Terza Parte > I Sacramenti > Il ministro del sacramento dell'Eucarestia >
Se gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati siano in grado di consacrare
Tertia pars
Quaestio 82
Articulus 7
[51071] IIIª q. 82 a. 7 arg. 1 Ad septimum sic proceditur. Videtur quod haeretici et schismatici et excommunicati consecrare non possunt. Dicit enim Augustinus quod extra Ecclesiam Catholicam non est locus veri sacrificii. Et Leo Papa dicit, et habetur in decretis, I, qu. I, aliter, (scilicet quam in Ecclesia, quae corpus Christi est) nec rata sunt sacerdotia, nec vera sacrificia. Sed haeretici, schismatici et excommunicati sunt ab Ecclesia separati. Ergo non possunt verum sacrificium conficere.
|
|
Terza parte
Questione 82
Articolo 7
[51071] IIIª q. 82 a. 7 arg. 1
SEMBRA che gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati non siano in grado di consacrare. Infatti:
1. S. Agostino scrive che "fuori della Chiesa cattolica non c'è posto per un vero sacrificio". E il Papa S. Leone in una frase ripetuta dal Decreto afferma: "Altrove, (ossia "fuori della Chiesa, che è il corpo di Cristo") né buono è il sacerdozio né vero è il sacrificio". Ma gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati sono separati dalla Chiesa. Dunque non sono in grado di fare un vero sacrificio.
|
[51072] IIIª q. 82 a. 7 arg. 2 Praeterea, sicut legitur ibidem, Innocentius Papa dicit, Arianos, ceterasque huiusmodi pestes, quia laicos eorum sub imagine poenitentiae suscipimus, non videntur clerici eorum cum sacerdotii aut cuiuspiam mysterii suscipiendi dignitate esse, quibus solum Baptisma ratum esse permittimus. Sed non potest aliquis consecrare Eucharistiam nisi sit cum sacerdotii dignitate. Ergo haeretici, et ceteri huiusmodi, non possunt Eucharistiam conficere.
|
|
[51072] IIIª q. 82 a. 7 arg. 2
2. Il Papa Innocenzo dice: "Quanto agli Ariani e ad altri eretici del genere, pur accogliendo i loro laici in caso di pentimento, non ci sembra che si debbano accogliere i loro chierici nella dignità del sacerdozio, o di altro ministero, perché ad essi noi riconosciamo solo il battesimo". Ma nessuno può consacrare l'Eucarestia, se non ha la dignità del sacerdozio. Quindi gli eretici e gli altri cristiani del genere non possono consacrare l'Eucarestia.
|
[51073] IIIª q. 82 a. 7 arg. 3 Praeterea, ille qui est extra Ecclesiam, non videtur aliquid posse agere in persona totius Ecclesiae. Sed sacerdos consecrans Eucharistiam hoc agit in persona totius Ecclesiae, quod patet ex hoc quod omnes orationes proponit in persona Ecclesiae. Ergo videtur quod illi qui sunt extra Ecclesiam, scilicet haeretici et schismatici et excommunicati, non possunt consecrare Eucharistiam.
|
|
[51073] IIIª q. 82 a. 7 arg. 3
3. Chi è fuori della Chiesa, non può fare nulla in nome di tutta la Chiesa. Ma il sacerdote che consacra l'Eucarestia, agisce in nome di tutta la Chiesa: come risulta dal fatto che tutte le preghiere sono da lui presentate a nome di essa. Perciò coloro che sono fuori della Chiesa, ossia gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati, non possono consacrare l'Eucarestia.
|
[51074] IIIª q. 82 a. 7 s. c. Sed contra est quod Augustinus dicit, in II contra Parmen., sicut Baptismus in eis, scilicet haereticis, schismaticis et excommunicatis, ita ordinatio mansit integra. Sed ex vi ordinationis sacerdos potest consecrare Eucharistiam. Ergo haeretici, schismatici et excommunicati, cum in eis maneat ordinatio integra, videtur quod possint consecrare Eucharistiam.
|
|
[51074] IIIª q. 82 a. 7 s. c.
IN CONTRARIO: S. Agostino afferma: "In loro", cioè negli eretici, scismatici e scomunicati, "come il battesimo, così l'ordinazione è rimasta integra". Ma in forza dell'ordinazione il sacerdote può consacrare l'Eucarestia. Dunque gli eretici, gli scismatici, e gli scomunicati, rimanendo intatta in essi l'ordinazione, possono consacrare l'Eucarestia.
|
[51075] IIIª q. 82 a. 7 co. Respondeo dicendum quod quidam dixerunt quod haeretici, schismatici et excommunicati, quia sunt extra Ecclesiam, non possunt conficere hoc sacramentum. Sed in hoc decipiuntur. Quia, sicut Augustinus dicit, in II contra Parmen., aliud est aliquid omnino non habere, aliud autem non recte habere, et similiter est etiam aliud non dare, et aliud non recte dare. Illi igitur qui, intra Ecclesiam constituti, receperunt potestatem consecrandi in ordinatione sacerdotii, recte quidem habent potestatem, sed non recte ea utuntur, si postmodum per haeresim aut schisma vel excommunicationem ab Ecclesia separentur. Qui autem sic separati ordinantur, nec recte habent potestatem, nec recte utuntur. Quod tamen utrique potestatem habeant, per hoc patet quod, sicut Augustinus ibidem dicit, cum redeunt ad unitatem Ecclesiae, non reordinantur, sed recipiuntur in suis ordinibus. Et quia consecratio Eucharistiae est actus consequens ordinis potestatem, illi qui sunt ab Ecclesia separati per haeresim aut schisma vel excommunicationem, possunt quidem consecrare Eucharistiam, quae ab eis consecrata verum corpus Christi et sanguinem continet, non tamen recte hoc faciunt, sed peccant facientes. Et ideo fructum sacrificii non percipiunt, quod est sacrificium spirituale.
|
|
[51075] IIIª q. 82 a. 7 co.
RISPONDO: Alcuni hanno asserito che gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati, essendo fuori della Chiesa, non sono in grado di consacrare il sacramento eucaristico.
Ma in ciò s'ingannano. Perché, come osserva S. Agostino, "altro è non avere una cosa, altro è averla abusivamente", così pure "altro è non dare e altro è dare malamente". Coloro dunque che facendo parte della Chiesa ricevettero il potere di consacrare l'Eucarestia con l'ordinazione sacerdotale, ne hanno validamente la facoltà, ma non la esercitano lecitamente, se in seguito si sono separati dalla Chiesa con l'eresia, lo scisma, o la scomunica. Coloro invece che vengono ordinati in tale stato di separazione, il potere sacerdotale né lo ricevono lecitamente, né lecitamente lo esercitano. Che però gli uni e gli altri lo possiedano validamente risulta dal fatto, notato anche da S. Agostino, che quando ritornano all'unità della Chiesa, non sono di nuovo ordinati, ma vengono accolti nell'ordine che hanno. E poiché la consacrazione dell'Eucarestia è un atto connesso col potere di ordine, coloro che sono separati dalla Chiesa per eresia, scisma, o scomunica, possono validamente consacrare l'Eucarestia, la quale, sebbene da essi consacrata, contiene il vero corpo e sangue di Cristo; però non consacrano lecitamente, ma commettono peccato. Quindi non ricevono il frutto del sacrificio, che è il sacrificio spirituale.
|
[51076] IIIª q. 82 a. 7 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod auctoritas illa et similes intelligendae sunt quantum ad hoc quod non recte extra Ecclesiam sacrificium offertur. Unde extra Ecclesiam non potest esse spirituale sacrificium, quod est verum veritate fructus, licet sit verum veritate sacramenti, sicut etiam supra dictum est quod peccator sumit corpus Christi sacramentaliter, sed non spiritualiter.
|
|
[51076] IIIª q. 82 a. 7 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. I testi citati e altri simili vanno intesi nel senso che fuori della Chiesa il sacrificio non viene offerto lecitamente. Quindi fuori della Chiesa non ci può essere il sacrificio spirituale, che è il vero sacrificio quanto al frutto, sebbene ci sia il sacrificio vero quanto alla validità del sacramento; allo stesso modo in cui sopra si disse che il peccatore riceve il corpo di Cristo sacramentalmente, ma non spiritualmente.
|
[51077] IIIª q. 82 a. 7 ad 2 Ad secundum dicendum quod solus Baptismus permittitur esse ratus haereticis et schismaticis, quia possunt licite baptizare in articulo necessitatis. In nullo autem casu licite possunt Eucharistiam consecrare, vel alia sacramenta conferre.
|
|
[51077] IIIª q. 82 a. 7 ad 2
2. Gli eretici e gli scismatici sono autorizzati a conferire soltanto il battesimo, perché possono lecitamente battezzare in caso di necessità. In nessun caso invece possono lecitamente consacrare l'Eucarestia, o conferire gli altri sacramenti.
|
[51078] IIIª q. 82 a. 7 ad 3 Ad tertium dicendum quod sacerdos in Missa in orationibus quidem loquitur in persona Ecclesiae, in cuius unitate consistit. Sed in consecratione sacramenti loquitur in persona Christi, cuius vicem in hoc gerit per ordinis potestatem. Et ideo, si sacerdos ab unitate Ecclesiae praecisus Missam celebret, quia potestatem ordinis non amittit, consecrat verum corpus et sanguinem Christi, sed quia est ab Ecclesiae unitate separatus, orationes eius efficaciam non habent.
|
|
[51078] IIIª q. 82 a. 7 ad 3
3. Nelle preghiere della messa il sacerdote parla in nome della Chiesa a cui è unito. Ma nel consacrare l'Eucarestia parla in nome di Cristo, di cui fa allora le veci per il potere di ordine. Il sacerdote quindi, separato dall'unità della Chiesa, non avendo perduto il potere di ordine, consacra validamente il corpo e il sangue di Cristo: ma, essendo separato dall'unità della Chiesa, le sue preghiere non hanno efficacia.
|
|
|