NATALE ‘04
“Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa
mentre la notte giungeva alla metà del suo corso
il tuo Verbo onnipotente, o Signore,
è sceso dal cielo, dal tuo trono regale”. (Sap. 18, 14 – 15)
Il Verbo eterno del Padre,
colui che ne ripete il mistero, divina sapienza,
architetto di ogni bellezza
nasce bambino in una stalla.
Il maestro è infante, non parla,
si lascia solo guardare.
Serve addentrarsi nel silenzio per accorgersi
del palpito delicato della sua vita.
Tenero e indifeso come ogni nato da donna
mi fa sapere che ogni bambino che nasce
è creta di Dio, che attende la luce.
Appiccicato alla sorgente
ne conserva limpidità e freschezza.
Se voglio avvicinarmi mi devo fermare.
So di mentire goffamente se mi giustifico:
non ho tempo, ho troppe cose da fare.
Il tempo dei neonati è lentissimo per noi
marionette accelerate.
Strappati al vortice siamo colti da vertigini
come colui che si affaccia sul vuoto.
Probabilmente la misura delle nostre corse
è vuoto stipato di luci fatue.
La sosta espone senza pietà
il vuoto delle nostre mani.
Non temere la tua unicità
e la tua solitudine.
Davanti al Bambino ti accorgerai che sei atteso
ed amato, circondato da persone amabili e sole,
che attendono da te una parola vera.