Seconda parte > Le azioni umane > La speranza > La presunzione > Se la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza
Secunda pars secundae partis
Quaestio 21
Articulus 3
[39691] IIª-IIae q. 21 a. 3 arg. 1 Ad tertium sic proceditur. Videtur quod praesumptio magis opponatur timori quam spei. Inordinatio enim timoris opponitur recto timori. Sed praesumptio videtur ad inordinationem timoris pertinere, dicitur enim Sap. XVII, semper praesumit saeva perturbata conscientia; et ibidem dicitur quod timor est praesumptionis adiutorium. Ergo praesumptio opponitur timori magis quam spei.
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Seconda parte della seconda parte
Questione 21
Articolo 3
[39691] IIª-IIae q. 21 a. 3 arg. 1
SEMBRA che la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza. Infatti:
1. Un disordine nel timore è contrario a un timore onesto. Ora, la presunzione sembra ridursi a un disordine nel timore; poiché sta scritto: "Sempre presume il peggio una coscienza turbata", e ancora: "Il timore è un aiuto alla presunzione". Dunque la presunzione è più contraria al timore che alla speranza.
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[39692] IIª-IIae q. 21 a. 3 arg. 2 Praeterea, contraria sunt quae maxime distant. Sed praesumptio magis distat a timore quam a spe, quia praesumptio importat motum ad rem, sicut et spes; timor autem motum a re. Ergo praesumptio magis contrariatur timori quam spei.
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[39692] IIª-IIae q. 21 a. 3 arg. 2
2. Contrarie sono le cose che più distano tra loro. Ora, la presunzione dista dal timore più che dalla speranza: poiché la presunzione implica un moto verso l'oggetto, come la speranza; il timore invece implica una fuga dall'oggetto. Perciò la presunzione è più contraria al timore che alla speranza.
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[39693] IIª-IIae q. 21 a. 3 arg. 3 Praeterea, praesumptio totaliter excludit timorem, non autem totaliter excludit spem, sed solum rectitudinem spei. Cum ergo opposita sint quae se interimunt, videtur quod praesumptio magis opponatur timori quam spei.
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[39693] IIª-IIae q. 21 a. 3 arg. 3
3. La presunzione esclude totalmente il timore: mentre non esclude totalmente la speranza, bensì la sola rettitudine della speranza. E poiché i contrari sono incompatibili tra loro, sembra che la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza.
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[39694] IIª-IIae q. 21 a. 3 s. c. Sed contra est quod duo invicem opposita vitia contrariantur uni virtuti, sicut timiditas et audacia fortitudini. Sed peccatum praesumptionis contrariatur peccato desperationis, quod directe opponitur spei. Ergo videtur quod etiam praesumptio directius spei opponatur.
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[39694] IIª-IIae q. 21 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: Per ogni virtù ci sono due vizi contrari: per la fortezza, p. es., ci sono la vigliaccheria e l'audacia. Ora, il peccato di presunzione è contrario al peccato di disperazione, che direttamente si contrappone alla speranza. Dunque anche la presunzione si contrappone direttamente alla speranza.
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[39695] IIª-IIae q. 21 a. 3 co. Respondeo dicendum quod, sicut Augustinus dicit, in IV contra Iulian., omnibus virtutibus non solum sunt vitia manifesta discretione contraria, sicut prudentiae temeritas, verum etiam vicina quodammodo, nec veritate, sed quadam specie fallente similia, sicut prudentiae astutia. Et hoc etiam philosophus dicit, in II Ethic., quod virtus maiorem convenientiam videtur habere cum uno oppositorum vitiorum quam cum alio, sicut temperantia cum insensibilitate et fortitudo cum audacia. Praesumptio igitur manifestam oppositionem videtur habere ad timorem, praecipue servilem, qui respicit poenam ex Dei iustitia provenientem, cuius remissionem praesumptio sperat. Sed secundum quandam falsam similitudinem magis contrariatur spei, quia importat quandam inordinatam spem de Deo. Et quia directius aliqua opponuntur quae sunt unius generis quam quae sunt generum diversorum (nam contraria sunt in eodem genere), ideo directius praesumptio opponitur spei quam timori, utrumque enim respicit idem obiectum cui innititur, sed spes ordinate, praesumptio inordinate.
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[39695] IIª-IIae q. 21 a. 3 co.
RISPONDO: Come insegna S. Agostino, "tutte le virtù non solo hanno dei vizi contrari in maniera evidente, come la temerarietà rispetto alla prudenza; ma ne hanno pure di vicini e somiglianti, non in realtà, bensì per un'ingannevole somiglianza, come l'astuzia, p. es., rispetto alla prudenza". E anche il Filosofo afferma che la virtù sembra avere maggiore affinità con uno dei vizi opposti che col suo contrario: la temperanza, p. es., sembra affine all'insensibilità e la fortezza all'audacia. Perciò la presunzione sembra avere un'evidente contrarietà col timore: specialmente a quello servile, che ha per oggetto i castighi inflitti dalla divina giustizia, e dei quali la presunzione spera il condono. Ma nonostante una certa ingannevole affinità, essa è più contraria alla speranza: poiché implica una sregolata speranza nei riguardi di Dio. E poiché le cose di un medesimo genere si oppongono più direttamente tra loro, di quelle appartenenti a generi diversi (infatti i contrari sono del medesimo genere), la presunzione si oppone più direttamente alla speranza che al timore. Infatti entrambe riguardano il medesimo oggetto sul quale si appoggiano: la speranza però in modo regolato, e la presunzione in modo sregolato.
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[39696] IIª-IIae q. 21 a. 3 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod sicut spes abusive dicitur de malo, proprie autem de bono, ita etiam praesumptio. Et secundum hunc modum inordinatio timoris praesumptio dicitur.
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[39696] IIª-IIae q. 21 a. 3 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il termine presunzione è usato abusivamente, come quello di speranza quando si parla di mali, ed è usato propriamente quando si parla di beni. Ed è in quel senso che la presunzione può dirsi un timore sregolato.
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[39697] IIª-IIae q. 21 a. 3 ad 2 Ad secundum dicendum quod contraria sunt quae maxime distant in eodem genere. Praesumptio autem et spes important motum eiusdem generis, qui potest esse vel ordinatus vel inordinatus. Et ideo praesumptio directius contrariatur spei quam timori, nam spei contrariatur ratione propriae differentiae, sicut inordinatum ordinato; timori autem contrariatur ratione differentiae sui generis, scilicet motus spei.
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[39697] IIª-IIae q. 21 a. 3 ad 2
2. I contrari sono cose che distano tra loro al massimo nel medesimo genere. Ora, la presunzione e la speranza implicano un moto del medesimo genere, il quale può essere ordinato o disordinato. Perciò la presunzione è contraria più direttamente alla speranza che al timore: infatti essa è contraria alla speranza in forza della differenza specifica, cioè come ciò che è ordinato a ciò che è disordinato; mentre è contraria al timore in forza di una differenza generica, cioè in base al moto della speranza.
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[39698] IIª-IIae q. 21 a. 3 ad 3 Ad tertium dicendum quod quia praesumptio contrariatur timori contrarietate generis, virtuti autem spei contrarietate differentiae, ideo praesumptio excludit totaliter timorem etiam secundum genus, spem autem non excludit nisi ratione differentiae, excludendo eius ordinationem.
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[39698] IIª-IIae q. 21 a. 3 ad 3
3. La presunzione, essendo contraria al timore per una contrarietà nel genere, restando contraria alla virtù della speranza per una contrarietà nella differenza, esclude totalmente il timore, anche come genere: ma non esclude la speranza che a motivo della sua differenza, cioè la esclude come virtù.
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