Seconda parte > Gli atti umani in generale > Le passioni > Bontà e malizia della tristezza o dolore > Se il dolore (del corpo) sia il supremo male
Prima pars secundae partis
Quaestio 39
Articulus 4
[35223] Iª-IIae q. 39 a. 4 arg. 1 Ad quartum sic proceditur. Videtur quod tristitia sit summum malum. Optimo enim opponitur pessimum, ut dicitur in VIII Ethic. Sed quaedam delectatio est optimum, quae scilicet pertinet ad felicitatem. Ergo aliqua tristitia est summum malum.
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Prima parte della seconda parte
Questione 39
Articolo 4
[35223] Iª-IIae q. 39 a. 4 arg. 1
SEMBRA che il dolore, o tristezza, sia il supremo male. Infatti:
1. Aristotele afferma che "la cosa migliore ha come suo contrario la cosa peggiore". Ora, c'è un godimento che costituisce la cosa migliore, e cioè la beatitudine. Dunque c'è un dolore che costituisce il male supremo.
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[35224] Iª-IIae q. 39 a. 4 arg. 2 Praeterea, beatitudo est summum bonum hominis, quia est ultimus hominis finis. Sed beatitudo consistit in hoc quod homo habeat quidquid velit, et nihil mali velit, ut supra dictum est. Ergo summum bonum hominis est impletio voluntatis ipsius. Sed tristitia consistit in hoc quod accidit aliquid contra voluntatem, ut patet per Augustinum, XIV de Civ. Dei. Ergo tristitia est summum malum hominis.
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[35224] Iª-IIae q. 39 a. 4 arg. 2
2. La beatitudine è il bene supremo dell'uomo, perché ne è l'ultimo fine. Ora, la felicità consiste nel fatto che un uomo "ha quel che vuole, e non vuole niente di male", come sopra abbiamo detto. Dunque il bene supremo di un uomo è il compimento del suo volere. Ma la tristezza ha per oggetto quanto capita contro la propria volontà, come S. Agostino dimostra. Quindi la tristezza è per l'uomo il male supremo.
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[35225] Iª-IIae q. 39 a. 4 arg. 3 Praeterea, Augustinus sic argumentatur in Soliloq., ex duabus partibus compositi sumus, ex anima scilicet et corpore, quarum pars deterior corpus est. Summum autem bonum est melioris partis optimum, summum autem malum, pessimum deterioris. Est autem optimum in animo sapientia, in corpore pessimum dolor. Summum igitur bonum hominis est sapere, summum malum dolere.
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[35225] Iª-IIae q. 39 a. 4 arg. 3
3. Nei Soliloqui S. Agostino porta questo argomento: "Noi siamo composti da due parti, cioè di anima e di corpo, la peggiore delle quali è il corpo. Quindi il sommo bene è quello che c'è di meglio nella parte migliore: e il male supremo è quello che c’è di peggio nella parte peggiore. Ora, quello che c’è di meglio nell'animo è la sapienza: quello che c'è di peggio nel corpo è il dolore. Dunque per l'uomo il bene supremo è la sapienza: male supremo il dolore".
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[35226] Iª-IIae q. 39 a. 4 s. c. Sed contra, culpa est magis malum quam poena, ut in primo habitum est. Sed tristitia seu dolor pertinet ad poenam peccati; sicut frui rebus mutabilibus est malum culpae. Dicit enim Augustinus, in libro de vera religione, quis est dolor qui dicitur animi, nisi carere mutabilibus rebus quibus fruebatur, aut frui se posse speraverat? Et hoc est totum quod dicitur malum, idest peccatum, et poena peccati. Ergo tristitia seu dolor non est summum malum hominis.
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[35226] Iª-IIae q. 39 a. 4 s. c.
IN CONTRARIO: La colpa, come abbiamo visto nella Prima Parte, è un male più grande della pena. Ora, la tristezza, o dolore fa parte della pena dovuta al peccato, come la fruizione delle cose transitorie costituisce il male colpa. Infatti S. Agostino insegna: "Che cosa è il dolore attribuito all'anima, se non la privazione delle cose transitorie di cui fruiva, o delle quali sperava fruire? Il male è tutto qui, abbiamo cioè il peccato e la pena del peccato". Dunque la tristezza, o dolore non è il male supremo dell'uomo.
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[35227] Iª-IIae q. 39 a. 4 co. Respondeo dicendum quod impossibile est aliquam tristitiam seu dolorem esse summum hominis malum. Omnis enim tristitia seu dolor aut est de hoc quod est vere malum, aut est de aliquo apparenti malo, quod est vere bonum. Dolor autem seu tristitia quae est de vere malo, non potest esse summum malum, est enim aliquid eo peius, scilicet vel non iudicare esse malum illud quod vere est malum, vel etiam non refutare illud. Tristitia autem vel dolor qui est de apparenti malo, quod est vere bonum, non potest esse summum malum, quia peius esset omnino alienari a vero bono. Unde impossibile est quod aliqua tristitia vel dolor sit summum hominis malum.
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[35227] Iª-IIae q. 39 a. 4 co.
RISPONDO: È impossibile che una tristezza, o un dolore sia il supremo male dell'uomo. Ogni tristezza o dolore ha per oggetto, o il vero male, o un male apparente, che veramente è un bene. Ora, rattristarsi di un vero male non può essere il male supremo: infatti esiste qualche cosa di peggio, e cioè il non stimar come male quello che lo è realmente, oppure il non respingerlo. D'altra parte rattristarsi di un male apparente, che è un vero bene, non può essere il male supremo, poiché sarebbe peggio allontanarsi totalmente dal vero bene. Dunque è impossibile che una tristezza, o un dolore sia il supremo male dell'uomo.
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[35228] Iª-IIae q. 39 a. 4 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod duo bona sunt communia et delectationi et tristitiae, scilicet iudicium verum de bono et malo; et ordo debitus voluntatis approbantis bonum et recusantis malum. Et sic patet quod in dolore vel tristitia est aliquod bonum per cuius privationem potest fieri deterius. Sed non in omni delectatione est aliquod malum, per cuius remotionem possit fieri melius. Unde delectatio aliqua potest esse summum hominis bonum, eo modo quo supra dictum est, tristitia autem non potest esse summum hominis malum.
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[35228] Iª-IIae q. 39 a. 4 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il piacere e la tristezza, hanno in comune due cose buone: un giudizio vero sul bene e sul male, e la giusta disposizione della volontà attratta verso il bene e recalcitrante al male. Dal che si dimostra che nel dolore, o tristezza c’è qualche cosa di buono, con la cui perdita può diventare peggiore. Invece non sempre si trova nel godimento un male, con la cui perdita possa diventare migliore. Per questo può esserci un godimento che è il bene supremo dell'uomo, come abbiamo spiegato: invece la tristezza non può essere per l'uomo il male supremo.
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[35229] Iª-IIae q. 39 a. 4 ad 2 Ad secundum dicendum quod hoc ipsum quod est voluntatem repugnare malo, est quoddam bonum. Et propter hoc, tristitia vel dolor non potest esse summum malum, quia habet aliquam permixtionem boni.
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[35229] Iª-IIae q. 39 a. 4 ad 2
2. Il fatto stesso che la volontà si ribelli al male è già un bene. E proprio per questo la tristezza, o dolore non può essere il male supremo: poiché vi si trova mescolato del bene.
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[35230] Iª-IIae q. 39 a. 4 ad 3 Ad tertium dicendum quod peius est quod nocet meliori, quam quod nocet peiori. Malum autem dicitur quia nocet, ut dicit Augustinus in Enchirid. Unde maius malum est quod est malum animae, quam quod est malum corporis. Unde non est efficax, ratio, quam Augustinus inducit non ex sensu suo sed ex sensu alterius.
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[35230] Iª-IIae q. 39 a. 4 ad 3
3. Come dice S. Agostino, una cosa si chiama male "perché nuoce". Ora il male che danneggia una cosa migliore, è peggiore di quello che ne danneggia una peggiore. Perciò è peggiore il male dell'anima che quello del corpo. E quindi l'argomento che S. Agostino riporta, non come proprio ma altrui, non ha valore.
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