III. Lo Spirito e la Parola di Dio nel tempo delle promesse
[702] Dalle origini fino alla
«pienezza del tempo» (Gal 4,4),
la missione congiunta del Verbo e dello Spirito del Padre rimane nascosta, ma è all’opera. Lo Spirito di
Dio va preparando il tempo del Messia, e l’uno e l’altro, pur non essendo
ancora pienamente rivelati, vi sono già promessi, affinché siano attesi e
accolti al momento della loro manifestazione. Per questo, quando la Chiesa
legge l’Antico Testamento, vi
cerca ciò che lo Spirito, «che ha
parlato per mezzo dei profeti», vuole dirci di Cristo.
Con il termine «profeti», la fede della Chiesa intende in questo caso
tutti coloro che furono ispirati dallo Spirito Santo nel vivo annuncio e nella redazione dei Libri
Sacri, sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento. La tradizione giudaica
distingue la Legge [i primi cinque libri o Pentateuco], i Profeti
[corrispondenti ai nostri libri detti storici e profetici] e gli Scritti
[soprattutto sapienziali, in particolare i Salmi] .
Nella creazione
[703] La Parola di Dio e il suo
Soffio sono all’origine dell’essere e della vita di ogni creatura:
"È proprio dello Spirito Santo governare, santificare e animare la
creazione, perché egli è Dio consustanziale al Padre e al Figlio... Egli ha
potere sulla vita, perché, essendo Dio, custodisce la creazione nel Padre per
mezzo del Figlio". ( Liturgia bizantina )
[704] «Quanto all’uomo, Dio l’ha
plasmato con le sue proprie mani [cioè il Figlio e lo Spirito Santo]... e sulla
carne plasmata disegnò la sua propria forma, in modo che anche ciò che era
visibile portasse la forma divina .
Lo Spirito della
promessa
[705] Sfigurato dal peccato e
dalla morte, l’uomo rimane «a immagine di Dio», a immagine del Figlio, ma è
privo «della Gloria di Dio» (Rm 3,23),
della «somiglianza». La Promessa fatta ad Abramo inaugura l’Economia della
salvezza, al termine della quale il Figlio stesso assumerà «l’immagine» e la restaurerà nella «somiglianza» con il
Padre, ridonandole la Gloria, lo Spirito «che dà la vita».
[706] Contro ogni speranza umana,
Dio promette ad Abramo una discendenza, come frutto della fede e della potenza
dello Spirito Santo . In essa saranno benedetti tutti i popoli della terra .
Questa discendenza sarà Cristo, nel
quale l’effusione dello Spirito Santo riunirà «insieme i figli di Dio che erano
dispersi» (Gv 11,52).
Impegnandosi con giuramento, Dio si
impegna già al dono del suo Figlio Prediletto
e al dono «dello Spirito Santo che era stato promesso... in attesa della
completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato» (Ef 1,13-14) .
Nelle Teofanie e nella
Legge
[707] Le Teofanie [manifestazioni
di Dio] illuminano il cammino della Promessa, dai Patriarchi a Mosè e da Giosuè
fino alle visioni che inaugurano la missione dei grandi profeti. La tradizione
cristiana ha sempre riconosciuto che in queste Teofanie si lasciava vedere e
udire il Verbo di Dio, ad un tempo rivelato e «adombrato» nella nube dello
Spirito Santo.
[708] Questa pedagogia di Dio
appare specialmente nel dono della Legge, la quale è stata
donata come un «pedagogo» per condurre il Popolo a Cristo (Gal 3,24). Tuttavia, la sua impotenza
a salvare l’uomo, privo della «somiglianza» divina, e l’accresciuta conoscenza
del peccato che da essa deriva
suscitano il desiderio dello Spirito Santo. I gemiti dei Salmi lo
testimoniano.
Nel Regno e nell’esilio
[709] La Legge, segno della
Promessa e dell’Alleanza, avrebbe dovuto reggere il cuore e le istituzioni del
Popolo nato dalla fede di Abramo. «Se vorrete ascoltare la mia voce e
custodirete la mia alleanza, sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione
santa» (Es 19,5-6) . Ma, dopo
Davide, Israele cede alla tentazione di divenire un regno come le altre
nazioni. Ora il Regno, oggetto della promessa fatta a Davide, sarà l’opera dello Spirito Santo e
apparterrà ai poveri secondo lo Spirito.
[710] La dimenticanza della Legge
e l’infedeltà all’Alleanza conducono alla morte: è l’esilio, apparente smentita
delle promesse, di fatto misteriosa fedeltà del Dio salvatore e inizio della
restaurazione promessa, ma secondo lo Spirito. Era necessario che il Popolo di
Dio subisse questa purificazione;
l’esilio immette già l’ombra della croce nel disegno di Dio, e il
«resto» dei poveri che ritorna dall’esilio è una delle figure più trasparenti
della Chiesa.
L’attesa del Messia e
del suo Spirito
[711] «Ecco, faccio una cosa
nuova» (Is 43,19). Cominciano a
delinearsi due linee profetiche, fondate l’una sull’attesa del Messia, l’altra
sull’annunzio di uno Spirito nuovo; esse convergono sul piccolo «resto», il
popolo dei poveri, che attende nella
speranza il «conforto d’Israele» e la «redenzione di Gerusalemme» (Lc 2,25; Lc 2,38).
Si è visto
precedentemente come Gesù compia le profezie che lo riguardano. Qui ci si
limita a quelle in cui è più evidente la relazione fra il Messia e il suo
Spirito.
[712] I tratti del volto del
Messia atteso cominciano a emergere nel Libro dell’Emmanuele , in particolare in Is 11, 1-2:
"Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse,un virgulto germoglierà dalle
sue radici.Su di lui si poserà lo spirito del Signore,spirito di sapienza e di
intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza,spirito di conoscenza e di
timore del Signore".
[713] I tratti del Messia sono
rivelati soprattutto nei canti del Servo . Questi canti annunziano il
significato della Passione di Gesù, e indicano così in quale modo egli avrebbe
effuso lo Spirito Santo per vivificare la moltitudine: non dall’esterno, ma
assumendo la nostra «condizione di servi» . Prendendo su di sé la nostra morte,
può comunicarci il suo Spirito di vita.
[714] Per questo Cristo inaugura
l’annunzio della Buona Novella facendo suo questo testo di Isaia (Lc 4,18-19):
"Lo Spirito del Signore Dio è su di me,perché il Signore mi ha consacrato
con l’unzione;mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri,a fasciare le
piaghe dei cuori spezzati,a proclamare la libertà degli schiavi,la
scarcerazione dei prigionieri,a promulgare l’anno di misericordia del Signore".
[715] I testi profetici
concernenti direttamente l’invio dello Spirito Santo sono oracoli in cui Dio
parla al cuore del suo Popolo nel linguaggio della Promessa, con gli accenti
dell’amore e della fedeltà . Secondo queste promesse, negli «ultimi tempi», lo
Spirito del Signore rinnoverà il cuore degli uomini scrivendo in essi una Legge
nuova; radunerà e riconcilierà i popoli dispersi e divisi; trasformerà la
primitiva creazione e Dio vi abiterà con gli uomini nella pace.
[716] Il
popolo dei «poveri», gli umili e i
miti, totalmente abbandonati ai disegni misteriosi del loro Dio, coloro che
attendono la giustizia, non degli uomini ma del Messia, è alla fine la grande
opera della missione nascosta dello Spirito Santo durante il tempo delle
promesse per preparare la venuta di Cristo. È il loro cuore, purificato e
illuminato dallo Spirito, che si esprime nei Salmi. In questi poveri, lo
Spirito prepara al Signore «un popolo ben disposto» (Lc 1,17).