Bibbia a fumetti - Castigat ridendo mores - da Astrologia a Vita Sociale il dizionario dei problemi dell'uomo moderno

 

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DA DIFFONDERE, SE POSSIBILE

 

LETTERA APERTA SULL’EUTANASIA

 

 

Chi vive male, ha il terrore di morire peggio!” recita un vecchio detto popolare, e calzerebbe benissimo a quei politici, la Bonino, Pannella e pochi altri che si stanno agitando freneticamente, nell’intento di raccogliere firme in favore dell’eutanasia.  Chissà quanta paura hanno di morire, poveretti!  A tal punto da invocare quella che essi definiscono la “dolce morte”, ammesso che tale sia.  E poi, che ne sarà dell’uomo?  Sono proprio sicuri che la vita dell’uomo finisce con la morte? Sarebbe davvero una beffa tremenda impegnarsi affannosamente per vivere male di qua, e poi scoprire di stare ancor peggio nell’aldilà!  Infatti come possono vivere bene coloro che hanno come unico scopo della vita quello di accanirsi contro l’uomo, contro il suo sacrosanto diritto di nascere, di vivere, di soffrire e di morire in pace, senza che altri decidano per lui fino a che punto deve soffrire, come deve morire, e in quali condizioni gli è consentito vivere! 

 

Tutta una vita passata all’insegna di queste nefaste battaglie senza alcun ripensamento, potrà dare speranza e conforto al momento della morte che tutti dovremo affrontare?  Allora è meglio eliminare anche quel momento cruciale “ante-mortem”, per non essere costretti a riflettere sul perché del nostro vivere. Qui non si tratta di “morfina o non morfina” perché da sempre si è cercato di alleviare il dolore, sia da parte dei medici che della Chiesa, qui si tratta solo di voler offuscare il significato dell’esistenza umana, soprattutto in quel delicatissimo e decisivo momento che è il passaggio all’altra vita.

 

Chi ha il potere di decidere se il bene consiste nell’aiutare a morire piuttosto che a vivere? La maggioranza?  Perché un anziano o un malato, fosse anche grave, dovrebbero subire una condanna a morte anzitempo solo perché lo ha deciso la maggioranza?  Perché un bambino che vuole vivere, deve essere soppresso nel grembo della madre, col placet dello Stato, solo perché lo ha deciso una maggioranza? E se questa stessa maggioranza decidesse, un giorno, allo scopo di equilibrare la società che ha un esubero di anziani, di eliminare in modo indolore tutti i cittadini dai 60 anni in su, sani o malati, sarebbe una vittoria democratica?  O di sopprimere tutti i malati gravi, anche quelli di mente, a qualunque età, perché improduttivi, sarebbe segno di democrazia?

 

Questa democrazia non è altro che una dittatura tirannica, una grave ingiustizia, un vero e proprio crimine, perché certi valori assoluti, quali il diritto alla vita, alla libertà, anche religiosa, all’educazione, ecc. non possono mai essere sottoposti al criterio democratico. E’ ora di riesaminare la validità giuridica e legale del concetto di “democrazia” applicato ai valori assoluti perché una democrazia così concepita non può essere avvalorata da una Costituzione.  La democrazia non è un valore assoluto, la vita dell’uomo si!

 

“Il criterio democratico può fornire il sistema più giusto e più efficace applicato al campo dell’opinabile (campo politico, economico, artistico ecc.), ma diventa illegittimo e anche immorale quando viene applicato ai valori; essi non vengono decisi per alzata di mano o in nome di una maggioranza. Mille opinioni non fanno una verità” (Il senso del vivere – ed. Ares)  

 

Lo studioso Robert Allers, contemporaneo di Freud, esperto psicologo che ha dato un notevole contributo alla conoscenza dell’uomo nella sua complessità psico-fisica, si esprime molto chiaramente in merito: “La persona umana è per sua natura inscindibilmente relazionata a dei valori etici assoluti, dalla cui positiva o negativa connessione dipende la normalità non solo etica, ma anche psichica della stessa persona. (…) L’uomo è vincolato ad un ordine oggettivo assoluto di valori che lo trascendono e da cui esso dipende ontologicamente”. In pratica i valori assoluti, che si voglia o no, rimandano necessariamente a Dio, come Valore Sommo e Fonte di ogni altro valore, a dispetto di quanto affermano i fautori della cosiddetta morale laica del “fai-da-te”, quella specie di morale che vuole eliminare Dio per far leva solo sulla libertà illimitata dell’uomo.  I frutti di questa presunta morale laica sono davanti ai nostri occhi:  avidità di denaro, sete di potere, successo e piacere a tutti i costi, ingiustizie verso i più deboli, droga libera, vizi di ogni genere anche contro natura, violenza incontrollata, omicidi crudeli e gratuiti, istigazione al suicidio ecc. 

 

La consapevolezza di essere creature limitate e fragili, anche se grandi nella nostra dignità di persone, è la molla che dovrebbe spingere l’uomo a cercare il Creatore, Dio nostro Padre, l’unico che dà un senso alla vita dell’uomo su questa terra, e questo presuppone l’accettazione di una legge divina, che sono i Dieci Comandamenti, legge che è insita nella natura di ogni uomo e che pertanto non mortifica la natura ma la eleva, la perfeziona e la difende, come afferma San Tommaso.  Accettare Dio e la Sua legge divina, come Egli si è rivelato a noi soprattutto in Gesù Cristo, in pratica abbracciare la fede cristiana, non significa rinunciare alla nostra libertà per subire il dominio di un Dio-padrone, ma al contrario, significa essere consapevoli che il nostro sviluppo integrale, fisico e spirituale, la nostra perfezione umana, il nostro vero bene anche su questa terra lo conseguiamo solo nella consapevolezza che siamo creature, cioè figli di Dio, amati da Lui fin dall’eternità.

 

Mi rendo conto di quanto sia duro per un non credente accettare il dolore fisico o quello morale, che talvolta è peggio, perché si deve trovare la forza solo in sé stessi, mentre si esperimenta invece tutta la nostra debolezza sia fisica, che morale; ma è proprio in quei momenti che interviene per tutti, indistintamente, la potenza di Dio, il suo aiuto e la sua misericordia, se l’uomo non la rifiuta categoricamente.

 

Infatti lungo la storia, non si è mai sperimentato tanto come adesso quest’accanimento contro Dio e la sua legge, questo tentativo di volerlo eliminare come pericolo per l’uomo, e lo si compie sia con battaglie violente come quelle sopradescritte, sia in modo “soft” cioè invitando l’uomo a vivere i cosiddetti “valori” in modo “laico” cioè facendo leva solo sulla sua volontà e sul suo buon cuore.   Ebbene, abbiamo già toccato abbondantemente con mano i risultati di questi nuovi metodi psico-pedagogici del “fai da te”: violenza, criminalità, desiderio smodato di possesso, mancato controllo di tutti gli impulsi, anche sessuali, odio, rabbia, vendette, tradimenti, separazioni ecc.

 

Forti di queste tristi esperienze, bisogna che adesso ci decidiamo a lasciarci amare da Dio, come creature piccole e indifese, senza paura, con fiducia, come tantissime volte ha ripetuto il Papa, “Non abbiate paura di Cristo! Spalancate le porte del vostro cuore a Lui. E solo in Cristo la nostra gioia e il senso del nostro vivere.

                                                                        

                                      Patrizia Stella 

                                              Dottore in Scienze dell’Educazione

                          Via N. Tommaseo, 16 -  37124 Verona

 

 

 

 

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