Paragrafo 3: Gesù
Cristo fu sepolto
Introduzione
[624] «Per la grazia di Dio, egli»
ha provato «la morte a vantaggio di tutti» (Eb 2,9). Nel suo disegno di salvezza, Dio ha disposto che il
Figlio suo non solamente morisse «per i nostri peccati» (1Cor 15,3) ma anche «provasse la
morte», ossia conoscesse lo stato di morte, lo stato di separazione tra la sua
anima e il suo Corpo per il tempo compreso tra il momento in cui egli è spirato
sulla croce e il momento in cui è risuscitato. Questo stato di Cristo morto è
il Mistero del sepolcro e della discesa agli inferi. È il Mistero del Sabato
Santo in cui Cristo deposto nel sepolcro
manifesta il grande riposo sabbatico di Dio dopo il compimento della
salvezza degli uomini che mette in pace l’universo intero .
Cristo nel sepolcro con
il suo Corpo
[625] La permanenza di Cristo
nella tomba costituisce il legame reale tra lo stato di passibilità di Cristo
prima della Pasqua e il suo stato attuale glorioso di risorto. È la medesima
Persona del «Vivente» che può dire: «Io ero morto, ma ora vivo per sempre» (Ap 1,18).Dio [il Figlio] non ha
impedito che la morte separasse l’anima dal corpo, come naturalmente avviene,
ma egli li ha di nuovo ricongiunti l’uno all’altra con la Risurrezione, al fine
di essere lui stesso, nella sua
Persona, il punto d’incontro della morte e della vita arrestando in sé
la decomposizione della natura causata dalla morte e divenendo lui stesso
principio di riunione per le parti separate .
[626] Poiché l’«Autore della vita»
che è stato ucciso è anche il Vivente
che «è risuscitato», necessariamente la
Persona divina del Figlio di Dio ha continuato ad assumere la sua anima e il
suo corpo separati tra di loro dalla morte:La Persona unica non si è trovata divisa in due
persone dal fatto che alla morte di Cristo l’anima è stata separata dalla
carne; poiché il corpo e l’anima di Cristo sono esistiti al medesimo titolo fin
da principio nella Persona del Verbo; e nella morte, sebbene separati l’uno
dall’altra, sono restati ciascuno con la medesima ed unica Persona del Verbo .
«Non lascerai che il tuo
Santo veda la corruzione»
[627] La morte di Cristo è stata
una vera morte in quanto ha messo fine alla sua esistenza umana terrena. Ma a
causa dell’unione che la Persona del Figlio ha mantenuto con il suo Corpo, non
si è trattato di uno spogliamento mortale come gli altri, perché "non era
possibile che" la morte " lo tenesse in suo potere "(At 2, 24) e
perciò "la virtù
divina ha preservato il Corpo di Cristo dalla corruzione" (Sal
16,9-10) . La Risurrezione di Gesù «il terzo giorno» (1Cor 15,4; Lc 24,46) ne era il segno,
anche
perché si credeva che la corruzione si manifestasse a partire dal quarto giorno
.
«Sepolti con Cristo...»
[628] Il Battesimo, il cui segno
originale e plenario è l’immersione, significa efficacemente la discesa nella
tomba del cristiano che muore al peccato con Cristo in vista di una vita nuova:
«Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte,
perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre,
così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4) .
In
sintesi
[629] A
beneficio di ogni uomo Gesù ha provato la morte . Colui che è morto e che è
stato sepolto è veramente il Figlio di Dio fatto uomo.
[630] Durante la permanenza di Cristo nella tomba, la sua
Persona divina ha continuato ad assumere sia la sua anima che il suo corpo,
separati però tra di loro dalla morte. È per questo che il corpo di Cristo
morto non ha conosciuto la corruzione .