Terza Parte > Cristo > L'adozione, se si possa attribuire a Cristo > Se l'adozione debba attribuirsi a tutta la Trinità
Tertia pars
Quaestio 23
Articulus 2
[47884] IIIª q. 23 a. 2 arg. 1 Ad secundum sic proceditur. Videtur quod adoptare non conveniat toti Trinitati. Adoptatio enim dicitur in divinis ad similitudinem rerum humanarum. Sed in rebus humanis soli illi convenit adoptare qui potest filios generare, quod in divinis convenit soli patri. Ergo in divinis solus pater potest adoptare.
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Terza parte
Questione 23
Articolo 2
[47884] IIIª q. 23 a. 2 arg. 1
SEMBRA che l'adozione non debba attribuirsi a tutta la Trinità. Infatti:
1. Si parla di adozione divina per analogia con quella umana. Ma tra gli uomini può adottare soltanto chi può generare, e questo in Dio è proprio del Padre soltanto. Dunque soltanto il Padre può adottare.
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[47885] IIIª q. 23 a. 2 arg. 2 Praeterea, homines per adoptionem efficiuntur fratres Christi, secundum illud Rom. VIII, ut sit ipse primogenitus in multis fratribus. Fratres autem dicuntur qui sunt filii unius patris, unde et dominus dicit, Ioan. XX, ascendo ad patrem meum et patrem vestrum. Ergo solus pater Christi habet filios adoptivos.
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[47885] IIIª q. 23 a. 2 arg. 2
2. Gli uomini con l'adozione divina divengono fratelli di Cristo, secondo le parole di S. Paolo: "Affinché egli sia il primogenito di molti fratelli". Ma fratelli si dicono i figli di un medesimo padre; per cui anche il Signore dice: "Ascendo al Padre mio e Padre vostro". Dunque solo il Padre di Cristo ha figli adottivi.
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[47886] IIIª q. 23 a. 2 arg. 3 Praeterea, Galat. IV dicitur, misit Deus filium suum, ut adoptionem filiorum Dei reciperemus. Quoniam autem estis filii Dei, misit Deus spiritum filii sui in corda vestra, clamantem, abba, pater. Ergo eius est adoptare cuius est filium et spiritum sanctum habere. Sed hoc est solius personae patris. Ergo adoptare convenit soli personae patris.
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[47886] IIIª q. 23 a. 2 arg. 3
3. Scrive l'Apostolo: "Dio ha mandato il suo Figlio, affinché ricevessimo l'adozione a figli di Dio. In prova poi che voi siete figli di Dio, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, il quale grida: Abba, Padre". Dunque adottare è di chi ha il Figlio e lo Spirito Santo. Ma questo è vero solo della persona del Padre. Dunque adottare spetta solo alla persona del Padre.
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[47887] IIIª q. 23 a. 2 s. c. Sed contra, eius est adoptare nos in filios quem nos patrem possumus nominare, unde dicitur Rom. VIII, accepistis spiritum adoptionis filiorum, in quo clamamus, abba, pater. Sed cum Deo dicimus, pater noster, hoc pertinet ad totam Trinitatem, sicut et cetera nomina quae dicuntur de Deo relative ad creaturam, ut in prima parte habitum est. Ergo adoptare convenit toti Trinitati.
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[47887] IIIª q. 23 a. 2 s. c.
IN CONTRARIO: Ci può adottare per figli colui che possiamo chiamare Padre, come scrive S. Paolo: "Avete ricevuto lo Spirito di figli adottivi, per cui gridiamo: Abba, Padre". Ma quando diciamo a Dio: "Padre nostro", l'espressione riguarda tutta la Trinità, come avviene per tutti gli altri attributi che si danno a Dio in relazione alle creature, come abbiamo visto nella Prima Parte. L'adozione dunque spetta a tutta la Trinità.
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[47888] IIIª q. 23 a. 2 co. Respondeo dicendum quod haec est differentia inter filium Dei adoptivum et filium Dei naturalem, quod filius Dei naturalis est genitus non factus, filius autem adoptivus est factus, secundum illud Ioan. I, dedit eis potestatem filios Dei fieri. Dicitur tamen quandoque filius adoptivus esse genitus, propter spiritualem regenerationem, quae est gratuita, non naturalis, unde dicitur Iac. I, voluntarie genuit nos verbo veritatis. Quamvis autem generare in divinis sit proprium personae patris, tamen facere quemcumque effectum in creaturis est commune toti Trinitati, propter unitatem naturae, quia, ubi est una natura, oportet quod ibi sit una virtus et una operatio; unde dominus dicit, Ioan. V, quaecumque facit pater, haec et filius similiter facit. Et ideo homines adoptare in filios Dei convenit toti Trinitati.
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[47888] IIIª q. 23 a. 2 co.
RISPONDO: Tra un figlio adottivo di Dio e il suo Figlio naturale c'è questa differenza: il figlio naturale di Dio è "genito, non fatto", il figlio adottivo è fatto, come dice il Vangelo: "Diede a loro di poter essere fatti figli di Dio". Talora però anche i figli adottivi si dicono generati per la rigenerazione spirituale che è gratuita e non naturale, come nota S. Giacomo: "Ci ha volontariamente generato per mezzo della parola di verità". Ora, sebbene la generazione trinitaria sia propria del Padre, tuttavia ogni effetto prodotto nel creato è comune a tutta la Trinità per l'unità di natura; perché dove c'è una sola natura, c'è necessariamente una sola virtù operativa e una sola operazione, per cui il Signore afferma: "Tutte le cose che fa il Padre, le fa allo stesso modo anche il Figlio". Perciò adottare gli uomini come figli di Dio va attribuito a tutta la Trinità.
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[47889] IIIª q. 23 a. 2 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod omnes personae humanae non sunt unius naturae secundum numerum, ut oporteat unam esse omnium operationem et unum effectum, sicut accidit in divinis. Et ideo quantum ad hoc non est possibile attendi similitudinem utrobique.
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[47889] IIIª q. 23 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Le persone umane non hanno numericamente la stessa natura, così da avere in comune un'unica operazione e un unico effetto, come avviene tra le persone divine. Perciò sotto questo aspetto il paragone non regge.
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[47890] IIIª q. 23 a. 2 ad 2 Ad secundum dicendum quod nos per adoptionem efficimur fratres Christi quasi eundem patrem habentes cum ipso, qui tamen alio modo est pater Christi, et alio modo est pater noster. Unde signanter dominus, Ioan. XX, seorsum dixit, patrem meum, et seorsum dixit, patrem vestrum. Est enim pater Christi naturaliter generando, quod est proprium sibi, est autem noster voluntarie aliquid faciendo, quod est commune sibi et filio et spiritui sancto. Et ideo Christus non est filius totius Trinitatis, sicut nos.
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[47890] IIIª q. 23 a. 2 ad 2
2. Con l'adozione noi diveniamo fratelli di Cristo e abbiamo con lui uno stesso Padre, il quale però è Padre di Cristo e Padre nostro in due modi diversi. Appunto per questo il Signore distingue tra il "Padre mio" e il "Padre vostro". Infatti è Padre di Cristo con la generazione naturale che a lui è propria, ed è Padre nostro perché compie volontariamente opere che sono comuni a lui, al Figlio e allo Spirito Santo. Perciò Cristo non è come noi figlio di tutta la Trinità.
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[47891] IIIª q. 23 a. 2 ad 3 Ad tertium dicendum quod, sicut dictum est, filiatio adoptiva est quaedam similitudo filiationis aeternae, sicut omnia quae in tempore facta sunt, similitudines quaedam sunt eorum quae ab aeterno fuerunt. Assimilatur autem homo splendori aeterni filii per gratiae claritatem, quae attribuitur spiritui sancto. Et ideo adoptatio, licet sit communis toti Trinitati, appropriatur tamen patri ut auctori, filio ut exemplari, spiritui sancto ut imprimenti in nobis huius similitudinem exemplaris.
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[47891] IIIª q. 23 a. 2 ad 3
3. Come si è detto, la filiazione adottiva è un'immagine della filiazione eterna, come tutte le cose temporali sono immagini di quelle eterne. Ora, l'uomo viene ad assomigliare allo splendore del Figlio eterno per mezzo della chiarità della grazia, che si appropria allo Spirito Santo. Ecco perché l'adozione, pur essendo comune a tutta la Trinità, si appropria al Padre come adottante, al Figlio come modello, allo Spirito Santo come imprimente in noi l'immagine del modello.
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