Sup, 77

Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il tempo e il modo della resurrezione


Supplemento
Questione 77
Proemio

Passiamo ora a considerare il tempo e il modo della resurrezione.
Sull'argomento si pongono quattro quesiti:

1. Se il tempo della resurrezione sarà differito sino alla fine del mondo;
2. Se quel tempo sia nascosto;
3. Se la resurrezione avverrà di notte;
4. Se sarà istantanea.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il tempo e il modo della resurrezione > Se il tempo della resurrezione debba essere differito sino alla fine del mondo, perché tutti risorgano insieme


Supplemento
Questione 77
Articolo 1

SEMBRA che il tempo della resurrezione non debba essere differito sino alla fine del mondo, perché tutti risorgano insieme. Infatti:
1. La corrispondenza delle membra col capo è maggiore di quella delle membra fra loro, come quella di un effetto alla causa è maggiore della corrispondenza reciproca dei vari effetti. Ora, Cristo che è nostro capo, non differì la sua resurrezione alla fine del mondo per risorgere insieme a tutti gli altri. Quindi neppure è necessario che la resurrezione dei primi santi sia rimandata alla fine del mondo per risuscitare insieme agli altri.

2. La resurrezione del capo è causa della resurrezione delle membra. Ma la resurrezione di alcuni membri più nobili, perché più prossimi al capo, non è stata rimandata alla fine del mondo, poiché si è verificata subito dopo la resurrezione di Cristo, come piamente si crede della B. Vergine e di S. Giovanni Evangelista. Quindi anche la resurrezione degli altri tanto più sarà vicina nel tempo alla resurrezione di Cristo, quanto più essi furono a lui conformi per grazia e per merito.

3. Lo stato del nuovo Testamento è più perfetto e porta più chiaramente impressa l'immagine di Cristo di quello del vecchio Testamento. Se dunque alla resurrezione di Cristo alcuni Padri del vecchio Testamento risuscitarono; poiché, come dice S. Matteo, "molti corpi dei Santi defunti risuscitarono"; non pare che la resurrezione dei santi del nuovo Testamento si debba rimandare alla fine del mondo, per avere tutti una sola comune resurrezione.

4. Dopo la fine del mondo non ci sarà più computo di anni; invece dopo la resurrezione universale, passeranno ancora molti anni prima che arrivi la resurrezione degli altri, come risulta da quanto leggiamo nell'Apocalisse: "Vidi le anime dei decollati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio"; e poco dopo: "E vissero e regnarono con Cristo mille anni". Quindi la resurrezione non sarà rimandata alla fine del mondo perché sia simultanea per tutti.

IN CONTRARIO: 1. Sta scritto: "L'uomo, poi che giacque, non sorgerà finche non cadrà il cielo, egli non si risveglierà per levarsi su dal suo sonno", e si parla del sonno della morte. Dunque la resurrezione degli uomini sarà differita a quando il cielo cadrà, cioè alla fine del mondo.

2. Leggiamo inoltre nell'Epistola agli Ebrei: "Gli uomini di Dio, pur dando testimonianza per la fede, non conseguirono l'oggetto della promessa", "cioè la perfetta beatitudine dell'anima e del corpo" [spiega la Glossa], "avendo Dio disposto qualcosa di meglio per noi, perché le cose non arrivassero senza di noi alla perfezione". "cioè al compimento", dice la Glossa: "affinché nel gaudio comune di tutti fosse più grande il gaudio dei singoli".
Ma la resurrezione non avverrà prima della glorificazione dei corpi: perché [Cristo], come dice altrove S. Paolo, "trasformerà il corpo della miseria nostra così che sia conforme al corpo della sua gloria"; e allora "i figli della resurrezione saranno come gli angeli di Dio in cielo", secondo l'espressione evangelica. Quindi la resurrezione sarà differita alla fine del mondo, quando tutti insieme risorgeranno.

RISPONDO: La divina provvidenza, come scrive S. Agostino, stabilì "che i corpi meno nobili ed inferiori fossero retti e guidati in qualche modo dai corpi più sottili e superiori. Perciò tutta la materia dei corpi inferiori è soggetta a mutazioni continue secondo il moto dei corpi celesti. Sarebbe quindi contro l'ordine stabilito dalla divina provvidenza, se la materia dei corpi inferiori arrivasse allo stato di incorruzione, mentre perdura il moto dei corpi superiori. Ora, siccome secondo la fede la resurrezione avverrà in modo da produrre una vita immortale in conformità a Cristo, il quale, come si esprime S. Paolo, "è risorto dai morti per non mai più morire", ne segue che la resurrezione dei corpi umani dovrà essere differita alla fine del mondo, quando cesserà il moto dei cieli. Ecco perché persino alcuni filosofi, convinti dell'eternità del moto dei cieli, ammisero il ritorno delle anime nei corpi mortali come li possediamo adesso: oppure ammettevano, come Empedocle, che l'anima sarebbe ritornata nello stesso corpo alla fine del "grande anno"; ovvero, come Pitagora, ritenevano che "qualsiasi anima potesse entrare in qualunque corpo", stando alle informazioni di Aristotele.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Sebbene tra il capo e le membra ci sia un più intimo rapporto in quanto influisce su di esse, rapporto che invece manca alle varie membra fra loro; tuttavia il capo esercita sulle membra una certa causalità che le membra non hanno; ed in questo esse differiscono dal capo mentre somigliano tra loro. Perciò la resurrezione di Cristo è in qualche modo il modello della nostra resurrezione, mentre la nostra fede in essa ci da la speranza di conseguirla: la resurrezione invece di un membro di Cristo non è causa della resurrezione degli altri suoi membri. Dunque la resurrezione di Cristo doveva precedere la resurrezione di tutti gli altri, che dovranno risorgere "alla fine dei secoli".

2. Alcune tra le membra di Cristo, pur essendo più degne e più simili al capo, non raggiungono mai la dignità e la funzione di capo, così da esser causa rispetto alle altre. Perciò la maggiore conformità a Cristo non esige che la loro resurrezione preceda come modello esemplare la resurrezione degli altri, come invece abbiamo detto della resurrezione di Cristo. Che poi ad alcuni sia stata concessa una resurrezione anticipata rispetto a quella universale, ciò deriva non dal fatto della loro conformità a Cristo, ma da uno speciale privilegio gratuito loro concesso.

3. S. Girolamo è indeciso circa quella resurrezione di santi in coincidenza con la resurrezione di Cristo; dubita cioè che essi, una volta testimoniata la resurrezione di Cristo, siano morti di nuovo, per cui si tratterebbe di un risuscitamento miracoloso, come quello di Lazzaro, più che di una vera resurrezione come avverrà alla fine del mondo; oppure che essi siano risorti col corpo a una vita immortale e perenne, "ascendendo in cielo con Cristo anche col corpo", come dice la Glossa. Ciò sembra più probabile. Perché se dovevano dare una vera testimonianza della vera resurrezione di Cristo, era conveniente che risorgessero realmente, come dice lo stesso S. Girolamo. Comunque è chiaro che la loro resurrezione fu anticipata non per un riguardo verso di essi, ma piuttosto per testimoniare la resurrezione di Cristo. E tali testimonianze sono date per costituire il fondamento della fede del nuovo Testamento. Per tale scopo era più valida la testimonianza dei Padri del vecchio Testamento, piuttosto che quella di coloro che sono morti, quando già era stato fondato il nuovo Testamento.
Va però notato che la loro resurrezione, benché ricordata nel Vangelo prima di quella di Cristo, tuttavia, come risulta dalle varie testimonianze, viene data per anticipazione, come si riscontra spesso negli istoriografi. Nessuno infatti risuscitò definitivamente e realmente prima di Cristo, perché egli è "primizia dei dormienti", come si esprime S. Paolo; quantunque alcuni, Lazzaro, p. es., siano stati richiamati in vita miracolosamente prima della resurrezione di Cristo.

4. Come riferisce S. Agostino, da quelle parole presero lo spunto gli eretici, detti Chiliasti o Millenaristi, i quali affermavano che vi sarebbe stata una prima resurrezione dei morti, che avrebbero regnato con Cristo mille anni su questa terra. Ma, come il Santo dimostra, quelle parole vanno interpretate diversamente: vanno applicate cioè alla resurrezione spirituale, che permette agli uomini di risorgere dal peccato mediante il dono della grazia. Invece la seconda resurrezione è quella dei corpi.
Il "regno di Cristo" è la Chiesa, che abbraccia non solo i martiri ma tutti gli eletti: "si indica qui la parte per il tutto". – Oppure vuol dire che tutti regnano con Cristo nella gloria, ma si fa menzione speciale dei martiri, "perché in modo particolare regnano quei morti, i quali combatterono per la verità fino alla morte".
Oppure il mille qui non ha un significato numerico preciso, ma indica tutto il tempo attuale, in cui i santi regnano con Cristo. Il mille infatti esprime l'universalità meglio di cento: perché cento è il quadrato di dieci, mentre mille è un numero cubico, o solido perché deriva da una doppia moltiplicazione del dieci, ossia dieci volte il quadrato di dieci. I Salmi si esprimono in questo senso in quella frase: "Parola che [Dio] mandò a mille generazioni", cioè "a tutte".



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il tempo e il modo della resurrezione > Se il tempo della resurrezione sia nascosto


Supplemento
Questione 77
Articolo 2

SEMBRA che il tempo della resurrezione non sia nascosto. Infatti:
1. Se di una cosa si conosce con esattezza il principio, se ne può conoscere con esattezza anche la fine, perché "ogni cosa è misurata dal tempo", come dice Aristotele. Ora noi conosciamo con precisione il principio del mondo. Dunque ne possiamo conoscere con esattezza anche la fine. Ma proprio allora ci sarà la resurrezione e il giudizio. Quindi quel tempo non è nascosto.

2. È scritto nell'Apocalisse che "la donna", raffigurante la Chiesa, "ha un posto preparato da Dio, per esservi nutrita mille duecento sessanta giorni". Anche Daniele parla di un determinato numero di giorni, che vanno interpretati come anni, secondo le parole di Ezechiele: "Ti dico un giorno per un anno". Dunque dalla sacra Scrittura è facile sapere con esattezza il tempo della fine del mondo e della resurrezione.

3. Il vecchio Testamento è figura del nuovo. Se dunque conosciamo con precisione il tempo che è durato il vecchio Testamento, si potrà anche sapere quanto durerà il nuovo. Ora, questo durerà fino alla fine del mondo, secondo le parole evangeliche: "Ecco che io sarò con voi fino alla fine del mondo". Possiamo dunque conoscere con precisione quando il mondo finirà e quando ci sarà la resurrezione.

IN CONTRARIO: 1. Ciò che è ignorato dagli Angeli, molto più è occulto per gli uomini, perché tutto ciò che l'uomo può comprendere con la forza della sua ragione, lo comprendono meglio e con maggiore certezza gli angeli per naturale cognizione. Inoltre le stesse rivelazioni destinate agli uomini, si fanno solo per mezzo degli angeli, come spiega Dionigi. Ora, dal Vangelo di S. Matteo risulta che gli angeli ignorano quel tempo: "Intorno a quel giorno e a quell'ora nessuno sa niente, neppure gli angeli del cielo". Quindi neppure gli uomini.

2. Gli Apostoli furono più addentro ai misteri di Dio che gli altri che li seguirono. Infatti S. Paolo afferma che essi "ebbero le primizie dello Spirito", ossia, come spiega la Glossa, "lo ebbero prima e in maggior copia degli altri". Ma proprio a loro, che chiedevano spiegazioni intorno a questo argomento, fu risposto: "Non sta a voi di conoscere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato in suo potere". Quindi molto più la cosa rimane occulta per gli altri.

RISPONDO: Come insegna S. Agostino, "l'età ultima del genere umano, che va dalla venuta di Cristo alla fine del mondo, non si sa quante generazioni esattamente comprenda": esattamente come per la vecchiaia, che è l'ultima età dell'uomo, non è stabilito un tempo determinato in proporzione con le altre età, perché può succedere che essa da sola "si prolunghi quanto le altre insieme".
La ragione di questa ignoranza sta nel fatto che l'ampiezza del tempo futuro non si può conoscere che per rivelazione, o per conoscenza naturale. Ma il periodo di tempo che va fino alla resurrezione non si può determinare con la ragione naturale; perché la resurrezione, come abbiamo detto, sarà concomitante alla cessazione del moto dei cieli, in base al quale con la ragione naturale si prevede il tempo di ciò che accadrà nel futuro. Ma dal moto dei cieli non è possibile prevedere la sua stessa fine, perché, essendo un moto circolare, potrebbe di sua natura durare in perpetuo. Perciò con la ragione naturale non si può determinare il tempo che ci separa dalla resurrezione.
Ma non possiamo arrivarci neppure per mezzo della rivelazione, perché tutti in ogni tempo siamo in attesa e pronti ad andare incontro a Cristo. Ecco perché Gesù anche agli Apostoli rispose: "Non sta a voi di conoscere i tempi o i momenti che il Padre ha riservati in suo potere". "Con tale risposta", scrive S. Agostino, "il Signore ha paralizzato le dita di tutti coloro che intendono fare dei calcoli". Ciò che Cristo non volle rivelare agli Apostoli, che pure glielo chiedevano, non lo rivelerà ad altri.
Ecco perché tutti coloro, che fino ad oggi si misero in capo di determinare quel tempo, sono risultati dei bugiardi. Alcuni, secondo la testimonianza di S. Agostino, "stabilirono quattrocento anni dall'ascensione del Signore al suo ritorno, altri cinquecento, altri mille". La loro falsità è evidente. E così risulteranno falsi i calcoli di coloro che continuano a fare delle predizioni.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Per conoscere la fine di una cosa di cui conosciamo l'inizio, è necessario conoscerne la misura. Se dunque conosciamo l'inizio di una cosa la cui durata è misurata dal moto dei cieli, noi possiamo conoscerne la fine, perché misuriamo codesto moto. Ma la misura della durata del moto del cielo dipende solo dalla volontà divina, che per noi è occulta. Perciò, pur conoscendone bene il principio, non possiamo mai conoscerne la fine.

2. I "mille duecento sessanta giorni" dell'Apocalisse stanno a significare tutto il tempo della durata della Chiesa, senza determinazione del numero di anni. Questo perché la predicazione di Cristo, su cui è fondata la Chiesa, durò tre anni e mezzo, ossia un tempo che corrisponde quasi allo stesso numero di giorni. Così pure il numero degli anni della profezia di Daniele non riguarda il numero preciso degli anni che mancano alla fine del mondo o alla predicazione dell'Anticristo; ma va riferito alla durata della sua predicazione e della sua persecuzione.

3. Pur essendo vero in generale che il nuovo Testamento è prefigurato nel vecchio Testamento, non è detto che ogni singola cosa abbia un corrispettivo particolare: specialmente dopo che in Cristo ebbero il loro compimento tutte le figure del vecchio Testamento. Perciò S. Agostino a coloro che volevano computare il numero delle persecuzioni della Chiesa secondo il numero delle piaghe d'Egitto, diceva: "Io non credo che nelle piaghe d'Egitto siano profetizzate tali persecuzioni; sebbene da quelli che lo credono siano messi a confronto con finezza e con ingegno i particolari di ognuna, servendosi non dello spirito di profezia, ma di congetture dell'ingegno umano, che può talvolta giungere alla verità, ma può anche sbagliare".
Lo stesso bisogna dire degli scritti dell'abate Gioacchino [da Fiore], che per mezzo di tali congetture ha predetto delle cose vere, mentre in altre si è ingannato.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il tempo e il modo della resurrezione > Se la resurrezione avverrà di notte


Supplemento
Questione 77
Articolo 3

SEMBRA che la resurrezione non avverrà di notte. Infatti:
1. Non ci sarà resurrezione, come dice la Scrittura, "fino a che non cadrà il cielo". Ma col cessare del moto dei cieli, che corrisponde alla loro caduta, il tempo verrà a mancare, e non vi sarà più né giorno né notte. Perciò la resurrezione non avrà luogo di notte.

2. La fine di ciascuna cosa dev'essere perfettissima. Se dunque, come dice l'Apocalisse, allora "non ci sarà più il tempo", esso finirà nella sua migliore efficienza, cioè di giorno.

3. La qualità del tempo deve corrispondere a ciò che in esso si svolge. Ecco perché S. Giovanni notò che era notte quando Giuda si allontanò dal consorzio della luce. Ma nella resurrezione avremo la manifestazione perfetta di tutto ciò che ora è nascosto; perché venendo il Signore "illuminerà i nascondigli delle tenebre e manifesterà gli arcani segreti dei cuori", come dice S. Paolo. Perciò essa deve avvenire di giorno.

IN CONTRARIO: 1. La resurrezione di Cristo è il modello della nostra resurrezione. E siccome quella ebbe luogo di notte, come dice S. Gregorio nell'omelia di Pasqua, dunque anche la nostra avverrà di notte.

2. Inoltre, la venuta del Signore è paragonata dal Vangelo alla visita improvvisa del ladro in casa. Ma i ladri lavorano di notte. Quindi anche il Signore verrà di notte. Ma siccome, alla sua venuta ci sarà la resurrezione, come sopra abbiamo detto, ne segue che la resurrezione avverrà di nottetempo.

RISPONDO: Non possiamo sapere con certezza l'ora precisa della resurrezione, come dice il testo delle Sentenze. Tuttavia si può ritenere molto probabile che essa, come dicono alcuni, avverrà nel crepuscolo, quando il sole è a oriente e la luna a occidente: perché si crede che essi furono creati in tale disposizione e quindi completeranno così il moto circolare terminando allo stesso punto. Perciò, si dice che anche Cristo sia risorto a quell'ora.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Con la resurrezione, il tempo finirà: perché essa avrà luogo nello stesso istante in cui cesserà il moto dei cieli. Tuttavia in quel momento le stelle si troveranno disposte come lo sono adesso in un'ora determinata. E per questo si può dire che la resurrezione avverrà in questa o in quell'ora.

2. Il tempo raggiunge la sua disposizione più perfetta a mezzogiorno, perché allora il sole è al massimo del suo splendore. Ma allora la "città di Dio non avrà bisogno né di sole né di luna, perché lo splendore di Dio la illuminerà", come dice l'Apocalisse. Perciò da questo punto di vista poco importa che la resurrezione avvenga di giorno o di notte.

3. Quel tempo potrà essere in consonanza, sia con la manifestazione di ciò che allora avverrà, sia col fatto che esso rimane nascosto. Perciò per entrambe le cose ci può essere una ragione di convenienza: cosicché la resurrezione potrà avvenire sia di giorno che di notte.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il tempo e il modo della resurrezione > Se la resurrezione sarà istantanea o progressiva


Supplemento
Questione 77
Articolo 4

SEMBRA che la resurrezione non sarà istantanea, ma progressiva. Infatti:
1. Leggiamo in Ezechiele la seguente profezia sulla resurrezione dei morti: "Si accostarono le ossa alle ossa. Io guardavo ed ecco su di esse i nervi e le carni risalire e la pelle si distese sopra di esse, ma senza spirito di vita". Perciò la ricostituzione dei corpi precederà il ricongiungimento delle anime. Quindi la resurrezione non sarà istantanea.

2. Non può effettuarsi all'istante ciò che richiede molte azioni tra loro subordinate. Ma la resurrezione esige proprio questo, cioè la raccolta delle ceneri, la ricostituzione del corpo e l'infusione dell'anima. Dunque non può essere istantanea.

3. Ogni suono è misurabile mediante il tempo. Ora, tra le cause della resurrezione, come abbiamo detto, c'è il suono della tromba. Perciò la resurrezione richiederà del tempo, e non sarà istantanea.

4. Nessun moto locale è istantaneo, come dice Aristotele. Ma del moto locale ci dovrà pur essere nella resurrezione per la raccolta delle ceneri. Quindi essa non sarà subitanea.

IN CONTRARIO: 1. S. Paolo afferma: "Tutti risorgeremo all'istante in un batter d'occhio". Dunque la resurrezione sarà istantanea.

2. L'azione di una potenza infinita è istantanea. Ora, come dice il Damasceno, qui interviene la potenza di Dio che è infinita: "Credi che la resurrezione avverrà per virtù divina". Perciò la resurrezione sarà istantanea.

RISPONDO: Abbiamo già visto che nella resurrezione certe funzioni verranno compiute per ministero degli angeli, e altre direttamente dalla virtù di Dio. Ebbene tutto ciò che dipende dal ministero degli angeli non avverrà in un istante, se per istante s'intende la frazione indivisibile del tempo; ma saranno azioni istantanee nel senso che il tempo impiegato sarà impercettibile. Ciò che invece si compirà direttamente per virtù divina, avverrà di un subito, cioè non appena gli angeli avranno compiuto la loro funzione; perché è proprio della virtù superiore condurre a perfezione la virtù inferiore.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Ezechiele come Mosè parlava a un popolo rozzo. Quindi come per farsi capire Mosè parlò della creazione spartendola in sei giorni, sebbene le cose, secondo il pensiero di S. Agostino, siano state create tutte insieme; così Ezechiele volle esprimere diverse fasi della futura resurrezione, sebbene tutto debba avvenire istantaneamente.

2. Tutte quelle operazioni, pur essendo tra loro subordinate in ordine di natura, non lo sono in ordine di tempo: o perché avvengono nello stesso istante; oppure perché l'una succede istantaneamente al compimento dell'altra.

3. Avviene esattamente per quel suono come per le formule dei sacramenti: quel suono sortirà il suo effetto all'ultimo istante in cui finirà di risuonare.

4. La raccolta delle ceneri, che è impossibile senza il moto locale, sarà fatta dagli angeli. Essa quindi sarà fatta in un dato tempo, però impercettibile, per la facilità di operare che compete agli angeli.

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