III. Doveri dei membri della famiglia
Doveri dei figli
[2214] La paternità divina è la
sorgente della paternità umana; è la
paternità divina che fonda l’onore dovuto ai genitori. Il rispetto dei figli,
minorenni o adulti, per il proprio padre e la propria madre, si nutre dell’affetto naturale nato dal
vincolo che li unisce. Questo rispetto è richiesto dal comando divino .
[2215] Il rispetto per i genitori (pietà
filiale) è fatto di riconoscenza verso coloro che, con il dono della vita, il loro amore e il
loro lavoro, hanno messo al mondo i loro figli e hanno loro permesso di
crescere in età, in sapienza e in grazia. «Onora tuo padre con tutto il cuore e
non dimenticare i dolori di tua madre. Ricorda che essi ti hanno generato; che
darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?» (Sir 7,27-28).
[2216] Il rispetto filiale si
manifesta anche attraverso la vera docilità e la vera obbedienza: «Figlio mio, osserva il comando di tuo
padre, non disprezzare l’insegnamento di tua madre... Quando cammini ti
guideranno; quando riposi, veglieranno su di te; quando ti desti, ti
parleranno» (Pr 6,20-22). «Il
figlio saggio ama la disciplina, lo spavaldo non ascolta il rimprovero» (Pr 13,1).
[2217] Per tutto il tempo in cui
vive nella casa dei suoi genitori, il figlio deve obbedire ad ogni loro
richiesta motivata dal suo proprio bene o da quello della famiglia. «Figli,
obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore» (Col 3,20) . I figli devono anche
obbedire agli ordini ragionevoli dei loro educatori e di tutti coloro ai quali
i genitori li hanno affidati. Ma se in coscienza sono persuasi che è moralmente
riprovevole obbedire a un dato ordine, non vi obbediscano. Crescendo, i figli
continueranno a rispettare i loro genitori. Preverranno i loro desideri,
chiederanno spesso i loro consigli, accetteranno i loro giustificati
ammonimenti. Con l’emancipazione cessa l’obbedienza dei figli verso i genitori,
ma non il rispetto che ad essi è sempre dovuto. Questo trova, in realtà, la sua
radice nel timore di Dio, uno dei doni dello Spirito Santo.
[2218] Il quarto comandamento
ricorda ai figli divenuti adulti le loro responsabilità verso i genitori.
Nella misura in cui possono, devono dare loro l’aiuto materiale e morale, negli
anni della vecchiaia e in tempo di malattia, di solitudine o di indigenza. Gesù
richiama questo dovere di riconoscenza .
Il Signore vuole che il padre
sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi
onora il padre espia i peccati, chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli, sarà esaudito nel giorno della
sua preghiera. Chi riverisce suo padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore
dà consolazione alla madre (Sir
3,2-6).Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo mentre sei nel pieno del vigore... Chi abbandona il padre è
come un bestemmiatore, chi insulta la madre è maledetto dal Signore (Sir 3,12-13; Sir 3,16).
[2219] Il rispetto filiale
favorisce l’armonia di tutta la vita familiare; concerne anche le relazioni
tra fratelli e sorelle. Il rispetto verso i genitori si riflette su tutto
l’ambiente familiare. «Corona dei vecchi sono i figli dei figli» (Pr 17,6). «Con ogni umiltà,
mansuetudine e pazienza» sopportatevi «a vicenda con amore» (Ef 4,2).
[2220] I cristiani devono una
speciale gratitudine a coloro dai quali hanno ricevuto il dono della fede, la
grazia del Battesimo e la vita nella Chiesa. Può trattarsi dei genitori, di
altri membri della famiglia, dei nonni, di pastori, di catechisti, di altri
maestri o amici. «Mi ricordo della tua fede schietta, fede che fu prima nella
tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunice, e ora, ne sono certo, anche in te» (2Tm 1,5).
Doveri dei genitori
[2221] La fecondità dell’amore
coniugale non si riduce alla sola procreazione dei figli, ma deve estendersi
alla loro educazione morale e alla loro formazione spirituale. La funzione educativa dei genitori «è
tanto importante che, se manca, può a stento essere supplita» . Il diritto e il
dovere dell’educazione sono, per i genitori, primari e inalienabili .
[2222] I genitori devono
considerare i loro figli come figli di Dio e rispettarli come persone umane. Educano i loro figli
ad osservare la legge di Dio mostrandosi essi stessi obbedienti alla volontà
del Padre dei cieli.
[2223] I genitori sono i primi
responsabili dell’educazione dei loro figli. Testimoniano tale responsabilità
innanzitutto con la creazione di una famiglia, in cui la tenerezza, il
perdono, il rispetto, la fedeltà e il servizio disinteressato rappresentano la
norma. Il focolare domestico è un luogo particolarmente adatto per educare alle virtù. Questa
educazione richiede che si impari l’abnegazione, un retto modo di giudicare, la
padronanza di sé, condizioni di ogni vera libertà. I genitori insegneranno ai
figli a subordinare «le dimensioni materiali e istintive a quelle interiori e
spirituali» . I genitori hanno anche la grave responsabilità di dare ai loro
figli buoni esempi. Riconoscendo con franchezza davanti ai figli le proprie
mancanze, saranno meglio in grado di guidarli e di correggerli:
Chi ama il proprio figlio usa
spesso la frusta... Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio (Sir 30,1-2).E voi, padri,
non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e nella disciplina
del Signore (Ef
6,4).
[2224] Il focolare domestico
costituisce l’ambito naturale per l’iniziazione dell’essere umano alla
solidarietà e alle responsabilità comunitarie. I genitori insegneranno ai figli
a guardarsi dai compromessi e dagli sbandamenti che minacciano le società
umane.
[2225] Dalla grazia del sacramento
del Matrimonio, i genitori hanno ricevuto la responsabilità e il privilegio di evangelizzare
i loro figli. Li inizieranno, fin dai primi anni di vita, ai misteri della
fede dei quali essi, per i figli, sono «i primi annunziatori» . Li faranno
partecipare alla vita della Chiesa fin dalla più tenera età. I modi di vivere
in famiglia possono sviluppare le disposizioni affettive che, per l’intera
esistenza, costituiscono autentiche condizioni preliminari e sostegni di una
fede viva.
[2226] L’educazione alla fede da parte dei genitori deve
incominciare fin dalla più tenera età dei figli. Essa si realizza già allorché
i membri della famiglia si aiutano a crescere nella fede attraverso la
testimonianza di una vita cristiana vissuta in conformità al Vangelo. La
catechesi familiare precede, accompagna e arricchisce le altre forme
d’insegnamento della fede. I genitori hanno la missione di insegnare ai figli a
pregare e a scoprire la loro vocazione di figli di Dio . La parrocchia è la
comunità eucaristica e il cuore della vita liturgica delle famiglie cristiane;
è un luogo privilegiato della catechesi dei figli e dei genitori.
[2227] I figli, a loro volta,
contribuiscono alla crescita dei
propri genitori nella santità .
Tutti e ciascuno, con generosità e senza mai stancarsi, si concederanno
vicendevolmente il perdono che le offese, i litigi, le ingiustizie e le
infedeltà esigono. L’affetto reciproco lo suggerisce. La carità di Cristo lo
richiede .
[2228] Durante l’infanzia, il
rispetto e l’affetto dei genitori si esprimono innanzitutto nella cura e
nell’attenzione prodigate nell’allevare i propri figli, e nel provvedere ai loro bisogni materiali e
spirituali. Durante la loro crescita, il medesimo rispetto e la
medesima dedizione portano i genitori ad educare i figli al retto uso della
ragione e della libertà.
[2229] Primi responsabili
dell’educazione dei figli, i genitori hanno il diritto di scegliere per loro
una scuola rispondente alle proprie convinzioni. È, questo, un diritto
fondamentale. I genitori, nei limiti del possibile, hanno il dovere di
scegliere le scuole che li possano aiutare nel migliore dei modi nel loro
compito di educatori cristiani . I pubblici poteri hanno il dovere di garantire
tale diritto dei genitori e di assicurare le condizioni concrete per poterlo
esercitare.
[2230] Diventando adulti, i figli
hanno il dovere e il diritto di scegliere la propria professione e il proprio
stato di vita. Assumeranno queste nuove responsabilità in un rapporto
confidente con i loro genitori, ai quali chiederanno e dai quali riceveranno
volentieri avvertimenti e consigli. I genitori avranno cura di non costringere
i figli né quanto alla scelta della professione, né quanto a quella del
coniuge. Questo dovere di discrezione non impedisce loro, tutt’altro, di
aiutarli con sapienti consigli, particolarmente quando progettano di fondare
una famiglia.
[2231] Alcuni
non si sposano, al fine di prendersi cura dei propri genitori, o dei propri
fratelli e sorelle, di dedicarsi più esclusivamente ad una professione o per
altri validi motivi. Costoro possono grandemente contribuire al bene della
famiglia umana.