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Se la grazia gratis data sia ben suddivisa dall'Apostolo
Prima pars secundae partis
Quaestio 111
Articulus 4
[38506] Iª-IIae q. 111 a. 4 arg. 1 Ad quartum sic proceditur. Videtur quod gratia gratis data inconvenienter ab apostolo distinguatur. Omne enim donum quod nobis a Deo gratis datur, potest dici gratia gratis data. Sed infinita sunt dona quae nobis gratis a Deo conceduntur, tam in bonis animae quam in bonis corporis, quae tamen nos Deo gratos non faciunt. Ergo gratiae gratis datae non possunt comprehendi sub aliqua certa divisione.
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Prima parte della seconda parte
Questione 111
Articolo 4
[38506] Iª-IIae q. 111 a. 4 arg. 1
SEMBRA che l'Apostolo non abbia ben suddiviso la grazia gratis data. Infatti:
1. Qualsiasi dono gratuito di Dio può denominarsi grazia gratis data. Ora, infiniti sono i doni a noi concessi gratuitamente da Dio, sia nei beni del corpo, come in quelli dell'anima, che però non ci rendono a lui graditi. Dunque le grazie gratis date non sono passibili di una divisione determinata.
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[38507] Iª-IIae q. 111 a. 4 arg. 2 Praeterea, gratia gratis data distinguitur contra gratiam gratum facientem. Sed fides pertinet ad gratiam gratum facientem, quia per ipsam iustificamur, secundum illud Rom. V, iustificati ergo ex fide, et cetera. Ergo inconvenienter fides ponitur inter gratias gratis datas, praesertim cum aliae virtutes ibi non ponantur, ut spes et caritas.
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[38507] Iª-IIae q. 111 a. 4 arg. 2
2. La grazia gratis data si contrappone a quella santificante. Ma la fede appartiene alla grazia santificante; poiché siamo da essa giustificati, secondo l'insegnamento paolino: "Giustificati dunque dalla fede, ecc.". Perciò non è giusto elencare la fede tra le grazie gratis date: tanto più che in tale elenco mancano altre virtù, come la speranza e la carità.
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[38508] Iª-IIae q. 111 a. 4 arg. 3 Praeterea, operatio sanitatum, et loqui diversa genera linguarum, miracula quaedam sunt. Interpretatio etiam sermonum ad sapientiam vel scientiam pertinet; secundum illud Dan. I, pueris his dedit Deus scientiam et disciplinam in omni libro et sapientia. Ergo inconvenienter dividitur gratia sanitatum, et genera linguarum, contra operationem virtutum; et interpretatio sermonum contra sermonem sapientiae et scientiae.
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[38508] Iª-IIae q. 111 a. 4 arg. 3
3. Il dono delle guarigioni e il dono delle lingue non sono che prodigi. Così pure l'interpretazione delle lingue rientra nella sapienza, o nella scienza; secondo l'espressione che troviamo in Daniele: "Dio conferì a questi giovani scienza e cognizione in ogni specie di libro e di sapienza". Dunque non è giusto distinguere il dono delle guarigioni e il dono delle lingue dalla potenza di far prodigi; come è errato distinguere l'interpretazione delle lingue dalla parola di sapienza e di scienza.
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[38509] Iª-IIae q. 111 a. 4 arg. 4 Praeterea, sicut sapientia et scientia sunt quaedam dona spiritus sancti, ita etiam intellectus et consilium, pietas, fortitudo et timor, ut supra dictum est. Ergo haec etiam deberent poni inter gratias gratis datas.
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[38509] Iª-IIae q. 111 a. 4 arg. 4
4. Secondo le spiegazioni date, intelletto, consiglio, pietà, fortezza e timore sono doni dello Spirito Santo, come la sapienza e la scienza. Dunque anche essi dovrebbero essere elencati tra le grazie gratis date.
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[38510] Iª-IIae q. 111 a. 4 s. c. Sed contra est quod apostolus dicit, I ad Cor. XII, alii per spiritum datur sermo sapientiae, alii autem sermo scientiae secundum eundem spiritum, alteri fides in eodem spiritu, alii gratia sanitatum, alii operatio virtutum, alii prophetia, alii discretio spirituum, alii genera linguarum, alii interpretatio sermonum.
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[38510] Iª-IIae q. 111 a. 4 s. c.
IN CONTRARIO: L'Apostolo insegna: "All'uno dallo Spirito fu data la parola della sapienza, all'altro la parola della scienza secondo lo stesso Spirito; ad un altro la fede nel medesimo Spirito; ad un altro ancora il dono delle guarigioni nell'unico Spirito; a un altro ancora la potenza dei prodigi, ad un altro la profezia, ad un altro il discernimento degli spiriti, ad un altro la varietà delle lingue, ad un altro l'interpretazione delle lingue".
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[38511] Iª-IIae q. 111 a. 4 co. Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, gratia gratis data ordinatur ad hoc quod homo alteri cooperetur ut reducatur ad Deum. Homo autem ad hoc operari non potest interius movendo, hoc enim solius Dei est; sed solum exterius docendo vel persuadendo. Et ideo gratia gratis data illa sub se continet quibus homo indiget ad hoc quod alterum instruat in rebus divinis, quae sunt supra rationem. Ad hoc autem tria requiruntur. Primo quidem, quod homo sit sortitus plenitudinem cognitionis divinorum, ut ex hoc possit alios instruere. Secundo, ut possit confirmare vel probare ea quae dicit, alias non esset efficax eius doctrina. Tertio, ut ea quae concipit, possit convenienter auditoribus proferre. Quantum igitur ad primum, tria sunt necessaria, sicut etiam apparet in magisterio humano. Oportet enim quod ille qui debet alium instruere in aliqua scientia, primo quidem, ut principia illius scientiae sint ei certissima. Et quantum ad hoc ponitur fides, quae est certitudo de rebus invisibilibus, quae supponuntur ut principia in Catholica doctrina. Secundo, oportet quod doctor recte se habeat circa principales conclusiones scientiae. Et sic ponitur sermo sapientiae, quae est cognitio divinorum. Tertio, oportet ut etiam abundet exemplis et cognitione effectuum, per quos interdum oportet manifestare causas. Et quantum ad hoc ponitur sermo scientiae, quae est cognitio rerum humanarum, quia invisibilia Dei per ea quae facta sunt, conspiciuntur. Confirmatio autem in his quae subduntur rationi, est per argumenta. In his autem quae sunt supra rationem divinitus revelata, confirmatio est per ea quae sunt divinae virtuti propria. Et hoc dupliciter. Uno quidem modo, ut doctor sacrae doctrinae faciat quae solus Deus facere potest, in operibus miraculosis, sive sint ad salutem corporum, et quantum ad hoc ponitur gratia sanitatum; sive ordinentur ad solam divinae potestatis manifestationem, sicut quod sol stet aut tenebrescat, quod mare dividatur; et quantum ad hoc ponitur operatio virtutum. Secundo, ut possit manifestare ea quae solius Dei est scire. Et haec sunt contingentia futura, et quantum ad hoc ponitur prophetia; et etiam occulta cordium, et quantum ad hoc ponitur discretio spirituum. Facultas autem pronuntiandi potest attendi vel quantum ad idioma in quo aliquis intelligi possit, et secundum hoc ponuntur genera linguarum, vel quantum ad sensum eorum quae sunt proferenda, et quantum ad hoc ponitur interpretatio sermonum.
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[38511] Iª-IIae q. 111 a. 4 co.
RISPONDO: Come abbiamo già detto, la grazia gratis data è ordinata a far sì che un uomo possa cooperare nel ricondurre a Dio un'altra persona. Ora, l'uomo non può lavorare a tale scopo muovendo interiormente, come Dio solo può fare; ma unicamente insegnando e persuadendo dall'esterno. Perciò la grazia gratis data abbraccia tutti quei mezzi di cui l'uomo ha bisogno per istruire un altro nelle cose divine, che sono al di sopra della ragione. Ebbene, per questo si richiedono tre facoltà. Primo, che uno abbia raggiunto la piena conoscenza delle cose di Dio, per poterle insegnare agli altri. Secondo, che abbia la possibilità di confermare, o di provare le cose che dice: altrimenti non è efficace il suo insegnamento. Terzo, che abbia la capacità di esporre convenientemente agli uditori quanto ha concepito.
Ora, rispetto alla prima facoltà si richiedono tre cose: come risulta anche dall'insegnamento umano. Primo, chi ha il compito d'insegnare ad altri una data scienza, deve avere in sé certissimi i principi di essa. E a tale esigenza corrisponde la "fede", certezza delle cose invisibili, che sono come i principii fondamentali della dottrina cattolica. - Secondo, chi insegna deve avere raggiunto le principali conclusioni logiche di codesta scienza. E a ciò corrisponde la "parola della sapienza", che è la conoscenza delle cose di Dio. - Terzo, deve abbondare negli esempi e nella conoscenza degli effetti, dei quali talora è necessario servirsi per far conoscere le cause. E a ciò corrisponde la "parola della scienza", che è la conoscenza delle cose umane: poiché "le cose invisibili di Dio attraverso le cose create si rendono visibili".
Rispetto alla riprova, o conferma, trattandosi di cose soggette alla ragione, si richiedono argomenti. Invece nelle verità divinamente rivelate e superiori alla ragione, la conferma avviene mediante opere che sono proprie della potenza di Dio. E questo in due maniere. Primo, per il fatto che chi insegna la dottrina compie cose che Dio solo può compiere nei miracoli. E questi ultimi possono essere compiuti per la salute del corpo: ed allora abbiamo il "dono delle guarigioni". Se invece sono soltanto manifestazioni della potenza di Dio, come il fermarsi o l'oscurarsi del sole, e il dividersi del mare allora abbiamo la "potenza dei prodigi". - Secondo, (il predicatore evangelico) deve poter manifestare cose che Dio solo può conoscere. E queste, o sono le cose contingenti future, ed ecco allora la "profezia"; oppure i segreti dei cuori, e a ciò corrisponde il "discernimento degli spiriti".
Finalmente per la capacità di esporre si richiede, sia la lingua necessaria per farsi capire, e per questo è ricordata la "varietà delle lingue", sia la comprensione dei termini da usare, e per questo è ricordata l'"interpretazione degli idiomi".
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[38512] Iª-IIae q. 111 a. 4 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod, sicut supra dictum est, non omnia beneficia quae nobis divinitus conceduntur, gratiae gratis datae dicuntur, sed solum illa quae excedunt facultatem naturae, sicut quod piscator abundet sermone sapientiae et scientiae et aliis huiusmodi. Et talia ponuntur hic sub gratia gratis data.
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[38512] Iª-IIae q. 111 a. 4 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come abbiamo già spiegato, non tutti i benefici a noi concessi da Dio sono grazie gratis date; ma soltanto quelli che eccedono la capacità della natura: p. es., che un pescatore sia riccamente fornito di parole di sapienza e di scienza, e altre cose di questo genere. E tali doni sono qui elencati come grazie gratis date.
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[38513] Iª-IIae q. 111 a. 4 ad 2 Ad secundum dicendum quod fides non numeratur hic inter gratias gratis datas secundum quod est quaedam virtus iustificans hominem in seipso, sed secundum quod importat quandam supereminentem certitudinem fidei, ex qua homo sit idoneus ad instruendum alios de his quae ad fidem pertinent. Spes autem et caritas pertinent ad vim appetitivam, secundum quod per eam homo in Deum ordinatur.
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[38513] Iª-IIae q. 111 a. 4 ad 2
2. La fede è qui elencata tra le grazie gratis date, non in quanto è una virtù che santifica l'uomo in se stesso: ma in quanto implica una sovraeminente certezza nel credere, la quale rende l'uomo idoneo a istruire gli altri sulle cose di fede. Invece la speranza e la carità appartengono alla potenza appetitiva, e si limitano a ordinare direttamente l'uomo a Dio.
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[38514] Iª-IIae q. 111 a. 4 ad 3 Ad tertium dicendum quod gratia sanitatum distinguitur a generali operatione virtutum, quia habet specialem rationem inducendi ad fidem; ad quam aliquis magis promptus redditur per beneficium corporalis sanitatis quam per fidei virtutem assequitur. Similiter etiam loqui variis linguis, et interpretari sermones, habent speciales quasdam rationes movendi ad fidem, et ideo ponuntur speciales gratiae gratis datae.
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[38514] Iª-IIae q. 111 a. 4 ad 3
3. Il dono delle guarigioni è distinto dalla capacità generale di far prodigi, perché ha un'attitudine particolare nell'indurre alla fede; alla quale uno è reso più pronto dal beneficio della salute fisica, che dai prodigi della fede. Così pure hanno speciali attitudini nel predisporre alla fede il dono delle lingue e l'interpretazione degli idiomi: ecco perché essi sono elencati tra le specie delle grazie gratis date.
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[38515] Iª-IIae q. 111 a. 4 ad 4 Ad quartum dicendum quod sapientia et scientia non computantur inter gratias gratis datas secundum quod enumerantur inter dona spiritus sancti, prout scilicet mens hominis est bene mobilis per spiritum sanctum ad ea quae sunt sapientiae vel scientiae, sic enim sunt dona spiritus sancti, ut supra dictum est. Sed computantur inter gratias gratis datas secundum quod important quandam abundantiam scientiae et sapientiae, ut homo possit non solum in seipso recte sapere de divinis, sed etiam alios instruere et contradicentes revincere. Et ideo inter gratias gratis datas signanter ponitur sermo sapientiae, et sermo scientiae, quia ut Augustinus dicit, XIV de Trin., aliud est scire tantummodo quid homo credere debeat propter adipiscendam vitam beatam; aliud, scire quemadmodum hoc ipsum et piis opituletur, et contra impios defendatur.
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[38515] Iª-IIae q. 111 a. 4 ad 4
4. La sapienza e la scienza non sono elencate tra le grazie gratis date nello stesso senso in cui sono ricordate tra i doni dello Spirito Santo, cioè in quanto sono predisposizioni prodotte dallo Spirito Santo nella mente di un uomo agli insegnamenti della sapienza, o della scienza, di cui abbiamo già parlato. Ma sono elencate tra le grazie gratis date in quanto importano una sovrabbondanza di scienza e di sapienza, cosicché un uomo non sia soltanto capace di ben conoscer per sé le cose di Dio, ma anche di istruire gli altri, e di confutare gli oppositori. Perciò, nell'elenco delle grazie gratis date si parla espressamente di "parole di sapienza", e di "parole di scienza": poiché, come insegna S. Agostino, "altro è sapere unicamente ciò che l'uomo deve credere, per raggiungere la vita eterna; e altro è sapere come mettere tutto questo a servizio dei buoni, e come difenderlo dagli empi".
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