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Se il potere delle chiavi si estenda alla remissione della colpa
Supplemento
Questione 18
Articolo 1
SEMBRA che il potere delle chiavi si estenda alla remissione della colpa. Infatti:
1. Il Signore disse ai discepoli: "A coloro cui rimetterete i peccati, saranno rimessi". Ora, questo non si riduce solo a una dichiarazione circa il perdono ottenuto, come vuole il Maestro nelle Sentenze; perché allora il sacerdote del nuovo Testamento non avrebbe un potere superiore a quello di un sacerdote dell'antica legge. Egli dunque esercita il potere di rimettere la colpa.
2. Nella penitenza viene data la grazia che ha per oggetto la remissione dei peccati. Ora, dispensatore di questo sacramento è il sacerdote in virtù delle chiavi. Perciò, siccome la grazia si contrappone al peccato, non per le conseguenze di pena, ma in quanto esso è una colpa, è chiaro che il sacerdote in forza delle chiavi influisce sulla remissione della colpa.
3. Riceve maggiore virtù il sacerdote dalla propria consacrazione, di quanto non ne abbia ricevuto l'acqua del battesimo dalla sua benedizione. Ora, l'acqua del battesimo riceve tale virtù, per cui, come dice S. Agostino "tocca il corpo e lava il cuore". Dunque a fortiori il sacerdote riceve nella sua consacrazione il potere di lavare il cuore dalla macchia della colpa.
IN CONTRARIO: 1. Il Maestro insegna che Dio non ha conferito al ministro questo potere di cooperare con lui nella purificazione inferiore. Ma se egli potesse rimettere la colpa coopererebbe a codesta purificazione. Dunque il potere delle chiavi non si estende alla remissione della colpa.
2. Il peccato non può essere rimesso che mediante lo Spirito Santo. Ma dare lo Spirito Santo non appartiene a nessun uomo, come ha scritto il Maestro. Perciò anche rimettere i peccati sotto
l'aspetto di colpa.
RISPONDO: Come dice Ugo di S. Vittore, "i sacramenti in virtù della loro santificazione contengono la grazia invisibile". Ora, questa santificazione talora è indispensabile per il sacramento sia nella materia che nel ministro, come nel caso della cresima: e allora l'efficacia del sacramento deriva congiuntamente da entrambi.
Talora invece per il sacramento non si richiede che la santificazione della materia, come nel battesimo, poiché esso non ha un ministro determinato nei casi di necessità: e allora tutta la virtù o l'efficacia sacramentale risiede nella materia. Talora poi è indispensabile per il sacramento la consacrazione o santificazione del ministro, senza nessuna santificazione della materia: e allora tutta la virtù del sacramento risiede nel ministro, come avviene appunto nella penitenza. Perciò il potere delle chiavi che risiede nel sacerdote sta all'effetto del sacramento della penitenza, come la virtù che risiede nell'acqua del battesimo sta all'effetto del battesimo. Ora, il battesimo e il sacramento della penitenza hanno in qualche modo il medesimo effetto: perché l'uno e l'altro sono ordinati direttamente contro la colpa, a differenza degli altri sacramenti. Però differiscono in questo, che il sacramento della penitenza, avendo come parte sua quasi materiale gli atti del penitente, non si può conferire che agli adulti, nei quali è indispensabile la preparazione per ricevere gli effetti sacramentali. Invece il battesimo si può dare e agli adulti e ai bambini nonché ad altri privi dell'uso di ragione: perciò col battesimo viene data ai bambini la grazia e la remissione dei peccati senza nessuna preparazione da parte loro: non però agli adulti, nei quali si richiede una preparazione che tolga le cattive disposizioni. Ora, questa preparazione talora è sufficiente per ottenere la grazia prima ancora di ricevere il battesimo, però non senza il desiderio del battesimo, dopo la predicazione del Vangelo. Altre volte invece tale preparazione non precede nel tempo, ma è simultanea al conferimento del battesimo: e allora la grazia con la remissione della colpa viene data col battesimo. Invece col sacramento della penitenza non viene mai conferita la grazia, senza che ci sia, o ci sia stata una preparazione. Perciò la virtù o potere delle chiavi compie la remissione della colpa o perché esiste nel desiderio, oppure perché viene esercitata, ossia come l'acqua nel battesimo.
Però, come il battesimo non agisce quale agente principale, bensì quale strumento, in quanto non arriva a produrre direttamente la grazia, neppure strumentalmente, ma è causa dispositiva alla grazia, che produce la remissione della colpa, così avviene anche per il potere delle chiavi. Soltanto Dio quindi rimette direttamente la colpa; e per sua virtù agiscono strumentalmente sia il battesimo, quale strumento inanimato, che il sacerdote quale "strumento animato", ossia come fa "il servo", secondo il Filosofo. Dunque il sacerdote agisce come ministro.
Perciò è evidente che il potere delle chiavi è ordinato in qualche modo alla remissione della colpa, non come causa diretta, bensì come causa dispositiva. Se uno quindi prima dell'assoluzione non fosse perfettamente disposto a ricevere la grazia, se non mette ostacoli, consegue la grazia nella confessione stessa e nell'assoluzione sacramentale. Se invece, come dicono alcuni, il potere delle chiavi non fosse ordinato in nessun modo a rimettere la colpa, ma solo alla remissione della pena, non si esigerebbe per la remissione della colpa il desiderio di ricevere l'effetto delle chiavi: come non si esige il desiderio di ricevere gli altri sacramenti che non sono ordinati contro la colpa, ma contro la pena. Il fatto però che l'uso delle chiavi richiede sempre una preparazione da parte del penitente, dimostra che il potere delle chiavi non è ordinato alla remissione della colpa. Lo stesso sarebbe del battesimo, se non venisse conferito che agli adulti.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come dice il Maestro nel testo delle Sentenze, ai sacerdoti è stato affidato il potere di rimettere i peccati non per virtù propria, il che appartiene a Dio; ma per mostrare quali ministri la remissione operata da Dio. Questo però può esser fatto in tre modi. Primo, mostrandolo non come cosa già presente, bensì promettendola come futura, senza cooperare affatto ad ottenerla. E in tal modo esprimevano l'agire di Dio i sacramenti dell'antica legge. Perciò il sacerdote della legge antica mostrava soltanto, ma non aveva nessuna efficacia.
Secondo, in modo da indicare l'opera di Dio come presente, senza però influire su di essa. Ebbene, alcuni affermano che i sacramenti della nuova legge esprimono così il conferimento della grazia, che Dio dona nell'amministrazione dei sacramenti, senza che in questi si trovi una virtù che cooperi al conferimento di essa. E secondo quest'opinione anche il potere delle chiavi servirebbe solo per manifestare l'opera compiuta da Dio nel rimettere la colpa nell'atto in cui si riceve il sacramento.
Terzo, in modo da indicare l'opera di Dio nella remissione della colpa come realtà presente, compiendo a tale scopo qualche cosa in maniera dispositiva e strumentale. E così, secondo un'altra opinione più comune, i sacramenti della nuova legge mostrano la purificazione compiuta da Dio. Ebbene è in tal senso che nel nuovo Testamento anche il sacerdote dichiara i peccatori assolti dalla colpa: perché le conclusioni relative ai sacramenti devono proporzionalmente valere per il potere dei ministri. - Né fa difficoltà, per questa causalità dispositiva delle chiavi della Chiesa, il fatto che talora la colpa sia già rimessa: come non fa difficoltà che possa predisporre il battesimo, per quanto dipende da esso, in colui che è già santificato prima di riceverlo.
2. Né il sacramento della penitenza né il sacramento del battesimo producono la grazia e la remissione della colpa direttamente, ma in maniera dispositiva.
3. È così risolta anche la terza difficoltà.
Le altre argomentazioni dimostrano che il potere delle chiavi non opera direttamente la remissione della colpa. E questo bisogna concederlo.
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