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II

II. I Misteri dell’infanzia e della vita e della vita nascosta di Gesù

 

Le preparazioni

 

[522]   La venuta del Figlio di Dio sulla terra è un avvenimento di tale portata che Dio lo ha voluto preparare nel corso dei secoli. Riti e sacrifici, figure e simboli della «Prima Alleanza» (Eb 9,15), li fa convergere tutti verso Cristo; lo annunzia per bocca dei profeti che si succedono in Israele; risveglia inoltre nel cuore dei pagani l’oscura attesa di tale venuta.

 

[523]   San Giovanni Battista è l’immediato precursore del Signore,  mandato a preparargli la via . «Profeta dell’Altissimo» (Lc 1,76), di tutti i profeti è il più grande  e l’ultimo;  egli inaugura il Vangelo;  saluta la venuta di Cristo fin dal seno di sua madre  e trova la sua gioia nell’essere «l’amico dello sposo» (Gv 3,29), che designa come «l’Agnello di Dio... che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Precedendo Gesù «con lo spirito e la forza di Elia» (Lc 1,17), gli rende testimonianza con la sua predicazione, il suo battesimo di conversione ed infine con il suo martirio .

 

[524]   La Chiesa, celebrando ogni anno la Liturgia dell’Avvento, attualizza questa attesa del Messia: mettendosi in comunione con la lunga preparazione della prima venuta del Salvatore, i fedeli ravvivano l’ardente desiderio della sua seconda venuta . Con la celebrazione della nascita e del martirio del Precursore, la Chiesa si unisce al suo desiderio: «egli deve crescere e io invece diminuire» (Gv 3,30).

 

Il Mistero del Natale

 

[525]   Gesù è nato nell’umiltà di una stalla, in una famiglia povera;  semplici pastori sono i primi testimoni dell’avvenimento. In questa povertà si manifesta la gloria del cielo . La Chiesa non cessa di cantare la gloria di questa notte:

 

"La Vergine oggi dà alla luce l’Eterno

e la terra offre una grotta all’Inaccessibile.

Gli angeli e i pastori a lui inneggiano

e i magi, guidati dalla stella, vengono ad adorarlo.

Tu sei nato per noi Piccolo Bambino, Dio eterno!" (Romano di Melode )

 

[526]   «Diventare come i bambini» in rapporto a Dio è la condizione per entrare nel Regno;  per questo ci si deve abbassare,  si deve diventare piccoli; anzi, bisogna «rinascere dall’alto» (Gv 3,7), essere generati da Dio  per «diventare figli di Dio» (Gv 1,12). Il Mistero del Natale si compie in noi allorché Cristo «si forma» in noi . Natale è il Mistero di questo «meraviglioso scambio»:

 

O admirabile commercium! Creator generis humani, animatum corpus sumens, de virgine nasci dignatus est; et procedens homo sine semine, largitus est nobis suam deitatem 

 

O meraviglioso scambio! Il Creatore ha preso un’anima e un corpo, è nato da una vergine; fatto uomo senza opera d’uomo, ci dona la sua divinità .

 

I Misteri dell’infanzia di Gesù

 

[527]   La Circoncisione di Gesù, otto giorni dopo la nascita,  è segno del suo inserimento nella discendenza di Abramo, nel popolo dell’Alleanza, della sua sottomissione alla Legge,  della sua abilitazione al culto d’Israele al quale parteciperà durante tutta la vita. Questo segno è prefigurazione della «circoncisione di Cristo» che è il Battesimo .

 

[528]   L’Epifania è la manifestazione di Gesù come Messia d’Israele, Figlio di Dio e Salvatore del mondo. Insieme con il battesimo di Gesù nel Giordano e con le nozze di Cana,  essa celebra l’adorazione di Gesù da parte dei «magi» venuti dall’Oriente . In questi «magi», che rappresentano le religioni pagane circostanti, il Vangelo vede le primizie delle nazioni che nell’Incarnazione accolgono la Buona Novella della salvezza. La venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei giudei  mostra che essi, alla luce messianica della stella di Davide,  cercano in Israele colui che sarà il re delle nazioni . La loro venuta sta a significare che i pagani non possono riconoscere Gesù e adorarlo come Figlio di Dio e Salvatore del mondo se non volgendosi ai giudei  e ricevendo da loro la promessa messianica quale è contenuta nell’Antico Testamento . L’Epifania manifesta che «la grande massa delle genti» entra «nella famiglia dei Patriarchi»  e ottiene la «dignità israelitica» .

 

[529]   La Presentazione di Gesù al Tempio  lo mostra come il Primogenito che appartiene al Signore . In Simeone e Anna è tutta l’attesa di Israele che viene all’Incontro con il suo Salvatore (la tradizione bizantina chiama così questo avvenimento). Gesù è riconosciuto come il Messia tanto a lungo atteso, «luce delle genti» e «gloria di Israele», ma anche come «segno di contraddizione». La spada di dolore predetta a Maria annunzia l’altra offerta, perfetta e unica, quella della croce, la quale darà la salvezza «preparata da Dio davanti a tutti i popoli».

 

[530]   La fuga in Egitto e la strage degli innocenti  manifestano l’opposizione delle tenebre alla luce: «Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,11). L’intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione. I suoi condividono con lui questa sorte . Il suo ritorno dall’Egitto  ricorda l’Esodo  e presenta Gesù come il liberatore definitivo.

 

I Misteri della vita nascosta di Gesù

 

[531]   Durante la maggior parte della sua vita, Gesù ha condiviso la condizione della stragrande maggioranza degli uomini: un’esistenza quotidiana senza apparente grandezza, vita di lavoro manuale, vita religiosa giudaica sottomessa alla Legge di Dio,  vita nella comunità. Riguardo a tutto questo periodo ci è rivelato che Gesù era «sottomesso» ai suoi genitori e che «cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,51-52).

 

[532]   Nella sottomissione di Gesù a sua madre e al suo padre legale si realizza l’osservanza perfetta del quarto comandamento. Tale sottomissione è l’immagine nel tempo della obbedienza filiale al suo Padre celeste. La quotidiana sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria annunziava e anticipava la sottomissione del Giovedì Santo: «Non... la mia volontà...» (Lc 22,42). L’obbedienza di Cristo nel quotidiano della vita nascosta inaugurava già l’opera di restaurazione di ciò che la disobbedienza di Adamo aveva distrutto .

 

[533]   La vita nascosta di Nazaret permette ad ogni uomo di essere in comunione con Gesù nelle vie più ordinarie della vita quotidiana:

 

"Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo... In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile e indispensabile del lo spirito... Essa ci insegna il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile... Infine impariamo una lezione di lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del «Figlio del falegname»! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo, ma redentrice della fatica umana... Infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mon do e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello".( Paolo VI )

 

[534]   Il ritrovamento di Gesù nel Tempio  è il solo avvenimento che rompe il silenzio dei Vangeli sugli anni nascosti di Gesù. Gesù vi lascia intravvedere il mistero della sua totale consacrazione a una missione che deriva dalla sua filiazione divina: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49). Maria e Giuseppe «non compresero» queste parole, ma le accolsero nella fede, e Maria «serbava tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,51) nel corso degli anni in cui Gesù rimase nascosto nel silenzio di una vita ordinaria.

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