Terza Parte > I Sacramenti > Coloro che ricevono il battesimo >
Se i bambini siano da battezzarsi
Tertia pars
Quaestio 68
Articulus 9
[50119] IIIª q. 68 a. 9 arg. 1 Ad nonum sic proceditur. Videtur quod pueri non sint baptizandi. In eo enim qui baptizatur requiritur intentio suscipiendi sacramentum, ut supra dictum est. Huiusmodi autem intentionem non possunt pueri habere, cum non habeant usum liberi arbitrii. Ergo videtur quod non possint suscipere sacramentum Baptismi.
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Terza parte
Questione 68
Articolo 9
[50119] IIIª q. 68 a. 9 arg. 1
SEMBRA che i bambini non siano da battezzarsi. Infatti:
1. In chi si battezza occorre l'intenzione di ricevere il sacramento, come si è detto sopra. Ma i bambini non possono avere tale intenzione, essendo privi dell'uso del libero arbitrio. Quindi non possono ricevere il sacramento del battesimo.
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[50120] IIIª q. 68 a. 9 arg. 2 Praeterea, Baptismus est fidei sacramentum, ut supra dictum est. Sed pueri non habent fidem, quae consistit in credentium voluntate, ut Augustinus dicit, super Ioan. Nec etiam potest dici quod salventur in fide parentum, quia quandoque parentes sunt infideles, et sic magis per eorum infidelitatem damnarentur. Ergo videtur quod pueri non possint baptizari.
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[50120] IIIª q. 68 a. 9 arg. 2
2. Il battesimo è "il sacramento della fede", come si è detto sopra. Ma i bambini non hanno la fede, che risiede, secondo S. Agostino, "nella volontà dei credenti". Né può dirsi che si salvino per la fede dei genitori, perché a volte i genitori sono senza fede, quindi semmai, si dannerebbero per la loro incrudelità. I bambini dunque non si possono battezzare.
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[50121] IIIª q. 68 a. 9 arg. 3 Praeterea, I Pet. III dicitur quod homines salvos facit Baptisma, non carnis depositio sordium, sed conscientiae bonae interrogatio in Deum. Sed pueri neque conscientiam habent bonam vel malam, cum non habeant usum rationis, neque etiam convenienter ipsi interrogantur cum non intelligant. Ergo non debent pueri baptizari.
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[50121] IIIª q. 68 a. 9 arg. 3
3. S. Pietro scrive che "il battesimo adesso salva, non quale lavaggio delle brutture della carne, ma quale interrogazione della buona coscienza dinanzi a Dio". Ora, i bambini non hanno coscienza, né buona né cattiva, essendo privi dell'uso di ragione; e non è possibile interrogarli, incapaci come sono di comprendere. Dunque i bambini non devono essere battezzati.
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[50122] IIIª q. 68 a. 9 s. c. Sed contra est quod Dionysius dicit, ult. cap. Eccl. Hier., divini nostri duces, scilicet apostoli, probaverunt infantes recipi ad Baptismum.
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[50122] IIIª q. 68 a. 9 s. c.
IN CONTRARIO: Dionigi afferma che "le nostre divine guide", cioè gli Apostoli, "consentirono l'ammissione dei bambini al battesimo".
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[50123] IIIª q. 68 a. 9 co. Respondeo dicendum quod, sicut apostolus dicit, Rom. V, si unius delicto mors regnavit per unum, scilicet per Adam, multo magis abundantiam gratiae et donationis et iustitiae accipientes in vita regnabunt per unum, Iesum Christum. Pueri autem ex peccato Adae peccatum originale contrahunt, quod patet ex hoc quod sunt mortalitati subiecti, quae per peccatum primi hominis in omnes pertransiit, ut ibidem apostolus dicit. Unde multo magis pueri possunt per Christum gratiam suscipere, ut regnent in vita aeterna. Ipse autem dominus dicit, Ioan. III, nisi quis renatus fuerit ex aqua et spiritu sancto, non potest introire in regnum Dei. Unde necessarium fuit pueros baptizare, ut, sicut per Adam damnationem incurrerunt nascendo, ita per Christum salutem consequantur renascendo. Fuit etiam conveniens pueros baptizari ut a pueritia nutriti in his quae sunt Christianae vitae, firmius in ea perseverent, iuxta illud Prov. XXII, adolescens iuxta viam suam, etiam cum senuerit, non recedet ab ea. Et hanc rationem assignat Dionysius, ult. cap. Eccl. Hier.
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[50123] IIIª q. 68 a. 9 co.
RISPONDO: Scrive S. Paolo: "Se per il fallo di uno solo", cioè di Adamo, "regnò la morte per via di lui, molto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia, regneranno nella vita per via dell'unico Gesù Cristo". Ora, i bambini dal peccato di Adamo contraggono il peccato originale, come risulta dal fatto che sono soggetti alla morte, "entrata in tutti" attraverso il peccato del primo uomo, secondo l'espressione dello stesso Apostolo. Perciò i bambini molto più possono ricevere la grazia da Cristo per regnare nella vita eterna. Il Signore stesso però dice, che "se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio". Fu quindi necessario battezzare i bambini, perché, come nascendo incorrono la dannazione per via di Adamo, così per via di Cristo conseguano la salvezza rinascendo.
Fu opportuno battezzare i bambini anche perché, nutriti nelle cose della vita cristiana fin dall'infanzia, perseverino in essa più saldamente, in conformità alle parole dei Proverbi: "L'adolescente continua secondo la via che ha preso, senza scostarsene nemmeno in vecchiaia". E questa è la ragione addotta da Dionigi.
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[50124] IIIª q. 68 a. 9 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod regeneratio spiritualis, quae fit per Baptismum, quodammodo similis est nativitati carnali, quantum ad hoc quod, sicut pueri in maternis uteris constituti non per seipsos nutrimentum accipiunt, sed ex nutrimento matris sustentantur, ita etiam pueri non habentes usum rationis, quasi in utero matris Ecclesiae constituti, non per seipsos, sed per actum Ecclesiae salutem suscipiunt. Unde Augustinus dicit, in libro de peccatorum meritis et Remiss., mater Ecclesia os maternum parvulis praebet, ut sacris mysteriis imbuantur, quia nondum possunt corde proprio credere ad iustitiam, nec ore proprio confiteri ad salutem. Si autem propterea recte fideles vocantur quoniam fidem per verba gestantium quodammodo profitentur, cur etiam non poenitentes habeantur, cum per eorundem verba gestantium Diabolo et huic saeculo abrenuntiare monstrentur? Et eadem ratione possunt dici intendentes, non per actum propriae intentionis, cum ipsi quandoque contranitantur et plorent, sed per actum eorum a quibus offeruntur.
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[50124] IIIª q. 68 a. 9 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La rigenerazione spirituale prodotta dal battesimo somiglia in qualche modo alla nascita fisica, nel senso che i bambini, come non prendono il cibo da sé quando sono ancora nel seno materno, ma vengono sostentati dal nutrimento della mamma, così finché non hanno l'uso di ragione e vivono quasi nel seno della madre Chiesa, non si applicano la salvezza da se stessi, ma per mezzo della Chiesa. Di qui le parole di S. Agostino: "La Chiesa presta da mamma ai bambini la sua bocca perché ricevano i sacri misteri, non potendo essi credere con il proprio spirito per la loro giustificazione, né professare la fede con la propria bocca per la loro salvezza. Ora, se vengono giustamente chiamati fedeli in quanto professano la fede con le parole dei padrini, perché non li riteniamo anche penitenti, dichiarando essi di rinunziare al diavolo e a questo mondo con le parole degli stessi padrini?". Per la medesima ragione può dirsi che i bambini hanno l'intenzione, non per un atto proprio, ché anzi essi talvolta resistono e piangono, ma per un atto di coloro che li offrono al battesimo.
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[50125] IIIª q. 68 a. 9 ad 2 Ad secundum dicendum quod, sicut Augustinus, scribens Bonifacio, dicit, in Ecclesia salvatoris parvuli per alios credunt, sicut ex aliis quae in Baptismo remittuntur peccata traxerunt. Nec impeditur eorum salus si parentes sint infideles, quia, sicut Augustinus dicit, eidem Bonifacio scribens, offeruntur parvuli ad percipiendam spiritualem gratiam, non tam ab eis quorum gestantur manibus (quamvis et ab ipsis, si et ipsi boni fideles sunt), quam ab universa societate sanctorum atque fidelium. Ab omnibus namque offerri recte intelliguntur, quibus placet quod offeruntur, et quorum caritate ad communionem sancti spiritus adiunguntur. Infidelitas autem propriorum parentum, etiam si eos post Baptismum Daemoniorum sacrificiis imbuere conentur, pueris non nocet. Quia, ut ibidem Augustinus dicit, puer semel generatus per aliorum voluntatem, deinceps non potest vinculo alienae iniquitatis obstringi, ubi nulla sua voluntate consentit, secundum illud, Ezech. XVIII, sicut anima patris mea est, et anima filii, anima quae peccaverit, ipsa morietur. Sed ideo ex Adam traxit quod sacramenti illius gratia solveretur, quia nondum erat anima separata vivens. Fides autem unius, immo totius Ecclesiae, parvulo prodest per operationem spiritus sancti, qui unit Ecclesiam et bona unius alteri communicat.
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[50125] IIIª q. 68 a. 9 ad 2
2. Come dice S. Agostino, "Nella Chiesa del Salvatore i bambini credono per mezzo degli altri, come dagli altri hanno contratto il peccato che viene rimesso dal battesimo". E non impedisce la loro salvezza l'eventuale incredulità dei genitori, perché spiega lo stesso S. Agostino, "i bambini vengono presentati a ricevere la grazia spirituale non tanto da coloro che li portano sulle loro braccia (sebbene pure da costoro, se questi sono buoni fedeli), quanto dall'intera società dei santi e dei fedeli. È giusto infatti vederli presentati da tutti coloro a cui piace che siano presentati, e dal cui amore vengono associati alla comunione dello Spirito Santo". Invece l'incredulità dei loro genitori, anche se dopo il battesimo tentino d'iniziarli ai sacrifici dei demoni, non nuoce ai bambini, perché, aggiunge il Santo, "il fanciullo una volta che sia stato rigenerato per l'altrui volontà, non può in seguito essere irretito per l'altrui malizia, cui non consente con la propria volontà, secondo le parole di Ezechiele: "Come è mia l'anima del padre, così l'anima del figlio; l'anima che avrà peccato, quella morrà". Contrasse invece da Adamo la colpa, da cui vien liberato per la grazia di quel sacramento, in quanto non era ancora anima personalmente vivente". La fede di un altro, anzi di tutta la Chiesa, giova al bambino in virtù dell'operazione dello Spirito Santo che unisce la Chiesa e mette l'uno in comunicazione di beni con l'altro.
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[50126] IIIª q. 68 a. 9 ad 3 Ad tertium dicendum quod, sicut puer, cum baptizatur, non per seipsum, sed per alios credit; ita non per seipsum, sed per alios interrogatur, et interrogati confitentur fidem Ecclesiae in persona pueri, qui huic fidei aggregatur per fidei sacramentum. Conscientiam autem bonam consequitur puer etiam in seipso, non quidem actu, sed habitu, per gratiam iustificantem.
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[50126] IIIª q. 68 a. 9 ad 3
3. Il bambino, come nel battesimo non professa la fede in proprio, ma per mezzo di altri, così non viene interrogato personalmente ma negli altri, e gli interrogati professano la fede della Chiesa in nome del bambino, il quale viene associato a questa fede per mezzo del "sacramento della fede". Quanto invece alla buona coscienza, il bambino l'acquista anche personalmente, non in atto, bensì in abito, mediante la grazia santificante.
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