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Se si contragga irregolarità per il fatto che uno sposa una donna non vergine
Supplemento
Questione 66
Articolo 3
SEMBRA che non si contragga irregolarità per il fatto che uno sposa una donna non vergine. Infatti:
1. Uno è più danneggiato dal proprio difetto che da quello altrui. Ora, se lo sposo non è vergine non diviene irregolare per questo. Molto meno quindi può diventarlo se non è vergine la sua moglie.
2. Può capitare che uno, dopo aver deflorato una donna, la prenda per moglie. Ora, non sembra che costui diventi irregolare: perché né lui né la moglie hanno diviso la propria carne con altri. E tuttavia l'uomo sposa una donna violata. Perciò codesto tipo di bigamia non causa irregolarità.
3. Nessuno può contrarre irregolarità per un fatto involontario. Ma talora l'uomo sposa involontariamente una donna non vergine: cioè quando la crede vergine e la trova corrotta nel consumare il matrimonio. Dunque codesto tipo di bigamia non causa irregolarità.
4. La corruzione che segue il matrimonio è più vergognosa di quella che lo precede. Ora, se dopo aver consumato il matrimonio, la moglie ha rapporti sessuali con un altro, suo marito non diventa irregolare: altrimenti verrebbe punito per il peccato della moglie. E può capitare che le renda il debito coniugale dopo aver conosciuto il fatto, prima che sia stata accusata e condannata per adulterio. Perciò sembra che codesto tipo di bigamia non causi l'irregolarità.
IN CONTRARIO: S. Gregorio ha scritto: "Ti comandiamo di non far mai ordinazioni illecite, escludendo dagli ordini i bigami, o coloro che presero in sposa una moglie non vergine, chi è analfabeta, chi è menomato in qualche parte del corpo, chi è sottoposto alla penitenza pubblica e chi è tenuto a soddisfare funzioni nuziali o particolari obbligazioni del proprio stato".
RISPONDO: Nell'unione tra Cristo e la Chiesa l'unità è da entrambe le parti. Perciò la divisione della carne è una menomazione del sacramento, sia che si riscontri dalla parte del marito, sia che si riscontri dalla parte della moglie. C'è però questa differenza: da parte dell'uomo si richiede che non abbia avuto altre mogli, non che sia vergine; invece da parte della moglie si richiede inoltre la verginità.
Di ciò i Decretisti portano questa ragione: che il vescovo significa la Chiesa militante, di cui prende cura, e nella quale ci sono molte sozzure; la sposa invece significa Cristo, il quale era vergine. Ecco perché la verginità si richiederebbe da parte della sposa e non dello sposo, nell'elevazione di un uomo all'episcopato. — Ma questa ragione è espressamente contraria alle parole dell'Apostolo: "Mariti, amate le vostre mogli come Cristo ama la Chiesa". Da esse risulta che la moglie sta a significare la Chiesa e il marito Cristo. C'è poi l'altra affermazione: "Il marito è il capo della donna, come Cristo lo è della Chiesa".
Perciò altri spiegano che lo sposo rappresenta Cristo, e la sposa rappresenta la Chiesa trionfante, nella quale non c'è nessuna macchia. Ora, Cristo prima ha avuto quasi come concubina la sinagoga. E quindi non deroga alla perfezione del simbolismo sacramentale il fatto che lo sposo l'abbia avuta anche lui.
Ma questa spiegazione è sommamente assurda. Perché come era unica la fede degli antichi e dei moderni, così unica è la Chiesa. Perciò quelli che servivano Dio al tempo della sinagoga, appartenevano alla unità della Chiesa nella quale lo serviamo anche noi. — Inoltre ciò è contro l'espresso insegnamento di Geremia, di Ezechiele e di Osea, che parlano dello sposalizio della sinagoga. Essa quindi non era concubina, ma sposa. — Di più, secondo tale spiegazione la fornicazione sarebbe il segno sacramentale di tale unione: il che è assurdo. Piuttosto fu la gentilità ad essere così violata dal demonio mediante l'idolatria, prima che fosse sposata a Cristo nella fede della Chiesa.
Si deve perciò rispondere che l'irregolarità deriva dalla menomazione del simbolismo sacramentale. Ora, la corruzione carnale fuori del matrimonio, e anteriore ad esso, non produce nessuna menomazione in tale simbolismo dalla parte del coniuge corrotto, bensì da quella dell'altro coniuge; perché l'atto di chi contrae matrimonio ha per oggetto l'altro coniuge e non se stesso; tanto è vero che viene specificato dal termine, il quale, rispetto a codesto atto, è come materia del sacramento. Cosicché, se la donna potesse ricevere gli ordini, come l'uomo diventa irregolare perché sposa una moglie corrotta, e non perché non è vergine lui; la donna sarebbe irregolare perché sposa un uomo corrotto, e non perché lei è corrotta; a meno che non fosse stata corrotta in un matrimonio precedente.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. È così risolta anche la prima difficoltà.
2. Nella soluzione di codesto caso ci sono varie opinioni. La più probabile è che costui non sia irregolare; perché non ha diviso la sua carne con più donne.
3. L'irregolarità non è un castigo, ma un difetto del simbolismo sacramentale. Perciò non è necessario che la bigamia sia volontaria per produrre l'irregolarità. Quindi chi sposa una donna che crede vergine diventa irregolare nel consumare con lei il matrimonio.
4. Se la moglie commette adulterio dopo il matrimonio, il marito non diviene irregolare, se non rendendole il debito dopo quell'atto: altrimenti in nessun modo la corruzione della moglie ricade sull'atto matrimoniale del marito. E anche se questi viene obbligato, o da un tribunale, o dalla propria coscienza a rendere il debito alla moglie che lo chiede, prima che essa venga condannata per adulterio, diviene irregolare. Tuttavia in proposito ci sono varie opinioni: ma quella esposta è la più probabile; perché qui non è in discussione il peccato, ma la sola significazione sacramentale.
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