[35448] Iª-IIae q. 45 a. 3 s. c. Sed contra est quod philosophus dicit, in II Rhetoric., quod causa audaciae est, cum in phantasia spes fuerit salutarium ut prope existentium, timendorum autem aut non entium, aut longe entium. Sed id quod pertinet ad defectum, vel pertinet ad salutarium remotionem, vel ad terribilium propinquitatem. Ergo nihil quod ad defectum pertinet, est causa audaciae.
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[35448] Iª-IIae q. 45 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: Il Filosofo insegna che si produce l'audacia, "quando nella immaginativa sorge la speranza di essere vicini ai mezzi di salvezza, e di aver lontane le cause di timore". Ora, le deficienze, o si riducono alla lontananza dei mezzi di salvezza, o alla vicinanza delle cause di timore. Perciò nessuna deficienza può esser causa dell'audacia.
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[35449] Iª-IIae q. 45 a. 3 co. Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, audacia consequitur spem, et contrariatur timori, unde quaecumque nata sunt causare spem, vel excludere timorem, sunt causa audaciae. Quia vero timor et spes, et etiam audacia, cum sint passiones quaedam, consistunt in motu appetitus et in quadam transmutatione corporali; dupliciter potest accipi causa audaciae, sive quantum ad provocationem spei, sive quantum ad exclusionem timoris, uno modo quidem, ex parte appetitivi motus; alio vero modo, ex parte transmutationis corporalis. Ex parte quidem appetitivi motus, qui sequitur apprehensionem, provocatur spes causans audaciam, per ea quae faciunt nos aestimare quod possibile sit adipisci victoriam; vel secundum propriam potentiam, sicut fortitudo corporis, experientia in periculis, multitudo pecuniarum, et alia huiusmodi; sive per potentiam aliorum, sicut multitudo amicorum vel quorumcumque auxiliantium, et praecipue si homo confidat de auxilio divino; unde illi qui se bene habent ad divina, audaciores sunt, ut etiam philosophus dicit, in II Rhetoric. Timor autem excluditur, secundum istum modum, per remotionem terribilium appropinquantium, puta quia homo non habet inimicos, quia nulli nocuit, quia non videt aliquod periculum imminere; illis enim videntur maxime pericula imminere, qui aliis nocuerunt. Ex parte vero transmutationis corporalis, causatur audacia per provocationem spei et exclusionem timoris, ex his quae faciunt caliditatem circa cor. Unde philosophus dicit, in libro de partibus animalium, quod illi qui habent parvum cor secundum quantitatem, sunt magis audaces; et animalia habentia magnum cor secundum quantitatem, sunt timida, quia calor naturalis non tantum potest calefacere magnum cor; sicut parvum, sicut ignis non tantum potest calefacere magnam domum, sicut parvam. Et in libro de problematibus dicit quod habentes pulmonem sanguineum, sunt audaciores, propter caliditatem cordis exinde consequentem. Et ibidem dicit quod vini amatores sunt magis audaces, propter caliditatem vini, unde et supra dictum est quod ebrietas facit ad bonitatem spei, caliditas enim cordis repellit timorem, et causat spem, propter cordis extensionem et amplificationem.
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[35449] Iª-IIae q. 45 a. 3 co.
RISPONDO: Come abbiamo detto, l'audacia deriva dalla speranza, ed è contraria al timore: cosicché quanto è fatto per causare la speranza, o per escludere il timore è causa dell'audacia. Ma poiché il timore e la speranza, nonché l'audacia, essendo delle passioni, consistono ciascuna in un moto dell'appetito e in un'alterazione fisiologica, la causa dell'audacia si può considerare sotto due aspetti, sia nella sua dipendenza dalla speranza, sia nella sua incompatibilità col timore: primo, sotto l'aspetto del moto appetitivo; secondo, sotto l'aspetto dell'alterazione fisiologica.
Sotto l'aspetto del moto appetitivo, che dipende dalla conoscenza, la speranza, quale causa dell'audacia, viene suscitata da quei dati i quali ci fanno considerare possibile la vittoria; o mediante il nostro potere, e quindi la robustezza del corpo, l'esperienza dei pericoli, l'abbondanza delle ricchezze, e altre cose consimili; oppure mediante il potere di altri, e quindi il numero degli amici o degli adepti, e specialmente la confidenza nell'aiuto di Dio; poiché secondo l'espressione del Filosofo, "coloro che sono in buoni rapporti con le cose divine, sono più audaci". Sotto questo primo aspetto il timore viene escluso, eliminando la vicinanza delle cose temibili: è la situazione di chi, p. es., non ha nemici, non avendo fatto del male a nessuno, e non si vede sovrastare nessun pericolo; infatti i pericoli sovrastano soprattutto a coloro che hanno danneggiato gli altri.
Invece sotto l'aspetto dell'alterazione fisiologica l'audacia, sia come effetto della speranza, che come contrario del timore, viene causata da ciò che produce il calore intorno al cuore. Scrive infatti il Filosofo, che "chi ha il cuore materialmente piccolo, è più audace; invece gli animali che hanno il cuore grande sono più paurosi: poiché il calore naturale non può riscaldare un cuore grande come uno piccolo; così il fuoco, p. es., non può riscaldare una grande casa, come una piccola". E nel libro dei Problemi nota, che "i dotati di polmoni sanguigni sono più audaci, per il calore del cuore che ne deriva". E in questo stesso libro nota, che "gli amanti del vino sono più audaci, per il calore del vino"; infatti abbiamo già detto che l'ubriachezza contribuisce al vigore della speranza: poiché il calore del cuore allontana il timore, e causa la speranza, mediante la dilatazione e l'amplificazione del cuore medesimo.
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[35451] Iª-IIae q. 45 a. 3 ad 2 Ad secundum dicendum quod illi qui sunt inexperti periculorum, sunt audaciores, non propter defectum, sed per accidens, inquantum scilicet, propter inexperientiam, neque debilitatem suam cognoscunt, neque praesentiam periculorum. Et ita, per subtractionem causae timoris, sequitur audacia.
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[35451] Iª-IIae q. 45 a. 3 ad 2
2. Gli inesperti dei pericoli sono più audaci, non per il loro difetto, ma solo per accidens: in quanto, cioè, la loro inesperienza fa sì che non conoscano la propria debolezza, e la presenza dei pericoli.
Quindi la loro audacia deriva dall'aver eliminato le cause del timore.
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