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Caro Papa, spiegaci

Caro Papa, spiegaci...»

 

 

Pubblichiamo qui di seguito la trascrizione integrale delle domande sull'Eucaristia raccolte sabato 15 ottobre in piazza San Pietro dai bambini della Prima Comunione al Papa e le sue risposte.

 

Andrea: Caro Papa, ricordi il giorno della tua prima comunione?

 

 

«Naturalmente, mi ricordo bene quel giorno: era una bella domenica del marzo del 1936, quindi 69 anni fa. Era un giorno di sole la chiesa era molto bella, c’era la musica. Ma al centro dei miei ricordi è che da quel momento ho capito che Gesù è entrato nel mio cuore, mi ha visitato. È un dono di amore che vale più di tutta la vita. Ho capito che da allora è cominciata una nuova tappa della mia vita, ora è importante rimanere fedele a questa comunione. Il Signore mi ha guidato sempre, anche in situazioni difficili. Spero che anche per voi, la prima comunione sia l’inizio di una amicizia per tutta la vita con Gesù, perché andando con Gesù la vita diventa buona».

 

Livia: Prima del giorno della Prima Comunione mi sono confessata, poi mi sono confessata altre volte. Volevo chiederti: devo confessarmi tutte le volte che faccio la Comunione, anche se ho fatto gli stessi peccati? Perché mi accorgo che sono sempre quelli.

 

«Non devi confessarti ogni volta, perchè non fai sempre peccati così gravi quindi non è necessario confessarsi ogni volta che si fa la comunione. Necessario è solo nel caso che hai commesso un peccato realmente grave, offeso profondamente Gesù, così che l’amicizia è distrutta e devi ricominciare di nuovo. Solo in questo caso che il peccato si dice mortale, grave, è necessario confessarsi prima della Comunione. Questo è il primo punto. Il secondo: anche se, come ho detto, non è necessario confessarsi per ogni comunione è molto utile confessarsi con una certa regolarità. È vero: di solito i nostri peccati sono sempre gli stessi, ma facciamo pulizia delle nostre abitazioni, delle nostre camere almeno ogni settimana anche se la sporcizia è sempre la stessa per aver pulito, per ricominciare. Altrimenti forse la sporcizia non si vede ma si accumula. Una cosa simile vale anche per l’anima, per me stesso: se non mi confesso mai l’anima viene trascurata, alla fine sono sempre contento di me e non capisco più che devo anche lavorare per essere migliore, che devo andare avanti. E questa pulizia dell’anima che Gesù ci dà nel sacramento della Confessione ci aiuta ad avere una coscienza più svelta, più aperta e così anche a maturare spiritualmente e come persona umana. Quindi due cose: necessario è soltanto in caso di un peccato grave, ma molto utile è confessarsi regolarmente per coltivare la pulizia e la bellezza dell’anima e maturare man mano nella vita».

 

Andrea: La mia catechista preparandomi al giorno della Prima Comunione, mi ha detto che Gesù è presente nell'Eucaristia, ma come? Io non lo vedo.

 

«Sì, non lo vediamo ma ci sono tante cose che non vediamo e che esistono e sono essenziali. Per esempio: non vediamo la nostra ragione e tuttavia abbiamo una ragione; non vediamo la nostra intelligenza e l’abbiamo, non vediamo con una parola la nostra anima e tuttavia esiste e ne vediamo gli effetti perché possiamo parlare, pensare, decidere... Anche non vediamo per esempio la corrente elettrica e tuttavia vediamo che esiste, vediamo questo microfono come funziona, vediamo le luci. Quindi, con una parola, proprio le cose più profonde, quelle che portano realmente la vita e il mondo, non le vediamo ma possiamo vederne e sentirne gli effetti: per l’elettricità, la corrente non la vediamo ma la luce vsì. E così via. Così anche il Signore Risorto non lo vediamo con i nostri occhi, ma vediamo che dove c’è Gesù gli uomini cambiano, diventano migliori. Diventa un po’ una maggiore capacità di pace, di riconciliazione. Quindi non vediamo il Signore stesso ma vediamo gli effetti così possiamo capire che Gesù è presente e proprio le cose come detto invisibili sono le più profonde, importanti, così andiamo incontro a questo Signore invisibile ma forte. che ci aiuta a vivere bene».

 

Giulia: Santità, tutti ci dicono che è importante andare a Messa alla domenica. Noi ci andremmo volentieri ma spesso i nostri genitori non ci accompagnano perché alla domenica dormono. Il papà e la mamma di un mio amico lavorano in un negozio e noi spesso andiamo fuori città per trovare i nonni. Puoi dire una parola anche a loro perché capiscano che è importante andare a Messa insieme la domenica?

 

«Gli direi di sì, naturalmente con grande amore con grande rispetto per i genitori, certamente hanno tante cose da fare. Ma tuttavia con il rispetto e l’amore di una figlia si può dire: cara mamma, caro papà, sai che cosa è importante per noi tutti, anche per te? Incontrarci con Gesù. Questo ci arricchisce. È un elemento importante nella nostra vita. Insieme troviamo un po’ di tempo, forse anche dove abita la nonna si troverà la possibilità. Con una parola direi, con grande amore e rispetto per i genitori, dire: capite che questo non solo per me è importante. Non lo dicono solo i catechisti. È importante per tutti noi. E sarà una luce per la domenica per tutta la nostra famiglia».

 

Alessandro: A che cosa serve andare alla Santa Messa e ricevere la Comunione per la vita di tutti i giorni?

 

 

«Serve per trovare il centro della vita. Noi la viviamo con tante cose e le persone che non vanno in Chiesa non sanno che manca proprio Gesù, ma sanno che manca qualcosa nella loro vita. Se Dio diventa assente nella mia vita, se Gesù è assente dalla mia vita, manca una guida, manca un’amicizia essenziale, manca anche una gioia che è importante per la vita, la forza anche di crescere come uomo, di superare i miei vizi e di maturare umanamente. Quindi non vediamo subito l’effetto di essere con Gesù, di andare alla Comunione. Ma nel corso delle settimane, degli anni, si sente sempre più l’assenza di Dio, l’assenza di Gesù. È una lacuna fondamentale e distruttiva. Potrei adesso facilmente parlare dei Paesi dove l’ateismo governava come sono distrutte le anime ma anche la terra. E così possiamo vedere che è importante, anche direi fondamentale, nutrirsi alla Comunione con Gesù che ci dà proprio la luce e la guida per la nostra vita della quale abbiamo bisogno».

 

Anna: Caro Papa ci puoi spiegare che cosa voleva dire Gesù quando ha detto alla gente che lo seguiva: «Io sono il Pane della Vita»?

 

«Allora dobbiamo forse innanzi tutto chiarire che cosa è pane. Noi abbiamo oggi una cucina raffinata e ricca di diversissimi cibi, ma nelle situazioni più semplici il pane è il fondamento del nutrimento. E se Gesù si chiama il pane della vita, pane è diciamo la sigla, l’abbreviazione per tutto il nutrimento. E come abbiamo bisogno di nutrirci corporalmente per vivere, così anche lo spirito, l’anima in noi, la volontà ha bisogno di nutrirsi. Noi come persone umane che non abbiamo solo un corpo ma anche un’anima, siamo persone pensanti con una volontà, un’intelligenza, dobbiamo nutrire anche lo spirito, l’anima, perché possa maturare, perché possa realmente arrivare alla sua pienezza. E quindi se Gesù dice io sono il pane della vita vuol dire che Gesù stesso è questo nutrimento della nostra anima, dell’uomo interiore della quale abbiamo bisogno. Perché anche l’anima deve nutrirsi. E non bastano le cose tecniche che sono così importanti. Abbiamo bisogno proprio di questa amicizia di Dio che ci aiuta a prendere le decisioni giuste, a maturare umanamente. In altre parole: ci nutre così che diventiamo realmente persone mature e la nostra vita diventa buona».

 

Adriano: Santo Padre, ci hanno detto che oggi faremo l'adorazione eucaristica. Che cos'è? Come si fa? Ce lo puoi spiegare? Grazie.

 

«Che cos’è l’adorazione, come si fa, vedremo subito perché tutto è ben preparato, faremo delle preghiere, dei canti, la genuflessione e siamo così davanti a Gesù. Ma naturalmente la tua domanda esige una risposta più profonda, non solo il come fare, ma che cos’è l’adorazione. Io direi: l’adorazione è riconoscere che Gesù è il mio Signore, che Gesù mi mostra la vita da prendere e che vivo bene soltanto se conosco la strada indicata da Gesù e se seguo la via mostrata da Gesù. Quindi adorare è dire: Gesù io sono tuo. Ti seguo nella mia vita, non vorrei mai perdere questa amicizia, questa comunione con te. Potrei anche dire che l’adorazione, nella sua essenza, è un abbraccio con Gesù nel quale dico a Gesù: io sono tuo e, ti prego, stai anche tu sempre con me».

 

 

 

 

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