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Articolo 8: L’OTTAVO COMANDAMENTO

rticolo 8: L’OTTAVO COMANDAMENTO

 

Introduzione

 

Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo (Es 20,16).

Fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti

(Mt 5,33).

 

[2464] L’ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri. Questa norma morale deriva dalla vocazione del popolo santo ad essere testimone del suo Dio il quale è e vuole la verità. Le offese alla verità esprimono, con parole o azioni, un rifiuto ad impegnarsi nella rettitudine morale: sono profonde infedeltà a Dio e, in tal senso, scalzano le basi dell’Alleanza.

 

VI. Verità, bellezza e arte sacra

 

[2500] La pratica del bene si accompagna ad un piacere spirituale gratuito e alla bellezza morale. Allo stesso modo, la verità è congiunta alla gioia e allo splendore della bellezza spirituale. La verità è bella per se stessa. All’uomo, dotato d’intelligenza, è necessaria la verità della parola, espressione razionale della conoscenza della realtà creata ed Increata; ma la verità può anche trovare altre forme di espressione umana, complementari, soprattutto quando si tratta di evocare ciò che essa comporta di indicibile, le profondità del cuore umano, le elevazioni dell’anima, il Mistero di Dio. Ancor prima di rivelarsi all’uomo mediante parole di verità, Dio si rivela a lui per mezzo del linguaggio universale della Creazione, opera della sua Parola, della sua Sapienza: l’ordine e l’armonia del cosmo che sia il bambino sia lo scienziato sanno scoprire , la grandezza e la bellezza delle creature fanno conoscere, per analogia, l’Autore,  «perché li ha creati lo stesso Autore della bellezza» (Sap 13,3).

 

La Sapienza è un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa si infiltra. È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà (Sap 7,25-26). Essa in realtà è più bella del sole e supera ogni costellazione di astri; paragonata alla luce, risulta superiore; a questa, infatti, succede la notte, ma contro la Sapienza la malvagità non può prevalere (Sap 7,29-30). Mi sono innamorato della sua bellezza (Sap 8,2).

 

[2501] «Creato ad immagine di Dio» (Gen 1,26), l’uomo esprime la verità del suo rapporto con Dio Creatore anche mediante la bellezza delle proprie opere artistiche. L’arte, invero, è una forma di espressione propriamente umana. Al di là dell’inclinazione a soddisfare le necessità vitali, comune a tutte le creature viventi, essa è una sovrabbondanza gratuita della ricchezza interiore dell’essere umano. Frutto di un talento donato dal Creatore e dello sforzo dell’uomo, l’arte è una forma di sapienza pratica che unisce intelligenza e abilità  per esprimere la verità di una realtà nel linguaggio accessibile alla vista o all’udito. L’arte comporta inoltre una certa somiglianza con l’attività di Dio nel creato, nella misura in cui trae ispirazione dalla verità e dall’amore per gli esseri. Come ogni altra attività umana, l’arte non ha in sé il proprio fine assoluto, ma è ordinata al fine ultimo dell’uomo e da esso nobilitata .

 

            [2502] L’arte sacra è vera e bella quando, nella sua forma, corrisponde alla vocazione che le                           è propria: evocare e glorificare, nella fede e nella adorazione, il Mistero trascendente                           di Dio, Bellezza eccelsa di Verità e di Amore, apparsa in Cristo «irradiazione della                           sua  gloria e impronta della sua sostanza» (Eb 1,3), nel quale «abita corporalmente                           tutta la pienezza della divinità» (Col 2,9), bellezza spirituale riflessa nella Santissima                           Vergine Madre di Dio, negli Angeli e nei Santi. L’autentica arte sacra conduce l’uomo                           all’adorazione, alla preghiera e all’amore di Dio Creatore e Salvatore, Santo e                           Santificatore.

            [2503] Per questo i vescovi, personalmente o per mezzo di delegati, devono prendersi cura                         di promuovere l’arte sacra, antica e moderna, in tutte le sue forme, e di tenere lontano                         con il medesimo zelo, dalla Liturgia e dagli edifici del culto, tutto ciò che non è                         conforme  alla verità della fede e all’autentica bellezza dell’arte sacra .

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