LIBERTA’, FONDAZIONE.
04.
10. 20
Per sua natura la libertà non sopporta di essere costretta i teoremi. La libertà è la persona. Il nome che la indica non la definisce e rimanda semplicemente alla condizione di figlio. Nella lingua latina
liberus equivale a figlio.
Al pari del desiderio della felicità e dell’amore, che le sono sinonimi, la libertà non è un seme messo a dimora in un cuore di uomo, è il cuore stesso.
Si possono dire alcune cose che la circoscrivono, ma le sue parole non sono ancora state inventate. Ogni persona deve cercare da sé le sue parole imparando a raccontare l’esperienza dell’amore e della felicità a chi le offra un minimo di ascolto.
Le si adatta la metafora del seme che germoglia, fiorisce e matura i suoi frutti, con una differenza: mentre i semi del contadino si mettono in catalogo secondo la qualità e se ne può anticipare la conoscenza, nel caso della persona non esiste classificazione, perché ciascuna persona è unica, non esiste la specie umana e pertanto non se ne può sapere in anticipo.
La libertà dell’uomo nasce dal dono gratuito: sono stato donato a me stesso senza che lo abbia potuto chiedere né desiderare. La prima parola della libertà non può essere altro che grazie.
Potrà sembrare illogico: quel grazie deve scaturire dalla libertà, sebbene non abbia alternativa. Sono stato chiamato dal nulla, costituito soggetto nell’essere oggetto e destinatario del dono. Nessuno al mio posto può accettare o rifiutare. Quando realizzo la riconoscenza sorridente ho posto il fondamento per addentrarmi nell’avventura della vita, scoprendo ogni giorno territori non segnati da diritti di proprietà né da esperienze precedenti.
DARE ALLA LUCE
04.
10. 21
Sono nato da un’effusione di
amore, di libertà e di felicità dei miei genitori. Quella effusione, in se
stessa più grande delle intenzioni dei suoi protagonisti, ha espresso nel suo
piccolo la libertà, l’amore, la felicità di Dio. Mia madre, dandomi alla luce,
ha scritto nella mia struttura genetica l’indirizzo per la vita. Tocca
esclusivamente a me trovare la strada. Nessuno mi può sostituire
nell’impresa.
SPORA
04.
10. 21
Il seme che contiene la vita se finisce in condizioni avverse rende spessa la sua buccia e diventa spora. Dovrà essere collocato a lungo in condizioni favorevoli perché possa ritrovare la sua capacità di germinazione.
Così è l’egocentrismo: chiude la persona in se stessa e la rende sterile se non trova la forza di nutrirsi aprendosi alla relazione con le persone.
La base dell’audacia necessaria all’impresa è l’umiltà. Sono uno dei tanti né migliore né peggiore degli altri. Non ho scorciatoie né privilegi. Nessuno mia ha sottratto la mia forza vitale né lo può. Se non riesco ad esprimerla posso incolpare solo me stesso.