Sup, 39

Terza parte e Supplemento > I Sacramenti > Impedimenti a ricevere questo sacramento


Supplemento
Questione 39
Proemio

Passiamo ora a parlare degli impedimenti di questo sacramento.
In proposito si pongono sei quesiti:

1. Se impedisca di ricevere questo sacramento il sesso femminile;
2. Se l'impedisca la mancanza dell'uso di ragione;
3. Se lo stato di schiavitù;
4. Se l'omicidio;
5. Se l'illegittimità dei natali;
6. Se i difetti fisici.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Impedimenti a ricevere questo sacramento > Se impedisca di ricevere gli ordini il sesso femminile


Supplemento
Questione 39
Articolo 1

SEMBRA che non possa impedire di ricevere gli ordini il sesso femminile. Infatti:
1. L'ufficio di profeta è superiore a quello di sacerdote: poiché il profeta è intermediario tra Dio e il sacerdote, mentre il sacerdote lo è tra Dio e il popolo. Eppure l'ufficio di profeta talora fu concesso alle donne, come risulta dalla Scrittura. Dunque può loro competere anche il sacerdozio.

2. La prelatura, il martirio e lo stato religioso implicano una superiorità al pari dell'ordine. Ora, alle donne viene conferita la prelatura, com'è evidente, per il nuovo Testamento, nel caso delle abbadesse, e per l'antico nel caso di Debora, la quale fu giudice in Israele. Inoltre riscontriamo in esse il martirio e lo stato religioso. Quindi può loro essere attribuito anche l'ordine.

3. Il potere di ordine risiede nell'anima. Il sesso invece non incide sull'anima. Dunque la differenza di sesso non implica una diversa abilità nella recezione degli ordini.

IN CONTRARIO: 1. S. Paolo ha scritto: "Non permetto alla donna in Chiesa d'insegnare e di esercitare un potere sull'uomo".

2. Negli ordinandi è prerequisita la corona clericale: sebbene non sotto pena di nullità del sacramento. Ma la corona e la tonsura non si addicono alle donne, stando alle parole di S. Paolo. Quindi neppure gli ordini.

RISPONDO: Per ricevere i sacramenti certe cose sono richieste quasi dalla natura stessa del sacramento: e quindi in mancanza di esse uno non può ricevere ne il sacramento, né la grazia sacramentale. Altre invece sono richieste non dalla natura del sacramento, ma dalla legge, per il rispetto dovuto al sacramento. E senza di esse si riceve il sacramento, ma non la grazia sacramentale. Ebbene, il sesso virile è richiesto per ricevere l'ordine non solo in quest'ultima maniera, bensì anche nella prima. Perciò anche se su una donna si facessero tutte le cerimonie dell'ordinazione, essa non riceverebbe l'ordine. Il sacramento infatti essendo un segno, gli atti che lo compiono non devono soltanto produrre la grazia sacramentale, ma esprimerne il segno. Così nell'estrema unzione, come abbiamo visto, si richiede che uno sia infermo, per poter esprimere l'esigenza della guarigione. Ora, poiché il sesso femminile non può esprimere nessuna eminenza di grado, essendo la donna in istato di sudditanza; è chiaro che non può ricevere il sacramento dell'ordine.
Alcuni invece hanno insegnato che il sesso virile è richiesto per legge, e non dall'essenza del sacramento, perché anche nel Decreto [di Graziano] si parla di diaconesse e di presbitere. - Ma la diaconessa è solo una donna cui sono accordate alcune funzioni del diacono, come la lettura dell'omelia nell'ufficio corale. E presbitero sono denominate le vedove, perché presbitero significa anziano.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La profezia non è un sacramento, ma un dono di Dio, il quale non esige una significazione, ma solo una realtà spirituale. E poiché in realtà rispetto alle cose dell'anima la donna non differisce dall'uomo, che anzi talora si trovano delle donne superiori a molti uomini rispetto all'anima, è evidente che essa può ricevere il dono profetico e altri consimili, ma non il sacramento dell'ordine.

2.-3. Sono così risolte anche le altre due difficoltà.
Per le abbadesse però va detto che esse non hanno un'autorità ordinaria, ma solo delegata, per evitare i pericoli della coabitazione di uomini e donne. - Debora poi ebbe un'autorità civile, non già sacerdotale: come anche adesso le donne possono avere il dominio temporale.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Impedimenti a ricevere questo sacramento > Se i bambini e quanti sono privi dell'uso di ragione possano ricevere gli ordini


Supplemento
Questione 39
Articolo 2

SEMBRA che i bambini e quanti sono privi dell'uso di ragione non possano ricevere gli ordini. Infatti:
1. Nelle Sentenze è detto che i sacri canoni hanno stabilito l'età precisa per ricevere gli ordini. Ma ciò non sarebbe, se i bambini stessi potessero ricevere il sacramento dell'ordine.

2. L'ordine è un sacramento superiore al matrimonio. Ma i bambini e quanti sono privi dell'uso di ragione non possono contrarre matrimonio. Dunque neppure possono ricevere gli ordini.

3. A detta del Filosofo, "la potenza appartiene a chi ne possiede l'atto". Ma l'atto o esercizio dell'ordine esige l'uso di ragione. Quindi l'esige anche la recezione del suo potere.

IN CONTRARIO: 1. Chi è stato promosso agli ordini prima dell'età della discrezione talora ottiene la facoltà di esercitarli, senza essere riordinato, come risulta dai canoni. Ma questo non si concederebbe, se l'ordinazione non fosse stata valida. Dunque un bambino è in grado di ricevere gli ordini.

2. I bambini possono ricevere gli altri sacramenti che imprimono il carattere, cioè il battesimo e la cresima. Quindi possono ricevere anche l'ordine.

RISPONDO: L'infanzia e gli altri difetti che tolgono l'uso della ragione impediscono l'esercizio degli atti. Perciò tutti i sacramenti che richiedono un atto da parte di chi li riceve, come la penitenza, il matrimonio e simili, non possono essere conferiti ai bambini. Invece le facoltà infuse, essendo come quelle naturali anteriori agli atti, a differenza di quelle acquisite, eliminati gli atti non vengono a cessare. Ecco perché tutti i sacramenti in cui gli atti di chi li riceve non sono richiesti dalla natura del sacramento, e che trasmettono un potere o facoltà spirituale, possono essere ricevuti dai bambini e da quanti sono privi dell'uso di ragione. Tuttavia si noti che per il rispetto dovuto al sacramento per gli ordini minori si richiede l'età della discrezione; ma ciò non è imposto né dalla legge né dalla validità stessa del sacramento.
Ecco perché alcuni, quando la necessità lo richiede ed esiste la speranza di uno sviluppo in tal senso, possono essere promossi lecitamente agli ordini minori prima dell'età della discrezione, e ricevere così l'ordinazione: poiché sebbene per il momento non siano idonei a compierne le funzioni, possono diventarlo poi esercitandosi in esse. - Invece per gli ordini maggiori l'uso di ragione è richiesto, e dal rispetto dovuto al sacramento, e dalla legge: sia per l'annesso voto di castità, sia perché essi implicano l'amministrazione dei sacramenti. - Quanto poi all'episcopato, in cui si riceve il potere sul corpo mistico, si richiede un atto [di accettazione] da parte di chi assume la cura pastorale. Perciò la natura stessa della consacrazione episcopale esige nel candidato l'uso di ragione.
Alcuni invece affermano che in tutti gli ordini è richiesto, per la validità stessa del sacramento, l'uso di ragione. Ma la loro affermazione non è confermata né dalla ragione né dall'autorità.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come abbiamo ora spiegato, non tutto ciò che è imposto dalla legge è necessario per la validità del sacramento.

2. Il matrimonio viene causato dal consenso, il quale non può esserci senza l'uso di ragione. Invece per ricevere l'ordine non si richiede un atto da parte del candidato. Il che risulta evidente dalle cerimonie della consacrazione. Perciò il paragone non regge.

3. La potenza appartiene a chi ne possiede l'atto; tuttavia talora la potenza precede l'atto, com'è evidente per il libero arbitrio. Lo stesso avviene nel caso nostro.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Impedimenti a ricevere questo sacramento > Se lo stato di schiavitù impedisca di ricevere gli ordini


Supplemento
Questione 39
Articolo 3

SEMBRA che lo stato di schiavitù non impedisca di ricevere gli ordini. Infatti:
1. La soggezione corporale non è incompatibile con la preminenza spirituale. Ora, nello schiavo c'è una soggezione corporale. Quindi egli non è impedito di ricevere la preminenza spirituale che viene data con l'ordine.

2. Quanto è occasione di umiltà non deve impedire di ricevere un sacramento. Ma tale è appunto la schiavitù: cosicché l'Apostolo consiglia che, "se uno può emanciparsi, preferisca piuttosto di servire nella schiavitù". Perciò questa non deve impedire l'ascesa agli ordini.

3. È più vergognoso che un chierico sia venduto come schiavo, piuttosto che uno schiavo diventi chierico. Ora, è lecito per un chierico esser venduto schiavo: poiché S. Paolino vescovo di Nola vendette così se stesso, come si legge nei Dialoghi. Quindi a più forte ragione uno schiavo può esser promosso chierico.

IN CONTRARIO: sembra che tale stato comprometta la stessa validità del sacramento. Infatti: 1. La donna non può ricevere l'ordine a motivo del suo stato di sudditanza. Ora, la sudditanza dello schiavo è ancora più grave: poiché la donna non è data all'uomo come schiava; tanto è vero che non fu creata dai piedi di lui. Dunque neppure lo schiavo è in grado di ricevere l'ordine.

2. Per il fatto che uno riceve un ordine è tenuto a compierne le funzioni. Ma non è possibile che uno possa servire simultaneamente un padrone carnale e compiere un ministero spirituale. Quindi lo schiavo non può ricevere l'ordine; perché non si può arrecare un danno al padrone.

RISPONDO: Con l'ordinazione uno si vota al servizio di Dio. Ora, poiché nessuno può offrire ciò che non gli appartiene, lo schiavo, che non ha potere su se stesso, non può essere ordinato. Se però lo fosse, riceverebbe l'ordinazione: perché la condizione libera è richiesta non per la validità del sacramento, ma per legge; essendo la schiavitù un impedimento non per la potestà di ordine, ma per il suo esercizio. Lo stesso vale per chi è gravato da altre obbligazioni, p. es., dai debiti.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: Col ricevere la potestà spirituale si contrae l'obbligo di compiere anche degli atti materiali. Di qui l'incompatibilità con la soggezione corporale.

2. Uno può prendere occasione di umiliarsi da molte altre cose, che non sono d'ostacolo all'esercizio degli ordini. Perciò l'argomento non regge.

3. S. Paolino fece quell'atto per un eccesso di carità, guidato dallo Spirito di Dio. E lo dimostrarono le conseguenze: poiché il suo gesto valse a liberare dalla schiavitù molti suoi diocesani. Perciò da esso non si può tirare conseguenza alcuna: perché "dove c'è lo Spirito del Signore, ivi è la libertà".

4. I segni sacramentali devono il loro significato alla natura. Ora, dalla natura ha uno stato di sudditanza la donna, ma non lo schiavo. Perciò il paragone non regge.

5. Se l'ordinazione di uno schiavo avviene a conoscenza del padrone e senza la sua protesta, ne produce per se stessa l'emancipazione. Se avviene all'insaputa del padrone, allora il vescovo e chi l'ha presentato sono tenuti a sborsare al padrone il doppio del prezzo dello schiavo, se essi sapevano che si trattava di uno schiavo. Altrimenti, se lo schiavo possiede un peculio deve redimere se stesso: diversamente egli torna schiavo del suo padrone, sebbene questo gl'impedisca l'esercizio del proprio ordine.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Impedimenti a ricevere questo sacramento > Se per l'omicidio debba essere interdetto l'accesso agli ordini sacri


Supplemento
Questione 39
Articolo 4

SEMBRA che per l'omicidio non debba essere interdetto l'accesso agli ordini sacri. Infatti:
1. Gli ordini sacri presero inizio dall'ufficio dei leviti, come abbiamo notato sopra. Ma i leviti "consacrarono le loro mani" con l'effusione del sangue dei loro fratelli, secondo l'espressione della Scrittura. Dunque nel nuovo Testamento non si deve interdire a nessuno di ricevere gli ordini per l'effusione del sangue.

2. Nessuno dev'essere escluso da un sacramento per un atto di virtù. Ma talora il sangue viene sparso per giustizia, dal giudice, p. es., il quale peccherebbe a non farlo avendone l'incarico. Quindi per questo egli non può essere impedito di ricevere l'ordine.

3. La pena non è dovuta che a una colpa. Ma talora alcuni compiono l'omicidio senza colpa: come quando si uccide per legittima difesa, o casualmente. Perciò costoro non devono incorrere la pena dell'irregolarità.

IN CONTRARIO: Molti canoni, nonché la consuetudine della Chiesa, stabiliscono il contrario.

RISPONDO: Tutti gli ordini sono connessi col sacramento dell'Eucarestia, che è il sacramento della pace a noi ottenuta dall'effusione del sangue di Cristo. E poiché l'omicidio è la cosa più contraria alla pace, e gli omicidi somigliano più agli uccisori di Cristo che a Cristo vittima, cui tutti i ministri di codesto sacramento devono conformarsi, è stabilito per legge che i candidati agli ordini non abbiano ucciso nessun uomo; sebbene ciò non sia indispensabile per la validità del sacramento.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'antica legge infliggeva la pena di morte, non così invece la nuova. Perciò i ministri dell'antica legge non sono paragonabili a quelli della nuova, che è "un giogo soave e un peso leggero".

2. L'irregolarità s'incorre non solo per il peccato, ma principalmente per l'inabilità di una persona ad amministrare il sacramento dell'Eucarestia. Ecco perché diventano irregolari il giudice e tutti quelli che prendono parte a una condanna capitale, poiché l'effusione del sangue non si addice ai ministri di questo sacramento.

3. Perché uno faccia una cosa deve esserne causa, e dall'uomo è causato solo ciò che è volontario. Perciò chi uccide senza saperlo in un omicidio casuale, non può dirsi omicida, né incorre un'irregolarità: a meno che non stesse facendo una cosa illecita, o abbia omesso la debita diligenza, perché allora l'atto è in qualche modo volontario. E se non incorre l'irregolarità non è perché è esente da colpa: potendosi essa incorrere anche senza quest'ultima. Ecco perché anche chi uccide un uomo senza colpa per legittima difesa, tuttavia diventa irregolare.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Impedimenti a ricevere questo sacramento > Se l'illegittimità dei natali debba impedire di ricevere gli ordini


Supplemento
Questione 39
Articolo 5

SEMBRA che l'illegittimità dei natali non debba impedire di ricevere gli ordini. Infatti:
1. "II figlio non deve portare l'iniquità del padre". Ma la porterebbe, se per il motivo ricordato gli fosse impedito di ricevere gli ordini.

2. È più giusto che uno sia impedito da un difetto proprio che da quelli altrui. Ora, non sempre uno viene impedito dal ricevere gli ordini da una propria fornicazione. Dunque non può esserne impedito da quella di suo padre.

IN CONTRARIO: Nel Deuteronomio si legge: "Chi è nato da una unione illegittima non entri nell'assemblea di Dio fino alla decima generazione". Molto meno dunque costui può essere promosso agli ordini sacri.

RISPONDO: Gli ordinati sono costituiti in dignità rispetto agli altri. Essi quindi devono avere un certo decoro, non per la validità del sacramento, ma per disposizione delle leggi: essi cioè devono godere buona fama, avere buoni costumi e non essere pubblici penitenti. E poiché il decoro personale viene oscurato dall'origine peccaminosa, anche gli illegittimi vengono esclusi dagli ordini, a meno che non si abbia una dispensa; la quale deve essere tanto più difficile quanto l'origine è più disonesta.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'irregolarità non è un castigo dovuto a una colpa. Perciò gli illegittimi non portano l'iniquità del padre per il fatto che sono irregolari.

2. Gli atti personali possono essere cancellati con la penitenza e con atti contrari; non così i difetti contratti per nascita. Perciò non c'è paragone tra l'atto peccaminoso e l'origine illegittima.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Impedimenti a ricevere questo sacramento > Se un difetto fisico possa impedire di ricevere gli ordini


Supplemento
Questione 39
Articolo 6

SEMBRA che per un difetto fisico nessuno possa essere escluso dal ricevere gli ordini sacri. Infatti:
1. "Non si deve aggiungere afflizione a chi è afflitto". Dunque nessuno va privato dei gradi dell'ordine in pena di un difetto fisico.

2. Per esercitare l'ordine è più richiesta l'integrità di discrezione che quella fisica. Eppure alcuni possono essere promossi agli ordini prima dell'età della discrezione. Quindi può esserlo anche chi ha un difetto corporale.

IN CONTRARIO: Nell'antica legge costoro erano esclusi dal ministero sacro. Perciò a maggior ragione devono esserlo nella legge nuova. - Dei bigami poi parleremo nel trattato sul matrimonio.

RISPONDO: Come abbiamo già visto, uno è reso inabile a ricevere gli ordini, o perché impedito di svolgerne le funzioni, o per mancanza di decoro personale. Ecco perché le persone menomate fisicamente nelle loro membra sono escluse dagli ordini, se il loro difetto è tale da infliggere una macchia notevole al loro decoro personale, come, p. es., la privazione del naso; o da compromettere il ministero da compiere. Altrimenti l'impedimento non esiste.
Tale integrità però è richiesta dalla legge, ma non per la validità del sacramento.

Sono così risolte anche le difficoltà.

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