[34551] Iª-IIae q. 23 a. 2 arg. 3 Praeterea, omnis passio animae attenditur secundum accessum et recessum, ut Avicenna dicit, in sexto de naturalibus. Sed accessus causatur ex ratione boni, recessus autem ex ratione mali, quia sicut bonum est quod omnia appetunt, ut dicitur in I Ethic., ita malum est quod omnia fugiunt. Ergo contrarietas in passionibus animae non potest esse nisi secundum bonum et malum.
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[34551] Iª-IIae q. 23 a. 2 arg. 3
3. Avicenna scrive che "ogni passione dell'anima si presenta come attrazione, oppure come ripulsa". Ma l'attrazione viene causata dal bene, e la ripulsa dal male: poiché come, a dire di Aristotele, "il bene è ciò che tutti gli esseri desiderano", così il male è ciò che tutti fuggono. Dunque la contrarietà tra le passioni dell'anima non può essere basata che sull'antinomia tra bene e male.
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[34553] Iª-IIae q. 23 a. 2 co. Respondeo dicendum quod passio quidam motus est, ut dicitur in III Physic. Unde oportet contrarietatem passionum accipere secundum contrarietatem motuum vel mutationum. Est autem duplex contrarietas in mutationibus vel motibus, ut dicitur in V Physic. Una quidem secundum accessum et recessum ab eodem termino, quae quidem contrarietas est proprie mutationum, idest generationis, quae est mutatio ad esse, et corruptionis, quae est mutatio ab esse. Alia autem secundum contrarietatem terminorum, quae proprie est contrarietas motuum, sicut dealbatio, quae est motus a nigro in album, opponitur denigrationi, quae est motus ab albo in nigrum. Sic igitur in passionibus animae duplex contrarietas invenitur, una quidem secundum contrarietatem obiectorum, scilicet boni et mali; alia vero secundum accessum et recessum ab eodem termino. In passionibus quidem concupiscibilis invenitur prima contrarietas tantum, quae scilicet est secundum obiecta, in passionibus autem irascibilis invenitur utraque. Cuius ratio est quia obiectum concupiscibilis, ut supra dictum est, est bonum vel malum sensibile absolute. Bonum autem, inquantum bonum, non potest esse terminus ut a quo, sed solum ut ad quem, quia nihil refugit bonum inquantum bonum, sed omnia appetunt ipsum. Similiter nihil appetit malum inquantum huiusmodi, sed omnia fugiunt ipsum, et propter hoc, malum non habet rationem termini ad quem, sed solum termini a quo. Sic igitur omnis passio concupiscibilis respectu boni, est ut in ipsum, sicut amor, desiderium et gaudium, omnis vero passio eius respectu mali, est ut ab ipso, sicut odium, fuga seu abominatio, et tristitia. Unde in passionibus concupiscibilis non potest esse contrarietas secundum accessum et recessum ab eodem obiecto. Sed obiectum irascibilis est sensibile bonum vel malum, non quidem absolute, sed sub ratione difficultatis vel arduitatis, ut supra dictum est. Bonum autem arduum sive difficile habet rationem ut in ipsum tendatur, inquantum est bonum, quod pertinet ad passionem spei; et ut ab ipso recedatur, inquantum est arduum vel difficile, quod pertinet ad passionem desperationis. Similiter malum arduum habet rationem ut vitetur, inquantum est malum, et hoc pertinet ad passionem timoris, habet etiam rationem ut in ipsum tendatur, sicut in quoddam arduum, per quod scilicet aliquid evadit subiectionem mali, et sic tendit in ipsum audacia. Invenitur ergo in passionibus irascibilis contrarietas secundum contrarietatem boni et mali, sicut inter spem et timorem, et iterum secundum accessum et recessum ab eodem termino, sicut inter audaciam et timorem.
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[34553] Iª-IIae q. 23 a. 2 co.
RISPONDO: La passione è un moto, come spiega Aristotele. Perciò la contrarietà delle passioni va considerata secondo la contrarietà dei moti o delle mutazioni. Ora, nelle mutazioni, o nei moti, ci sono due tipi di contrarietà. La prima è basata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine: e codesta contrarietà è propria delle trasmutazioni, cioè della generazione, che sfocia nell'essere, e della corruzione, che dall'essere si allontana. La seconda è fondata sull'opposizione dei termini, ed è la contrarietà esistente propriamente tra i moti: l'imbiancare, p. es., moto dal nero al bianco, è opposto all'annerire che è il moto dal bianco al nero.
Orbene, anche nelle passioni dell'anima ci sono questi due tipi di contrarietà: la prima fondata sulla contrarietà degli oggetti, cioè sull'antinomia tra bene e male; la seconda fondata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine. Nelle passioni del concupiscibile si trova soltanto la prima, cioè quella fondata sull'opposizione degli oggetti tra loro; invece nelle passioni dell'irascibile si trova anche la seconda. E la ragione è questa, che l'oggetto del concupiscibile, come si ricorderà, è il bene o il male d'ordine sensibile assolutamente considerati. E il bene in quanto bene non può essere un termine a quo [da cui si recede], ma solo termine ad quem; poiché nessuna cosa fugge il bene in quanto bene, ma tutte lo desiderano. Così pure non c’è un essere che desideri il male in quanto male, ma tutti lo fuggono: quindi il male non ha mai ragione di termine ad quem, ma solo di termine a quo. Perciò ogni passione del concupiscibile relativa al bene è orientata verso di esso: così l'amore, il desiderio e il gaudio; e ogni sua passione relativa al male è contraria ad esso: così l'odio, la fuga o ripugnanza, e la tristezza. Quindi nelle passioni del concupiscibile non può esserci la contrarietà fondata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine, o a un medesimo oggetto. Invece abbiamo visto che oggetto dell'irascibile è il bene o il male di ordine sensibile, non considerato in assoluto, ma difficile ed arduo.
Ora, il bene arduo o difficile, in quanto bene, ha un aspetto che giustifica una tendenza verso di esso ed è la passione della speranza; e in quanto arduo, o difficile, determina una ripulsa, che è la passione della disperazione. Così pure il male arduo, in quanto male, presenta un aspetto che lo rende scostante: e codesto sentimento costituisce la passione del timore; ma presenta pure un'attrattiva, come cosa ardua mediante la quale si può sfuggire il predominio del male: ed è sotto tale aspetto che l'audacia tende verso di esso. Perciò nelle passioni dell'irascibile si trova la contrarietà riducibile all'antinomia tra bene e male, come tra la speranza e il timore; e vi è pure la contrarietà basata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine, come avviene tra l'audacia e il timore."
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