II. Il nome, gli appellativi e i simboli dello
Spirito Santo
Il nome, proprio dello
Spirito Santo
[691] «Spirito Santo», tale è il
nome proprio di colui che noi adoriamo e glorifichiamo con il Padre e il
Figlio. La Chiesa lo ha ricevuto dal Signore e lo professa nel Battesimo dei
suoi nuovi figli .
Il termine «Spirito» traduce il termine ebraico «Ruah», che nel suo
senso primario significa soffio, aria, vento. Gesù utilizza proprio l’immagine
sensibile del vento per suggerire a Nicodemo la novità trascendente di colui
che è il Soffio di Dio, lo Spirito divino in persona . D’altra parte, Spirito e
Santo sono attributi divini comuni alle Tre Persone divine. Ma, congiungendo i
due termini, la Scrittura, la Liturgia e il linguaggio teologico designano la
Persona ineffabile dello Spirito Santo, senza possibilità di equivoci con gli
altri usi dei termini «spirito» e «santo».
Gli appellativi dello
Spirito Santo
[692] Gesù, quando annunzia e
promette la venuta dello Spirito Santo, lo chiama «Paraclito», letteralmente:
«Colui che è chiamato vicino», «ad-vocatus» (Gv 14,16; Gv 14,26;
Gv 15,26; Gv 16,7). «Paraclito» viene
abitualmente tradotto «Consolatore», essendo Gesù il primo consolatore . Il
Signore stesso chiama lo Spirito Santo «Spirito di verità» (Gv 16,13).
[693] Oltre al suo nome proprio,
che è il più usato negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere, in san Paolo
troviamo gli appellativi: lo Spirito della promessa, lo Spirito di adozione,
lo «Spirito di Cristo» (Rm 8,9),
«lo Spirito del Signore» (2Cor 3,17),
«lo Spirito di Dio» (Rm 8,9; Rm 8,14; Rm 15,19; 1Cor 6,11;
1Cor 7,40), e in san Pietro, «lo
Spirito della gloria» (1Pt 4,14).
I simboli dello Spirito
Santo
[694] L’acqua.
Il simbolismo dell’acqua significa l’azione dello Spirito Santo nel Battesimo,
poiché dopo l’invocazione dello Spirito Santo, essa diviene il segno
sacramentale efficace della nuova nascita: come la gestazione della nostra
prima nascita si è operata nell’acqua, allo stesso modo l’acqua battesimale
significa realmente che la nostra nascita alla vita divina ci è donata nello
Spirito Santo. Ma «battezzati in un solo Spirito», noi «ci siamo» anche
«abbeverati a un solo Spirito» (1Cor
12,13): lo Spirito, dunque, è anche personalmente l’acqua viva che
scaturisce da Cristo crocifisso come dalla sua sorgente e che in noi zampilla per la Vita eterna .
[695] L’unzione.
Il simbolismo dell’unzione con l’olio è talmente significativa dello Spirito
Santo da divenirne il sinonimo . Nell’iniziazione cristiana essa è il segno
sacramentale della Confermazione, chiamata giustamente nelle Chiese d’Oriente
«Crismazione». Ma per coglierne tutta la forza, bisogna tornare alla prima
unzione compiuta dallo Spirito Santo: quella di Gesù. Cristo (Messia in
ebraico) significa «Unto» dallo Spirito di Dio. Nell’Antica Alleanza ci sono
stati degli «unti» del Signore, primo
fra tutti il re Davide . Ma Gesù è l’Unto di Dio in una maniera unica: l’umanità
che il Figlio assume è totalmente «unta di Spirito Santo». Gesù è costituito
«Cristo» dallo Spirito Santo . La Vergine Maria concepisce Cristo per opera
dello Spirito Santo, il quale, attraverso l’angelo, lo annunzia come Cristo fin
dalla nascita e spinge Simeone ad
andare al Tempio per vedere il Cristo del Signore; è lui che ricolma Cristo,
è sua la forza che esce da Cristo negli atti di guarigione e di
risanamento . È lui, infine, che risuscita Cristo dai morti . Allora,
costituito pienamente «Cristo» nella sua Umanità vittoriosa della morte, Gesù effonde a profusione lo Spirito Santo,
finché «i santi» costituiranno, nella loro unione all’Umanità del Figlio di
Dio, l’«Uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo»
(Ef 4,13): «il Cristo totale»,
secondo l’espressione di sant’Agostino.
[696] Il fuoco.
Mentre l’acqua significava la nascita e la fecondità della Vita donata nello
Spirito Santo, il fuoco simbolizza l’energia trasformante degli atti dello
Spirito Santo. Il profeta Elia, che «sorse simile al fuoco» e la cui «parola
bruciava come fiaccola» (Sir 48,1),
con la sua preghiera attira il fuoco del cielo sul sacrificio del monte
Carmelo, figura del fuoco dello Spirito
Santo che trasforma ciò che tocca. Giovanni Battista, che cammina innanzi al
Signore «con lo spirito e la forza di Elia» (Lc 1,17) annunzia Cristo come colui che «battezzerà in Spirito
Santo e fuoco» (Lc 3,16), quello
Spirito di cui Gesù dirà: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come
vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49).
È sotto la forma di «lingue come di fuoco» che lo Spirito Santo si posa sui
discepoli il mattino di Pentecoste e li riempie di sé (At 2,3-4). La tradizione spirituale riterrà il simbolismo del
fuoco come uno dei più espressivi dell’azione dello Spirito Santo . «Non
spegnete lo Spirito» (1Ts 5,19).
[697] La nube e la luce.
Questi due simboli sono inseparabili nelle manifestazioni dello Spirito Santo.
Fin dalle teofanie dell’Antico Testamento, la Nube, ora oscura, ora luminosa,
rivela il Dio vivente e salvatore, velando la trascendenza della sua Gloria:
con Mosè sul monte Sinai, presso la
Tenda del Convegno e durante il cammino
nel deserto; con Salomone al momento
della dedicazione del Tempio . Ora, queste figure sono portate a compimento da
Cristo nello Spirito Santo. È questi che scende sulla Vergine Maria e su di lei
stende la «sua ombra», affinché ella concepisca e dia alla luce Gesù . Sulla
montagna della Trasfigurazione è lui che viene nella nube che avvolge Gesù,
Mosè e Elia, Pietro, Giacomo e Giovanni, e «dalla nube» esce una voce che dice:
«Questi è il mio Figlio, l’eletto; ascoltatelo» (Lc 9,34-35). Infine, è la stessa Nube che sottrae Gesù allo
sguardo dei discepoli il giorno dell’Ascensione e che lo rivelerà Figlio dell’uomo nella sua gloria il giorno
della sua venuta .
[698] Il sigillo è un simbolo vicino a quello
dell’Unzione. Infatti su Cristo «Dio ha messo il suo sigillo» (Gv 6,27), e in lui il Padre segna
anche noi con il suo sigillo . Poiché indica l’effetto indelebile dell’Unzione
dello Spirito Santo nei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e
dell’Ordine, l’immagine del sigillo [«sphragis»] è stata utilizzata in certe
tradizioni teologiche per esprimere il «carattere» indelebile impresso da
questi tre sacramenti che non possono essere ripetuti.
[699] La mano.
Imponendo le mani Gesù guarisce i malati
e benedice i bambini . Nel suo Nome, gli Apostoli compiranno gli stessi
gesti . Ancor di più, è mediante l’imposizione delle mani da parte degli
Apostoli che viene donato lo Spirito Santo . La Lettera agli Ebrei mette
l’imposizione delle mani tra gli «articoli fondamentali» del suo insegnamento .
La Chiesa ha conservato questo segno dell’effusione onnipotente dello Spirito
Santo nelle epiclesi sacramentali.
[700] Il dito.
«Con il dito di Dio» Gesù scaccia «i demoni» (Lc 11,20). Se la Legge di Dio è stata scritta su tavole di pietra
«dal dito di Dio» (Es 31,18),
«la lettera di Cristo», affidata alle cure degli Apostoli, è «scritta con lo
Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne
dei... cuori» (2Cor 3,3). L’inno
«Veni, Creator Spiritus» invoca lo Spirito Santo come «digitus paternae
dexterae dito della destra del Padre».
[701] La colomba. Alla fine del diluvio (il
cui simbolismo riguarda il Battesimo), la colomba fatta uscire da Noè torna, portando
nel becco un freschissimo ramoscello d’ulivo, segno che la terra è di nuovo
abitabile . Quando Cristo risale dall’acqua del suo battesimo, lo Spirito Santo,
sotto forma di colomba, scende su di lui e in lui rimane . Lo Spirito scende e
prende dimora nel cuore purificato dei battezzati. In alcune chiese, la santa
Riserva eucaristica è conservata in una custodia metallica a forma di colomba
(il columbarium) appeso al di sopra dell’altare. Il simbolo della colomba per
indicare lo Spirito Santo è tradizionale nell’iconografia cristiana.