Seconda parte > Gli atti umani in generale > Distinzione degli abiti >
Se in una sola potenza possano esserci più abiti
Prima pars secundae partis
Quaestio 54
Articulus 1
[35755] Iª-IIae q. 54 a. 1 arg. 1 Ad primum sic proceditur. Videtur quod non possint esse multi habitus in una potentia. Eorum enim quae secundum idem distinguuntur multiplicato uno, multiplicatur et aliud. Sed secundum idem potentiae et habitus distinguuntur, scilicet secundum actus et obiecta. Similiter ergo multiplicantur. Non ergo possunt esse multi habitus in una potentia.
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Prima parte della seconda parte
Questione 54
Articolo 1
[35755] Iª-IIae q. 54 a. 1 arg. 1
SEMBRA che in una sola potenza non possano esserci più abiti. Infatti:
1. Tra cose che si distinguono per un identico elemento, il numero delle une deve corrispondere a quello delle altre. Ora, le potenze e gli abiti si distinguono in base al medesimo elemento, cioè in base ai loro atti ed oggetti. Dunque deve corrispondere anche il loro numero. Quindi non possono esserci più abiti nella medesima potenza.
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[35756] Iª-IIae q. 54 a. 1 arg. 2 Praeterea, potentia est virtus quaedam simplex. Sed in uno subiecto simplici non potest esse diversitas accidentium, quia subiectum est causa accidentis; ab uno autem simplici non videtur procedere nisi unum. Ergo in una potentia non possunt esse multi habitus.
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[35756] Iª-IIae q. 54 a. 1 arg. 2
2. La potenza è una facoltà semplice. Ora, in un soggetto semplice non può esserci una diversità di accidenti: poiché il soggetto è causa dei suoi accidenti; e da una cosa semplice sembra che debba derivare qualche cosa di unico. Perciò in una potenza non possono esserci più abiti.
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[35757] Iª-IIae q. 54 a. 1 arg. 3 Praeterea, sicut corpus formatur per figuram, ita potentia formatur per habitum. Sed unum corpus non potest simul formari diversis figuris. Ergo neque una potentia potest simul formari diversis habitibus. Non ergo plures habitus possunt simul esse in una potentia.
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[35757] Iª-IIae q. 54 a. 1 arg. 3
3. Come un corpo prende forma mediante la figura, così la potenza la prende mediante l'abito. Ma un corpo non può essere modellato simultaneamente secondo molteplici figure. Dunque neppure una potenza può essere simultaneamente rifinita da molteplici abiti. Perciò più abiti non possono essere simultaneamente in una sola potenza.
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[35758] Iª-IIae q. 54 a. 1 s. c. Sed contra est quod intellectus est una potentia, in qua tamen sunt diversarum scientiarum habitus.
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[35758] Iª-IIae q. 54 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: L'intelletto è un'unica potenza: e tuttavia in essa si trovano gli abiti di molte scienze.
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[35759] Iª-IIae q. 54 a. 1 co. Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, habitus sunt dispositiones quaedam alicuius in potentia existentis ad aliquid, sive ad naturam, sive ad operationem vel finem naturae. Et de illis quidem habitibus qui sunt dispositiones ad naturam, manifestum est quod possunt plures esse in uno subiecto, eo quod unius subiecti possunt diversimode partes accipi, secundum quarum dispositionem habitus dicuntur. Sicut, si accipiantur humani corporis partes humores, prout disponuntur secundum naturam humanam, est habitus vel dispositio sanitatis, si vero accipiantur partes similes ut nervi et ossa et carnes, earum dispositio in ordine ad naturam, est fortitudo aut macies, si vero accipiantur membra, ut manus et pes et huiusmodi, earum dispositio naturae conveniens, est pulchritudo. Et sic sunt plures habitus vel dispositiones in eodem. Si vero loquamur de habitibus qui sunt dispositiones ad opera, qui proprie pertinent ad potentias; sic etiam contingit unius potentiae esse habitus plures. Cuius ratio est, quia subiectum habitus est potentia passiva, ut supra dictum est, potentia enim activa tantum non est alicuius habitus subiectum, ut ex supradictis patet. Potentia autem passiva comparatur ad actum determinatum unius speciei, sicut materia ad formam, eo quod, sicut materia determinatur ad unam formam per unum agens, ita etiam potentia passiva a ratione unius obiecti activi determinatur ad unum actum secundum speciem. Unde sicut plura obiecta possunt movere unam potentiam passivam, ita una potentia passiva potest esse subiectum diversorum actuum vel perfectionum secundum speciem. Habitus autem sunt quaedam qualitates aut formae inhaerentes potentiae, quibus inclinatur potentia ad determinatos actus secundum speciem. Unde ad unam potentiam possunt plures habitus pertinere, sicut et plures actus specie differentes.
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[35759] Iª-IIae q. 54 a. 1 co.
RISPONDO: Come abbiamo già visto, gli abiti sono disposizioni di un essere che è in potenza rispetto a qualche cosa, e cioè sia alla natura stessa, sia all'operazione che è il fine della natura. Ora, rispetto a quegli abiti che sono disposizioni alla natura, è evidente che possono essere molteplici in un unico soggetto: poiché in esso si possono considerare in più modi le varie parti, le cui disposizioni costituiscono altrettanti abiti. Se, p. es., prendiamo come parte del corpo umano gli umori, in quanto essi sono disposti in armonia con la natura umana costituiscono l'abito o la disposizione della salute; se invece prendiamo le parti omogenee, p. es., i nervi, le ossa e le carni, dalla rispettiva disposizione in ordine alla natura avremo la robustezza, o la macilenza; se poi prendiamo le parti eterogenee, cioè le membra, p. es., le mani, i piedi, e così via, dalla loro disposizione conforme alla natura avremo la bellezza. Ecco, quindi, che in un medesimo essere possono trovarsi più abiti, o disposizioni.
Se invece parliamo degli abiti che sono disposizioni all'operazione, e che propriamente risiedono nelle potenze, anche allora più abiti possono trovarsi in un'unica potenza. E il motivo si è, che il subietto dell'abito è una potenza passiva, come sopra abbiamo affermato: infatti una potenza che fosse soltanto attiva non potrebbe essere sede di abiti. Ora, una potenza passiva sta a un atto specificamente determinato come la materia sta alla forma: come, infatti, la materia prima da un unico agente può essere determinata soltanto a una data forma; così una potenza passiva dalla ragione di un unico oggetto può essere determinata soltanto all'atto di una data specie.
Però, dal momento che un'unica potenza passiva, può essere posta in moto da molti oggetti, potrà anche essere il subietto di atti e di perfezioni specificamente diversi. Ora, gli abiti sono delle qualità o forme inerenti alla potenza, che servono a inclinarla verso atti di determinate specie. Dunque a un'unica potenza possono appartenere più abiti, come le appartengono più atti di specie diversa.
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[35760] Iª-IIae q. 54 a. 1 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod, sicut in rebus naturalibus diversitas specierum est secundum formam, diversitas autem generum est secundum materiam, ut dicitur in V Metaphys. (ea enim sunt diversa genere, quorum est materia diversa), ita etiam diversitas obiectorum secundum genus, facit distinctionem potentiarum (unde philosophus dicit, in VI Ethic., quod ad ea quae sunt genere altera, sunt etiam animae particulae aliae); diversitas vero obiectorum secundum speciem, facit diversitatem actuum secundum speciem, et per consequens habituum. Quaecumque autem sunt diversa genere, sunt etiam specie diversa, sed non convertitur. Et ideo diversarum potentiarum sunt diversi actus specie, et diversi habitus, non autem oportet quod diversi habitus sint diversarum potentiarum, sed possunt esse plures unius. Et sicut sunt genera generum, et species specierum; ita etiam contingit esse diversas species habituum et potentiarum.
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[35760] Iª-IIae q. 54 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Anche tra gli esseri materiali la diversità delle specie dipende dalla forma, mentre la diversità dei generi dipende piuttosto dalla materia, come si esprime Aristotele: infatti esseri di materia diversa sono diversi nel genere. Quindi la diversità generica degli oggetti produce la distinzione delle potenze. Difatti il Filosofo insegna, che "a cose distinte nel genere, corrispondono parti distinte dell'anima". Invece la diversità specifica degli oggetti produce la diversità specifica degli atti, e per conseguenza degli abiti. D'altra parte cose diverse secondo il genere, sono diverse anche secondo la specie: però non viceversa. Ecco perché gli atti e gli abiti di potenze diverse sono anch'essi diversi: però non è necessario che abiti diversi appartengano a potenze diverse, ma possono appartenere a una sola. E come ci sono vari generi di generi, e varie specie di specie, così possono esserci varie specie di abiti e di potenze.
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[35761] Iª-IIae q. 54 a. 1 ad 2 Ad secundum dicendum quod potentia, etsi sit quidem simplex secundum essentiam, est tamen multiplex virtute, secundum quod ad multos actus specie differentes se extendit. Et ideo nihil prohibet in una potentia esse multos habitus specie differentes.
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[35761] Iª-IIae q. 54 a. 1 ad 2
2. Sebbene la potenza sia semplice nella sua essenza, è tuttavia molteplice nella sua virtualità, in quanto si estende a molteplici atti di specie diversa. Perciò niente impedisce che in una sola potenza ci siano più abiti specificamente diversi.
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[35762] Iª-IIae q. 54 a. 1 ad 3 Ad tertium dicendum quod corpus formatur per figuram sicut per propriam terminationem, habitus autem non est terminatio potentiae, sed est dispositio ad actum sicut ad ultimum terminum. Et ideo non possunt esse unius potentiae simul plures actus, nisi forte secundum quod unus comprehenditur sub alio, sicut nec unius corporis plures figurae, nisi secundum quod una est in alia, sicut trigonum in tetragono. Non enim potest intellectus simul multa actu intelligere. Potest tamen simul habitu multa scire.
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[35762] Iª-IIae q. 54 a. 1 ad 3
3. Un corpo viene conformato dalla sua figura così da ricevere le proprie terminazioni: invece un abito non è la terminazione della potenza, ma è solo disposizione all'ultimo termine che è l'atto. Ecco perché un'unica potenza non può avere più atti simultaneamente, a meno che non siano subordinati tra loro: esattamente come un unico corpo non può avere più di una figura, a meno che una non sia implicita nell'altra, come il triangolo nel quadrilatero. Infatti l'intelletto non può pensare simultaneamente più cose, mentre può simultaneamente conoscerle in modo abituale.
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