Parte prima > Trattato sulla Trinità delle Persone > La pluralità delle Persone in Dio > Se in Dio vi siano più di tre persone
Prima pars
Quaestio 30
Articulus 2
[29702] Iª q. 30 a. 2 arg. 1 Ad secundum sic proceditur. Videtur quod in Deo sint plures personae quam tres. Pluralitas enim personarum in divinis est secundum pluralitatem proprietatum relativarum, ut dictum est. Sed quatuor sunt relationes in divinis, ut supra dictum est, scilicet paternitas, filiatio, communis spiratio et processio. Ergo quatuor personae sunt in divinis.
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Prima parte
Questione 30
Articolo 2
[29702] Iª q. 30 a. 2 arg. 1
SEMBRA che in Dio vi siano più di tre persone. Infatti:
1. La pluralità delle persone in Dio, come si è detto, è data dalla. pluralità delle proprietà relative. Ma queste, come si è visto, sono quattro, cioè la paternità, la filiazione, la comune spirazione e la processione. Perciò in Dio si hanno quattro persone.
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[29703] Iª q. 30 a. 2 arg. 2 Praeterea, non plus differt natura a voluntate in Deo, quam natura ab intellectu. Sed in divinis est alia persona quae procedit per modum voluntatis, ut amor; et alia quae procedit per modum naturae, ut filius. Ergo est etiam alia quae procedit per modum intellectus, ut verbum; et alia quae procedit per modum naturae, ut filius. Et sic iterum sequitur quod non sunt tantum tres personae in divinis.
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[29703] Iª q. 30 a. 2 arg. 2
2. In Dio la natura non differisce dalla volontà più che dall'intelletto. Ma in Dio la persona che come amore procede per azione di volontà è diversa da quella che come figlio procede per processione naturale [o generazione]. Perciò anche quella, che procede come Verbo per azione intellettuale è diversa da quella che procede come Figlio per generazione. E così si ha di nuovo che in Dio vi sono più di tre persone.
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[29704] Iª q. 30 a. 2 arg. 3 Praeterea, in rebus creatis quod excellentius est, plures habet operationes intrinsecas, sicut homo supra alia animalia habet intelligere et velle. Sed Deus in infinitum excedit omnem creaturam. Ergo non solum est ibi persona procedens per modum voluntatis et per modum intellectus, sed infinitis aliis modis. Ergo sunt infinitae personae in divinis.
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[29704] Iª q. 30 a. 2 arg. 3
3. Nelle creature quelle che sono superiori alle altre hanno anche un numero maggiore di operazioni intrinseche: l'uomo, p. es., in confronto degli animali ha in più l'intendere e il volere. Ma Dio è infinitamente superiore alle creature. Quindi in lui si ha non solo la persona che procede per l'operazione della volontà, e quella che procede per azione dell'intelletto, ma [un'infinità di altre che procedono] per infinite altre azioni. Perciò in Dio vi è un numero infinito di persone.
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[29705] Iª q. 30 a. 2 arg. 4 Praeterea, ex infinita bonitate patris est, quod infinite seipsum communicet, producendo personam divinam. Sed etiam in spiritu sancto est infinita bonitas. Ergo spiritus sanctus producit divinam personam, et illa aliam, et sic in infinitum.
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[29705] Iª q. 30 a. 2 arg. 4
4. Che il Padre si comunichi in modo infinito producendo una persona divina proviene dalla sua infinita bontà. Ma anche nello Spirito Santo c'è una bontà infinita. Perciò anche lo Spirito Santo produce una persona divina, e questa un'altra, e così all'infinito.
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[29706] Iª q. 30 a. 2 arg. 5 Praeterea, omne quod continetur sub determinato numero, est mensuratum, numerus enim mensura quaedam est. Sed personae divinae sunt immensae, ut patet per Athanasium, immensus pater, immensus filius, immensus spiritus sanctus. Non ergo sub numero ternario continentur.
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[29706] Iª q. 30 a. 2 arg. 5
5. Tutto ciò che è compreso sotto un numero determinato, è misurato; il numero infatti è una misura. Ma le persone divine sono incommensurabili, come risulta da S. Atanasio: «immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo». Perciò non sono contenute sotto il numero tre.
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[29707] Iª q. 30 a. 2 s. c. Sed contra est quod dicitur I Ioan. ult., tres sunt qui testimonium dant in caelo, pater, verbum et spiritus sanctus. Quaerentibus autem, quid tres? Respondetur, tres personae, ut Augustinus dicit, in VII de Trin. Sunt igitur tres personae tantum in divinis.
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[29707] Iª q. 30 a. 2 s. c.
IN CONTRARIO: Dice S. Giovanni: «Sono tre che rendono testimonianza in cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo». E se uno domandasse; «Tre che cosa?» si risponde: «Tre persone», come dice Agostino. Perciò in Dio ci sono solo tre persone.
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[29708] Iª q. 30 a. 2 co. Respondeo dicendum quod, secundum praemissa, necesse est ponere tantum tres personas in divinis. Ostensum est enim quod plures personae sunt plures relationes subsistentes, ab invicem realiter distinctae. Realis autem distinctio inter relationes divinas non est nisi in ratione oppositionis relativae. Ergo oportet duas relationes oppositas ad duas personas pertinere, si quae autem relationes oppositae non sunt, ad eandem personam necesse est eas pertinere. Paternitas ergo et filiatio, cum sint oppositae relationes, ad duas personas ex necessitate pertinent. Paternitas igitur subsistens est persona patris, et filiatio subsistens est persona filii. Aliae autem duae relationes ad neutram harum oppositionem habent, sed sibi invicem opponuntur. Impossibile est igitur quod ambae uni personae conveniant. Oportet ergo quod vel una earum conveniat utrique dictarum personarum, aut quod una uni, et alia alii. Non autem potest esse quod processio conveniat patri et filio, vel alteri eorum, quia sic sequeretur quod processio intellectus, quae est generatio in divinis, secundum quam accipitur paternitas et filiatio, prodiret ex processione amoris, secundum quam accipitur spiratio et processio, si persona generans et genita procederent a spirante, quod est contra praemissa. Relinquitur ergo quod spiratio conveniat et personae patris et personae filii, utpote nullam habens oppositionem relativam nec ad paternitatem nec ad filiationem. Et per consequens oportet quod conveniat processio alteri personae, quae dicitur persona spiritus sancti, quae per modum amoris procedit, ut supra habitum est. Relinquitur ergo tantum tres personas esse in divinis, scilicet patrem et filium et spiritum sanctum.
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[29708] Iª q. 30 a. 2 co.
RISPONDO: In Dio, stando a quanto abbiamo detto, si devono ammettere solo tre persone. Si è dimostrato infatti che più persone sono più relazioni sussistenti, tra loro realmente distinte, Ora, tra le relazioni divine non si ha la distinzione reale se non in ragione dell'opposizione relativa. Perciò due relazioni tra loro contrapposte devono appartenere a due persone, e se esse non sono contrapposte appartengono necessariamente alla stessa persona. Perciò la paternità e la filiazione, essendo tra loro contrapposte, necessariamente appartengono a due distinte persone. Quindi la paternità sussistente e la persona del Padre, e la filiazione sussistente e la persona del Figlio. Le altre due relazioni non si contrappongono né all'una né all'altra, ma soltanto tra loro, Quindi è impossibile che appartengano tutte e due alla medesima persona. Perciò è necessario o che una appartenga ad ambedue le suddette persone: oppure che una convenga alla prima e l'altra alla seconda. Però non è possibile che la processione appartenga al Padre e al Figlio o anche a uno solo di loro: perché se la persona che genera e quella che è generata procedessero dalla persona che spira, ne verrebbe che la processione dell'intelletto dovrebbe derivare dalla processione dell'amore; la qual cosa è in contrasto con quanto fu detto sopra. Resta dunque che la spirazione spetta e alla persona del Padre e a quella del Figlio non avendo nessuna opposizione relativa né alla paternità né alla filiazione. Di conseguenza è necessario che la processione convenga ad un'altra persona, chiamata Spirito Santo, che, come si è detto, procede come amore. In Dio dunque ci sono solo tre persone, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
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[29709] Iª q. 30 a. 2 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod, licet sint quatuor relationes in divinis, tamen una earum, scilicet spiratio, non separatur a persona patris et filii, sed convenit utrique. Et sic, licet sit relatio, non tamen dicitur proprietas, quia non convenit uni tantum personae, neque est relatio personalis, idest constituens personam. Sed hae tres relationes, paternitas, filiatio et processio, dicuntur proprietates personales, quasi personas constituentes, nam paternitas est persona patris, filiatio persona filii, processio persona spiritus sancti procedentis.
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[29709] Iª q. 30 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Sebbene le relazioni in Dio siano quattro, tuttavia una di esse, cioè la spirazione, non è attribuita separatamente alla persona del Padre e a quella del Figlio, ma conviene a tutte e due insieme. E così, sebbene sia una relazione, tuttavia non si chiama proprietà perché non conviene ad una persona soltanto, e neppure relazione personale, cioè costitutiva di persona. Invece le tre relazioni di paternità, filiazione e processione, si dicono proprietà personali, perché costituiscono le persone; poiché la paternità è la persona del Padre, la filiazione è la persona del Figlio e la processione è la persona del procedente Spirito Santo.
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[29710] Iª q. 30 a. 2 ad 2 Ad secundum dicendum quod id quod procedit per modum intellectus, ut verbum, procedit secundum rationem similitudinis, sicut etiam id quod procedit per modum naturae, et ideo supra dictum est quod processio verbi divini est ipsa generatio per modum naturae. Amor autem, inquantum huiusmodi, non procedit ut similitudo illius a quo procedit (licet in divinis amor sit coessentialis inquantum est divinus), et ideo processio amoris non dicitur generatio in divinis.
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[29710] Iª q. 30 a. 2 ad 2
2. Ciò che procede intellettualmente come verbo [mentale], procede per via di somiglianza, allo stesso modo di ciò che procede per generazione , e per questo si è detto sopra che la processione del Verbo divino è la stessa generazione naturale. L'amore invece, in quanto amore, non procede come simile al principio da cui procede, (sebbene in Dio l'amore, in quanto divino, sia coessenziale): perciò in Dio la processione dell'amore non si dice generazione.
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[29711] Iª q. 30 a. 2 ad 3 Ad tertium dicendum quod homo, cum sit perfectior aliis animalibus, habet plures operationes intrinsecas quam alia animalia, quia eius perfectio est per modum compositionis. Unde in Angelis, qui sunt perfectiores et simpliciores, sunt pauciores operationes intrinsecae quam in homine, quia in eis non est imaginari, sentire, et huiusmodi. Sed in Deo, secundum rem, non est nisi una operatio, quae est sua essentia. Sed quomodo sunt duae processiones, supra ostensum est.
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[29711] Iª q. 30 a. 2 ad 3
3. L'uomo, essendo più perfetto degli altri animali, ha, in confronto a questi, un maggior numero di operazioni intrinseche, solo perché tale perfezione deriva da una complessità [di elementi]. Per questo gli angeli che sono più perfetti dell'uomo, ma anche più semplici, hanno un numero minore di operazioni intrinseche: poiché non c'è in loro né 1'immaginazione, né la sensazione né altra operazione del genere. In Dio invece realmente non c'è che una sola operazione, che è la sua stessa essenza. Come poi in lui ci siano due processioni distinte è stato già spiegato.
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[29712] Iª q. 30 a. 2 ad 4 Ad quartum dicendum quod ratio illa procederet, si spiritus sanctus haberet aliam numero bonitatem a bonitate patris, oporteret enim quod, sicut pater per suam bonitatem producit personam divinam, ita et spiritus sanctus. Sed una et eadem bonitas patris est et spiritus sancti. Neque etiam est distinctio nisi per relationes personarum. Unde bonitas convenit spiritui sancto quasi habita ab alio, patri autem, sicut a quo communicatur alteri. Oppositio autem relationis non permittit ut cum relatione spiritus sancti sit relatio principii respectu divinae personae, quia ipse procedit ab aliis personis quae in divinis esse possunt.
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[29712] Iª q. 30 a. 2 ad 4
4. L'argomento varrebbe se lo Spirito Santo avesse una bontà numericamente distinta da quella del Padre: perché allora sarebbe necessario che per la sua bontà producesse, come il Padre, un'altra persona divina. Ma una e identica è la bontà del Padre e dello Spirito Santo. E tra loro non c'è altra distinzione che quella dovuta alle relazioni personali. Perciò quell'unica bontà conviene allo Spirito Santo, come ricevuta, e al Padre come principio da cui viene comunicata. - Questa opposizione poi di relazioni non consente che con la relazione dello Spirito Santo si trovi quella di principio rispetto ad altra persona divina: perché è proprio lui a procedere dalle altre persone che possono essere in Dio.
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[29713] Iª q. 30 a. 2 ad 5 Ad quintum dicendum quod numerus determinatus, si accipiatur numerus simplex, qui est tantum in acceptione intellectus, per unum mensuratur. Si vero accipiatur numerus rerum in divinis personis, sic non competit ibi ratio mensurati, quia eadem est magnitudo trium personarum, ut infra patebit; idem autem non mensuratur per idem.
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[29713] Iª q. 30 a. 2 ad 5
5. Se si considerano i numeri in astratto, che esistono solo nella mente, [allora è vero che] un numero non indeterminato è misurato dall'unità. Se invece si considera il numero concreto delle persone divine, non si può affermare che esso sia misurato: perché come si dirà in seguito, la grandezza delle tre persone è sempre la medesima realtà; difatti una cosa non si misura con se stessa.
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