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Se ci siano diverse specie di superstizione
Secunda pars secundae partis
Quaestio 92
Articulus 2
[42982] IIª-IIae q. 92 a. 2 arg. 1 Ad secundum sic proceditur. Videtur quod non sint diversae superstitionis species. Quia secundum philosophum, in I Topic., si unum oppositorum dicitur multipliciter, et reliquum. Sed religio, cui superstitio opponitur, non habet diversas species, sed omnes eius actus ad unam speciem referuntur. Ergo nec superstitio habet diversas species.
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Seconda parte della seconda parte
Questione 92
Articolo 2
[42982] IIª-IIae q. 92 a. 2 arg. 1
SEMBRA che non ci siano diverse specie di superstizione. Infatti:
1. Secondo il Filosofo, "se uno degli opposti è multiforme, lo è pure il suo contrario". Ora, la religione, che è il contrario della superstizione, non ha specie diverse, e i suoi atti si riducono tutti a un'unica specie. Dunque neppure la superstizione presenta specie diverse.
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[42983] IIª-IIae q. 92 a. 2 arg. 2 Praeterea, opposita sunt circa idem. Sed religio, cui opponitur superstitio, est circa ea quibus ordinamur in Deum, ut supra habitum est. Non ergo species superstitionis, quae opponitur religioni, potest attendi secundum aliquas divinationes humanorum eventuum, vel secundum aliquas observationes humanorum actuum.
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[42983] IIª-IIae q. 92 a. 2 arg. 2
2. Gli opposti si riferiscono al medesimo oggetto. Ma la religione, che ha nella superstizione il suo contrario, ha per oggetto, come abbiamo visto, le cose che ci orientano verso Dio. Perciò le specie della superstizione, contraria alla religione, si possono ricavare soltanto, o da certe divinazioni sugli eventi umani, o da certe osservanze relative agli atti umani.
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[42984] IIª-IIae q. 92 a. 2 arg. 3 Praeterea, Coloss. II, super illud, quae sunt rationem habentia sapientiae in superstitione, dicit Glossa, idest, in simulata religione. Ergo etiam simulatio debet poni species superstitionis.
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[42984] IIª-IIae q. 92 a. 2 arg. 3
3. A commento di quel testo paolino: "Son cose che hanno sì ragione di sapienza, ma sotto forma di superstizione", la Glossa aggiunge: "cioè sotto forma di simulata religione". Dunque tra le specie della superstizione va enumerata anche la simulazione.
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[42985] IIª-IIae q. 92 a. 2 s. c. Sed contra est quod Augustinus, in II de Doct. Christ., diversas species superstitionis assignat.
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[42985] IIª-IIae q. 92 a. 2 s. c.
Al contrario S. Agostino, nel II libro della "Dottrina Cristiana" distingue diverse specie di superstizione.
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[42986] IIª-IIae q. 92 a. 2 co. Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, vitium religionis consistit in hoc quod transcenditur virtutis medium secundum aliquas circumstantias. Ut autem supra dictum est, non quaelibet circumstantiarum corruptarum diversitas variat peccati speciem, sed solum quando referuntur ad diversa obiecta vel diversos fines, secundum hoc enim morales actus speciem sortiuntur, ut supra habitum est. Diversificatur ergo superstitionis species, primo quidem, ex parte obiecti. Potest enim divinus cultus exhiberi vel cui exhibendus est, scilicet Deo vero, modo tamen indebito, et haec est prima superstitionis species. Vel ei cui non debet exhiberi, scilicet cuicumque creaturae. Et hoc est aliud superstitionis genus, quod in multas species dividitur, secundum diversos fines divini cultus ordinatur enim, primo, divinus cultus ad reverentiam Deo exhibendam. Et secundum hoc, prima species huius generis est idololatria, quae divinam reverentiam indebite exhibet creaturae. Secundo, ordinatur ad hoc quod homo instruatur a Deo, quem colit. Et ad hoc pertinet superstitio divinativa, quae Daemones consulit per aliqua pacta cum eis inita, tacita vel expressa. Tertio, ordinatur divinus cultus ad quandam directionem humanorum actuum secundum instituta Dei, qui colitur. Et ad hoc pertinet superstitio quarundam observationum. Et haec tria tangit Augustinus, in II de Doct. Christ., dicens superstitiosum esse quidquid institutum ab hominibus est ad facienda et colenda idola pertinens, et hoc pertinet ad primum. Et postea subdit, vel ad consultationes et pacta quaedam significationum cum Daemonibus placita atque foederata, quod pertinet ad secundum. Et post pauca subdit, ad hoc genus pertinent omnes ligaturae, etc., quod pertinet ad tertium.
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[42986] IIª-IIae q. 92 a. 2 co.
RISPONDO: Come sopra abbiamo detto, in materia di religione il vizio consiste nel non rispettare il giusto mezzo secondo certe circostanze. Però, secondo le spiegazioni date in precedenza, non tutte le circostanze negative danno al peccato una diversità specifica, ma solo quando si riferiscono a oggetti o fini diversi: infatti le azioni morali sono specificate da questi ultimi, come sopra abbiamo spiegato. Perciò le specie della superstizione sono distinte innanzi tutto dall'oggetto. Infatti il culto divino si può prestare: o a chi si deve, cioè al vero Dio, "però in maniera indebita", e questa è la prima specie di superstizione; oppure a chi non si deve, cioè a una creatura qualsiasi. È questo un altro genere di superstizione, che si può dividere in più specie, secondo i diversi fini del culto divino.
Il culto divino infatti prima di tutto è ordinato a prestare a Dio l'onore. E sotto quest'aspetto la prima specie del genere suddetto è l'idolatria, la quale presta indebitamente a una creatura onori divini. - Secondo, il culto è ordinato a procurare all'uomo l'ammaestramento da parte di Dio. E da questo lato abbiamo la superstizione divinatoria, che consulta i demoni mediante patti taciti o espressi con essi stabiliti. - Terzo, il culto divino è ordinato a dare un certo indirizzo alle azioni umane secondo determinate pratiche istituite da Dio. E in contrapposizione con esse abbiamo la vana osservanza.
S. Agostino accenna a queste tre cose nel De Doctrina Christiana quando scrive, che "è superstizioso tutto ciò che fanno gli uomini nel fabbricare e nell'onorare gli idoli": e qui accenna alla prima. Poi aggiunge: "e tutto quello che è consultazione dei demoni, o patto simbolico accettato e concluso con essi", accennando così alla seconda. E finalmente poco dopo conclude, accennando alla terza: "Appartengono a questo genere di superstizione tutte le fasciature magiche, ecc.".
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[42987] IIª-IIae q. 92 a. 2 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod, sicut Dionysius dicit, IV cap. de Div. Nom., bonum contingit ex una et integra causa, malum autem ex singularibus defectibus. Et ideo uni virtuti plura vitia opponuntur, ut supra habitum est. Verbum autem philosophi veritatem habet in oppositis in quibus est eadem ratio multiplicationis.
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[42987] IIª-IIae q. 92 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come insegna Dionigi, "il bene deriva da una causa totale e completa, il male invece da particolari difetti". Ecco perché a un'unica virtù si contrappongono molteplici vizi, come sopra abbiamo notato. Le parole del Filosofo son vere pertanto nei contrari in cui la divisione si fonda sull'elemento costitutivo della loro opposizione.
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[42988] IIª-IIae q. 92 a. 2 ad 2 Ad secundum dicendum quod divinationes et observationes aliquae pertinent ad superstitionem inquantum dependent ex aliquibus operationibus Daemonum. Et sic pertinent ad quaedam pacta cum ipsis inita.
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[42988] IIª-IIae q. 92 a. 2 ad 2
2. Le divinazioni e le pratiche di cui si parla appartengono alla superstizione in quanto dipendono da certi interventi dei demoni. Ed è così che si riallacciano a dei patti stabiliti con essi.
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[42989] IIª-IIae q. 92 a. 2 ad 3 Ad tertium dicendum quod simulata religio ibi dicitur quando traditioni humanae nomen religionis applicatur, prout in Glossa sequitur. Unde ista simulata religio nihil est aliud quam cultus Deo vero exhibitus modo indebito, sicut si aliquis tempore gratiae vellet colere Deum secundum veteris legis ritum. Et de hoc ad litteram loquitur Glossa.
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[42989] IIª-IIae q. 92 a. 2 ad 3
3. Nel testo citato, come si rileva dal seguito della Glossa, la religione è detta simulata, "quando il termine religione è applicato a una tradizione umana". Perciò questa religione simulata non è altro che il culto prestato al vero Dio in maniera indebita: come se uno oggi nell'era della grazia volesse venerare Dio secondo i riti dell'antica legge. Nel caso è questo precisamente il senso della Glossa.
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