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«Il Codice da Vinci»: la trama del thriller

 

«Il Codice da Vinci»: la trama del thriller

 

 

Jacques Saunière. un anziano studioso e curatore del Louvre, e vittima di un misterioso assassino all’interno del Museo più famoso del mondo. Prima di morire egli ha lasciato una serie di indizi da decodificare in sequenza logica, a partire dalla posizione che è riuscito ad assumere nell'agonia, posizione rhe è quella del celebre uomo disegnato da Vitruvio (I sec. d.C.), disegno rip-reso da Leonardo da Vinci e che è riprodotto in un volume sulle sue opere. Questo volume è il libro preferito da Sophie Neveu, nipote di Jacques Sauniere e criptologa che lavora per la polizia di Parigi. Robert Langdon, un americano studioso di simbologia e professore di Harvard, si trovava nel museo ed è sospettato del crimine, ma Sophie crede nella sua innocenza e lo aiuta a fuggire. Essi sono i principali protagonisti e guidano il lettore attraverso i meandri dell'intero racconto. che si sviluppa sull'inseguimento del killer a partire dagli indizi lasciati dalla vittima. Langdon ha il compito di aggiornare continuamente il lettore su sensazionali «scoperte» storiche occultate dalla Chiesa.

 

Il punto chiave degli indizi è l'interpretazione dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, in cui la figura alla destra di Cristo non rappresenterebbe Giovanni, il discepolo prediletto, bensì Maria Maddalena, come si riconoscerebbe dai suoi presunti tratti femminei. Il lettore viene inoltre edotto sul fatto che, nel corso dei secoli, la gerarchia della Chiesa avrebbe intenzionalmente occultato il matrimonio tra Gesù e la Maddalena. Esiste però il vangelo gnostico e apocrifo di Filippo, nel quale si parla di un rapporto di particolare affetto fra loro due. Secondo le misteriose (ed esoteriche) fonti di Brown sarebbe stata proprio la Maddalena ad essere simboleggiata nella leggenda medievale del «Santo Graal», una coppa nella quale Giuseppe d'Arimatea avrebbe raccolto il sangue di Cristo e sarebbe poi stata custodita dai Cavalieri Templari.

 

Cristo stesso avrebbe designato la Maddalena a succedergli alla guida della Chiesa, in omaggio alla rivalutazione del «principio divino femminile», che viene valorizzato dall'autore in più passi dell'opera. Maddalena sarebbe l'incarnazione del Femminino Sacro, che rappresenta lo spirito della Dea Madre. La discendenza dell'unione di Cristo con la Maddalena si sarebbe prolungata in incognito attraverso la dinastia dei Merovingi e poi - a partire dal 1090 in Terra Santa- attraverso il Priorato di Sion, una setta segreta che pratica orge sessuali rituali e che sarebbe la depositaria del segreto del Santo Graal. Questa setta avrebbe avuto una continuità, prima attraverso i Rosacrociani e poi nella forma esoterica ed occulta tipica delle società segrete, annoverando tra i suoi adepti personaggi di rango quali Leonardo, Newton, Victor Hugo, ecc. Gli ultimi eredi del segreto del Santo Graal sarebbero ai vertici di questo Priorato e costituirebbero gli unici conoscitori di questo importante segreto (la discendenza del matrimonio tra Gesù e la Maddalena), la cui rivelazione minaccerebbe il destino della Chiesa e della Cristianità.

 

Il racconto si snoda, avvincente e imprevedibile, attraverso una notte di omicidi e inseguimenti rocamboleschi, da Parigi a Londra. Qui si scopre che l'opposizione agli ultimi eredi del Priorato e guidata da Manuel Aringarosa, vescovo a capo dell'Opus Dei, che ha ingaggiato un ex killer convertito, Silas, pure lui membro dell'Opus Dei, affinché recuperi dai capi del Priorato di Sion il cryptex (un piccolo cilindro di pietra) che contiene il segreto su Gesù e Maddalena.

 

Il lettore è indotto a credere che responsabile degli omicidi sia l'Opus Dei, ma le cose sono più complicate. Un nuovo Papa progressista vuole rescindere i legami fra la Chiesa e l'Opus Dei, e il prelato dell'Opus Dei accetta la proposta che gli proviene da un misterioso «Maestro»: paga a questo personaggio una notevole somma per potersi impadronire delle prove del segreto del Priorato di Sion, ciòe della «verità» su  Gesù Cristo, con cui ricattare la Santa Sede minacciando di rivelarle al mondo. Il killer Silas è «prestato» al Maestro, ed è quest'ultimo che lo spinge a commettere una serie di crimini. In realtà, il «Maestro» lavora per se stesso: è un ricchissimo studioso inglese, anti-cattolico, che vuole rivelare il segreto al mondo e accusa il Priorato di tacere per timore della Chiesa.

 

Tra assassinati. enigmi e inseguimenti Robert Langdon e Sophie -tra cui nasce anche l'inevitabile storia  d'amore - Finiscono per scoprire la verità: la tomba della Maddalena è nascosta proprio sotto la piramide del Louvre, voluta dall'esoterista e massone presidente francese François Mitter (1 rand 916-1996), ma il sang real (che sarebbe il vero significato del Santo Graal) scorre nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l'ultima discendente di Gesù Cristo.

II Codice da Vinci»: verità e menzogne

 

 

Sulla divinità di Cristo

 

Le più gravi falsità contenute ne «Il Codice da Vinci» riguardano la divinità di Cristo. L'autore le mette in bocca ad un anziano studioso inglese, certo Teabing, che propone una serie di spropositi madornali. Ecco le sue principali affermazioni.

 

«La vita di Gesù è stata scritta da migliaia di suoi seguaci in tutte le terre... La Bibbia come noi la conosciamo oggi è stata collazionata dall'Imperatore romano pagano Costantino il Grande... Nel cristianesimo non c'e nulla di originale. Il dio precristiano Mitra -chiamato `Figlio di Dio' e `Luce del mondo' - era nato il 25 dicembre. Quando morì, fu sepolto in una tomba nella roccia e poi risorse tre giorni più tardi. Tra l'altro il 25 dicembre è anche il compleanno di Osiride, Adone e Dioniso. Al neonato Krishna sono stati offerti oro, incenso e mirra. Anche il giorno di festa dei cristiani è stato rubato ai pagani.... Costantino ha spostato la festa ebraica del sabato per farla coincidere con il giorno che i pagani dedicavano al Sole. Oggi la gente va in chiesa la domenica senza neppure immaginare che lo fanno per rendere omaggio al dio Sole... Costantino convocò una famosa riunione, nota sotto il nome di Concilio di Nicea, nel 325. Si discussero molti aspetti del cristianesimo, che furono decisi attraverso un voto: la data della Pasqua... E naturalmente la divinita di Gesù... Fino a quel momento storico Gesù era visto dai suoi discepoli come un profeta mortale, un uomo grande e potente, ma pur sempre un uomo, un mortale. Non il Figlio di Dio. Lo statuto di Gesù come Figlio di Dio è stato ufficialmente proposto e votato al Concilio di Nicea... La divinità di Gesù è stato il risultato di un voto... a maggioranza assai ristretta... Fu tutta una questione di potere... Cristo come Messia era indispensabile al funzionamento della Chiesa e dello Stato... Costantino commissionò e finanziò una nuova Bibbia, che escludeva i vangeli in cui si parlava dei tratti umani del Cristo ... i vecchi vangeli vennero messi al bando, sequestrati e bruciati... Fortunatamente alcuni vangeli che Costantino voleva mettere al bando riuscirono a sopravvivere, tra questi i Rotoli del Mar Morto... La Chiesa ha cercato di impedire la diffusione di questi testi... Quel che intendo dire e che quasi tutto ciò che i nostri padri ci hanno insegnato di Cristo è falso» (pp. 27 1-276).

 

Va invece osservato che:

 

1 . Sulla questione della composizione storica dei vangeli gli studiosi sono giunti a conclusioni ormai assestate. Si e così riconosciuto che i vangeli più antichi e più attestati come numero di papiri e di codici sono quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Essi sono stati scritti pochi decenni dopo la morte di Cristo.

 

2. II riconoscimento dell'ispirazione divina dei quattro vangeli (e la loro introduzione nella Bibbia) risale almeno alla 2a metà del II secolo (cf. per esempio l'affermazione di sant'Ireneo di Lione in Adversus haereses III 11,8). È quindi completamente falso che sia stato Costantino a decidere quali vangeli inserire nella Bibbia, ma fu la Chiesa primitiva a riconoscere l'origine apostolica dei quattro vangeli.

 

3. Esistono sì alcune decine di vangeli apocrifi, ma sono di uno o due secoli posteriori alla morte di Cristo. Essi non sono stati mai considerati come ispirati non perché negassero la divinità di Gesù, ma perché credevano di renderla credibile con racconti miracolosi controproducenti (riempiendo di prodigi - spesso ridicoli - la vita di Gesù bambino) e perché aggiungevano teorie filosofiche di origine chiaramente successiva.

 

4. È assurdo dire che nel Cristianesimo non c'è stato nulla di originale, perché la diffusione del Cristianesimo è dovuta proprio al fatto che il messaggio era sconvolgente ed assolutamente originale: un Dio che si fa uomo, che si lascia crocifiggere, che perdona i nemici, che annuncia un amore gratuito, che risorge dopo tre giorni... Quale pensatore umano avrebbe potuto immaginare tutto ciò? Inoltre i casi citati di altre divinità pagane (Adone, Mitra, Dioniso, Khrisna...) sono solo figure mitiche, non realmente esistite, e le loro avventure non sono paragonabili alla storia di Cristo. All'inizio del ventesimo secolo, qualcuno aveva parlato di analogie, ma un'analisi più approfondita ha evidenziato che quelle divinità erano legate al ciclo della natura che alterna le sue stagioni passando dal letargo dell'inverno al rifiorire della primavera, in cui la morte e la “risurrezione“ non avevano niente a che vedere con un evento concreto e storico come quello di Cristo.

5. Ancora più insostenibile è che Gesù sia stato divinizzato da Costantino con un voto del Concilio di Nicea nel 325! Tutti e quattro gli evangelisti dichiarano esplicitamente che Gesù Cristo era il Figlio di Dio e il Cristianesimo è nato da subito come fede in Gesù vero uomo e vero Dio. Il Concilio di Nicea ha riaffermato la divinità di Cristo, ma quest'ultima verità faceva già parte della fede della Chiesa. Va inoltre ricordato che a Nicea ci fu l'assenso di una grande maggioranza dei padri conciliari. Il sabato è stato sostituito dalla domenica già nel primo secolo, come attestano San Paolo e molti altri documenti.

6. È falso che la Chiesa abbia tentato di impedire la diffusione dei codici del Mar Morto. Si tratta di una favola smentita persino da due professori tedeschi protestanti (Otto BETZ e Rainer RIESNER, Jesus, Qumran und der Vatikan. Herder 1993; trad. italiana: Gesù, Qumram e il Vaticano. Chiariimenti, Libreria Editrice Vaticana, 1995). Fra l'altro non è vero che i codici del Mar Morto (i cosiddetti Rotoli di Qumran) contengano degli apocrifi cristiani. Secondo alcuni studiosi, invece, il Frammento 7Q5 (un codice rinvenuto nella settima grotta di Qumran) non solo non smentisce i vangeli, ma potrebbe essere il più antico frammento del vangelo di Marco, risalente a prima del 70 d.C., anche se -trattandosi di un frammento piccolo e con poche lettere - è difficile accertarlo con sicurezza.

 

 

Sul matrimonio di Cristo con Maddalena e la loro discendenza

 

 

Il sapiente Teabing vuol farci credere che «il matrimonio di Gesù e Maria Maddalena è storicamente documentato... I vangeli gnostici ... i rotoli di Nag Hammadi e del Mar Morto... i più antichi documenti cristiani... il vangelo di Filippo... dicono che Maddalena era la `compagna' di Gesù... Gesù voleva che il futuro della sua Chiesa fosse nelle mani di Maria Maddalena... La più grande opera di insabbiamento della storia è che Gesù non soltanto era marito, ma anche padre... Maddalena era la vite da cui è nato il frutto sacro... la discendenza reale di Gesù è la fonte della leggenda più duratura che esista, il Santo Graal» (pp. 287 ss)

 

 

Va invece osservato che:

 

 

A proposito del presunto matrimonio di Gesù con la Maddalena, Brown si rifà al vangelo di Filippo, dal quale riporta la frase secondo cui la Maddalena era «la compagna» di Gesù. Si tratta di un vangelo apocrifo ritrovato a Nag Hammadi e composto non prima della metà del III secolo dopo Cristo e all'interno di una comunità che intendeva raccontare la vita di Gesù per confermare le proprie teorie filosofiche. Tutti gli studiosi hanno qualificato i vangeli apocrifi di Nag Hammadi come testi gnostici, come «mitologia» o come «scritti di parte», viziati da pregiudizi filosofici. Solo Brown ha il coraggio di parlarne come di «documenti storici».

 

Quanto poi all'importanza del «principio femminino», si deve riconoscere che i vangeli valorizzano continuamente Maria, la madre di Gesù, e attribuiscono alle «pie donne» la grande dignità di essere state fedeli ai piedi della Croce durante la Passione e riconoscono che furono esse le prime testimoni della risurrezione, l'evento centrale del Cristianesimo. Non è certo necessario dunque ricorrere al «matrimonio di Gesù con Maddalena» per valorizzare la donna! Tanto più che questo matrimonio non è attestato da nessun documento dei primi tre secoli.

 

 

Sulle falsificazioni che starebbero alla base di tutte le religioni

 

 

L'autore mette in bocca di un altro dei protagonisti, lo studioso Langdon, la seguente affermazione: «Tutte le religioni del mondo sono basate su falsificazioni. E la definizione di “fede”: accettare quello che riteniamo vero ma che non siamo in grado di dimostrare. Ogni religione descrive Dio attraverso metafore, allegorie e deformazioni della verità, dagli antichi egizi fino agli attuali insegnamenti del catechismo. Le metafore sono un modo per guidare la nostra mente a spiegare l'inspiegabile» (p. 401).

 

 

Va invece osservato che:

 

 

Per quanto riguarda l'affermazione che le religioni si servono «di metafore, allegorie, e deformazioni della verità» va notato che, certamente, l'esegesi biblica deve tener conto dei simboli, delle metafore, delle parabole ecc. Ma ciò non significa «falsificare» la storia. La metafora e l'allegoria fanno parte del «linguaggio umano» per rappresentare il reale, soprattutto quando altre risorse linguistiche sono insufficienti. Sostenere l'importanza delle metafore e dei simboli non significa perciò abbandonare il nucleo storico, l'evento fondante del Cristianesimo e della nostra fede: l'annunciò della morte e della risurrezione di Gesù.

 

È questo il fatto più documentato e storicamente accreditato del Cristianesimo, che è nato appunto da quel primo annunciò. La storicità di questo evento fondante si può dimostrare attraverso argomentazioni convergenti di tipo filologico e testimoniale.

 

Dal punto di vista filologico, gli studiosi sono concordi nell'individuare nelle lettere di San Paolo (i testi più antichi del Nuovo Testamento, risalenti al 55-65 dopo Cristo) alcuni brani che per stile linguistico, per lessico, per struttura sintattica, risultano essere di origine semitica. Tutto fa pensare che si tratti di racconti di testimoni oculari, che «pensavano in ebraico» come risulta dalla sintassi e dal lessico di questi brani.

 

Dal punto di vista dei documenti manoscritti non si può ragionevolmente dubitare della loro autenticità, dato che esistono migliaia di codici antichissimi dei quattro vangeli canonici, copiati a mano dagli amanuensi, sparsi in tutte le biblioteche più antiche del mondo, che documentano questo evento.

 

Dal punto di vista della credibilità dei testimoni, va considerata la consequenzialità logica degli eventi. Un popolo intero era stato testimone della vita e della morte di Cristo, per cui l'annunciò della risurrezione non avrebbe potuto reggere neppure un pomeriggio se non ci fosse stato veramente in Gerusalemme il sepolcro vuoto e se non ci fossero state veramente le apparizioni del Risorto. Il più grande cambiamento etico, culturale, religioso della storia richiede dunque un evento fondante adeguato, che non può che essere appunto la risurrezione.

 

 

Sulle mortificazioni corporali

 

 

«Il Codice da Vinci» illustra una pratica crudele e sanguinosa della mortificazione corporale da parte del killer Silos, come se questa fosse una pratica abituale nell'Opus Dei, un'istituzione della Chiesa cattolica.

 

 

Va invece osservato che:

 

 

La Chiesa cattolica consiglia ai fedeli di praticare il sacrificiò, includendo la mortificazione corporale (come, per esempio, il digiuno quaresimale) in segno di penitenza e per unirsi al sacrificiò della croce di Cristo che redime il mondo dal male. Inoltre la Chiesa sa per esperienza che non c'e santità senza rinunce e sacritici. II Catechismo della Chiesa Cattolica insegna infatti che «il cammino della perfezione passa attraverso la croce. Non c’è santità senza rinuncia e senza combattimento spirituale. Il progresso spirituale comporta l'ascesi e la mortificazione, che gradatamente conducono a vivere nella pace e nella gioia delle beatitudini» (n. 2015).

È noto che alcune persone nella storia della Chiesa si sono sentite chiamate ad intraprendere sacrifici maggiori, come digiuni frequenti o l'uso di ciliciò e disciplina. Lo fecero, per esempio, Francesco d'Assisi, Teresa d'Avila, Ignazio di Loyola, Tommaso Moro, Francesco di Sales, Giovanni Maria Vianney, Teresa di Lisieux e Madre Teresa di Calcutta. Tuttavia queste pratiche non sono preminenti nella vita cristiana e neppure nell'Opus Dei, nella quale fra l'altro non ci sono monaci, come fa credere Brown. L'Opus Dei - in  consonanza con la Chiesa - non esclude modi tradizionali di penitenza, ma preferisce sottolineare i piccoli sacrifici quotidiani, più consoni con il suo spirito che porta a cercare la santità soprattutto nel lavoro e nei propri doveri. Va comunque ribadito che la penitenza dei suoi membri non ha niente a che vedere con le pratiche sanguinose che vengono descritte ne «Il Codice da Vinci».

 

 

Don Arturo Cattaneo

 

Prof. Ordinario presso l'Istituto di Diritto canonico San Pio X (Venezia) e prof. invitato presso la Facolta di Teologia dell'Universita della Santa Croce (Roma)

 

cattaneo@ pusc.it

Bibliografia:

 

D.L. BOOK- Il Codice da Vinci. Verità e Menzogne, Armenia, Milano 2005

M. INTROVIGNE, Gli Iluminatii e il Priorato di Sion.  La verità sulle società  segrete del Codice da Vinci e di Angeli e demoni. Ed. PIemme. Casale Monferrato 2005

J. A. . ULLATE FAB0. Contro il Codice da Vinci. Le mistificazioni di Dan Brovn e la verità cattolica, Sperling &Kupfer Editori. Milano 2005

Inlornrizioni su «II Codice da Vinci» si trovano nel Sito Lvww_opusdei.it sezione Rassegna stampa.

 

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