Seconda parte > Gli atti umani in generale > Le passioni > L'odio > Se il male sia la causa e l'oggetto dell'odio
Prima pars secundae partis
Quaestio 29
Articulus 1
[34750] Iª-IIae q. 29 a. 1 arg. 1 Ad primum sic proceditur. Videtur quod obiectum et causa odii non sit malum. Omne enim quod est, inquantum huiusmodi bonum est. Si igitur obiectum odii sit malum, sequitur quod nulla res odio habeatur, sed solum defectus alicuius rei. Quod patet esse falsum.
|
|
Prima parte della seconda parte
Questione 29
Articolo 1
[34750] Iª-IIae q. 29 a. 1 arg. 1
SEMBRA che il male non sia la causa e l'oggetto dell'odio. Infatti:
1. Ogni ente, in quanto ente è un bene. Se, dunque, oggetto dell'odio fosse il male, non sarebbe oggetto dell'odio nessuna cosa, ma soltanto la mancanza di essa. Il che è falso in maniera evidente.
|
[34751] Iª-IIae q. 29 a. 1 arg. 2 Praeterea, odire malum est laudabile, unde in laudem quorundam dicitur II Machab. III, quod leges optime custodiebantur, propter Oniae pontificis pietatem, et animos odio habentes mala. Si igitur nihil oditur nisi malum, sequitur quod omne odium sit laudabile. Quod patet esse falsum.
|
|
[34751] Iª-IIae q. 29 a. 1 arg. 2
2. Odiare il male è una cosa lodevole; difatti in lode di alcuni la Scrittura dice, che "gelosamente erano osservate le leggi, a causa della pietà del pontefice Onia, e dell'odio che tutti avevano per il male". Se, dunque, non si odiasse che il male, ogni odio sarebbe lodevole. Il che evidentemente è falso.
|
[34752] Iª-IIae q. 29 a. 1 arg. 3 Praeterea, idem non est simul bonum et malum. Sed idem diversis est odibile et amabile. Ergo odium non solum est mali, sed etiam boni.
|
|
[34752] Iª-IIae q. 29 a. 1 arg. 3
3. La stessa cosa non può essere insieme buona e cattiva. Ora, la stessa cosa è amabile per gli uni e odiosa per gli altri. Dunque, l'odio non ha per oggetto il male soltanto, ma anche il bene.
|
[34753] Iª-IIae q. 29 a. 1 s. c. Sed contra, odium contrariatur amori. Sed obiectum amoris est bonum, ut supra dictum est. Ergo obiectum odii est malum.
|
|
[34753] Iª-IIae q. 29 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: L'odio è il contrario dell'amore. Ma oggetto dell'amore è il bene, come abbiamo detto. Dunque oggetto dell'odio è il male.
|
[34754] Iª-IIae q. 29 a. 1 co. Respondeo dicendum quod, cum appetitus naturalis derivetur ab aliqua apprehensione, licet non coniuncta; eadem ratio videtur esse de inclinatione appetitus naturalis, et appetitus animalis, qui sequitur apprehensionem coniunctam, sicut supra dictum est. In appetitu autem naturali hoc manifeste apparet, quod sicut unumquodque habet naturalem consonantiam vel aptitudinem ad id quod sibi convenit, quae est amor naturalis; ita ad id quod est ei repugnans et corruptivum, habet dissonantiam naturalem, quae est odium naturale. Sic igitur et in appetitu animali, seu in intellectivo, amor est consonantia quaedam appetitus ad id quod apprehenditur ut conveniens, odium vero est dissonantia quaedam appetitus ad id quod apprehenditur ut repugnans et nocivum. Sicut autem omne conveniens, inquantum huiusmodi, habet rationem boni; ita omne repugnans, inquantum huiusmodi, habet rationem mali. Et ideo, sicut bonum est obiectum amoris, ita malum est obiectum odii.
|
|
[34754] Iª-IIae q. 29 a. 1 co.
RISPONDO: Per il fatto che lo stesso appetito naturale deriva da una conoscenza sia pur separata [come quella di Dio], identiche sembrano essere le conclusioni relative all'inclinazione dell'appetito naturale, e a quella dell'appetito animale, legato, come abbiamo detto, a una conoscenza autonoma. Ora, nell'appetito naturale è evidente che ogni essere fisico ha una naturale consonanza o attitudine, cioè un amore naturale, verso quanto gli si addice; mentre ha una dissonanza naturale, cioè un odio naturale, per tutto ciò che lo contraria e lo corrompe. Quindi anche nell'appetito animale, e in quello intellettivo, l'amore è una consonanza dell'appetito per l'oggetto conosciuto come cosa conveniente: e l'odio è una dissonanza dell'appetito per l'oggetto appreso come cosa contraria e nociva. Ora, come ogni cosa conveniente ha, in quanto tale, ragione di bene; così ogni cosa contraria, in quanto tale, ha ragione di male. Perciò, come il bene è oggetto dell'amore, così il male è oggetto dell'odio.
|
[34755] Iª-IIae q. 29 a. 1 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod ens, inquantum ens, non habet rationem repugnantis, sed magis convenientis, quia omnia conveniunt in ente. Sed ens inquantum est hoc ens determinatum, habet rationem repugnantis ad aliquod ens determinatum. Et secundum hoc, unum ens est odibile alteri, et est malum, etsi non in se, tamen per comparationem ad alterum.
|
|
[34755] Iª-IIae q. 29 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'ente come tale non ha ragione di cosa contraria, ma piuttosto di cosa conveniente; poiché tutte le cose convengono nell'essere. Ma un ente, in quanto è determinato, ha ragione di cosa contraria a un altro ente determinato. Ecco perché un ente può essere odioso per altri enti, ed essere cosi un male in rapporto a un altro, anche se non lo è in se stesso.
|
[34756] Iª-IIae q. 29 a. 1 ad 2 Ad secundum dicendum quod, sicut aliquid apprehenditur ut bonum, quod non est vere bonum; ita aliquid apprehenditur ut malum, quod non est vere malum. Unde contingit quandoque nec odium mali, nec amorem boni esse bonum.
|
|
[34756] Iª-IIae q. 29 a. 1 ad 2
2. Allo stesso modo si può apprendere una cosa come buona, senza che essa lo sia veramente; così si può apprendere come cattiva, senza che essa realmente lo sia. Perciò può capitare che non sia buono né l'odio del male, né l'amore del bene.
|
[34757] Iª-IIae q. 29 a. 1 ad 3 Ad tertium dicendum quod contingit idem esse amabile et odibile diversis, secundum appetitum quidem naturalem, ex hoc quod unum et idem est conveniens uni secundum suam naturam, et repugnans alteri, sicut calor convenit igni, et repugnat aquae. Secundum appetitum vero animalem, ex hoc quod unum et idem apprehenditur ab uno sub ratione boni, et ab alio sub ratione mali.
|
|
[34757] Iª-IIae q. 29 a. 1 ad 3
3. Che una stessa cosa sia amabile per gli uni e odiosa per gli altri può capitare: primo, in rapporto all'appetito naturale, per il fatto che essa è di sua natura conveniente per uno e nociva per un altro; il calore, per es., è conveniente per il fuoco, ed è nocivo per l'acqua. Secondo, in rapporto all'appetito animale, per il fatto che una stessa cosa viene appresa da alcuni come un bene, e da altri come un male.
|
|
|