ALL'ANGELUS DOMINI, IL
FERMO RICHIAMO DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DELLA "GIORNATA PER
"Carissimi
Fratelli e Sorelle!
1. Si celebra in Italia quest'oggi, prima domenica di febbraio, la "Giornata
per
Il tema proposto dai Vescovi quest'anno è:
"Riconoscere la vita". Riconoscere significa, anzitutto, riscoprire
con rinnovato stupore ciò che la stessa ragione e la scienza non temono di
chiamare "mistero". La vita, specialmente la vita
umana, suscita l'interrogativo fondamentale, che il Salmista esprime in modo
insuperabile: "Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, / il
figlio dell'uomo perché te ne curi?" (Sal
8, 5).
Riconoscere significa inoltre garantire ad ogni essere umano il diritto a
svilupparsi secondo la proprie potenzialità,
assicurandone l'inviolabilità dal concepimento alla morte naturale. Nessuno è
padrone della vita; nessuno ha il diritto di manipolare, opprimere o
addirittura togliere la vita, né quella altrui né la
propria. Tanto meno può farlo in nome di Dio, il quale
è l'unico Signore e il più sincero amante della vita. I martiri stessi non si tolgono la vita, ma, per rimanere fedeli a Dio e ai suoi
comandamenti, accettano di venire uccisi.
2. Riconoscere il valore
della vita comporta coerenti applicazioni sotto il profilo giuridico,
specialmente a tutela degli esseri umani che non sono
in grado di difendersi da soli, quali i nascituri, i disabili psichici, i
malati più gravi o terminali.
Riguardo, in particolare, all'embrione umano, la scienza ha ormai dimostrato
che si tratta di un individuo umano che possiede fin dalla fecondazione la
propria identità. È pertanto logicamente esigibile che tale identità venga
anche giuridicamente riconosciuta, anzitutto nel suo fondamentale diritto alla
vita, come domanda con apprezzabile iniziativa il "Movimento per
3. Affidiamo alla Santissima Madre di
Cristo e di tutti gli uomini l'impegno, in Italia e
nel mondo intero, in favore della
vita, specialmente là dove essa è disprezzata, emarginata, violata.
Ci insegni Maria a
"riconoscere la vita" come mistero e come responsabilità, ricordando
che "gloria Dei vivens homo", "gloria
di Dio è l'uomo vivente" (S. Ireneo)".
(Giovanni Paolo II, Angelus domenica 3 febbraio)