Articolo 8: IL
PECCATO
II. La definizione di peccato
[1849] Il peccato è una mancanza
contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine
all’amore vero, verso Dio e verso il prossimo, a causa di un perverso
attaccamento a certi beni. Esso ferisce la natura dell’uomo e attenta alla
solidarietà umana. È stato definito «una parola, un atto o un desiderio
contrari alla legge eterna» .
[1850] Il peccato è un’offesa a
Dio: «Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male ai tuoi occhi,
io l’ho fatto» (Sal 51,6). Il
peccato si erge contro l’amore di Dio per noi e allontana da esso i nostri
cuori. Come il primo peccato, è una disobbedienza, una ribellione contro Dio, a
causa della volontà di diventare «come Dio» (Gen 3,5), conoscendo e determinando il bene e il male. Il peccato
pertanto è «amore di sé fino al disprezzo di Dio» . Per tale orgogliosa
esaltazione di sé, il peccato è diametralmente opposto all’obbedienza di Gesù,
che realizza la salvezza .
[1851] È
proprio nella Passione, in cui la misericordia di Cristo lo vincerà, che il
peccato manifesta in sommo grado la sua violenza e la sua molteplicità:
incredulità, odio omicida, rifiuto e scherno da parte dei capi e del popolo,
vigliaccheria di Pilato e crudeltà dei soldati, tradimento di Giuda tanto
pesante per Gesù, rinnegamento di Pietro, abbandono dei discepoli. Tuttavia,
proprio nell’ora delle tenebre e del Principe di questo mondo, il sacrificio di Cristo diventa segretamente
la sorgente dalla quale sgorgherà inesauribilmente il perdono dei nostri
peccati.