I DIRITTI UMANI
a)
Il valore dei diritti umani
152 Il
movimento verso l'identificazione e la proclamazione dei diritti dell'uomo è
uno dei più rilevanti sforzi per rispondere efficacemente alle esigenze
imprescindibili della dignità umana. (302)
153 La
radice dei diritti dell'uomo, infatti, è da ricercare nella dignità che
appartiene ad ogni essere umano. (305) Tale dignità, connaturale alla vita
umana e uguale in ogni persona, si coglie e si comprende anzitutto con la
ragione. Il fondamento naturale dei diritti appare ancora più solido se, alla
luce soprannaturale, si considera che la dignità umana, dopo essere stata
donata da Dio ed essere stata profondamente ferita dal peccato, fu assunta e
redenta da Gesù Cristo mediante
La fonte ultima dei diritti umani non si situa nella mera volontà degli esseri umani, (307) nella realtà dello Stato, nei poteri pubblici, ma nell'uomo stesso e in Dio suo Creatore. Tali diritti sono «universali, inviolabili, inalienabili ». (308) Universali, perché sono presenti in tutti gli esseri umani, senza eccezione alcuna di tempo, di luogo e di soggetti. Inviolabili, in quanto «inerenti alla persona umana e alla sua dignità» (309) e perché «sarebbe vano proclamare i diritti, se al tempo stesso non si compisse ogni sforzo affinché sia doverosamente assicurato il loro rispetto da parte di tutti, ovunque e nei confronti di chiunque ». (310) Inalienabili, in quanto «nessuno può legittimamente privare di questi diritti un suo simile, chiunque egli sia, perché ciò significherebbe fare violenza alla sua natura ». (311)
154 I diritti dell'uomo vanno tutelati non solo singolarmente, ma nel loro insieme: una loro protezione parziale si tradurrebbe in una sorta di mancato riconoscimento. Essi corrispondono alle esigenze della dignità umana e implicano, in primo luogo, la soddisfazione dei bisogni essenziali della persona, in campo materiale e spirituale: «tali diritti riguardano tutte le fasi della vita e ogni contesto politico, sociale, economico o culturale. Essi formano un insieme unitario, orientato decisamente alla promozione di ogni aspetto del bene della persona e della società... La promozione integrale di tutte le categorie dei diritti umani è la vera garanzia del pieno rispetto di ogni singolo diritto ». (312) Universalità e indivisibilità sono i tratti distintivi dei diritti umani: «sono due principi guida che postulano comunque l'esigenza di radicare i diritti umani nelle diverse culture, nonché di approfondire il loro profilo giuridico per assicurarne il pieno rispetto» . (313)
b)
La specificazione dei diritti
155 Gli insegnamenti di Giovanni XXIII, (314) del Concilio Vaticano II, (315) di Paolo VI (316) hanno offerto ampie indicazioni della concezione dei diritti umani delineata dal Magistero. Giovanni Paolo II ne ha tracciato un elenco nell'enciclica «Centesimus annus »: «il diritto alla vita, di cui è parte integrante il diritto a crescere sotto il cuore della madre dopo essere stati generati; il diritto a vivere in una famiglia unita e in un ambiente morale, favorevole allo sviluppo della propria personalità; il diritto a maturare la propria intelligenza e la propria libertà nella ricerca e nella conoscenza della verità; il diritto a partecipare al lavoro per valorizzare i beni della terra ed a ricavare da esso il sostentamento proprio e dei propri cari; il diritto a fondare liberamente una famiglia e ad accogliere ed educare i figli, esercitando responsabilmente la propria sessualità. Fonte e sintesi di questi diritti è, in un certo senso, la libertà religiosa, intesa come diritto a vivere nella verità della propria fede ed in conformità alla trascendente dignità della propria persona». (317)
Il primo diritto ad essere enunciato in questo elenco è il diritto alla vita, dal concepimento fino al suo esito naturale, (318) che condiziona l'esercizio di ogni altro diritto e comporta, in particolare, l'illiceità di ogni forma di aborto procurato e di eutanasia. (319) È sottolineato l'altissimo valore del diritto alla libertà religiosa: «tutti gli uomini devono restare immuni da costrizione da parte sia dei singoli, sia dei gruppi sociali e di qualsiasi autorità umana, così che in materia religiosa, entro certi limiti, nessuno sia forzato ad agire contro la propria coscienza, né sia impedito ad agire secondo la sua coscienza, in privato e in pubblico, da solo o associato ad altri ». (320) Il rispetto di tale diritto è un segno emblematico «dell'autentico progresso dell'uomo in ogni regime, in ogni società, sistema o ambiente ». (321)
c)
Diritti e doveri
156 Connesso inscindibilmente al tema dei diritti è quello relativo ai doveri dell'uomo, che trova negli interventi del Magistero un'adeguata accentuazione. Più volte viene richiamata la reciproca complementarità tra diritti e doveri, indissolubilmente congiunti, in primo luogo nella persona umana che ne è il soggetto titolare. Tale legame presenta anche una dimensione sociale: «Nella convivenza umana ogni diritto naturale in una persona comporta un rispettivo dovere in tutte le altre persone: il dovere di riconoscere e rispettare quel diritto ». (323) Il Magistero sottolinea la contraddizione insita in un'affermazione dei diritti che non preveda una correlativa responsabilità: «Coloro pertanto che, mentre rivendicano i propri diritti, dimenticano o non mettono nel debito rilievo i rispettivi doveri, corrono il pericolo di costruire con una mano e distruggere con l'altra ». (324)
d)
Diritti dei popoli e delle Nazioni
157 Il campo dei diritti dell'uomo si è allargato ai diritti dei popoli e delle Nazioni: (325) infatti, «quanto è vero per l'uomo è vero anche per i popoli ». (326) Il Magistero ricorda che il diritto internazionale «poggia sul principio dell'eguale rispetto degli Stati, del diritto all'autodeterminazione di ciascun popolo e della libera cooperazione in vista del superiore bene comune dell'umanità ». (327) La pace si fonda non solo sul rispetto dei diritti dell'uomo, ma anche su quello dei diritti dei popoli, in particolare il diritto all'indipendenza. (328)
I diritti
delle Nazioni non sono altro che «i "diritti umani" colti a questo
specifico livello della vita comunitaria ». (329)
e)
Colmare la distanza tra lettera e
spirito
158 La solenne proclamazione dei diritti dell'uomo è contraddetta da una dolorosa realtà di violazioni, guerre e violenze di ogni tipo, in primo luogo i genocidi e le deportazioni di massa, il diffondersi pressoché ovunque di forme sempre nuove di schiavitù quali il traffico di esseri umani, i bambini soldato, lo sfruttamento dei lavoratori, il traffico illegale delle droghe, la prostituzione: «Anche nei Paesi dove vigono forme di governo democratico non sempre questi diritti sono del tutto rispettati». (331)
Esiste purtroppo una distanza tra «lettera» e «spirito» dei diritti dell'uomo, (332) ai quali è tributato spesso un rispetto puramente formale. La dottrina sociale, in considerazione del privilegio accordato dal Vangelo ai poveri, ribadisce a più riprese che «i più favoriti devono rinunziare a certi loro diritti per mettere con più liberalità i propri beni a servizio degli altri» e che un'affermazione eccessiva di uguaglianza «può dar luogo a un individualismo dove ciascuno rivendica i propri diritti, sottraendosi alla responsabilità del bene comune ». (333)
159
L'impegno
pastorale si sviluppa in una duplice direzione, di annuncio del fondamento
cristiano dei diritti dell'uomo e di denuncia delle violazioni di tali diritti:
(338) in ogni caso, «l'annuncio è sempre più importante della denuncia, e
questa non può prescindere da quello, che offre la vera solidità e la forza
della motivazione più alta ». (339) Per essere più efficace, un simile impegno
è aperto alla collaborazione ecumenica, al dialogo con le altre religioni, a
tutti gli opportuni contatti con gli organismi, governativi e non governativi,
a livello nazionale e internazionale.