Temperanza
In greco sophrosyne, in latino temperantia; è una delle
quattro virtù cardinali. Essa controlla, come spiega Platone nella Repubblica, l’appetito concupiscibile e
consiste essenzialmente (come chiarisce Aristotele nell’Etica Nicomachea)
in una
moderazione dei piaceri sensibili conformemente alle esigenze della
"retta ragione".
Della temperanza tratta
frequentemente
Alla temperanza S.Tommaso
dedica un’ampia questione della Secunda Secundae
(q. 141) in cui si pone otto
quesiti:
1. Se
la temperanza sia una virtù:
2. Se
sia una virtù speciale:
3. Se
abbia per oggetto solo la concupiscenza e i piaceri;
4. Se
riguardi solo i piaceri del tatto;
5.
Se riguardi anche i piaceri
del gusto come tale;
6. Quale sia la norma
della temperanza;
7. Se la temperanza sia una virtù cardinale;
8. Se sia
la virtù più importante.
Secondo
l’Angelico "il termine temperanza (temperantia) può indicare due cose. Primo,
nel senso generico del suo significato, la temperanza non è una virtù speciale. ma generale, poiché il termine temperanza indica una certa ternperatezza (temperies) o moderazione, posta negli atti e
nelle passioni umane dalla ragione; e questo è comune a tutte le virtù morali (...). Ma se col termine temperanza si intende la disposizione a trattenere l’appetito dalle cose che più
attraggono l’uomo, allora essa è una
virtù speciale, dotata di
speciale materia come la fortezza" (II-II, q.
S.Tommaso fa vedere che la temperanza
è inferiore alla giustizia, perché mentre questa ha di mira il bene comune,
quella ha per oggetto solo il bene privato. "Come nota il Filosofo
nell’Etica Nicomachea
(I. c. 2) “il bene del popolo e più divino che il bene
di un solo uomo”. Perciò quanto più una virtù riguarda il
bene comune. tanto più è superiore. Ora la giustizia e la fortezza riguardano il bene comune più
della temperanza: poiché la giustizia ha per oggetto i rapporti reciproci. e la fortezza si esercita nei pericoli di guerra, affrontati
per il bene comune; mentre la temperanza regola solo le concupiscenze e i
piaceri individuali. Dunque è evidente che la giustizia e la fortezza sono virtù
superiori alla temperanza: sebbene siano ancora più importanti di esse la prudenza e le virtù teologali" (II-II. q.
(Vedi, VIRTU')
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Battista Mondin.
Dizionario enciclopedico del
pensiero di S.Tommaso D'Aquino,
Edizioni Studio Domenicano,
Bologna.