AMORE
Nome che si dà a tutte le inclinazioni verso qualsiasi tipo di bene. Dell’amore S.
Tommaso presenta varie divisioni. Anzitutto la divisione
dell’amore in naturale, sensitivo e razionale. L'amore naturale è quello
di tutti gli enti in quanto "tendono alle cose conformi
alla loro natura non mediante la propria conoscenza, ma in forza di quella di
colui che ha istituito la natura. Ma c’è un altro
appetito che procede dalla conoscenza dello stesso soggetto appetente, però la
segue per necessità e non in forza di un libero giudizio. E' l'appetito sensitivo dell’animale, che però nell'uomo partecipa un riflesso
di libertà, in quanto obbedisce alla ragione.
C'è poi un terzo appetito che segue la
conoscenza del soggetto appetente, dietro un libero giudizio. Ed esso è l’appetito razionale o intellettivo, denominato volontà. In ciascuno di codesti appetiti l’amore sta a indicare il
principio del moto tendente al
fine amato" (I-II, q.
Viene poi la divisione
dell’amore razionale
in amore di concupiscenza e amore di amicizia o dilezione. Nel
primo caso, la cosa o persona che viene amata, non è
amata per se stessa, ma è amata per un altro. Nel secondo caso, è amata
direttamente per se stessa. S. Tommaso non esclude la legittimità dell'amore di
concupiscenza, ma lo subordina all’amore di amicizia.
La ragione che egli adduce a giustificazione di
questa tesi è la seguente: "L' amore col quale si
ama un essere, volendo ad esso il bene, è un amore in senso pieno e assoluto (est amor simpliciter)"
invece l’amore col quale si ama una cosa
per ricavare del bene a vantaggio di terzi (ut sit honum alterius), è un amore secundum quid" (I-II, q.
Come per ogni altra attività umana anche
nel caso dell’amore, la sorgente ultima, la causa primaria è l’oggetto, che nella fattispecie è il bene. Dove manca
il bene o un’apparenza di bene non ci può essere amore, così come dove manca il
colore non ci può essere visione. "Propriamente, causa dell'amore è
l’oggetto dell’amore. Ma oggetto proprio dell’amore è
il bene: poiché l’amore comporta una connaturalità o compiacenza
dell’amante rispetto all’amato, e per ciascun essere è bene quanto ad esso è connaturale o proporzionato. Perciò si deve concludere che il bene è la causa propria dell’amore"
(III, q.
L’amore ha come effetto
proprio l’unione: esso tende all’unione reale ed è già in se stesso unione affettiva con la cosa amata. L’unione reale
che è richiesta dall’amore non è una unione
sostanziale: "L’amore non unisce sempre realmente (secundum rem), ma è una unione degli affetti, e
questa unione si può avere anche con cose assenti, e persino per cose
inesistenti" (III Sent., d. 32, q. l,a. 3, ad 3). L'amore non è una unione sostanziale (essentialiter) delle cose, ma
degli affetti. Per questo non è sconveniente che ciò che è meno unito di fatto (secundum rem), sia più fortemente unito affettivamente; mentre,
viceversa. molte cose che ci sono realmente vicine,
ci dispiacciono, e discordano profondamente con i nostri affetti. Però, di per
sé, l’amore induce all’unione con le cose amate, nel limite del possibile; e,
così l'amore divino (l’amore verso Dio) fa si che
l’uomo viva la vita di Dio e non la propria, per quanto è possibile" (III Sent., d. 29, q.
S. Tommaso non si stanca di ripetere
che effetto proprio dell’amore è l’unione, una unione
che pure se rimane sul piano affettivo, tuttavia è una unione intima, profonda,
una unione che immedesima e trasforma. E una virtus unitiva, un nexus, grazie a cui
"l’amante viene trasformato nell’amato e in
certo qual modo convertito in esso" (III Sent.,
d. 27, q. I, a. 1). "E
per il fatto che l’amore trasforma l’amante nell’amato, fa si
che l’amante penetri nell’intimità (in
interiora) dell’amato, e viceversa, cosicché nulla di ciò che appartiene
all’amato rimanga disgiunto (non unitum) dall’amante" (ibid.,
ad 4).
Dato il carattere fondamentale
dell'amore nella vita umana (sia per quanto riguarda la genesi dell’agire sia
per quanto concerne gli effetti: tutto l’agire procede dall’amore, e gli effetti
maggiormente umanizzanti o disumanizzanti dipendono
dall’amore), S. Tommaso pone giustamente l’amore alla base della sua
vastissima trattazione dell’etica. Lo aveva già fatto Agostino
prima di lui, ponendo l’amore a fondamento delle due Città,
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Battista
Mondin.
Dizionario enciclopedico del pensiero di S. Tommaso D'Aquino,
Edizioni
Studio Domenicano, Bologna.