Seconda parte > Le azioni umane > La fede > L'apostasia > Se l'apostasia rientri nell'incredulità
Secunda pars secundae partis
Quaestio 12
Articulus 1
[39309] IIª-IIae q. 12 a. 1 arg. 1 Ad primum sic proceditur. Videtur quod apostasia non pertineat ad infidelitatem. Illud enim quod est omnis peccati principium non videtur ad infidelitatem pertinere, quia multa peccata sine infidelitate existunt. Sed apostasia videtur esse omnis peccati principium, dicitur enim Eccli. X, initium superbiae hominis apostatare a Deo; et postea subditur, initium omnis peccati superbia. Ergo apostasia non pertinet ad infidelitatem.
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Seconda parte della seconda parte
Questione 12
Articolo 1
[39309] IIª-IIae q. 12 a. 1 arg. 1
SEMBRA che l'apostasia non rientri nell'incredulità. Infatti:
1. Non sembra che rientri nell'incredulità ciò che costituisce il principio di tutti i peccati: poiché molti sono i peccati che non implicano l'incredulità. Ora, l'apostasia è principio di tutti i peccati, perché a detta dell'Ecclesiastico: "Inizio della superbia umana è l'apostasia da Dio"; e poi si afferma che "la superbia è principio d'ogni peccato". Dunque l'apostasia non rientra nell'incredulità.
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[39310] IIª-IIae q. 12 a. 1 arg. 2 Praeterea, infidelitas in intellectu consistit. Sed apostasia magis videtur consistere in exteriori opere vel sermone, aut etiam in interiori voluntate, dicitur enim Prov. VI, homo apostata vir inutilis, gradiens ore perverso, annuit oculis, terit pede, digito loquitur, pravo corde machinatur malum, et in omni tempore iurgia seminat. Si quis etiam se circumcideret, vel sepulcrum Mahumeti adoraret, apostata reputaretur. Ergo apostasia non pertinet directe ad infidelitatem.
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[39310] IIª-IIae q. 12 a. 1 arg. 2
2. L'incredulità si attua nell'intelletto. Invece l'apostasia si attua piuttosto nelle opere esterne e nelle parole, oppure nei moti interiori della volontà; poiché sta scritto: "Un apostata è un uomo che non ha niente di buono, procede con bocca perversa, ammicca con gli occhi, tenta col piede, parla col dito, nel cattivo suo cuore macchina il male, e in ogni tempo semina discordie". Inoltre uno sarebbe considerato apostata, se si circoncidesse, o se adorasse la tomba di Maometto. Perciò l'apostasia non rientra direttamente nell'incredulità.
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[39311] IIª-IIae q. 12 a. 1 arg. 3 Praeterea, haeresis, quia ad infidelitatem pertinet, est quaedam determinata species infidelitatis. Si ergo apostasia ad infidelitatem pertineret, sequeretur quod esset quaedam determinata species infidelitatis. Quod non videtur, secundum praedicta. Non ergo apostasia ad infidelitatem pertinet.
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[39311] IIª-IIae q. 12 a. 1 arg. 3
3. L'eresia, per il fatto che rientra nell'incredulità è una specie determinata di essa. Quindi, se anche l'apostasia rientrasse nell'incredulità, dovrebbe essere una specie determinata di miscredenza. Ma da quanto sopra abbiamo detto questo non è vero. Dunque l'apostasia non rientra nell'incredulità.
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[39312] IIª-IIae q. 12 a. 1 s. c. Sed contra est quod dicitur Ioan. VI, multi ex discipulis eius abierunt retro, quod est apostatare, de quibus supra dixerat dominus, sunt quidam ex vobis qui non credunt. Ergo apostasia pertinet ad infidelitatem.
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[39312] IIª-IIae q. 12 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: Nel Vangelo si legge: "Parecchi dei suoi discepoli si tirarono indietro", cioè apostatarono. Ma a proposito di essi il Signore aveva detto: "Ci sono tra voi alcuni i quali non credono". Perciò l'apostasia rientra nell'incredulità.
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[39313] IIª-IIae q. 12 a. 1 co. Respondeo dicendum quod apostasia importat retrocessionem quandam a Deo. Quae quidem diversimode fit, secundum diversos modos quibus homo Deo coniungitur. Primo namque coniungitur homo Deo per fidem; secundo, per debitam et subiectam voluntatem ad obediendum praeceptis eius; tertio, per aliqua specialia ad supererogationem pertinentia, sicut per religionem et clericaturam vel sacrum ordinem. Remoto autem posteriori remanet prius, sed non convertitur. Contingit ergo aliquem apostatare a Deo retrocedendo a religione quam professus est, vel ab ordine quem suscepit, et haec dicitur apostasia religionis seu ordinis. Contingit etiam aliquem apostatare a Deo per mentem repugnantem divinis mandatis. Quibus duabus apostasiis existentibus, adhuc potest remanere homo Deo coniunctus per fidem. Sed si a fide discedat, tunc omnino a Deo retrocedere videtur. Et ideo simpliciter et absolute est apostasia per quam aliquis discedit a fide, quae vocatur apostasia perfidiae. Et per hunc modum apostasia simpliciter dicta ad infidelitatem pertinet.
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[39313] IIª-IIae q. 12 a. 1 co.
RISPONDO: L'apostasia implica un abbandono di Dio. Ma questo può avvenire in diversi modi, secondo le diverse forme di adesione a Dio. L'uomo infatti può aderire a Dio per prima cosa con la fede; secondo, con la debita sottomissione della volontà nell'obbedire ai suoi comandamenti; terzo, con speciali osservanze supererogatorie, quali quelle connesse con la vita religiosa, o clericale, oppure con gli ordini sacri. Togliendo questa ultima cosa possono rimanere le precedenti; ma non viceversa. Quindi può capitare che uno si limiti ad apostatare da Dio abbandonando la religione che aveva professato, oppure l'ordine sacro ricevuto: e allora si parla di apostasia dalla vita religiosa, o dagli ordini sacri. Così pure capita di apostatare da Dio, con ribellione dell'anima ai comandamenti del Signore. Però con queste due apostasie, l'uomo può ancora rimanere unito a Dio con la fede. Ma se si allontana dalla fede, allora si allontana totalmente da lui. Perciò l'apostasia in senso pieno e assoluto è quella che consiste nell'abbandono della fede, e che è chiamata apostasia di perfidia o di miscredenza. Ed è così che l'apostasia in senso pieno rientra nell'incredulità.
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[39314] IIª-IIae q. 12 a. 1 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod obiectio illa procedit de secunda apostasia, quae importat voluntatem a mandatis Dei resilientem, quae invenitur in omni peccato mortali.
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[39314] IIª-IIae q. 12 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Codesta obiezione parte dal secondo tipo di apostasia, che implica la volontà di ritrarsi dai comandamenti di Dio, presente in tutti i peccati mortali.
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[39315] IIª-IIae q. 12 a. 1 ad 2 Ad secundum dicendum quod ad fidem pertinet non solum credulitas cordis, sed etiam protestatio interioris fidei per exteriora verba et facta, nam confessio est actus fidei. Et per hunc etiam modum quaedam exteriora verba vel opera ad infidelitatem pertinent, inquantum sunt infidelitatis signa, per modum quo signum sanitatis sanum dicitur. Auctoritas autem inducta, etsi possit intelligi de omni apostasia, verissime tamen convenit in apostasia a fide. Quia enim fides est primum fundamentum sperandarum rerum, et sine fide impossibile est placere Deo; sublata fide, nihil remanet in homine quod possit esse utile ad salutem aeternam; et propter hoc primo dicitur, homo apostata vir inutilis. Fides etiam est vita animae, secundum illud Rom. I, iustus ex fide vivit. Sicut ergo, sublata vita corporali, omnia membra et partes hominis a debita dispositione recedunt; ita, sublata vita iustitiae, quae est per fidem, apparet inordinatio in omnibus membris. Et primo quidem in ore, per quod maxime manifestatur cor; secundo, in oculis; tertio, in instrumentis motus; quarto, in voluntate, quae ad malum tendit. Et ex his sequitur quod iurgia seminet, alios intendens separare a fide, sicut et ipse recessit.
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[39315] IIª-IIae q. 12 a. 1 ad 2
2. Nella fede non rientra soltanto l'adesione del cuore, ma anche la professione esterna della fede con le parole e con i fatti: poiché anche la confessione è un atto di fede. Ecco perché certe parole e certi atti fanno parte dell'incredulità, in quanto segni di essa, cioè come i segni della sanità meritano l'appellativo di sani. Del resto il testo riferito, pur essendo applicabile a qualsiasi apostasia, nella maniera più esatta conviene all'apostasia dalla fede. Infatti, essendo la fede "il primo fondamento delle cose sperate", ed "essendo impossibile piacere a Dio senza la fede"; se si toglie la fede, all'uomo non rimane niente che possa servire alla salvezza eterna. E per questo la Scrittura afferma che "l'apostata è un uomo che non ha niente di buono". Inoltre la fede è la vita dell'anima, secondo l'espressione di S. Paolo: "Il giusto vive di fede". Perciò, come eliminata la vita del corpo tutte le membra e tutte le parti del corpo perdono la debita disposizione; così eliminata la vita della grazia, dipendente dalla fede, appare il disordine in tutte le membra. Primo, nella bocca, che meglio di ogni altro organo manifesta l'interno del cuore; secondo, negli occhi; terzo, nelle facoltà di moto; quarto, nella volontà, che tende al male. E da ciò segue che uno semini discordie, cercando di allontanare altri dalla fede, come si è allontanato lui.
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[39316] IIª-IIae q. 12 a. 1 ad 3 Ad tertium dicendum quod species alicuius qualitatis vel formae non diversificatur per hoc quod est terminus motus a quo vel ad quem, sed potius e converso secundum terminos motuum species attenduntur. Apostasia autem respicit infidelitatem ut terminum ad quem est motus recedentis a fide. Unde apostasia non importat determinatam speciem infidelitatis, sed quandam circumstantiam aggravantem, secundum illud II Pet. II, melius erat eis veritatem non cognoscere quam post agnitam retroire.
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[39316] IIª-IIae q. 12 a. 1 ad 3
3. Le qualità e le forme non distinguono le loro specie in base al termine di un moto di allontanamento o di avvicinamento; ma piuttosto sono i moti a prendere le loro specie dai vari termini del moto stesso. Ora, l'apostasia sta all'incredulità come termine del moto di allontanamento dalla fede. Perciò l'apostasia non costituisce una determinata specie di incredulità, ma solo una circostanza aggravante, come si rileva da quelle parole di S. Pietro: "Meglio sarebbe stato per loro non conoscere la verità, anziché volgersi indietro dopo averla conosciuta".
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