Terza Parte > I Sacramenti > La necessità dei sacramenti > Se i sacramenti fossero necessari dopo il peccato originale prima di Cristo
Tertia pars
Quaestio 61
Articulus 3
[49621] IIIª q. 61 a. 3 arg. 1 Ad tertium sic proceditur. Videtur quod post peccatum, ante Christum, sacramenta non debuerunt esse. Dictum est enim quod per sacramenta passio Christi hominibus applicatur, et sic passio Christi comparatur ad sacramenta sicut causa ad effectum. Sed effectus non praecedit causam. Ergo sacramenta non debuerunt esse ante Christi adventum.
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Terza parte
Questione 61
Articolo 3
[49621] IIIª q. 61 a. 3 arg. 1
SEMBRA che prima di Cristo i sacramenti non fossero necessari dopo il peccato originale. Infatti:
1. Abbiamo detto che con i sacramenti si applica alle singole persone la passione di Cristo, e così questa sta ai sacramenti come la causa all'effetto. Ma l'effetto non precede la causa. Quindi prima della venuta del Cristo non dovevano esserci sacramenti.
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[49622] IIIª q. 61 a. 3 arg. 2 Praeterea, sacramenta debent esse convenientia statui humani generis, ut patet per Augustinum, XIX contra Faustum. Sed status humani generis non fuit mutatus post peccatum usque ad reparationem factam per Christum. Ergo nec sacramenta debuerunt immutari, ut, praeter sacramenta legis naturae, alia statuerentur in lege Moysi.
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[49622] IIIª q. 61 a. 3 arg. 2
2. I sacramenti devono corrispondere allo stato del genere umano, osserva S. Agostino. Ma lo stato del genere umano non mutò dopo il peccato, finché Cristo non compì la redenzione. Dunque nemmeno i sacramenti dovettero mutare, così da esserne istituiti dei nuovi nella legge di Mosè diversi da quelli dello stato di natura.
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[49623] IIIª q. 61 a. 3 arg. 3 Praeterea, quanto magis est aliquid propinquum perfecto, tanto magis debet ei assimilari. Sed perfectio salutis humanae per Christum facta est, cui propinquiora fuerunt sacramenta veteris legis quam ea quae fuerunt ante legem. Ergo debuerunt esse similiora sacramentis Christi. Cuius tamen contrarium apparet, ex eo quod sacerdotium Christi praedicitur esse futurum secundum ordinem Melchisedech, et non secundum ordinem Aaron, ut habetur Heb. VII. Non ergo convenienter fuerunt disposita ante Christum sacramenta.
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[49623] IIIª q. 61 a. 3 arg. 3
3. Quanto più una cosa si accosta alla perfezione, tanto più le deve assomigliare. Ora, la perfezione della salvezza umana fu dovuta a Cristo, e a lui furono più vicini i sacramenti dell'antica legge che quelli precedenti. Perciò i sacramenti dell'antica legge avrebbero dovuto essere più somiglianti degli altri ai sacramenti di Cristo. Invece sembra che sia avvenuto il contrario, perché il sacerdozio di Cristo fu predetto "secondo l'ordine di Melchisedech e non secondo l'ordine di Aronne", come osserva S. Paolo. Dunque i sacramenti istituiti prima di Cristo non furono ordinati in modo conveniente.
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[49624] IIIª q. 61 a. 3 s. c. Sed contra est quod Augustinus dicit, XIX contra Faust., quod prima sacramenta, quae celebrabantur et observabantur ex lege, praenuntia erant Christi venturi. Sed necessarium erat ad humanam salutem ut adventus Christi praenuntiaretur. Ergo necessarium erat ante Christum sacramenta quaedam disponi.
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[49624] IIIª q. 61 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: S. Agostino scrive che "i primi sacramenti, comandati e celebrati secondo la legge, erano preannunzi del Cristo venturo". Ma per l'umana salvezza era necessario che la venuta di Cristo fosse preannunziata. Dunque era necessario che prima di Cristo fossero istituiti dei sacramenti.
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[49625] IIIª q. 61 a. 3 co. Respondeo dicendum quod sacramenta necessaria sunt ad humanam salutem inquantum sunt quaedam sensibilia signa invisibilium rerum quibus homo sanctificatur. Nullus autem sanctificari potest post peccatum nisi per Christum, quem proposuit Deus propitiatorem per fidem in sanguine ipsius, ad ostensionem iustitiae suae, ut sit ipse iustus et iustificans eum qui ex fide est Iesu Christi. Et ideo oportebat ante Christi adventum esse quaedam signa visibilia quibus homo fidem suam protestaretur de futuro salvatoris adventu. Et huiusmodi signa sacramenta dicuntur. Et sic patet quod ante Christi adventum necesse fuit quaedam sacramenta institui.
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[49625] IIIª q. 61 a. 3 co.
RISPONDO: I sacramenti sono necessari alla salvezza umana in quanto sono segni sensibili delle cose invisibili dalle quali l'uomo viene santificato. Dopo il peccato però nessuno può essere santificato se non da Cristo, che Dio ha prestabilito come vittima di propiziazione per via della fede nel suo sangue, per far risplendere la sua giustizia, affinché sia egli riconosciuto giusto e giustificatore di chi crede in Cristo Gesù. Perciò era necessario che prima della venuta di Cristo ci fossero dei segni visibili con i quali l'uomo testimoniasse la sua fede nel Salvatore futuro. Ora, codesti segni si chiamano sacramenti. È evidente quindi che prima di Cristo era necessaria l'istituzione di qualche sacramento.
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[49626] IIIª q. 61 a. 3 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod passio Christi est causa finalis veterum sacramentorum, quae scilicet ad ipsam significandam sunt instituta. Causa autem finalis non praecedit tempore, sed solum in intentione agentis. Et ideo non est inconveniens aliqua sacramenta ante Christi passionem fuisse.
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[49626] IIIª q. 61 a. 3 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La passione di Cristo è causa finale dei sacramenti dell'antica legge, perché questi erano stati istituiti per simboleggiarla. Ora, la causa finale viene prima, non in ordine di tempo, ma solo d'intenzione. Perciò niente impediva che esistessero dei sacramenti prima della passione di Cristo.
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[49627] IIIª q. 61 a. 3 ad 2 Ad secundum dicendum quod status humani generis post peccatum et ante Christum dupliciter potest considerari. Uno modo, secundum fidei rationem. Et sic semper unus et idem permansit, quia scilicet iustificabantur homines per fidem futuri Christi adventus. Alio modo potest considerari secundum intensionem et remissionem peccati, et expressae cognitionis de Christo. Nam per incrementa temporum et peccatum coepit in homine magis dominari, in tantum quod, ratione hominis per peccatum obtenebrata, non sufficerent homini ad recte vivendum praecepta legis naturae, sed necesse fuit determinari praecepta in lege scripta; et cum his quaedam fidei sacramenta. Oportebat etiam ut per incrementa temporum magis explicaretur cognitio fidei, quia, ut Gregorius dicit, per incrementa temporum crevit divinae cognitionis augmentum. Et ideo etiam necesse fuit quod in veteri lege etiam quaedam sacramenta fidei quam habebant de Christo venturo, determinarentur quae quidem comparantur ad sacramenta quae fuerunt ante legem sicut determinatum ad indeterminatum; quia scilicet ante legem non fuit determinate praefixum homini quibus sacramentis uteretur, sicut fuit per legem. Quod erat necessarium et propter obtenebrationem legis naturalis; et ut esset determinatior fidei significatio.
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[49627] IIIª q. 61 a. 3 ad 2
2. Lo stato del genere umano dopo il peccato prima di Cristo si può considerare in rapporto a due cose. Prima, in rapporto alla fede. E sotto quest'aspetto lo stato del genere umano rimase sempre identico: perché gli uomini in tutto quel tempo venivano giustificati per la fede nel Cristo futuro.
Secondo, tale stato si può considerare in rapporto all'aggravarsi del peccato e a una più esplicita conoscenza del Cristo. Infatti con l'andare del tempo il peccato prese a dominare di più sugli uomini, tanto che a vivere rettamente non bastarono più all'uomo, per la ragione ottenebrata dalle colpe, i precetti della legge naturale, ma fu necessario imporgli con la legge scritta alcune norme; e con esse qualche sacramento della fede. Era pure necessario che progressivamente si facesse più esplicita la conoscenza della fede; perché, come dice S. Gregorio, "col progresso del tempo, progredì la cognizione di Dio". Di qui la necessità che nell'antica legge venissero determinati, in relazione alla fede raggiunta nel Cristo venturo, alcuni sacramenti, i quali stanno a quelli anteriori alla legge come il determinato all'indeterminato; nel senso cioè che prima della legge (mosaica) non era determinatamente prescritto all'uomo di quali sacramenti dovesse servirsi, come lo fu con la legge. E questo era necessario, sia per l'oscurarsi della legge naturale, sia per il bisogno di esprimere la fede con segni più determinati.
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[49628] IIIª q. 61 a. 3 ad 3 Ad tertium dicendum quod sacramentum Melchisedech, quod fuit ante legem, magis assimilatur sacramento novae legis in materia, inquantum scilicet obtulit panem et vinum, ut habetur Gen. XIV, sicut etiam sacrificium novi testamenti oblatione panis et vini perficitur. Sacramenta tamen legis Mosaicae magis assimilantur rei significatae per sacramentum, scilicet passioni Christi, ut patet de agno paschali et aliis huiusmodi. Et hoc ideo ne, propter continuitatem temporis, si permaneret eadem sacramentorum species, videretur esse sacramenti eiusdem continuatio.
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[49628] IIIª q. 61 a. 3 ad 3
3. Il sacramento di Melchisedech, anteriore alla legge mosaica, somiglia di più al sacramento (eucaristico) della nuova legge per la materia; perché "egli offrì pane e vino", come narra la Scrittura, prefigurando con l'oblazione del pane e del vino il sacrificio del nuovo Testamento. Tuttavia i sacramenti della legge mosaica somigliano di più alla cosa significata dal sacramento (eucaristico), cioè alla passione di Cristo: ciò è evidente nell'agnello pasquale e in altri riti consimili. E ciò perché la continuità nel tempo di un medesimo rito sacramentale non inducesse a pensare alla continuità di un identico sacramento.
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