I-II, 83

Seconda parte > Gli atti umani in generale > Vizi e peccati > La sede del peccato originale


Prima pars secundae partis
Quaestio 83
Prooemium

[37107] Iª-IIae q. 83 pr.
Deinde considerandum est de subiecto originalis peccati. Et circa hoc quaeruntur quatuor.
Primo, utrum subiectum originalis peccati per prius sit caro vel anima.
Secundo, si anima, utrum per essentiam aut per potentias suas.
Tertio, utrum voluntas per prius sit subiectum peccati originalis quam aliae potentiae.
Quarto, utrum aliquae potentiae animae sint specialiter infectae, scilicet generativa, vis concupiscibilis et sensus tactus.

 
Prima parte della seconda parte
Questione 83
Proemio

[37107] Iª-IIae q. 83 pr.
Ed eccoci a considerare la sede del peccato originale. Si pongono sull'argomento quattro quesiti:
1. Se il corpo o l'anima sia per primo sede del peccato originale;
2. E, dato che sia l'anima, se lo sia nella sua essenza o nelle sue potenze;
3. Se il peccato originale risieda più nella volontà che nelle altre potenze;
4. Se alcune facoltà, cioè la potenza generativa, il concupiscibile e il senso del tatto, ne siano particolarmente infette.




Seconda parte > Gli atti umani in generale > Vizi e peccati > La sede del peccato originale > Se il peccato originale risieda più nel corpo che nell'anima


Prima pars secundae partis
Quaestio 83
Articulus 1

[37108] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 1
Ad primum sic proceditur. Videtur quod peccatum originale magis sit in carne quam in anima. Repugnantia enim carnis ad mentem ex corruptione originalis peccati procedit. Sed radix huius repugnantiae in carne consistit, dicit enim apostolus ad Rom. VII, video aliam legem in membris meis, repugnantem legi mentis meae. Ergo originale peccatum in carne principaliter consistit.

 
Prima parte della seconda parte
Questione 83
Articolo 1

[37108] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 1
SEMBRA che il peccato originale risieda più nel corpo che nell'anima. Infatti:
1. Il contrasto tra la carne e lo spirito deriva dal peccato originale. Ma la radice di questo contrasto è nel corpo, com'è evidente dalle parole di S. Paolo: "Vedo un'altra legge nelle mie membra che fa guerra alla legge della mia mente". Perciò il peccato originale risiede principalmente nel corpo.

[37109] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 2
Praeterea, unumquodque potius est in causa quam in effectu, sicut calor magis est in igne calefaciente quam in aqua calefacta. Sed anima inficitur infectione originalis peccati per semen carnale. Ergo peccatum originale magis est in carne quam in anima.

 

[37109] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 2
2. Una qualità si trova più nella causa che negli effetti: il calore, p. es., è più nel fuoco che scalda, che nell'acqua riscaldata. Ora, l'anima viene contaminata col peccato originale dal seme corporeo. Dunque il peccato originale si trova più nel corpo che nell'anima.

[37110] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 3
Praeterea, peccatum originale ex primo parente contrahimus, prout in eo fuimus secundum rationem seminalem. Sic autem non fuit ibi anima, sed sola caro. Ergo originale peccatum non est in anima, sed in carne.

 

[37110] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 3
3. Noi contraiamo il peccato originale dal nostro progenitore, in quanto eravamo in lui secondo la ragione seminale. Ma in lui non c'era la nostra anima, bensì il nostro corpo soltanto. Perciò il peccato originale non è nell'anima, ma nel corpo.

[37111] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 4
Praeterea, anima rationalis creata a Deo corpori infunditur. Si igitur anima per peccatum originale inficeretur, consequens esset quod ex sua creatione vel infusione inquinaretur. Et sic Deus esset causa peccati, qui est auctor creationis et infusionis.

 

[37111] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 4
4. Nel corpo viene infusa un'anima creata da Dio. Se, dunque, l'anima venisse contaminata dal peccato originale, sarebbe contaminata dalla sua creazione e dalla sua infusione. E quindi Dio sarebbe causa del peccato, essendo egli l'artefice della creazione e dell'infusione.

[37112] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 5
Praeterea, nullus sapiens liquorem pretiosum vasi infunderet ex quo sciret ipsum liquorem infici. Sed anima rationalis est pretiosior omni liquore. Si ergo anima ex corporis unione infici posset infectione originalis culpae, Deus, qui ipsa sapientia est, nunquam animam tali corpori infunderet. Infundit autem. Non ergo inquinatur ex carne. Sic igitur peccatum originale non est in anima, sed in carne.

 

[37112] Iª-IIae q. 83 a. 1 arg. 5
5. Nessun uomo sensato infonde un liquore prezioso in un vaso in cui sa bene che si corrompe. Ora, l'anima razionale è più preziosa di qualsiasi liquore. Perciò, se l'anima potesse contaminarsi col peccato originale mediante la sua unione col corpo, Dio, che è la stessa saggezza, mai infonderebbe l'anima in codesto corpo. Invece egli ve la infonde. Dunque essa non viene contaminata dal corpo. E quindi il peccato originale non può risiedere nell'anima, bensì nel corpo.

[37113] Iª-IIae q. 83 a. 1 s. c.
Sed contra est quod idem est subiectum virtutis et vitii sive peccati, quod contrariatur virtuti. Sed caro non potest esse subiectum virtutis, dicit enim apostolus, ad Rom. VII, scio quod non habitat in me, hoc est in carne mea, bonum. Ergo caro non potest esse subiectum originalis peccati, sed solum anima.

 

[37113] Iª-IIae q. 83 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: Identica è la sede della virtù e del vizio, o peccato, che è il suo contrario. Ora, il corpo non può essere sede di virtù; infatti S. Paolo afferma: "Io so bene che non abita in me, cioè nella mia carne, il bene". Dunque il corpo non può essere la sede del peccato originale, ma l'anima soltanto.

[37114] Iª-IIae q. 83 a. 1 co.
Respondeo dicendum quod aliquid potest esse in aliquo dupliciter, uno modo, sicut in causa, vel principali vel instrumentali; alio modo, sicut in subiecto. Peccatum ergo originale omnium hominum fuit quidem in ipso Adam sicut in prima causa principali; secundum illud apostoli, Rom. V, in quo omnes peccaverunt. In semine autem corporali est peccatum originale sicut in causa instrumentali, eo quod per virtutem activam seminis traducitur peccatum originale in prolem, simul cum natura humana. Sed sicut in subiecto, peccatum originale nullo modo potest esse in carne, sed solum in anima. Cuius ratio est quia, sicut supra dictum est, hoc modo ex voluntate primi parentis peccatum originale traducitur in posteros per quandam generativam motionem, sicut a voluntate alicuius hominis derivatur peccatum actuale ad alias partes eius. In qua quidem derivatione hoc potest attendi, quod quidquid provenit ex motione voluntatis peccati ad quamcumque partem hominis quae quocumque modo potest esse particeps peccati, vel per modum subiecti vel per modum instrumenti, habet rationem culpae, sicut ex voluntate gulae provenit concupiscentia cibi ad concupiscibilem, et sumptio cibi ad manus et os, quae inquantum moventur a voluntate ad peccatum, sunt instrumenta peccati. Quod vero ulterius derivatur ad vim nutritivam et ad interiora membra, quae non sunt nata moveri a voluntate, non habet rationem culpae. Sic igitur, cum anima possit esse subiectum culpae, caro autem de se non habeat quod sit subiectum culpae; quidquid provenit de corruptione primi peccati ad animam, habet rationem culpae; quod autem provenit ad carnem, non habet rationem culpae, sed poenae. Sic igitur anima est subiectum peccati originalis, non autem caro.

 

[37114] Iª-IIae q. 83 a. 1 co.
RISPONDO: Una cosa può trovarsi in un'altra in due maniere: primo, come nella sua causa, o principale o strumentale; secondo, come nel suo subietto. Ebbene, il peccato originale del genere umano fu in Adamo stesso come nella sua causa principale; poiché, secondo l'espressione paolina, "in lui tutti peccarono". Codesto peccato è invece nel seme come nella sua causa strumentale: poiché dalla virtù attiva del seme esso viene trasmesso alla prole insieme con la natura umana. Ma il peccato originale non può risiedere, come nel proprio subietto, che nell'anima umana, e in nessun modo nel corpo.
E la ragione si è, l'abbiamo spiegato in precedenza, che il peccato originale si trasmette ai posteri dalla volontà del nostro progenitore mediante il moto di generazione, come dalla volontà di un uomo si propaga il peccato originale alle altre sue facoltà. E in questa propagazione si deve osservare che quanto deriva dalla mozione volontaria peccaminosa interessa tutte le parti dell'uomo che possono partecipare al peccato in una maniera qualsiasi, che abbia l'aspetto di colpa, cioè come subietto, o come strumento. Dal volere un peccato di gola, p. es., deriva al concupiscibile la concupiscenza del cibo, alle mani e alla bocca la consumazione di esso, in quanto, mossi dalla volontà, diventano strumenti del peccato. Invece quanto deriva in seguito alla facoltà nutritiva, e alle viscere, le quali non sono fatte per subire la mozione della volontà, non ha natura di colpa.
Perciò, siccome l'anima può essere sede o subietto di una colpa, a differenza del corpo, che di suo non può esserlo, tutto ciò che di corrotto deriva all'anima dal primo peccato ha natura di colpa; quanto invece deriva al corpo non ha natura di colpa, ma di pena. Dunque sede del peccato originale è l'anima, e non il corpo.

[37115] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod, sicut Augustinus dicit in libro Retract., apostolus loquitur ibi de homine iam redempto, qui liberatus est a culpa, sed subiacet poenae, ratione cuius peccatum dicitur habitare in carne. Unde ex hoc non sequitur quod caro sit subiectum culpae, sed solum poenae.

 

[37115] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come spiega S. Agostino, l'Apostolo in quel passo parla dell'uomo già redento, che, liberato dalla colpa, è soggetto ancora alla pena, in forza della quale si dice che il peccato "abita nella carne". Perciò da questo non segue che il corpo sia la sede della colpa, ma soltanto della pena.

[37116] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 2
Ad secundum dicendum quod peccatum originale causatur ex semine sicut ex causa instrumentali. Non autem oportet quod aliquid sit principalius in causa instrumentali quam in effectu, sed solum in causa principali. Et hoc modo peccatum originale potiori modo fuit in Adam, in quo fuit secundum rationem actualis peccati.

 

[37116] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 2
2. Il peccato originale è causato dal seme come da una causa strumentale. Ora, non è detto che una qualità debba trovarsi più intensamente che nell'effetto nella causa strumentale, ma solo nella sua causa principale. E realmente il peccato originale si trova in grado superiore in Adamo, nel quale venne a trovarsi come peccato attuale.

[37117] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 3
Ad tertium dicendum quod anima huius hominis non fuit secundum seminalem rationem in Adam peccante sicut in principio effectivo, sed sicut in principio dispositivo, eo quod semen corporale, quod ex Adam traducitur, sua virtute non efficit animam rationalem, sed ad eam disponit.

 

[37117] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 3
3. L'anima di quest'uomo secondo la ragione seminale non era in Adamo peccatore come in un principio efficiente, ma come in un principio dispositivo: poiché il seme, che da Adamo si trasmette, non può produrre con la sua virtù l'anima razionale, ma solo predisporre ad essa.

[37118] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 4
Ad quartum dicendum quod infectio originalis peccati nullo modo causatur a Deo, sed ex solo peccato primi parentis per carnalem generationem. Et ideo, cum creatio importet respectum animae ad solum Deum, non potest dici quod anima ex sua creatione inquinetur. Sed infusio importat respectum et ad Deum infundentem, et ad carnem cui infunditur anima. Et ideo, habito respectu ad Deum infundentem, non potest dici quod anima per infusionem maculetur; sed solum habito respectu ad corpus cui infunditur.

 

[37118] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 4
4. La corruzione del peccato originale in nessun modo è causata da Dio, ma solo dal peccato del nostro progenitore mediante la generazione carnale. Quindi, siccome la creazione implica una relazione dell'anima a Dio soltanto, non si può dire che l'anima viene inquinata dalla sua creazione. - L'infusione, poi, implica relazione e a Dio che la infonde e al corpo nel quale l'anima viene infusa. Perciò, in rapporto a Dio che la infonde non si può dire che l'anima viene macchiata dall'infusione; ma solo in rapporto al corpo in cui viene infusa.

[37119] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 5
Ad quintum dicendum quod bonum commune praefertur bono singulari. Unde Deus, secundum suam sapientiam, non praetermittit universalem ordinem rerum, qui est ut tali corpori talis anima infundatur, ut vitetur singularis infectio huius animae, praesertim cum natura animae hoc habeat, ut esse non incipiat nisi in corpore, ut in primo habitum est. Melius est autem ei sic esse secundum naturam, quam nullo modo esse, praesertim cum possit per gratiam damnationem evadere.

 

[37119] Iª-IIae q. 83 a. 1 ad 5
5. Il bene comune è preferibile a un bene particolare. Perciò Dio, nella sua sapienza, non trascura l'ordine generale delle cose, il quale richiede che a tali corpi siano infuse le rispettive anime, per evitare il contagio di quest'anima particolare: specialmente considerando che la natura di queste anime è tale da non poter cominciare ad esistere senza un corpo, come abbiamo spiegato nella Prima Parte. Ora, per l'anima è meglio essere così secondo natura, che non essere affatto: specialmente se si pensa che essa con la grazia può sfuggire la dannazione.




Seconda parte > Gli atti umani in generale > Vizi e peccati > La sede del peccato originale > Se il peccato originale risieda più nell'essenza dell'anima che nelle sue potenze


Prima pars secundae partis
Quaestio 83
Articulus 2

[37120] Iª-IIae q. 83 a. 2 arg. 1
Ad secundum sic proceditur. Videtur quod peccatum originale non sit per prius in essentia animae quam in potentiis. Anima enim nata est esse subiectum peccati, quantum ad id quod potest a voluntate moveri. Sed anima non movetur a voluntate secundum suam essentiam, sed solum secundum potentias. Ergo peccatum originale non est in anima secundum suam essentiam, sed solum secundum potentias.

 
Prima parte della seconda parte
Questione 83
Articolo 2

[37120] Iª-IIae q. 83 a. 2 arg. 1
SEMBRA che il peccato originale non risieda più nell'essenza dell'anima che nelle sue potenze. Infatti:
1. L'anima è fatta per essere sede del peccato in quanto può esser mossa dalla volontà. Ora, l'anima non può esser mossa dalla volontà nella sua essenza, ma solo nelle sue potenze. Perciò il peccato originale non risiede nell'essenza dell'anima ma solo nelle sue potenze.

[37121] Iª-IIae q. 83 a. 2 arg. 2
Praeterea, peccatum originale opponitur originali iustitiae. Sed originalis iustitia erat in aliqua potentia animae, quae est subiectum virtutis. Ergo et peccatum originale est magis in potentia animae quam in eius essentia.

 

[37121] Iª-IIae q. 83 a. 2 arg. 2
2. Il peccato originale è il contrario della giustizia originale. Ora, la giustizia originale si trovava in alcune potenze dell'anima, in cui hanno sede le virtù. Dunque anche il peccato originale è più nelle potenze dell'anima, che nell'essenza di essa.

[37122] Iª-IIae q. 83 a. 2 arg. 3
Praeterea, sicut a carne peccatum originale derivatur ad animam, ita ab essentia animae derivatur ad potentias. Sed peccatum originale magis est in anima quam in carne. Ergo etiam magis est in potentiis animae quam in essentia.

 

[37122] Iª-IIae q. 83 a. 2 arg. 3
3. Il peccato originale come dal corpo passa nell'anima, così dall'essenza dell'anima passa alle potenze. Ma il peccato originale è più nell'anima che nel corpo. Quindi è anche più nelle potenze dell'anima che nella sua essenza.

[37123] Iª-IIae q. 83 a. 2 arg. 4
Praeterea, peccatum originale dicitur esse concupiscentia, ut dictum est. Sed concupiscentia est in potentiis animae. Ergo et peccatum originale.

 

[37123] Iª-IIae q. 83 a. 2 arg. 4
4. Abbiamo detto che il peccato originale è la concupiscenza. Ora, la concupiscenza risiede nelle potenze dell'anima. Dunque anche il peccato originale.

[37124] Iª-IIae q. 83 a. 2 s. c.
Sed contra est quod peccatum originale dicitur esse peccatum naturale, ut supra dictum est. Anima autem est forma et natura corporis secundum essentiam suam, et non secundum potentias, ut in primo habitum est. Ergo anima est subiectum originalis peccati principaliter secundum suam essentiam.

 

[37124] Iª-IIae q. 83 a. 2 s. c.
IN CONTRARIO: Come abbiamo ricordato sopra, il peccato originale è il peccato di natura. Ma l'anima è forma e natura del corpo per la sua essenza, e non per le sue potenze, come abbiamo dimostrato nella Prima Parte. Perciò l'anima umana è sede del peccato originale principalmente in forza della sua essenza.

[37125] Iª-IIae q. 83 a. 2 co.
Respondeo dicendum quod illud animae est principaliter subiectum alicuius peccati, ad quod primo pertinet causa motiva illius peccati, sicut si causa motiva ad peccandum sit delectatio sensus, quae pertinet ad vim concupiscibilem sicut obiectum proprium eius, sequitur quod vis concupiscibilis sit proprium subiectum illius peccati. Manifestum est autem quod peccatum originale causatur per originem. Unde illud animae quod primo attingitur ab origine hominis, est primum subiectum originalis peccati. Attingit autem origo animam ut terminum generationis, secundum quod est forma corporis; quod quidem convenit ei secundum essentiam propriam, ut in primo habitum est. Unde anima secundum essentiam est primum subiectum originalis peccati.

 

[37125] Iª-IIae q. 83 a. 2 co.
RISPONDO: Sede principale di un peccato è quella parte dell'anima che ne è la causa movente. Se la causa movente del peccato è, p. es., il piacere dei sensi, il quale appartiene, quale oggetto proprio, al concupiscibile, ne segue che la facoltà del concupiscibile è la sede propria di codesto peccato. Ora, è evidente che il peccato originale viene causato dall'origine, o generazione. Perciò quella parte dell'anima, che per prima viene raggiunta dalla generazione umana, è la sede primaria del peccato originale. Ora, la generazione ha come suo termine diretto l'anima, in quanto forma del corpo; cosa che ad essa conviene, l'abbiamo visto nella Prima Parte, in forza della sua essenza. Dunque l'anima è sede primaria del peccato originale in forza della sua essenza.

[37126] Iª-IIae q. 83 a. 2 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod, sicut motio voluntatis alicuius propriae pervenit ad potentias animae, non autem ad animae essentiam; ita motio voluntatis primi generantis, per viam generationis, pervenit primo ad animae essentiam, ut dictum est.

 

[37126] Iª-IIae q. 83 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come la mozione della volontà di ciascuno raggiunge le sole potenze e non l'essenza dell'anima; così la mozione della volontà del nostro progenitore raggiunge, per via di generazione, prima di tutto l'essenza dell'anima, secondo le spiegazioni date.

[37127] Iª-IIae q. 83 a. 2 ad 2
Ad secundum dicendum quod etiam originalis iustitia pertinebat primordialiter ad essentiam animae, erat enim donum divinitus datum humanae naturae, quam per prius respicit essentia animae quam potentiae. Potentiae enim magis videntur pertinere ad personam, inquantum sunt principia personalium actuum. Unde sunt propria subiecta peccatorum actualium, quae sunt peccata personalia.

 

[37127] Iª-IIae q. 83 a. 2 ad 2
2. Anche la giustizia originale apparteneva principalmente all'essenza dell'anima: era infatti un dono di Dio fatto alla natura umana, la quale è costituita prima dall'essenza dell'anima che dalle sue potenze. Poiché le potenze appartengono piuttosto alla persona, essendo principi degli atti personali. Tanto è vero che esse sono la sede propria dei peccati attuali, che sono peccati personali.

[37128] Iª-IIae q. 83 a. 2 ad 3
Ad tertium dicendum quod corpus comparatur ad animam sicut materia ad formam, quae etsi sit posterior ordine generationis, est tamen prior ordine perfectionis et naturae. Essentia autem animae comparatur ad potentias sicut subiecta ad accidentia propria, quae sunt posteriora subiecto et ordine generationis et etiam perfectionis. Unde non est similis ratio.

 

[37128] Iª-IIae q. 83 a. 2 ad 3
3. Il corpo sta all'anima come la materia sta alla forma, la quale ultima, sebbene sia posteriore in ordine genetico, tuttavia è prima in ordine di perfezione e di nautra. Invece l'essenza dell'anima sta alle potenze come un soggetto sta ai suoi accidenti propri, i quali sono ad esso posteriori e in ordine genetico e in ordine di perfezione. Perciò il paragone non regge.

[37129] Iª-IIae q. 83 a. 2 ad 4
Ad quartum dicendum quod concupiscentia se habet materialiter et ex consequenti in peccato originali, ut supra dictum est.

 

[37129] Iª-IIae q. 83 a. 2 ad 4
4. La concupiscenza, come abbiamo già visto, è solo qualche cosa di materiale e di derivato nel peccato originale.




Seconda parte > Gli atti umani in generale > Vizi e peccati > La sede del peccato originale > Se il peccato originale colpisca più la volontà che le altre potenze


Prima pars secundae partis
Quaestio 83
Articulus 3

[37130] Iª-IIae q. 83 a. 3 arg. 1
Ad tertium sic proceditur. Videtur quod peccatum originale non per prius inficiat voluntatem quam alias potentias. Omne enim peccatum principaliter pertinet ad potentiam per cuius actum causatur. Sed peccatum originale causatur per actum generativae potentiae. Ergo inter ceteras potentias animae, videtur magis pertinere ad generativam potentiam.

 
Prima parte della seconda parte
Questione 83
Articolo 3

[37130] Iª-IIae q. 83 a. 3 arg. 1
SEMBRA che il peccato originale non colpisca la volontà più delle altre potenze. Infatti:
1. Qualsiasi peccato appartiene principalmente alla potenza dal cui atto viene causato. Ma il peccato originale viene causato dall'atto della potenza generativa. Dunque tra le altre potenze dell'anima esso appartiene soprattutto a codesta potenza.

[37131] Iª-IIae q. 83 a. 3 arg. 2
Praeterea, peccatum originale per semen carnale traducitur. Sed aliae vires animae propinquiores sunt carni quam voluntas, sicut patet de omnibus sensitivis, quae utuntur organo corporali. Ergo in eis magis est peccatum originale quam in voluntate.

 

[37131] Iª-IIae q. 83 a. 3 arg. 2
2. Il peccato originale viene trasmesso attraverso il seme corporeo. Ora, altre potenze dell'anima sono più della volontà vicine al corpo: il che è evidente per tutte le potenze sensitive, che si servono di un organo corporeo. Perciò il peccato originale è più in queste che nella volontà.

[37132] Iª-IIae q. 83 a. 3 arg. 3
Praeterea, intellectus est prior voluntate, non enim est voluntas nisi de bono intellecto. Si ergo peccatum originale inficit omnes potentias animae, videtur quod per prius inficiat intellectum, tanquam priorem.

 

[37132] Iª-IIae q. 83 a. 3 arg. 3
3. L'intelletto precede la volontà: infatti non c'è volizione che di un bene intellettualmente conosciuto. Perciò, se il peccato originale colpisce tutte le potenze, prima di tutto, data la sua priorità, deve colpire l'intelletto.

[37133] Iª-IIae q. 83 a. 3 s. c.
Sed contra est quod iustitia originalis per prius respicit voluntatem, est enim rectitudo voluntatis, ut Anselmus dicit, in libro de conceptu virginali. Ergo et peccatum originale, quod ei opponitur, per prius respicit voluntatem.

 

[37133] Iª-IIae q. 83 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: La giustizia originale riguardava principalmente la volontà, essendo essa, a dire di S. Anselmo, "la rettitudine della volontà". Dunque anche il peccato originale, che è il suo contrario, riguarda principalmente la volontà.

[37134] Iª-IIae q. 83 a. 3 co.
Respondeo dicendum quod in infectione peccati originalis duo est considerare. Primo quidem, inhaerentiam eius ad subiectum, et secundum hoc primo respicit essentiam animae, ut dictum est. Deinde oportet considerare inclinationem eius ad actum, et hoc modo respicit potentias animae. Oportet ergo quod illam per prius respiciat, quae primam inclinationem habet ad peccandum. Haec autem est voluntas, ut ex supradictis patet. Unde peccatum originale per prius respicit voluntatem.

 

[37134] Iª-IIae q. 83 a. 3 co.
RISPONDO: Nella contaminazione del peccato originale si devono considerare due cose. Primo, la sua inerenza in un subietto: e da questo lato il peccato colpisce principalmente, come abbiamo detto, l'essenza dell'anima. Secondo, la sua inclinazione all'atto: e da questo lato colpisce le potenze dell'anima. Perciò deve colpire principalmente quella da cui nasce la prima inclinazione a peccare. Ed essendo questa la volontà, come abbiamo dimostrato in precedenza; è chiaro che il peccato originale colpisce principalmente la volontà.

[37135] Iª-IIae q. 83 a. 3 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod peccatum originale non causatur in homine per potentiam generativam prolis, sed per actum potentiae generativae parentis. Unde non oportet quod sua potentia generativa sit primum subiectum originalis peccati.

 

[37135] Iª-IIae q. 83 a. 3 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il peccato originale non viene causato nell'uomo dalla potenza generativa della prole, ma da un atto della potenza generativa del genitore. Perciò non segue che la potenza generativa sia la sede principale di questo peccato.

[37136] Iª-IIae q. 83 a. 3 ad 2
Ad secundum dicendum quod peccatum originale habet duplicem processum, unum quidem a carne ad animam; alium vero ab essentia animae ad potentias. Primus quidem processus est secundum ordinem generationis, secundus autem secundum ordinem perfectionis. Et ideo quamvis aliae potentiae, scilicet sensitivae, propinquiores sint carni; quia tamen voluntas est propinquior essentiae animae, tanquam superior potentia, primo pervenit ad ipsam infectio originalis peccati.

 

[37136] Iª-IIae q. 83 a. 3 ad 2
2. Nel peccato originale troviamo due tipi di trasmissione: uno dal corpo all'anima; l'altro dall'essenza dell'anima alle potenze. Il primo segue l'ordine genetico; il secondo segue l'ordine di perfezione. Ecco il motivo per cui il contagio del peccato originale colpisce prima la volontà, perché più prossima all'essenza dell'anima, di quanto non colpisca altre potenze, cioè quelle sensitive, le quali sono più prossime alla carne.

[37137] Iª-IIae q. 83 a. 3 ad 3
Ad tertium dicendum quod intellectus quodam modo praecedit voluntatem, inquantum proponit ei suum obiectum. Alio vero modo voluntas praecedit intellectum, secundum ordinem motionis ad actum, quae quidem motio pertinet ad peccatum.

 

[37137] Iª-IIae q. 83 a. 3 ad 3
3. L'intelletto da un lato precede la volontà, cioè in quanto ad essa presenta l'oggetto. Ma da un altro lato la volontà precede l'intelletto, cioè in ordine all'esercizio dell'atto: e nel peccato interessa quest'ultimo.




Seconda parte > Gli atti umani in generale > Vizi e peccati > La sede del peccato originale > Se le potenze ricordate siano più infette delle altre


Prima pars secundae partis
Quaestio 83
Articulus 4

[37138] Iª-IIae q. 83 a. 4 arg. 1
Ad quartum sic proceditur. Videtur quod praedictae potentiae non sint magis infectae quam aliae. Infectio enim originalis peccati magis videtur pertinere ad illam animae partem quae prius potest esse subiectum peccati. Haec autem est rationalis pars, et praecipue voluntas. Ergo ipsa est magis infecta per peccatum originale.

 
Prima parte della seconda parte
Questione 83
Articolo 4

[37138] Iª-IIae q. 83 a. 4 arg. 1
SEMBRA che le potenze ricordate (generativa, concupiscibile e tatto), non siano più infette delle altre. Infatti:
1. L'infezione del peccato originale colpisce maggiormente quella parte dell'anima che più delle altre può essere sede di peccato. Ora, tale è la parte razionale, e specialmente la volontà. Dunque è questa la facoltà più contaminata dal peccato originale.

[37139] Iª-IIae q. 83 a. 4 arg. 2
Praeterea, nulla vis animae inficitur per culpam, nisi inquantum potest obedire rationi. Generativa autem non potest obedire, ut dicitur in I Ethic. Ergo generativa non est maxime infecta per originale peccatum.

 

[37139] Iª-IIae q. 83 a. 4 arg. 2
2. Una potenza dell'anima subisce l'infezione della colpa solo in quanto può ubbidire alla ragione. Ma la potenza generativa, come insegna Aristotele, non può ubbidire alla ragione. Quindi essa non è tra le più infette dal peccato originale.

[37140] Iª-IIae q. 83 a. 4 arg. 3
Praeterea, visus inter alios sensus est spiritualior et propinquior rationi, inquantum plures differentias rerum ostendit, ut dicitur in I Metaphys. Sed infectio culpae primo est in ratione. Ergo visus magis est infectus quam tactus.

 

[37140] Iª-IIae q. 83 a. 4 arg. 3
3. Tra gli altri sensi la vista è il più spirituale, e il più vicino alla ragione, poiché, come nota Aristotele, "mostra nelle cose differenze più numerose". Ora, l'infezione della colpa si trova principalmente nella ragione. Dunque la vista è più infetta del tatto.

[37141] Iª-IIae q. 83 a. 4 s. c.
Sed contra est quod Augustinus dicit, in XIV de Civ. Dei, quod infectio originalis culpae maxime apparet in motu genitalium membrorum, qui rationi non subditur. Sed illa membra deserviunt generativae virtuti in commixtione sexuum, in qua est delectatio secundum tactum, quae maxime concupiscentiam movet. Ergo infectio originalis peccati maxime pertinet ad ista tria, scilicet potentiam generativam, vim concupiscibilem et sensum tactus.

 

[37141] Iª-IIae q. 83 a. 4 s. c.
IN CONTRARIO: S. Agostino insegna che l'infezione della colpa originale appare specialmente nel moto degli organi genitali, che sfugge alla ragione. Ora, codesti organi servono alla potenza generativa nell'unione sessuale, in cui si ha il piacere del tatto, che stimola al massimo la concupiscenza. Perciò l'infezione del peccato originale colpisce specialmente queste tre cose: la potenza generativa, il concupiscibile e il senso del tatto.

[37142] Iª-IIae q. 83 a. 4 co.
Respondeo dicendum quod illa corruptio praecipue infectio nominari solet, quae nata est in aliud transferri, unde et morbi contagiosi, sicut lepra et scabies et huiusmodi, infectiones dicuntur. Corruptio autem originalis peccati traducitur per actum generationis, sicut supra dictum est. Unde potentiae quae ad huiusmodi actum concurrunt, maxime dicuntur esse infectae. Huiusmodi autem actus deservit generativae, inquantum ad generationem ordinatur, habet autem in se delectationem tactus, quae est maximum obiectum concupiscibilis. Et ideo, cum omnes partes animae dicantur esse corruptae per peccatum originale, specialiter tres praedictae dicuntur esse corruptae et infectae.

 

[37142] Iª-IIae q. 83 a. 4 co.
RISPONDO: Si usa chiamare di preferenza infezione quella corruzione che tende a trasmettersi: difatti le malattie contagiose, come la lebbra, la scabbia, e simili, si dicono infezioni. Ma la corruzione del peccato originale si trasmette, come abbiamo detto, mediante l'atto della generazione. Perciò le facoltà che concorrono a codesto atto sono le più infette. Ora, codesto atto è a servizio della potenza generativa, essendo ordinato alla generazione: ed ha in se stesso il piacere del tatto, oggetto principalissimo della concupiscenza. Perciò, sebbene tutte le facoltà dell'anima siano viziate dal peccato originale, tuttavia sono particolarmente colpite dall'infezione le tre facoltà suddette.

[37143] Iª-IIae q. 83 a. 4 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod peccatum originale ex ea parte qua inclinat in peccata actualia, praecipue pertinet ad voluntatem, ut dictum est. Sed ex ea parte qua traducitur in prolem, pertinet propinque ad potentias praedictas, ad voluntatem autem remote.

 

[37143] Iª-IIae q. 83 a. 4 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La colpa originale in quanto inclina l'uomo ai peccati attuali appartiene principalmente alla volontà, come abbiamo visto nell'articolo precedente. Ma in quanto si trasmette alla prole colpisce da vicino le facoltà ricordate, e solo di lontano la volontà.

[37144] Iª-IIae q. 83 a. 4 ad 2
Ad secundum dicendum quod infectio actualis culpae non pertinet nisi ad potentias quae moventur a voluntate peccantis. Sed infectio originalis culpae non derivatur a voluntate eius qui ipsam contrahit, sed per originem naturae, cui deservit potentia generativa. Et ideo in ea est infectio originalis peccati.

 

[37144] Iª-IIae q. 83 a. 4 ad 2
2. L'infezione di una colpa attuale non colpisce che le potenze mosse dalla volontà di chi pecca. Invece l'infezione della colpa originale non nasce dalla volontà di chi la contrae, ma dalla generazione naturale, al cui servizio troviamo la potenza generativa. Perciò in questa ricade maggiormente l'infezione del peccato originale.

[37145] Iª-IIae q. 83 a. 4 ad 3
Ad tertium dicendum quod visus non pertinet ad actum generationis nisi secundum dispositionem remotam, prout scilicet per visum apparet species concupiscibilis. Sed delectatio perficitur in tactu. Et ideo talis infectio magis attribuitur tactui quam visui.

 

[37145] Iª-IIae q. 83 a. 4 ad 3
3. La vista non concorre all'atto della generazione che secondo una disposizione remota, cioè in quanto presenta un oggetto concupiscibile. Ma il piacere si produce nel tatto. Perciò l'infezione di cui si parla va attribuita più al tatto che alla vista.

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