“EREDITA’
RELIGIOSE”
PER L’EUROPA SIGNIFICA
“EREDITA’ CRISTIANE”
La prima versione
del preambolo della Costituzione europea suonava: “Ispirandosi ai retaggi
culturali, religiosi e umanistici dell’Europa i quali nutriti da prima dalle civiltà greca e romana, seguiti dallo slancio
spirituale che ha attraversato l’Europa e continua ad essere presente nel suo
patrimonio, e successivamente dalle correnti filosofiche del secolo dei Lumi,…”
Questa
formulazione fu oggetto di moltissime critiche, soprattutto dai cattolici e
anche dal Papa, perché non si scriveva esplicitamente che l’Europa ha “radici
cristiane”.
La stesura
definitiva del Preambolo approvato dal Consiglio europeo il 18 giugno 2004
presenta ancora una leggera variante – non più “retaggi” ma “eredità” – e
suona: ”Ispirandosi alle eredità culturali, religiose
e umanistiche dell’Europa, i cui valori, sempre presenti nel suo patrimonio…”
Essendo cresciuto
a Soave, mi vengono spontaneamente e istintivamente esempi enologici.
Se un enologo dicesse che Soave, Montalcino (Toscana), Jesi (Marche), per
fare alcuni esempi, sono località note per celebri vini e indicasse per ciascun
vino alcune caratteristiche senza accennare al colore, anche il più modesto
intenditore di vini saprebbe dire che il celebre vino di Soave è bianco, che il
pregiato vino di Montalcino è di color rosso rubino e il decantato vino dei
colli di Jesi è giallo paglierino.
Così una persona
che conosce anche superficialmente la civiltà e la cultura dell’Europa,
leggendo “eredità
religiose “ riferite all’Europa, pensa immediatamente a “eredità cristiane” e
non può essere diversamente; non può pensare, per esempio, all’animismo delle
primitive tribù africane o al buddismo di alcuni popoli orientali o ad altre
religioni. Se si parla di Europa si pensa subito e
solo al Cristianesimo soprattutto, con qualche presenza ebraica e ancora, ma
più modesta, islamica.
I nostri
legislatori europei, guidati da Giscard d’Estaing, sul piano pedagogico, non
sono assolutamente encomiabili. Invece di scegliere la via più facile e diretta
per farsi immediatamente capire da tutti, anche dai meno preparati, hanno scelto la via più tortuosa e ingannatrice: “eredità
religiose”, espressione che può indicare qualsiasi religione e nessuna
precisamente. Hanno tenuto gli occhi puntigliosamente e demagogicamente chiusi per
non vedere e non far vedere tutti gli elementi cristiani macroscopici
costituenti la cultura europea. Bastava l’espressione più
chiara e veritiera “eredità cristiane” o “radici cristiane” per
ricordare ed esprimere la nuda verità storica, reale, oggettiva controllabile
in ogni angolo d’Europa dall’Atlantico agli Urali, e in ogni espressione della
civiltà europea. Ma non hanno voluto dire la verità e
si sono manifestati, questi legislatori, degli “azzeccagarbugli” di manzoniana
memoria che fanno una pietosa e miserabile figura quando tentano meschinamente
e demagogicamente di occultare la verità. Una persona che rifletta un pochino e
che conosca qualcosa della nostra storia e della nostra cultura europea anche al di là delle parole devianti e traditrici riesce a leggere
la verità: “eredità religiose" per l’Europa significa soltanto e
soprattutto “eredità cristiane” temperate da alcune eredità ebraiche e
islamiche.
E’ inutile non
dirlo chiaramente, questo è soltanto un far capire la propria malcelata avversione
al Cristianesimo, manifestando non l’ignoranza di ciò che è impossibile non
conoscere, ma manifestando apertamente la propria prevenzione, la propria
smisurata faziosità verso una realtà storica inoppugnabile; la presenza del
Cristianesimo è evidente in ogni manifestazione della cultura europea che
nobilita l’uomo: poesia, pittura, scultura, architettura, teatro, musica,
università, filosofia, diritto, scienza, medicina, opere
assistenziali e sociali e qualsiasi altra espressione culturale.
Limitandoci solo
ad una manifestazione, tra le più vistose, della
cultura, all’architettura; chi ricorda o ha sentito parlare o ha letto di
celebri sinagoghe? Di celebri templi degli Ebrei?
La prima sinagoga
del tardo medioevo è a Worms (Germania) del
Per quanto
riguarda le moschee, le chiese dei mussulmani, le più interessanti sono a
Toledo, a Granada, a Cordova e a Siviglia, cioè nella
Spagna centro meridionale dove gli arabi hanno dominato per secoli, dal 711 al
Gli Arabi hanno
dominato per un paio di secoli anche sulla Sicilia. Impiegarono 75 anni (827 –
902) per conquistarla e poi la tennero fino al 1091, quando i Normanni
completarono la conquista dell’isola. Poco, molto poco
è rimasto di quanto hanno costruito gli Arabi, tuttavia sufficiente per
conoscere certe particolari soluzioni costruttive e taluni motivi decorativi.
Non parliamo di
pittura e di scultura, perché sia gli ebrei che i
mussulmani, per il divieto delle loro religioni di rappresentare le immagini
della divinità e di persone, si dedicarono soltanto alla ornamentazione.
Celebri sono gli arabeschi, motivi ornamentali appunto
degli Arabi.
Penso sia inutile
ricordare per le chiese cristiane la celebre frase del monaco cronista
medioevale Rodolfo il Glabro (vissuto fra il X e l’XI
secolo) che scrisse :“L’Europa è rivestita di un bianco manto di chiese”. Era
l’anno 1003.
Tutti hanno sotto gli occhi questa realtà. Semmai la
ricordiamo per aggiungervi che sono innumerevoli le chiese, dai più modesti e
sperduti villaggi alle grandi città e che molte sono
dei mirabili ed insigni capolavori.
Per quanto
riguarda la pittura e la scultura, numerose opere veramente stupende si
incontrano in ogni angolo d’Europa. Chiese, statue, dipinti,
un patrimonio d’arte immenso, frutto della civiltà cristiana. Questo
sterminato insieme di gioielli imperituri, per quanto possono esserlo le cose
umane, è l’Europa cristiana.
Giuseppe Scudellari