[29888] Iª q. 35 a. 2 arg. 2 Praeterea, de ratione imaginis est similitudo cum expressione, ut Augustinus dicit, in libro octoginta trium quaest. Sed hoc convenit spiritui sancto, procedit enim ab alio secundum modum similitudinis. Ergo spiritus sanctus est imago. Et ita non est proprium filii quod sit imago.
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[29888] Iª q. 35 a. 2 arg. 2
2. Secondo S. Agostino rientrano nel concetto di immagine la somiglianza e l'espressione. Ma questo conviene anche allo Spirito Santo; perché anch'egli procede da altri secondo somiglianza. Perciò anche lo Spirito Santo è immagine. Dunque essere immagine non è proprio del Figlio.
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[29889] Iª q. 35 a. 2 arg. 3 Praeterea, homo etiam dicitur imago Dei, secundum illud I ad Cor. XI, vir non debet velare caput suum, quoniam imago et gloria Dei est. Ergo non est proprium filio.
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[29889] Iª q. 35 a. 2 arg. 3
3. Anche l'uomo, al dire di S. Paolo, è immagine di Dio: «L'uomo no, non deve coprir di velo la testa, essendo immagine e gloria di Dio». Perciò non è proprio del Figlio.
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[29891] Iª q. 35 a. 2 co. Respondeo dicendum quod doctores Graecorum communiter dicunt spiritum sanctum esse imaginem patris et filii. Sed doctores Latini soli filio attribuunt nomen imaginis, non enim invenitur in canonica Scriptura nisi de filio. Dicitur enim Coloss. I, qui est imago Dei invisibilis, primogenitus creaturae; et ad Hebr. I, qui cum sit splendor gloriae, et figura substantiae eius. Huius autem rationem assignant quidam ex hoc, quod filius convenit cum patre non solum in natura, sed etiam in notione principii, spiritus autem sanctus non convenit cum filio nec cum patre in aliqua notione. Sed hoc non videtur sufficere. Quia sicut secundum relationes non attenditur in divinis neque aequalitas neque inaequalitas, ut Augustinus dicit; ita neque similitudo, quae requiritur ad rationem imaginis. Unde alii dicunt quod spiritus sanctus non potest dici imago filii, quia imaginis non est imago. Neque etiam imago patris, quia etiam imago refertur immediate ad id cuius est imago; spiritus sanctus autem refertur ad patrem per filium. Neque etiam est imago patris et filii, quia sic esset una imago duorum, quod videtur impossibile. Unde relinquitur quod spiritus sanctus nullo modo sit imago. Sed hoc nihil est. Quia pater et filius sunt unum principium spiritus sancti, ut infra dicetur, unde nihil prohibet sic patris et filii, inquantum sunt unum, esse unam imaginem; cum etiam homo totius Trinitatis sit una imago. Et ideo aliter dicendum est quod, sicut spiritus sanctus, quamvis sua processione accipiat naturam patris, sicut et filius, non tamen dicitur natus; ita, licet accipiat speciem similem patris, non dicitur imago. Quia filius procedit ut verbum, de cuius ratione est similitudo speciei ad id a quo procedit; non autem de ratione amoris; quamvis hoc conveniat amori qui est spiritus sanctus, inquantum est amor divinus.
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[29891] Iª q. 35 a. 2 co.
RISPONDO: I Padri greci usano dire che lo Spirito Santo è immagine del Padre e del Figlio. I latini invece il nome di Immagine non l'attribuiscono che al Figlio: giacché nella Scrittura non si trova riferito che al Figlio. Infatti S. Paolo afferma: «Egli è immagine dell'invisibile Dio, il primogenito di tutte le creature»; e altrove: «Egli è il riflesso della gloria di Dio e l'impronta della sua sostanza».
La ragione di questa [riserva dei Padri latini] secondo alcuni, starebbe nel fatto che il Figlio è simile al Padre non solo nella natura, ma anche nella nozione di principio; lo Spirito Santo invece non conviene in nessuna nozione né col Padre né col Figlio. – Questo però non pare sufficiente. Perché dalle relazioni in Dio non può provenire né uguaglianza né disuguaglianza, come spiega S. Agostino; e così neppure quella somiglianza, che sarebbe richiesta per l'immagine.
Perciò altri dicono che lo Spirito Santo non si può dire immagine del Figlio perché non si può parlare dell'immagine di un'immagine. E neppure lo si può dire immagine del Padre: perché l'immagine si riferisce senza intermediari al soggetto di cui è immagine; mentre lo Spirito Santo si riferisce al Padre mediante il Figlio. E neppure può essere simultaneamente immagine del Padre e del Figlio: perché sarebbe immagine unica di due [Persone distinte], il che è impossibile, Quindi ne concludono che lo Spirito Santo in nessun modo può essere immagine. - Ma tutto questo non vale nulla. Infatti, come si dirà in seguito, il Padre ed il Figlio sono un unico principio dello Spirito Santo: e perciò niente impedisce che del Padre e del Figlio, in quanto sono un unico principio, ci sia un'unica immagine; dal momento che anche l'uomo è una sola immagine di tutta la Trinità.
Perciò si deve procedere diversamente. Come lo Spirito Santo, sebbene nella sua processione riceva, non meno del Figlio, la stessa natura del Padre, tuttavia non si dice nato; così, quantunque riceva la forma simile a quella del Padre, nondimeno non lo si dice immagine. Perché il Figlio procede come Verbo, e il concetto di verbo [mentale] implica somiglianza di specie con il soggetto da cui procede; mentre [tale somiglianza] non è implicita nel concetto di amore, sebbene sia evidente in quell'Amore che è lo Spirito Santo, perché amore divino.
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[29894] Iª q. 35 a. 2 ad 3 Ad tertium dicendum quod imago alicuius dupliciter in aliquo invenitur. Uno modo, in re eiusdem naturae secundum speciem, ut imago regis invenitur in filio suo. Alio modo, in re alterius naturae, sicut imago regis invenitur in denario. Primo autem modo, filius est imago patris, secundo autem modo dicitur homo imago Dei. Et ideo ad designandam in homine imperfectionem imaginis, homo non solum dicitur imago, sed ad imaginem, per quod motus quidam tendentis in perfectionem designatur. Sed de filio Dei non potest dici quod sit ad imaginem, quia est perfecta patris imago.
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[29894] Iª q. 35 a. 2 ad 3
3. L'immagine di una data cosa può trovarsi nei vari soggetti in due differenti modi. Primo, [può trovarsi] in una cosa della stessa natura specifica; come l'immagine del re si trova nel suo figlio. Secondo, in un soggetto di natura diversa; come l'immagine del re si trova nelle monete. Il Figlio (di Dio) è immagine del Padre nella prima maniera; l'uomo invece si dice immagine di Dio nella seconda maniera. E perciò per indicare che nell'uomo l'immagine è imperfetta non si dice semplicemente che l'uomo è immagine, ma ad immagine, per designare cioè la tendenza alla perfezione. Del Figlio di Dio invece non si può dire che è ad immagine del Padre, perché ne è l'immagine perfettissima.
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