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Se lo splendore si addica ai corpi glorificati
Supplemento
Questione 85
Articolo 1
SEMBRA che lo splendore non si addica ai corpi glorificati. Infatti:
1. Come nota Avicenna, "tutti i corpi luminosi sono composti di parti trasparenti". Ma le parti del corpo glorioso non sono trasparenti: poiché in alcune di esse, ossia nelle carni e nelle ossa, predomina la terra. Dunque i corpi glorificati non saranno luminosi.
2. Ogni corpo luminoso impedisce di vedere al di là di esso: cosicché l'astro che è dietro viene eclissato, e la fiamma stessa impedisce di vedere gli oggetti che le sono dietro. I corpi gloriosi invece non nasconderanno quanto è dentro di essi: poiché, come dice S. Gregorio nel commentare quel passo di Giobbe, "Non sono paragonabili ad essa né l'oro né il vetro", nella patria celeste "la corporeità delle membra non nasconderà il pensiero di ciascuno alla vista dell'altro, e apparirà agli occhi corporei la stessa armonia inferiore del corpo umano". Perciò i corpi gloriosi non saranno luminosi.
3. La luce richiede nel soggetto una disposizione contraria a quella richiesta dal colore: perché, come spiega Aristotele, "la luce è l'estremità di ciò che è trasparente in un corpo dai bordi non delimitati", mentre "il colore è l'estremità di corpi delimitati". Ma i corpi gloriosi avranno i loro colori; perché, come dice S. Agostino, "la bellezza del corpo è l'armonia delle parti con una certa delicatezza di colori". Ora nei corpi gloriosi non potrà mancare la bellezza. Quindi essi non saranno luminosi.
4. Se i corpi gloriosi saranno dotati di luminosità, codesta dote dovrà essere uguale in tutte le parti del corpo; poiché tutte codeste parti sono ugualmente impassibili, ed agili. Ma questo non è giusto; perché certe membra hanno per la luminosità maggiore disposizione di altre: gli occhi, p. es., vi sono più disposti delle mani, gli spiriti vitali più delle ossa, e gli umori più della carne e dei nervi. Perciò sembra che quei corpi non debbano essere luminosi.
IN CONTRARIO: 1. Nel Vangelo si legge: "I giusti splenderanno come il sole nel regno del loro Padre"; e nella Sapienza: "I giusti brilleranno, e come scintille ...".
2. S. Paolo afferma [a proposito del corpo degli eletti] "Sarà seminato ignobile, risorgerà nella gloria". Ora, queste parole accennano allo splendore, come risulta dal contesto in cui paragona la gloria dei risorti "allo splendore delle stelle". Dunque i corpi dei santi risorgeranno luminosi.
RISPONDO: Che i corpi dei santi dopo la resurrezione saranno splendenti è necessario ammetterlo, per l'autorità della Scrittura che lo promette. Alcuni però ne attribuiscono la causa alla quinta essenza, che allora prenderebbe il predominio sul corpo umano.
Ma questo è assurdo, come spesso abbiamo spiegato; perciò è meglio affermare che codesto splendore sarà causato dalla ridondanza della gloria dell'anima sul corpo. Infatti ciò che un essere riceve lo riceve secondo la propria natura e non secondo la natura di chi glielo comunica. Ecco perché lo splendore che nell'anima è spirituale viene ricevuto dal corpo come splendore corporale. Perciò in base al grado di luminosità dovuto all'anima secondo i suoi meriti, ci sarà pure una differenza di luminosità nei corpi, secondo le parole di S. Paolo. Cosicché nel corpo glorioso si potrà conoscere la gloria dell'anima, come attraverso il vetro si conosce il colore del corpo contenuto in un vaso di vetro, come nota S. Gregorio nell'esegesi di quel testo di Giobbe: "Non sono paragonabili ad essa né l'oro né il vetro".
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Avicenna parla di quei corpi che devono la loro luminosità alla natura degli elementi componenti. Ma non per questa via avrà tale dote il corpo glorioso, bensì dal merito della virtù.
2. S. Gregorio paragona i corpi gloriosi all'oro e al vetro: all'oro per lo splendore, e al vetro per la trasparenza. Perciò essi saranno insieme trasparenti e luminosi. Il fatto che di suo i corpi luminosi non sono trasparenti si deve alla densità delle particelle luminose: infatti la densità è incompatibile con la trasparenza. Ma allora la luminosità sarà prodotta da un'altra causa, come sopra abbiamo detto. Invece la densità dei corpi gloriosi non pregiudica la loro trasparenza: come la densità del vetro non toglie quella del vetro.
Alcuni però dicono che i corpi gloriosi vengono paragonati al vetro non perché sono trasparenti, ma per il fatto che come quanto viene racchiuso nel vetro è sempre visibile, cosi non resterà nascosta la gloria dell'anima racchiusa nel corpo glorificato. - Però la prima spiegazione è migliore; perché salva meglio la dignità del corpo glorioso, ed è più aderente alle parole di S. Gregorio.
3. La gloria del corpo non ne distruggerà la natura, ma la perfezionerà. Quindi il colore dovuto al corpo per la natura dei suoi componenti rimarrà in esso: ma vi si aggiungerà lo splendore derivante dalla gloria dell'anima. Del resto già vediamo che i corpi colorati risplendono per la loro natura, sia per lo splendore del sole, sia per altre cause estrinseche o intrinseche.
4. Come lo splendore della gloria ridonda dall'anima sul corpo secondo la natura di quest'ultimo, e quindi in modo diverso che nell'anima, così in ciascuna parte del corpo esso ridonderà a suo modo. Perciò non ci sono difficoltà ad ammettere che le varie membra abbiano uno splendore diverso, secondo la diversa loro disposizione a codesta luminosità. Ma non si può dire altrettanto delle altre doti del corpo, rispetto alle quali le varie membra non presentano diversità di disposizioni.
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