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Se la mormorazione sia un peccato distinto dalla maldicenza
Secunda pars secundae partis
Quaestio 74
Articulus 1
[42160] IIª-IIae q. 74 a. 1 arg. 1 Ad primum sic proceditur. Videtur quod susurratio non sit peccatum distinctum a detractione. Dicit enim Isidorus, in libro Etymol., susurro de sono locutionis appellatur, quia non in facie alicuius, sed in aure loquitur, detrahendo. Sed loqui de altero detrahendo ad detractionem pertinet. Ergo susurratio non est peccatum distinctum a detractione.
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Seconda parte della seconda parte
Questione 74
Articolo 1
[42160] IIª-IIae q. 74 a. 1 arg. 1
SEMBRA che la mormorazione non sia un peccato distinto dalla maldicenza. Infatti:
1. S. Isidoro così ha scritto nelle sue Etimologie: "Il sussurrone, o mormoratore, è così denominato dal suono delle due parole: poiché non parla in faccia, ma parla all'orecchio dicendo male di altri". Ora, parlare di altri in tal modo è proprio della detrazione. Dunque la mormorazione non è distinta da essa.
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[42161] IIª-IIae q. 74 a. 1 arg. 2 Praeterea, Levit. XIX dicitur, non eris criminator nec susurro in populis. Sed criminator idem videtur esse quod detractor. Ergo etiam susurratio a detractione non differt.
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[42161] IIª-IIae q. 74 a. 1 arg. 2
2. Sta scritto: "Non essere denigratore né mormoratore in mezzo al popolo". Ma il denigratore sembra che s'identifichi col detrattore. Perciò anche la mormorazione non si distingue dalla detrazione.
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[42162] IIª-IIae q. 74 a. 1 arg. 3 Praeterea, Eccli. XXVIII dicitur, susurro et bilinguis maledictus erit. Sed bilinguis videtur idem esse quod detractor, quia detractorum est duplici lingua loqui, aliter scilicet in absentia et aliter in praesentia. Ergo susurro est idem quod detractor.
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[42162] IIª-IIae q. 74 a. 1 arg. 3
3. Si legge nell'Ecclesiastico: "Il mormoratore e l'uomo bilingue sia maledetto". Ma l'uomo bilingue non è che il maldicente: poiché è proprio dei maldicenti parlare in due modi, cioè in un modo dietro le spalle e in un altro alla presenza del prossimo. Quindi il mormoratore s'identifica col maldicente.
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[42163] IIª-IIae q. 74 a. 1 s. c. Sed contra est quod, Rom. I, super illud, susurrones, detractores, dicit Glossa, susurrones, inter amicos discordiam seminantes; detractores, qui aliorum bona negant vel minuunt.
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[42163] IIª-IIae q. 74 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: A proposito dei "mormoratori e maldicenti" di cui parla S. Paolo, la Glossa spiega: "Mormoratori son quelli che seminano la discordia tra gli amici; maldicenti quelli che negano o sminuiscono il bene altrui".
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[42164] IIª-IIae q. 74 a. 1 co. Respondeo dicendum quod susurratio et detractio in materia conveniunt, et etiam in forma, sive in modo loquendi, quia uterque malum occulte de proximo dicit. Propter quam similitudinem interdum unum pro alio ponitur, unde Eccli. V, super illud, non appelleris susurro, dicit Glossa, idest detractor. Differunt autem in fine. Quia detractor intendit denigrare famam proximi, unde illa mala de proximo praecipue profert ex quibus proximus infamari possit, vel saltem diminui eius fama. Susurro autem intendit amicitiam separare, ut patet per Glossam inductam, et per id quod dicitur Prov. XXVI, susurrone subtracto, iurgia conquiescunt. Et ideo susurro talia mala profert de proximo quae possunt contra ipsum commovere animum audientis, secundum illud Eccli. XXVIII, vir peccator conturbabit amicos, et in medio pacem habentium immittit inimicitiam.
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[42164] IIª-IIae q. 74 a. 1 co.
RISPONDO: La mormorazione e la maldicenza coincidono nella materia, e anche nella forma, ossia nel modo di parlare: poiché l'una e l'altra consistono nel dir male del prossimo a sua insaputa. E per questa somiglianza talora si scambiano l'una con l'altra. Quando, p. es., l'Ecclesiastico dice: "Non ti meritare il nome di mormoratore", la Glossa aggiunge: "Cioè di maldicente". Esse però differiscono nel fine. Poiché il maldicente mira a denigrare la fama del prossimo: e quindi insiste specialmente nel presentare quei difetti che possono infamare una persona, o almeno diminuirne la fama. Invece il mormoratore mira a distruggere l'amicizia, come risulta dalla Glossa citata (nell'argomento in contrario) e da quel passo dei Proverbi: "Tolto di mezzo il mormoratore, si sopiscono le contese". Perciò il mormoratore insiste nel presentare quei difetti, che possono eccitare contro una persona l'animo di chi ascolta, secondo le parole della Scrittura: "Il peccatore scompiglia gli amici, e tra quelli che vivono in pace insinua l'inimicizia".
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[42165] IIª-IIae q. 74 a. 1 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod susurro, inquantum dicit malum de alio, dicitur detrahere. In hoc tamen differt a detractore, quia non intendit simpliciter malum dicere; sed quidquid sit illud quod possit animum unius turbare contra alium, etiam si sit simpliciter bonum, et tamen apparens malum, inquantum displicet ei cui dicitur.
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[42165] IIª-IIae q. 74 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il mormoratore, in quanto parla male di altri, si può dire che fa della detrazione. Tuttavia egli si distingue dal maldicente in quanto che non intende direttamente dire il male; ma intende dire quanto può eccitare gli altri contro qualcuno, anche se assolutamente parlando è un bene, che però è un male apparente, perché dispiace alla persona a cui ne parla.
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[42166] IIª-IIae q. 74 a. 1 ad 2 Ad secundum dicendum quod criminator differt et a susurrone et a detractore. Quia criminator est qui publice aliis crimina imponit, vel accusando vel conviciando, quod non pertinet ad detractorem et susurronem.
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[42166] IIª-IIae q. 74 a. 1 ad 2
2. Il denigratore, o accusatore differisce dal mormoratore e dal detrattore. Perché denigratore è chi pubblicamente addossa ad altri dei delitti, o accusando, o insultando: il che non appartiene al detrattore e al mormoratore.
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[42167] IIª-IIae q. 74 a. 1 ad 3 Ad tertium dicendum quod bilinguis proprie dicitur susurro. Cum enim amicitia sit inter duos, nititur susurro ex utraque parte amicitiam rumpere, et ideo duabus linguis utitur ad duos, uni dicens malum de alio. Propter quod dicitur Eccli. XXVIII, susurro et bilinguis maledictus, et subditur, multos enim turbant pacem habentes.
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[42167] IIª-IIae q. 74 a. 1 ad 3
3. Uomo bilingue propriamente è il mormoratore. Siccome, infatti, l'amicizia si attua tra due persone, chi mormora si sforza di romperla dall'una e dall'altra parte: e quindi usa una doppia lingua verso di loro, dicendo all'uno male dell'altro. Di qui le parole dell'Ecclesiastico: "Il mormoratore e l'uomo bilingue sia maledetto"; e aggiunge: "Molti invero che vivevano in pace ha mandato in malora".
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