Seconda parte > Le azioni umane > La fede > La bestemmia in generale > Se il peccato di bestemmia sia il più grave dei peccati
Secunda pars secundae partis
Quaestio 13
Articulus 3
[39342] IIª-IIae q. 13 a. 3 arg. 1 Ad tertium sic proceditur. Videtur quod peccatum blasphemiae non sit maximum peccatum. Malum enim dicitur quod nocet, secundum Augustinum, in Enchirid. Sed magis nocet peccatum homicidii, quod perimit vitam hominis, quam peccatum blasphemiae, quod Deo nullum nocumentum potest inferre. Ergo peccatum homicidii est gravius peccato blasphemiae.
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Seconda parte della seconda parte
Questione 13
Articolo 3
[39342] IIª-IIae q. 13 a. 3 arg. 1
SEMBRA che il peccato di bestemmia non sia il più grave dei peccati. Infatti:
1. A detta di S. Agostino, "male è ciò che nuoce". Ora, nuoce di più il peccato di omicidio, che toglie la vita a un uomo, che il peccato di bestemmia, che non può arrecare nessun danno a Dio. Perciò il peccato di omicidio è più grave del peccato di bestemmia.
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[39343] IIª-IIae q. 13 a. 3 arg. 2 Praeterea, quicumque peierat inducit Deum testem falsitati, et ita videtur eum asserere esse falsum. Sed non quilibet blasphemus usque ad hoc procedit ut Deum asserat esse falsum. Ergo periurium est gravius peccatum quam blasphemia.
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[39343] IIª-IIae q. 13 a. 3 arg. 2
2. Chi fa uno spergiuro porta Dio come testimone di una menzogna, mostrando di volere affermare la falsità. Ma chi bestemmia non sempre arriva ad affermare che Dio è falso. Dunque lo spergiuro è un peccato più grave della bestemmia.
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[39344] IIª-IIae q. 13 a. 3 arg. 3 Praeterea, super illud Psalm., nolite extollere in altum cornu vestrum, dicit Glossa, maximum est vitium excusationis peccati. Non ergo blasphemia est maximum peccatum.
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[39344] IIª-IIae q. 13 a. 3 arg. 3
3. Commentando quell'espressione del Salmo: "Non alzate la cresta", la Glossa afferma: "Il vizio più grave è lo scusare i peccati". Perciò il peccato più grave non è la bestemmia.
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[39345] IIª-IIae q. 13 a. 3 s. c. Sed contra est quod Isaiae XVIII, super illud, ad populum terribilem etc., dicit Glossa, omne peccatum, blasphemiae comparatum, levius est.
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[39345] IIª-IIae q. 13 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: La Glossa, spiegando quel passo di Isaia, "Al popolo terribile, ecc.", afferma: "Qualsiasi peccato, a confronto della bestemmia, è più leggero".
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[39346] IIª-IIae q. 13 a. 3 co. Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, blasphemia opponitur confessioni fidei. Et ideo habet in se gravitatem infidelitatis. Et aggravatur peccatum si superveniat detestatio voluntatis; et adhuc magis si prorumpat in verba; sicut et laus fidei augetur per dilectionem et confessionem. Unde, cum infidelitas sit maximum peccatum secundum suum genus, sicut supra dictum est, consequens est quod etiam blasphemia sit peccatum maximum, ad idem genus pertinens et ipsum aggravans.
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[39346] IIª-IIae q. 13 a. 3 co.
RISPONDO: Sopra abbiamo detto che la bestemmia si contrappone alla confessione della fede. Perciò ha in sé la gravità della miscredenza. E il peccato si aggrava se vi si aggiunge la detestazione della volontà; e più ancora se si esprime con parole; esattamente come cresce il merito della fede con l'amore e la confessione. Quindi, siccome la miscredenza è nel suo genere un peccato gravissimo, come abbiamo visto, anche la bestemmia è peccato gravissimo, appartenendo esso al medesimo genere e con delle aggravanti.
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[39347] IIª-IIae q. 13 a. 3 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod homicidium et blasphemia si comparentur secundum obiecta in quae peccatur, manifestum est quod blasphemia, quae est directe peccatum in Deum, praeponderat homicidio, quod est peccatum in proximum. Si autem comparentur secundum effectum nocendi, sic homicidium praeponderat, plus enim homicidium nocet proximo quam blasphemia Deo. Sed quia in gravitate culpae magis attenditur intentio voluntatis perversae quam effectus operis, ut ex supradictis patet; ideo, cum blasphemus intendat nocumentum inferre honori divino, simpliciter loquendo gravius peccat quam homicida. Homicidium tamen primum locum tenet in peccatis inter peccata in proximum commissa.
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[39347] IIª-IIae q. 13 a. 3 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Se confrontiamo l'omicidio e la bestemmia secondo i loro oggetti, è chiaro che la bestemmia, offendendo direttamente Dio, è più grave dell'omicidio, che è un peccato contro il prossimo. Invece in rapporto al danno che arrecano, è più grave l'omicidio: infatti è più dannoso al prossimo l'omicidio, di quanto non sia dannosa a Dio la bestemmia. Ma nel considerare la gravità della colpa si deve badare più all'intenzione della volontà perversa, che agli effetti dell'atto che viene compiuto, come sopra abbiamo detto. Perciò assolutamente parlando chi bestemmia pecca più gravemente di chi uccide, poiché intende menomare l'onore di Dio. Tuttavia l'omicidio è il primo tra i peccati contro il prossimo.
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[39348] IIª-IIae q. 13 a. 3 ad 2 Ad secundum dicendum quod super illud ad Ephes. IV, blasphemia tollatur a vobis, dicit Glossa peius est blasphemare quam peierare. Qui enim peierat non dicit aut sentit aliquid falsum de Deo, sicut blasphemus, sed Deum adhibet testem falsitati non tanquam aestimans Deum esse falsum testem, sed tanquam sperans quod Deus super hoc non testificetur per aliquod evidens signum.
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[39348] IIª-IIae q. 13 a. 3 ad 2
2. La Glossa a commento di quella raccomandazione di S. Paolo: "Sia sbandita da voi ogni bestemmia", afferma: "È peggio bestemmiare che spergiurare". Infatti lo spergiuro non afferma e non pensa niente di falso su Dio, come fa il bestemmiatore: ma porta Dio come testimone di una menzogna, non perché pensi che Dio sia un falso testimone, bensì perché spera che egli non dia una testimonianza su codesto fatto, con un segno evidente.
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[39349] IIª-IIae q. 13 a. 3 ad 3 Ad tertium dicendum quod excusatio peccati est quaedam circumstantia aggravans omne peccatum, etiam ipsam blasphemiam. Et pro tanto dicitur esse maximum peccatum, quia quodlibet facit maius.
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[39349] IIª-IIae q. 13 a. 3 ad 3
3. La scusa del peccato è una circostanza che aggrava tutti i peccati, compresa la bestemmia. E si dice che è il più grave peccato in questo senso, perché rende più grave qualsiasi peccato.
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