quindi non dipende da esso neppure nel suo divenire. Dunque gli angeli non sono stati creati in un luogo materiale.

[30961] Iª q. 61 a. 4 arg. 2
Praeterea, Augustinus dicit, III super Gen. ad Litt., quod Angeli fuerunt creati in superiori parte aeris. Non ergo in caelo Empyreo.

 

[30961] Iª q. 61 a. 4 arg. 2
2. S. Agostino insegna che gli angeli furono creati nella parte più alta dell'aria. Dunque non furono creati nel cielo empireo.

[30962] Iª q. 61 a. 4 arg. 3
Praeterea, caelum Empyreum dicitur esse caelum supremum. Si igitur Angeli creati fuissent in caelo Empyreo, non convenisset eis in superius caelum ascendere. Quod est contra id quod ex persona Angeli peccantis dicitur Isaiae XIV, ascendam in caelum.

 

[30962] Iª q. 61 a. 4 arg. 3
3. Si chiama empireo il cielo più alto. Se dunque gli angeli fossero stati creati nel cielo empireo non avrebbero più potuto ascendere a un cielo superiore. Il che contrasta con quanto la Scrittura pone sulla bocca dell'angelo ribelle: "Salirò al cielo".

[30963] Iª q. 61 a. 4 s. c.
Sed contra est quod Strabus dicit, super illud, in principio creavit Deus caelum et terram, caelum non visibile firmamentum hic appellat, sed Empyreum, idest igneum vel intellectuale, quod non ab ardore, sed a splendore dicitur, quod statim factum, Angelis est repletum.

 

[30963] Iª q. 61 a. 4 s. c.
IN CONTRARIO: Strabone, glossando le parole: "In principio Dio creò il cielo e la terra", spiega: "Qui per cielo non s'intende il firmamento visibile, bensì il cielo empireo, cioè igneo o intellettuale; e questo così vien denominato non perché arde, ma perché risplende; e perché non appena creato fu riempito di angeli".

[30964] Iª q. 61 a. 4 co.
Respondeo dicendum quod, sicut dictum est, ex creaturis corporalibus et spiritualibus unum universum constituitur. Unde sic creatae sunt spirituales creaturae, quod ad creaturam corporalem aliquem ordinem habent, et toti creaturae corporali praesident. Unde conveniens fuit quod Angeli in supremo corpore crearentur, tanquam toti naturae corporeae praesidentes; sive id dicatur caelum Empyreum, sive qualitercumque nominetur. Unde Isidorus dicit quod supremum caelum est caelum Angelorum, super illud Deut. X, domini Dei tui est caelum, et caelum caeli.

 

[30964] Iª q. 61 a. 4 co.
RISPONDO: Come si è detto sopra, le creature corporee e quelle spirituali formano un solo universo. Perciò le creature spirituali furono create con una certa rispondenza col mondo corporeo, e preposte all'universo materiale. Era dunque conveniente che gli angeli venissero creati nel corpo più sublime, si chiami esso cielo empireo o in qualsiasi altra maniera, perché appunto essi sovrastano tutti gli esseri corporei. Per questo, commentando le parole della Scrittura: "Del Signore Dio tuo è il cielo, e il cielo dei cieli", S. Isidoro afferma "che il cielo supremo è quello degli angeli".

[30965] Iª q. 61 a. 4 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod Angeli non sunt creati in loco corporeo, quasi dependentes a corpore secundum suum esse vel secundum suum fieri, potuisset enim Deus Angelos ante totam creaturam corporalem creasse, ut multi sancti doctores tenent. Sed facti sunt in loco corporeo, ad ostendendum ordinem eorum ad naturam corpoream, et quod sua virtute corpora contingunt.

 

[30965] Iª q. 61 a. 4 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Gli angeli non furono creati in un luogo materiale come creature dipendenti dal luogo nel loro essere e nel loro divenire. Dio infatti avrebbe potuto creare gli angeli prima di ogni altra creatura corporea, come ritengono molti santi Dottori. Ma furono creati in un luogo materiale, perché fossero evidenti i loro rapporti con gli esseri corporei e la loro capacità di applicare la propria virtù sui corpi.

[30966] Iª q. 61 a. 4 ad 2
Ad secundum dicendum quod Augustinus forte per supremam partem aeris intelligit supremam partem caeli, cum quo aer quandam convenientiam habet propter suam subtilitatem et diaphaneitatem. Vel loquitur non de omnibus Angelis, sed de illis qui peccaverunt, qui secundum quosdam fuerunt de inferioribus ordinibus. Nihil autem prohibet dicere quod superiores Angeli, habentes virtutem elevatam et universalem supra omnia corpora, sint in supremo creaturae corporeae creati; alii vero, habentes virtutes magis particulares, sint creati in inferioribus corporibus.

 

[30966] Iª q. 61 a. 4 ad 2
2. Probabilmente S. Agostino chiama parte suprema dell'aria la parte più sublime del cielo, con il quale l'aria ha una certa somiglianza per la sua sottilità e trasparenza. - Oppure intende parlare non già di tutti gli angeli, ma solo di quelli che peccarono, i quali, secondo alcuni, sarebbero appartenuti alle gerarchie più basse. Ora niente impedisce di affermare che gli angeli superiori, i quali erano dotati di un potere elevato e universale su tutti i corpi, siano stati creati nella parte più alta del mondo corporeo, e che gli altri angeli invece, avendo dei poteri più limitati, siano stati creati nei corpi sottostanti.

[30967] Iª q. 61 a. 4 ad 3
Ad tertium dicendum quod loquitur ibi non de caelo aliquo corporeo, sed de caelo sanctae Trinitatis, in quod Angelus peccans ascendere voluit, dum voluit aliquo modo Deo aequiparari, ut infra patebit.

 

[30967] Iª q. 61 a. 4 ad 3
3. Quelle parole non si riferiscono già a un cielo corporeo, bensì al cielo della Trinità santa, al quale l'angelo ribelle voleva salire, quando pretese di essere in qualche modo uguale a Dio, come vedremo in seguito.

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