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Se per la confessione si richiedano le sedici condizioni indicate dai maestri
Supplemento
Questione 9
Articolo 4
SEMBRA che per la confessione non si richiedano le sedici condizioni indicate dai maestri, racchiuse nelle parole seguenti: "Semplice ed umile sia la confessione, pura e fedele, - frequente e nuda, discreta, spontanea e vergognosa, - integra, segreta, lacrimosa, sollecita, - coraggiosa, accusatrice e pronta all'obbedienza". Infatti:
1. Fede, semplicità e fortezza sono virtù per se stesse. Perciò non devono esser poste tra le condizioni della confessione.
2. "Puro" è quanto esclude mistura. Ma anche ciò che è "semplice" esclude composizione e mescolanza. Quindi una delle due condizioni è superflua.
3. Un peccato commesso una volta si è tenuti a confessarlo una volta sola. Quindi se uno non ripete la colpa, non è necessario che la confessione sia "frequente".
4. La confessione è ordinata alla soddisfazione. Ma la soddisfazione talora è pubblica. Perciò anche la confessione non sempre dev'essere "segreta".
5. Non si richiede da noi ciò che non è in nostro potere. Ora, effondere lacrime non è in nostro potere. Dunque ciò non è richiesto nella confessione.
RISPONDO: Delle condizioni suddette alcune sono essenziali alla confessione, altre ne sono delle rifiniture complementari. E quelle che sono essenziali si devono alla confessione, o in quanto è un atto di virtù, o in quanto è parte del sacramento.
Se rientrano nella prima serie, esse sono richieste, o dalla virtù in genere, oppure dalla speciale virtù di cui la confessione è un atto, ovvero dalla natura stessa dell'atto. Ora, per la virtù in genere le condizioni sono quattro, come spiega Aristotele. La prima è la consapevolezza. E per questo si dice che la confessione dev'essere "discreta": poiché nell'atto di ogni virtù si richiede la prudenza. E la discrezione sta nel confessarsi in modo da dare più risalto ai peccati più gravi. - La seconda condizione è che chi agisce lo faccia deliberatamente: poiché gli atti virtuosi devono essere volontari. E per questo si dice che la confessione dev'essere "spontanea". - La terza condizione è che si operi a proposito, cioè per il debito fine. Perciò ai dice che la confessione dev'essere "pura", ossia compiuta con retta intenzione. - La quarta condizione è che uno "operi immutabilmente". Per questo si dice che la confessione dev'essere "coraggiosa", in modo da non tralasciarla per vergogna.
Inoltre la confessione è atto della virtù di penitenza, la quale nasce prima di tutto dall'orrore per la bruttezza del peccato. E da questo lato la confessione dev'essere "vergognosa": in modo cioè che il penitente non si vanti dei peccati per il prestigio mondano con essi connesso. - Secondo, deve progredire nel dolore per il peccato commesso. E da questo lato la confessione dev'essere "lacrimosa". - Terzo, deve terminare nel disprezzo di sé. Per questo la confessione dev'essere "umile", in modo che il penitente confessi di essere miserabile e infermo.
Invece per la natura propria dell'atto la confessione dev'essere adatta a manifestare. Ora, la manifestazione può essere impedita da quattro cose. Primo, dalla falsità. E per contrapposizione si dice che dev'esser "fedele", cioè veritiera. - Secondo, dall'oscurità. E per contrapposizione è detto che dev'esser "nuda": cioè non avviluppata dall'oscurità delle parole. - Terzo, dalla prolissità delle parole. E contro tale difetto è detto che dev'esser "semplice"; in modo che non si dica in confessione se non ciò che riguarda la gravità del peccato. - Quarto, si richiede che non si sottragga nulla di quanto va manifestato. E per contrapposizione a questo si dice che dev'essere "integra".
In quanto poi la confessione è parte del sacramento si riferisce al giudizio del sacerdote, che ne è il ministro. Perciò da parte del penitente essa dev'essere "accusatrice"; "pronta all'obbedienza" verso il sacerdote; "segreta" rispetto alla condizione di questo tribunale, in cui si trattano i segreti della coscienza.
Rientrano poi tra le rifiniture della confessione, che essa sia "frequente", e "sollecita", ossia che si sia disposti a confessarsi subito.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Niente impedisce che una virtù rientri fra le condizioni dell'atto di un'altra che da essa può essere comandata; oppure perché un modo o formalità che principalmente appartiene a una data virtù, per partecipazione appartiene anche alle altre.
2. La condizione espressa dall'aggettivo "pura" esclude la cattiva intenzione; mentre "semplice" esclude la mistura di elementi estranei.
3. Questa condizione non è essenziale, ma solo complementare con la confessione.
4. Per lo scandalo degli altri, che dall'ascoltare i peccati potrebbero sentirsi spinti al male, la confessione non deve esser pubblica, ma segreta. Invece nessuno si scandalizza così per l'espiazione pubblica: perché talora si compiono opere consimili satisfattorie per un peccato piccolo, o inesistente.
5. Le lacrime cui si accenna sono quelle del cuore.
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