Parte prima > La derivazione delle creature da Dio > Gli angeli > La loro volontà in se stessa > Se negli angeli ci sia la volontà
Prima pars
Quaestio 59
Articulus 1
[30860] Iª q. 59 a. 1 arg. 1 Ad primum sic proceditur. Videtur quod in Angelis non sit voluntas. Quia, ut dicit philosophus, in III de anima, voluntas in ratione est. Sed in Angelis non est ratio, sed aliquid superius ratione. Ergo in Angelis non est voluntas, sed aliquid superius voluntate.
|
|
Prima parte
Questione 59
Articolo 1
[30860] Iª q. 59 a. 1 arg. 1
SEMBRA che negli angeli non ci sia la volontà. Infatti:
1. Il Filosofo afferma che "la volontà è nella ragione". Ora, negli angeli non vi è la ragione, ma qualche cosa di superiore ad essa. Dunque negli angeli non c’è la volontà, ma qualche cosa di superiore alla volontà.
|
[30861] Iª q. 59 a. 1 arg. 2 Praeterea, voluntas sub appetitu continetur, ut patet per philosophum, in III de anima. Sed appetitus est imperfecti, est enim eius quod nondum habetur. Cum igitur in Angelis, maxime in beatis, non sit aliqua imperfectio, videtur quod non sit in eis voluntas.
|
|
[30861] Iª q. 59 a. 1 arg. 2
2. La volontà, come dimostra il Filosofo, è un appetito. Ma l'appetito è proprio di un essere imperfetto, perché ha per oggetto ciò che non si possiede ancora. Ora, non essendovi negli angeli, specialmente in quelli beati, alcuna imperfezione, è chiaro che in essi la volontà non esiste.
|
[30862] Iª q. 59 a. 1 arg. 3 Praeterea, philosophus dicit, in III de anima, quod voluntas est movens motum, movetur enim ab appetibili intellecto. Sed Angeli sunt immobiles; cum sint incorporei. Ergo in Angelis non est voluntas.
|
|
[30862] Iª q. 59 a. 1 arg. 3
3. Il Filosofo insegna che la volontà è un movente mosso: infatti è mossa dalle cose appetibili conosciute. Ma gli angeli, essendo incorporei, sono immobili. Dunque negli angeli non esiste volontà.
|
[30863] Iª q. 59 a. 1 s. c. Sed contra est quod Augustinus dicit, X Lib. de Trin., quod imago Trinitatis invenitur in mente secundum memoriam, intelligentiam et voluntatem. Imago autem Dei invenitur non solum in mente humana, sed etiam in mente angelica; cum etiam mens angelica sit capax Dei. Ergo in Angelis est voluntas.
|
|
[30863] Iª q. 59 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: Dice S. Agostino che nella mente si trova l’immagine della Trinità, in quanto si trovano in essa memoria, intelletto e volontà. Ora, l'immagine di Dio non è soltanto nella mente umana, ma anche nella mente angelica, essendo essa pure fatta per possedere Dio. Dunque negli angeli c’è la volontà.
|
[30864] Iª q. 59 a. 1 co. Respondeo dicendum quod necesse est ponere in Angelis voluntatem. Ad cuius evidentiam, considerandum est quod, cum omnia procedant ex voluntate divina, omnia suo modo per appetitum inclinantur in bonum, sed diversimode. Quaedam enim inclinantur in bonum, per solam naturalem habitudinem, absque cognitione, sicut plantae et corpora inanimata. Et talis inclinatio ad bonum vocatur appetitus naturalis. Quaedam vero ad bonum inclinantur cum aliqua cognitione; non quidem sic quod cognoscant ipsam rationem boni, sed cognoscunt aliquod bonum particulare; sicut sensus, qui cognoscit dulce et album et aliquid huiusmodi. Inclinatio autem hanc cognitionem sequens, dicitur appetitus sensitivus. Quaedam vero inclinantur ad bonum cum cognitione qua cognoscunt ipsam boni rationem; quod est proprium intellectus. Et haec perfectissime inclinantur in bonum; non quidem quasi ab alio solummodo directa in bonum, sicut ea quae cognitione carent; neque in bonum particulariter tantum, sicut ea in quibus est sola sensitiva cognitio; sed quasi inclinata in ipsum universale bonum. Et haec inclinatio dicitur voluntas. Unde cum Angeli per intellectum cognoscant ipsam universalem rationem boni, manifestum est quod in eis sit voluntas.
|
|
[30864] Iª q. 59 a. 1 co.
RISPONDO: È necessario ammettere nell'angelo la volontà. Per averne la dimostrazione bisogna considerare che tutte le cose, poiché procedono dalla volontà di Dio, tendono, ciascuna a suo modo, e quindi diversamente, al bene. Alcune hanno soltanto un'inclinazione naturale al bene, senza conoscerlo, come le piante e i corpi inanimati. Questa inclinazione al bene viene chiamata appetito naturale. - Altri esseri poi tendono al bene per averlo in qualche modo conosciuto, non già che conoscano la natura stessa del bene, ma conoscono qualche bene particolare, come fa il senso che conosce il dolce o il bianco o altre simili cose. L'inclinazione che accompagna questa cognizione vien chiamata appetito sensitivo. - Altri esseri infine tendono al bene conoscendo la natura stessa del bene, il che è proprio dell'intelletto. Questi esseri tendono ai bene in modo perfettissimo; perciò non tendono al bene solo perché ricevono l'impulso e la direzione da un altro essere, come le cose non dotate di cognizione; e neppure tendono soltanto a un bene particolare, come gli esseri che hanno la sola cognizione sensitiva; ma sono inclinati al bene universale. Questa inclinazione si chiama volontà. Ora, è evidente che negli angeli, i quali conoscono con l'intelletto la stessa ragione universale di bene, ci deve essere la volontà.
|
[30865] Iª q. 59 a. 1 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod aliter ratio transcendit sensum, et aliter intellectus rationem. Ratio enim transcendit sensum, secundum diversitatem cognitorum, nam sensus est particularium, ratio vero universalium. Et ideo oportet quod sit alius appetitus tendens in bonum universale, qui debetur rationi; et alius tendens in bonum particulare, qui debetur sensui. Sed intellectus et ratio differunt quantum ad modum cognoscendi, quia scilicet intellectus cognoscit simplici intuitu, ratio vero discurrendo de uno in aliud. Sed tamen ratio per discursum pervenit ad cognoscendum illud, quod intellectus sine discursu cognoscit, scilicet universale. Idem est ergo obiectum quod appetitivae proponitur et ex parte rationis, et ex parte intellectus. Unde in Angelis, qui sunt intellectuales tantum, non est appetitus superior voluntate.
|
|
[30865] Iª q. 59 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La ragione trascende il senso in modo diverso da come l'intelletto trascende la ragione. La ragione trascende il senso per il fatto che conosce oggetti diversi: il senso infatti conosce il particolare, mentre la ragione conosce l'universale. Perciò l'appetito che tende al bene universale, proprio della ragione, dev'essere diverso dall'appetito che tende al bene particolare, proprio del senso - L'intelletto e la ragione invece si differenziano solo nel modo di conoscere: in quanto cioè l'intelletto conosce per una semplice intuizione, la ragione invece passando da una cognizione all'altra. Pur tuttavia la ragione col suo processo discorsivo giunge a conoscere l'oggetto medesimo che l'intelletto apprende senza raziocinio, cioè l'universale. Perciò l'oggetto, che viene proposto alla facoltà appetitiva, è identico tanto per la ragione che per l'intelletto. Cosicché negli angeli, i quali sono semplicemente intellettuali, non c’è un appetito superiore alla volontà.
|
[30866] Iª q. 59 a. 1 ad 2 Ad secundum dicendum quod, licet nomen appetitivae partis sit sumptum ab appetendo ea quae non habentur, tamen appetitiva pars non solum ad haec se extendit, sed etiam ad multa alia. Sicut et nomen lapidis sumptum est a laesione pedis, cum tamen lapidi non hoc solum conveniat. Similiter irascibilis potentia denominatur ab ira; cum tamen in ea sint plures aliae passiones, ut spes et audacia et huiusmodi.
|
|
[30866] Iª q. 59 a. 1 ad 2
2. Sebbene il nome delle facoltà appetitive sia derivato dall'appetire quelle cose che non si posseggono, tuttavia le facoltà appetitive non si estendono soltanto a queste cose, ma altresì a molte altre. Così il nome [latino] della pietra [lapis-dis] deriva da ledere il piede, sebbene questa non sia la sola sua proprietà. Parimente, la facoltà dell'irascibile deriva da ira; e tuttavia si trovano in essa molte altre passioni, come la speranza, l'audacia ecc.
|
[30867] Iª q. 59 a. 1 ad 3 Ad tertium dicendum quod voluntas dicitur movens motum, secundum quod velle est motus quidam, et intelligere; cuiusmodi motum nihil prohibet in Angelis esse, quia talis motus est actus perfecti, ut dicitur in III de anima.
|
|
[30867] Iª q. 59 a. 1 ad 3
3. La volontà viene denominata un movente mosso nel medesimo senso che la volizione e l'intellezione sono anch'esse un moto; ora, niente impedisce che vi sia un tale moto negli angeli, poiché questo moto è "un atto di un essere perfetto", come dice Aristotele.
|
|
|