COMUNICARE
Questi rapidi appunti si propongono come ricerca di una via percorribile.
Muoverò dalla parola stupore, che è esperienza condivisa capace di aprire all’interesse e al desiderio di attenzione. Sorgente dello stupore è la contemplazione. Si tratta di vedere nella persona che ami la coesistenza di effimero e di eterno, non essendo l’uno e l’altro coestensivi. Ti stupisci quando intravedi un barbaglio della bellezza eterna in un sorriso rapido quanto un batter d’occhio.
Effimero ed eterno coesistenti sembrano contraddirsi e sfidano la tua urgenza di razionalità. La soluzione al tormento è posta più in alto. Solvitur in axcelsis. Se non sali superando te stesso, cioè facendoti piccolo e semplice come un bambino, resterai nella confusione, la quale ti consegna al banale, al già visto e intristisci. Essere ignoranti non è un peccato, non sapere di esserlo è un brutto guaio. Espone alla stupidità.
Quando realizzi una piccola vittoria sul campo ti senti vivo mentre ti sale dal cuore il fremito di corde sconosciute, per le quali non esistono le parole. Sei da solo di fronte alla novità che ti libera e ti propone la responsabilità di gestire il piccolo tesoro che ti è fiorito in mano. Credi a quanto hai visto o ti lasci omologare ai luoghi comuni della collettività, nella quale vivi, o del tuo abitudinarismo?
Occorre non disdegnare la fatica necessaria per forgiare le parole capaci di raccontare quanto hai visto. Così anticipi la persona amata nella conoscenza di sé, vedi tu prima di lei le caratteristiche del suo essere unico e puoi presentarle la sorpresa più gradita facendola conoscere a se stessa là dove è unica. La fai vibrare in armonia con te. Puoi conoscerla udendo in lei la tua stessa vibrazione in timbro differente, poiché la stessa emozione ha voce diversa nell’uomo e nella donna.
Come le api conservano nel miele indescrivibili aromi della fioritura che altrimenti svanirebbero in brevissimo tempo così conviene custodire in parole appropriate la freschezza di quelle emozioni. E’ impresa d’artista raccontare un sorriso, una lacrima, un’espressione mimica del viso. Colui che ti offre il servizio di ascoltarti e mostra di gradire quanto gli dici ti trasmette la forza per la ricerca.
Le parole sono segnate dal ritmo del respiro o dei passi. Serve ricordare che tutte le parole umane sono effimere, durano un giorno solo:
Ho cercato le parole per narrarti l’acqua.
Come il respiro riempiono e svuotano,
svelano e coprono.
Per un attimo, trattenendo il fiato,
ho visto l’acqua.
La fatica impiegata per dare definizioni presentabili ai propri sentimenti dà stabilità al cuore. Si tratta di trovare se stessi nell’equilibrio instabile del camminare. L’appoggio di un piede sul terreno serve solo per un istante, quanto basta all’altro piede per muoversi e trovare l’appoggio successivo. (v. g. 04. 03. 25)