Articolo 12: “Credo
la vita eterna”
VI. La speranza dei cieli nuovi e della terra nuova
[1042] Alla fine dei tempi, il
Regno di Dio giungerà alla sua pienezza. Dopo il Giudizio universale i giusti
regneranno per sempre con Cristo, glorificati in corpo e anima, e lo stesso
universo sarà rinnovato:
"Allora la Chiesa...
avrà il suo compimento... nella gloria del cielo, quando verrà il tempo della
restaurazione di tutte le cose e quando col genere umano anche tutto il mondo,
il quale è intimamente unito con l’uomo e per mezzo di lui arriva al suo fine,
sarà perfettamente ricapitolato in Cristo" .
( Lumen gentium 48 )
[1043] Questo misterioso
rinnovamento, che trasformerà l’umanità e il mondo, dalla Sacra Scrittura è
definito con l’espressione: «i nuovi cieli e una terra nuova» (2Pt 3,13) . Sarà la realizzazione
definitiva del disegno di Dio di «ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle
del cielo come quelle della terra» (Ef
1,10).
[1044] In questo nuovo
universo, la Gerusalemme celeste, Dio avrà
la sua dimora in mezzo agli uomini. Egli «tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le cose di
prima sono passate» (Ap 21,4) .
[1045] Per
l’uomo questo
compimento sarà la realizzazione definitiva dell’unità del genere umano, voluta
da Dio fin dalla creazione e di cui la Chiesa nella storia è «come sacramento»
. Coloro che saranno uniti a Cristo formeranno la comunità dei redenti, la
«Città santa» di Dio (Ap 21,2),
«la Sposa dell’Agnello» (Ap 21,9).
Essa non sarà più ferita dal peccato, dalle impurità, dall’amor proprio, che distruggono o feriscono la comunità
terrena degli uomini. La visione beatifica, nella quale Dio si manifesterà in
modo inesauribile agli eletti, sarà sorgente perenne di gaudio, di pace e di
reciproca comunione.
[1046] Quanto al cosmo, la Rivelazione afferma la
profonda comunione di destino fra il mondo materiale e l’uomo:
"La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di
Dio... e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della
corruzione... Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino
ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che
possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando
l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo" (Rm
8,19-23).
[1047] Anche l’universo visibile,
dunque, è destinato ad essere trasformato, «affinché il mondo stesso,
restaurato nel suo stato primitivo, sia, senza più alcun ostacolo, al servizio
dei giusti», partecipando alla loro glorificazione in Gesù Cristo risorto .
[1048] «Ignoriamo il tempo in cui
avranno fine la terra e l’umanità, e non sappiamo il modo in cui
sarà trasformato l’universo. Passa certamente l’aspetto di questo mondo, deformato
dal peccato. Sappiamo, però, dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova
abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità
sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore
degli uomini» .
[1049] «Tuttavia l’attesa di una
terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel
lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell’umanità nuova
che già riesce a offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo.
Pertanto, benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo
sviluppo del Regno di Cristo, tuttavia, nella misura in cui può contribuire a
meglio ordinare l’umana società, tale progresso è di grande importanza» .
[1050] «Infatti...
tutti i buoni frutti della natura e della nostra operosità, dopo che li avremo
diffusi sulla terra nello Spirito del Signore e secondo il suo precetto, li
ritroveremo poi di nuovo, ma purificati da ogni macchia, illuminati e
trasfigurati, allorquando Cristo rimetterà al Padre il Regno eterno e
universale» . Dio allora sarà «tutto in tutti» (1Cor 15,28), nella vita eterna:
"La vita, nella sua stessa realtà e verità, è il Padre, che
attraverso il Figlio nello Spirito Santo, riversa come fonte su tutti noi i
suoi doni celesti. E per la sua bontà promette veramente anche a noi uomini i
beni divini della vita eterna". ( S.Cirillo di Gerusalemme )