Che significa paradiso terrestre?
Per comprendere il
racconto biblico del giardino di Dio è necessario confrontarlo con le antiche leggende
mesopotamiche.
Questi racconti popolari, conosciuti anche dagli Ebrei,
narravano che le divinità erano immortali perché potevano cibarsi de1l'albero
della vita: lo custodivano gelosamente nel proprio giardino riservatissimo,
pieno di ogni delizia e strettamente precluso all’ingresso degli uomini.
Si narrava che quando il potente re Gilgamesh della
città sumerica di Uruk (Mesopotamia meridionale), dopo sforzi ansiosi e lunghe
avventure aveva tentato di penetrarvi, si era sentito rispondere:
"Gilgamesh, dove corri? La vita che tu cerchi non la
troverai. Quando gli dèi crearono l’umanità, la morte all’umanità donarono, la
vita nelle loro mani si trattennero" (Gilgamesh X, 3).
Il
Genesi si
riferisce proprio a queste leggende per capovolgerle totalmente.
Il vero Dio è stato molto generoso e ha creato uno
splendido giardino per donarlo all’uomo, con incluso l’albero della vita.
Ma questo si trovava associato all’albero della conoscenza
del bene e del male, che non figurava nei testi mesopotamici ed è il cardine
del messaggio biblico.
Ci troviamo così di fronte a un ampio discorso figurato,
una allegoria: questa ci afferma che l’uomo, dopo la sua creazione, è stato
introdotto dal Signore in uno stato gratuito di felicità, dove poteva godere i
beni della creazione fino a superare anche la morte naturale; per giungere a
questa meta doveva solo accettare alcuni limiti di condotta fissati da Dio, a
cui spetta determinare ciò che è bene e ciò che è male ed esigere il rispetto
della sua opera.
Ma l’uomo non ha avuto fede nella parola di Dio, non ha
compreso la sua bontà: ha preferito invece ascoltare l’insidia della tentazione
e scegliere da se stesso ciò che ha voluto credere suo bene.
Con
questo atto di orgoglio si è sostituito a Dio, privandosi del bene vero che il
Signore gli offriva con abbondanza.