Dal latino resolutio, è uno dei due grandi
momenti del metodo dì ricerca utilizzato da S. Tommaso; l'altro momento è dato
dalla composizione (compositio).
La risoluzione muove dagli effetti e risale verso le cause; muove dai fatti e
risale verso i princìpi: per risolvere gli effetti
nelle cause, i fatti nei princìpi, gli enti
nell'essere.
La composizione invece pratica la via opposta: discende dai princìpi universali, dalle cause, verso gli eventi
particolari, gli effetti. “Il processo raziocinativo ‑
scrive S. Tommaso ‑ puó assumere due
orientamenti: compositivo,
quando procede dalle forme più universali e va verso quelle meno universali
(particolari); risolutivo, quando procede nel senso inverso. Infatti, ciò che è più universale è più semplice. Ora è universalissimo ciò che appartiene a
ogni ente. E perciò il termine ultimo del processo
risolutivo in questa vita è lo studio dell'ente e di tutto ciò che gli appartiene
in quanto ente. E queste sono le cose di cui si
occupa la scienza divina (o metafisica), ossia le sostanze separate e tutto
quanto è comune a tutti gli enti” (In De Trin.
lect. II, q.
Come risulta dal testo testé citato, il metodo
risolutivo (resolutio) è il metodo della
metafisica, il cui obiettivo è ‑ come dice S. Tommaso ‑ risolvere
tutti gli enti in “ciò che è più universale e più semplice”, vale a dire l'esse
ipsum subsistens. S.
Tommaso, nella sua filosofia dell'essere, opera la risoluzione ricorrendo a tre
argomenti: quello della composizione reale di essenza
e atto d'essere in tutti gli enti creati, quello della partecipazione e quello
della gradazione dell’essere. Invece la teologia pratica il
metodo della composizione (compositio):
assumendo come princìpi le verità rivelate, trae
nuove conclusioni.
(Vedi: METODO,
METAFISICA)
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Battista Mondin.
Dizionario enciclopedico del pensiero di S.
Tommaso D'Aquino,
Edizioni Studio Domenicano, Bologna.